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Autore: Suicidal_Love    08/11/2011    4 recensioni
"Fino a quel momento non v`era altro nelle mie vene se non la corsa, la velocita`, il senso del pericolo che ti ubriacava i sensi, lasciando da parte ogni pensiero. L`odore della benzina, della pelle dei sedili e le gomme che stridevano al suolo. Vincere, vincere, questo importava ... o almeno finche` sei arrivato tu baby"
Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lancillotto, Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco un altro capitolo in cui ho cercato di alternare momenti seri e momenti allegri. Come sempre ringrazio Edian (quel vecchiaccio di Aramis) che mi ha ascoltato mentre betavamo il capitolo. VECCHIACCIO e.e

Ora i ringraziamenti ai miei recensori che mi rendono sempre felice e anche ai lettori anonimi che insomma un piccolo commento potrebbero lasciarlo no?

Grazie mille a: Ely_Scorpioncina; erol89; baileyzabini90; Shannara_810; Edian

 

DI BRACCIALETTI E OCHE

 

George non sentiva nulla a parte la paura. Cercò nuovamente il battito del collega, e questa volta fu sicuro di percepire qualcosa. “Stanno per arrivare i soccorsi. Coraggio.”

E miracolosamente fu proprio così. I fari dell’ambulanza sbucarono da dietro l’angolo  e, subito dopo, arrivò anche l’auto di Agraivane. I due veicoli si fermarono, uno da una parte e uno dall’altra. Le portiere si spalancarono all’unisono e i gli uomini corsero nel fascio di luce dei fari.

Agraivane era sulla cinquantina, alto e massiccio, indossava pantaloni neri e una giacca elegante del medesimo colore. L’uomo si tolse i guanti in pelle firmati Valentino e si avvicinò a George con espressione livida sul volto.

“Che cosa è successo?” domandò in fretta con voce roca lanciando un’occhiata ai paramedici che si apprestavano a trasportare il ferito su una lettiga.

“Sono arrivato pochi minuti dopo Tom e l’ho trovato a terra con la nuca sanguinante, il camion a terra e una Honda rossa che sfrecciava via a tutta velocità, ma non sono riuscito a prendere la targa.” Esclamò questi torturandosi le mani grassocce sudate, causando solo fastidio nel suo superiore che lo colpì alla gota con violenza, facendolo barcollare pericolosamente.

“L’hanno presa?” chiese estraendo dalla tasca del completo un blackberry nero lucido.

George deglutì ed annuì senza riuscire a spiccicare parola, mentre l’ambulanza si allontanava spedita lungo la strada.

Agraivane sorrise digitando un numero e con la mano alzata fece segno a due uomini di uscire dall’auto, dando le spalle al malcapitato che iniziò a parlare sconnessamente, mormorando suppliche, preghiere.

“Un lavoro pulito mi raccomando” disse l’uomo pacatamente rientrando nella sua Mercedes e partendo alla volta del suo ufficio, lasciandosi dietro le urla del grassone e poi uno sparo.

“Sei il migliore no?” proferì  Agraivane con voce dura “trova quella valigetta e uccidi chiunque si metta in mezzo. Il braccialetto va ritrovato.”

 

 

“E’ ridicolo” disse per l’ennesima volta Lancillotto, buttando sul tavolo l’ennesimo libro incriminato. “Perché non puoi chiedere a Morgana?” ripeté nuovamente sporgendo la testa oltre lo scaffale della piccola biblioteca comunale del quartiere.

Arthur si morse il labbro e guardò il suo ora irritante migliore amico negli occhi con l’impulso di ucciderlo o neutralizzarlo a furia di librate in testa, ma poi l’immagine di una Gwen arrabbiata per la prematura dipartita del fidanzato lo fece desistere e decise che l’arma migliore contro Lance era il silenzio.

“Arthur, Arthur, Arthur perché non possiamo chiedere semplicemente a Morgana” chiese ancora con un sorrisetto sul volto, subito cancellato dal passaggio di un gruppo di giovani che leggendo il titolo del libro che aveva in mano ridacchiarono occhieggiando lui ed il biondo asino, facendolo vergognare per aver acconsentito ad aiutarlo  in una così imbarazzante ricerca.

“Arthur” pigolò ancora lamentoso, facendo sbuffare il principe che gli si avvicinò colpendolo in testa con una copia alquanto voluminosa di ‘anatomia umana’.

“Non chiederò mai a Morgana va bene? Inizierebbe ad osservarmi con quel sorriso da ‘lo sapevo che eri gay’ per poi ridere sguaiatamente prendendomi in giro per la mia non esperienza in questo campo, nonché riferirebbe a baby le mie buone” Lancillotto inarcò un sopracciglio “le mie intenzioni e la mia appunto mancata esperienza in materia omosessuale” finì sbrigativo, per poi osservare in alto sullo scaffale e sorridere “TROVATO!”

Il moro alzò le mani al cielo “Graçias” esclamò venendo nuovamente colpito alla nuca dal suo migliore amico.

“Smettila di fare l’immigrato” disse scherzoso il biondo ricevendo un’occhiataccia da Lance che borbottò qualcosa sul fatto che non era colpa sua se la sua mamma, che riposi in pace, era spagnola e lo aveva cresciuto per i primi dodici anni nella sua terra natia, per poi seguire il padre in Inghilterra.

“Allora? Possiamo andarcene?” chiese seguendo Arthur fino al loro incriminato tavolo e sedervisi guardandosi attorno per controllare che non entrassero Gwen o Morgana, assidue frequentatrici della biblioteca.

“Non ancora, fammi prendere appunti” rispose sottovoce il principe tirando fuori da una tracolla una biro ed un piccolo quaderno, suscitando un attacco di risa soffocate del suo amico, che sì … avrebbe ucciso una volta uscito da lì. “Quanto sei sfigato …  quando farete sesso cosa farai? Sbirci i tuoi appunti?”.

Arthur lo fulminò con lo sguardo tirandogli i corti capelli scuri “taci Lance o deciderò di fare pratica su di te, prima che su baby … ci siamo capiti?” ringhiò facendo impallidire lo spagnolo notevolmente, non troppo felice all’idea che il suo deretano fosse usato in via sperimentale.

“Allora … il libro dice che si deve partire con i preliminari, bisogna far rilassare il partner” mormorò scrivendo sulla pagina bianca del suo nuovo quaderno comprato quella stessa mattina per l’occasione.

“Beh … i preliminari li conosciamo tutti no? Baci, carezze e beh invece che … lo … hai capito no?!” borbottò Lance rosso in viso, un rossore che trasmise anche all’amico che annuì, dando per scontato l’argomento ‘preliminari’.

“Secondo punto … dopo averlo fatto eccitare bisogna prepararlo” lesse Arthur lanciando un’occhiata interrogativa a Lancillotto. “Devi cucinarlo?” chiese divertito il moretto facendo ridacchiare l’altro. “No … penso lo si debba preparare laggiù per … per abituarlo alle mie considerevoli dimensioni” replicò fiero il biondo.

Lo spagnolo non rispose a quell’ultima idiozia. “Penso sia un po’ come per le vergini … credo tu debba usare un lubrificante, per preparalo al meglio no?”.

Arthur lo guardò e fece avanzare un braccio, battendo il cinque contro il palmo dell’amico. “Sei un genio! Ma c’è solo un problema … i lubrificanti costano troppo e Morgana vedendone uno si insospettirebbe …” Lance annuì e fece poi spallucce “il lubrificante per le auto?” il biondo fece una faccia pensierosa prima di annuire come aveva fatto prima il moro “Credo vada più che bene, infondo deve solo facilitare l’entrata no?” chiese ricevendo un cenno d’assenso dal compagno.

“Beh allora non è così difficile … devo farlo eccitare, toccarlo un po’ e poi entrargli dietro” esclamò infine chiudendo il suo quaderno “un gioco da ragazzi”.

“Un gioco da ragazzi se baby decidesse di venire a letto con te” replicò Lance alzandosi dalla sedia che cigolò sotto il suo peso.

“E’ solo timido. Probabilmente è un vergine e ha paura.” Rispose Arthur seguendo l’esempio dello spagnolo uscendo dalla biblioteca a passo svelto. “Ma se davvero non fosse interessato a te?” chiese Lancillotto facendo fermare di botto il biondo che lo guardò negli occhi serio “allora lo stuprerò” replicò gelido facendo sgranare gli occhi al moro amico che nello scendere i gradini quasi non rotolò a terra. “Stai scherzando spero!” esclamò sempre questi, suscitando le risa del principe. “Ovvio! Poi baby mi vuole! Ne sono sicuro!”.

Lancillotto sorrise appena e lo sperò tanto per baby, perché Arthur non era sicuramente un tipo prevedibile e un rifiuto non lo digeriva bene quel principe viziato.

 

 

Per una buona parte della mattinata, Merlino rimase sulle spine. Si voltava al minimo rumore proveniente da fuori.

Il padre, Belinor, aveva annunciato la sua visita quella stessa mattina e come sempre Merlino era rigido come una corda di violino.

“I tuoi voti sono alti” Freya gli carezzò la zazzera corvina “non hai nulla di cui preoccuparti” finì la ragazza con un sorriso dolce.

Il ragazzo si girò verso lei ed annuì debolmente “lo so … ma se venisse a sapere di ieri notte? Se avesse installato un GPS nella mia auto?” mormorò terrorizzato memore ancora dell’esemplare punizione ricevuta quando il primo anno alla Westmister aveva saltato scuola per andare alla mostra d’auto da corsa in centro Londra.

Freya gli strinse la mano “non può venirlo a sapere ok? Comportati come se non fosse accaduto nulla e se lo sapesse beh lo noterai dal suo sguardo furioso”.

Lui sospirò pesantemente prima che la campanella suonasse e nell’aula comparisse la figura imponente del padre vestito con il solito completo Armani. I capelli corti con qualche striatura di grigio gli donavano un fascino maschio a cui la maggior parte delle segretarie avevano ceduto più di una volta scatenando le ire domestiche della madre non più nel fiore degli anni ma pur sempre una bella donna.

Merlino si alzò di scatto dalla sedia, seguito dalla migliore amica e si diresse davanti al genitore che accompagnato da … guardò la bionda, probabilmente una nuova amante, lo squadrava severo.

“Padre è un piacere vedervi” disse serio, mentre Freya sorrideva allegra al suo fianco a suo agio in quelle situazioni semi-formali.

“Figlio” fece una lunga pausa agitando la mano verso la Barbie con aria annoiata “i tuoi voti come sempre sono sorprendenti e noto con piacere che tu e la dolce Freya siete sempre più affiatati.” Prese dalle mani della giovane donna una scatola allungata in velluto blu mare e la porse al figlio che si stupì di quel … regalo?

“Padre a cosa devo un vostro presente?” chiese aprendo l’astuccetto rimanendone sbalordito. All’interno vi era un bracciale in oro bianco con delle piccole decorazioni tribali. Un bracciale davvero semplice e di buon gusto.

Belinor sorrise “è un oggetto davvero prezioso e voglio che lo tenga tu. Sei l’unico di cui mi possa fidare Merlino.” Il moretto slargò i suoi occhi blu ed annuì facendosi aiutare dall’amica a metterselo. Non avrebbe deluso il padre.

“Sono felice che tu abbia compreso. Non  perderlo mai di vista e non perderlo” aggiunse duramente “Cindy è ora di andare” disse alla segretaria che sorrise ai due giovani seguendo ancheggiante il suo capo e amante.

Quando Belinor si allontanò Merlino guardò Freya ed entrambi scoppiarono a ridere sollevati. “Allora stasera dovremo vegliare fino al tuo ritorno io e Gaius?” chiese la castana portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Il suo migliore amico ghignò un poco e le passò un braccio attorno alla spalla “Non penso proprio … Gaius questa sera veglierà solo, tu verrai con me!”. Freya lo guardò con tanto d’occhi per poi tirargli un coppino “NO. NO. NO. Non verrò con te da nessuna parte!” esclamò lei arrossendo. Merlino le scoccò un bacio sulla guancia in fiamme “Morgana è davvero una bella ragazza … perché non vuoi conoscerla?” domandò gongolante.

Freya chinò il capo “perché dovrei? Non piacerei a nessuno” buttò fuori irritata staccandosi dalla presa del moro che le prese il viso osservandola dritta negli occhi. “Sei la ragazza più bella su cui io abbia mai posato gli occhi e Morgana sarebbe solo fortunata se tu ti interessassi a lei. Basta Freya, sei bellissima e devi uscire da questo guscio. Non vergognarti di ciò che sei” disse lasciando un leggero sorriso dipinto sul volto della ragazza che lo abbracciò di slancio per poi tirargli un coppino e ghignare a sua volta “verrò con te solo se ti lascerai corteggiare da questo principe, infondo entrambi dobbiamo uscire dal guscio no?”.

Merlino sgranò gli occhi e si imbronciò “Morgana è intelligente, lui è un asino! Non puoi farmi questo!” esclamò lamentoso aggrappandosi alle gambe di Freya che gli carezzò i capelli “mi spiace è la mia condizione e se non lo farai chiamerò quel …” lo guardò divertita “Leon si chiamava?” il moro si morse il labbro inferiore “con cui hai avuto una parentesi negli Stati Uniti … ti dice nulla Boston?”.

“Stronza” mormorò il ragazzo “è stato solo un bacio poi …” Freya gli tirò un pizzico “ok un bacio parecchio spinto” finì cercando di tagliare corto.

“Un bacio dal quale poi sei fuggito come un leprotto impaurito?” disse lei ghignante e divertita da quell’episodio in cui si era visto un Merlino correre nella sua Suite a Boston con i pantaloni mezzi slacciati ed il collo pieno di segni poco casti.

“Lascerò che l’asino ci provi con me … ma non rivangare più quella situazione … perché io potrei ricordarti di quel Gwaine a Vienna!” Freya ridacchiò “In realtà, Merlino tesoro, quel Gwaine era stato appresso a te non di sicuro a me!”.

MALEDIZIONE!

“Lasciamo stare … usciamo dalla scuola alle sette meno un quarto, nessun completo firmato ok? Ah! Mi chiamo Jehtro.” Concluse velocemente apprestandosi a cambiare aula. Era ora di chimica, pensarono sconsolati all’unisono.

 

 

Johnny ansimava forte. Aveva percorso di corsa circa otto chilometri, secondo i suoi calcoli, lungo quella strada solitaria, allontanandosi dai suoi inseguitori. Era diretto a est, verso il Tamigi, dove avrebbe trovato un rifugio sicuro.

Si asciugò con il braccio la fronte imperlata di sudore, prima che una Jeep gli tagliasse la strada. L’uomo tremò visibilmente e si girò bloccato da un’altra auto.

Era in trappola. Cercò una via di fuga e si mosse a destra quando uno sparo alla spalla lo fece cadere a terra e un uomo massiccio gli posò il piede sulla ferita sanguinante facendolo urlare dal dolore.

“Il mio capo vuole sapere dov’è” disse l’uomo giocherellando con una pistola. Johnny sudò freddo e strinse le labbra “Non lo so non lo so” urlò quando una nuova pallottola si piantò nella sua coscia.

“Dov’è?” ripeté annoiato lasciando che la vittima cominciasse a piangere e pregare per la sua patetica vita “Dimmi dov’è e ti risparmierò la vita”.

Johnny singhiozzò “Jehtro” disse prima di bere una piccola fialetta di un liquido trasparente e lasciar sì che i suoi occhi si velassero di morte, lasciando sorpreso il suo carnefice.

“Che cazzo …” esclamò guardando i suoi colleghi. “Perc … è inutile stare qui” esclamò un uomo passandosi una mano fra i capelli castani.

Il gigante tirò un calcio al cadavere e fece cenno agli altri di ripulire la scena. “Che cazzo vuol dire Jehtro, Gwaine?”  chiese questi rimettendo la sua magnum nella fondina in pelle.

“Lo scopriremo ok? Se no il capo ci fa un culo tanto” rispose con indifferenza salendo sulla Jeep e partendo alla volta della base.

 

 

La pizzeria era gremita di gente e Arthur stava accanto a Merlino con un sorriso idiota. Quando un’ora prima il biondo gli aveva chiesto nuovamente di uscire quest’ultimo aveva accettato un po’ a fatica, pentendosene subito alla faccia soddisfatta di quell’asino che non faceva altro che toccarlo in luoghi non proprio da toccare.

“Arthur potresti, per favore, togliere la tua mano dalla mia coscia” ringhiò il moretto scatenando le risa del gruppo che allegramente seguiva le loro piccole liti quasi fossero un telefilm.

“Baby come sei pudico, una ragazza al posto tua avrebbe avuto già una reazione alquanto … come dire …” Lance rise “bagnata?” suggerì facendo sospirare sconsolata Gwen che preferiva chiacchierare con la sua migliore amica e quella di Jethro.

“Si dia il caso che non sono una ragazza e sia dia il caso che se la tua mano si poserà nuovamente su una mia parte anatomica vicino alle mie grazie prenderò questa forchetta e la renderò parte del tuo tentacolo” lo minacciò con un sorriso a cui Arthur rispose con un altro idiota.

“Sei bellissimo anche quanto mi minacci sai? Mi vien voglia di mangiarti baby!” rispose per nulla intimorito mordendogli la guancia liscia e pallida.

“Oh per Dio perché gli ho detto sì!” brontolò indeciso se accopparlo ora o trascinarlo in bagno e gettare il corpo nello scarico.

Lancillotto gli passò una mano sulla spalla “masochismo amico mio, solo masochismo”.

Già, era masochista, anche se doveva ammettere che nonostante Arthur fosse un asino idiota, era anche divertente stare in sua compagnia, ma questo di certo non significava che iniziasse a provare interesse per una testa calda del genere.

“Allora, Morgana … puoi smettere di flirtare con Freya e dedicarti a noi poveri mortali?” chiese il biondo facendo arrossire entrambe.

“Arthur la tua idiozia non ha limiti e comunque anche se la stessi corteggiando il mio metodo è più funzionante del tuo patetico tentativo di infilarti nelle mutande di Jehtro” gli rispose a tono lasciandolo senza parole “suvvia asinello placa le tue braghe ballerine!”.

“MORGANA!” urlò questi attirando l’attenzione della pizzeria su di sé e soprattutto un paio di occhi celesti che si piantarono su di lui.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi si alzò dal tavolo e si avvicinò al loro buttandosi fra le braccia del principe che si ritrovò due seni premuti sul viso.

“Arthur!” la bionda si staccò di poco, facendosi riconoscere dal biondo che sorrise a sua volta malizioso.

“Viviane!” rispose lui dandole un bacio casto sulle labbra “tesoro come stai?” le chiese scatenando delle piccole risa in quell’oca e lasciando basito Merlino.

Cioè … prima ci provava con lui e poi faceva il cascamorto con una bionda oca dal seno evidentemente rifatto?

Ma stava scherzando!

“Oh tesorino bene, mi sei mancato sai?” mormorò lei passando l’indice lungo i pettorali prima che della birra cadesse sulla testa di Arthur facendo staccare la ragazza di scatto.

“Ora smamma ragazzina” disse il moretto senza pensarci, per poi pentirsene subito quando gli occhi dell’asino furono su di lui e non solo.

Viviane se ne andò scocciata e Merlino si risedette in silenzio per poi lanciare un’occhiataccia a quel somaro maniaco traditore e ora gongolante.

“Non farti strane idee …” brontolò incrociando le braccia al petto prima che due labbra si posassero sul suo collo.

“Mi piaci quando sei geloso!”

 

To be Continued …

   
 
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