Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: sonnysh    08/11/2011    5 recensioni
[...]Gli occhi nocciola del bambino, che nel frattempo si era precipitato correndo verso di lei, la raggiunsero e li trovò così vicino da spaventarsi, quasi, - lei non aveva paura di niente – lui dal suo canto l’aiutò a tirarsi su senza dire una parola guardandola timoroso che si mettesse a piangere
[...]
sussurrò quelle parole che sapeva non avrei potuto ignorare, che mi avrebbero inevitabilmente incatenata a lui ancora di più. «Non mi lasciare, dimmi che rimani.»
Diedi un ultimo sguardo al ragazzo addormentato in mezzo alle lenzuola aprii la porta e mi diressi verso la mia stanza. «Ti amo, Nicholas.» e la chiusi alle mie spalle.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

  Il vestitino nuovo si era sgualcito nella fretta di rincorrere la palla e afferrarla prima che cadesse a terra, sorrise debolmente per avercela fatta e aver dimostrato a quel ragazzino insolente che non era una “femminuccia” come tutte le altre. Non si era nemmeno accorta di essere caduta fino a quando non sentì le spine bucargli la pelle e strappare l’abito, Shea non aveva mai pensato che le rose potessero fare male. Erano troppo belle per ferire e avevano un profumo e dei colori meravigliosi, il suo papà gliene portava sempre una quando tornava da un lungo viaggio di lavoro,  invece ora sentiva bruciare la pelle in corrispondenza dei piccoli fori appena aperti e gli occhi bruciare nello sforzo di non mostrare al bambino che stava correndo nella sua direzione di essersi fatta male, non si sarebbe mai mostrata debole di fronte a qualcuno. Tutto per colpa di quel ricciolino, ora odiava quel bambino che aveva appena conosciuto, era il figlio di alcuni amici di papà e come tutti i bambini l’unica cosa che voleva fare era giocare a pallone. Lei odiava il calcio ma la sua mamma le aveva detto di essere gentile e fare amicizia e lei era una brava bambina, non avrebbe mai deluso i suoi genitori anche se le dispiaceva giocare correndo il rischio di sporcare il vestito che la mamma le aveva comprato la settimana prima. E ora quel bambino stava immobile con la bocca aperta, spaventato, lei sospirò sonoramente, non solo si era fatta male ma ora aveva scoperto che le rose non erano così belle come pensava, non voleva più essere come una rosa. Gli occhi nocciola del bambino, che nel frattempo si era precipitato correndo verso di lei, la raggiunsero e li trovò così vicino da spaventarsi, quasi, - lei non aveva paura di niente – lui dal suo canto l’aiutò a tirarsi su senza dire una parola guardandola timoroso che si mettesse a piangere e i suoi genitori lo sgridassero. La bambina fece ondeggiare i boccoli castani, prese il pallone sotto braccio e tornò a giocare come se non fosse successo niente, il piccolo tornò dov’era prima e ripresero a giocare tranquillamente, era dispiaciuto che la bambina si era fatta male ma era davvero in gamba e si ritrovò a pensare che fosse anche strana. Non aveva mai incontrato una femmina così, loro erano sempre così stupide e superficiali, si sarebbero messe a piangere, anzi probabilmente non avrebbero proprio giocato a palla con lui. Così si ritrovò a pensare che non era decisamente una femminuccia quella bambina, voleva essere suo amico a tutti i costi.
 
***
 
Mi svegliai di soprassalto sentendo la sveglia, ero sbalordita. Non ricordavo di aver mai fatto un sogno sulla sua infanzia da tanto tempo, o almeno non da quando avevo litigato con i suoi genitori. Erano le sette e mezza e non riuscivo a capacitarmi come mai avevo programmato la sveglia tanto presto quella mattina, ero in vacanza non dovevo fare niente visto che mi ero licenziata la settimana prima perché.. l’inizio dell’università! Mi ero completamente dimenticata ed ora ero irrimediabilmente in ritardo. Mi preparai nel minor tempo possibile, e in dieci minuti ero nel cortile della scuola. Gli studenti del primo anno sono già arrivati, nessuno avrebbe fatto tardi oggi, essere qui è come aver fatto un terno al lotto; cerco qualche viso familiare ma dei ragazzi che hanno fatto il provino con me non riconosco nessuno fino a che non scorgo una chioma di capelli biondi che agita le mani in aria per richiamare la mia attenzione.
«Sto per morire» Fu tutto quello che mi disse venendomi incontro ed abbracciandomi. Guardando Cornelia, a prima vista, chiunque avrebbe detto che era la classica bambolina bella fuori e vuota dentro essendo la barbie bionda, alta, bellissima e frivola. C’eravamo incontrate qualche mese prima ai colloqui con i professori della nostra futura scuola e, ammetto, che anche io inizialmente pensavo fosse stata la figlia di papà raccomandata che non sapeva fare niente ed era lì non certo per meriti suoi, ma mi ricredetti quando la vidi ballare. Non avevo mai amato la danza classica, l’avevo praticata come quasi tutte le bambine nel periodo dell’infanzia ma non mi aveva particolarmente attratta. Quando la vidi ballare mi ricredetti aveva un talento innato e sicuramente amava quello che stava facendo più di molta gente che si era esibita prima di lei. La nostra amicizia è nata da lì in quella sala dove entrambe abbiamo realizzato il nostro sogno, ancora oggi la gente ci guarda stupita nel vederci insieme lei sempre perfetta e impeccabile – come ogni ballerina di danza classica dovrebbe essere – mentre io sono sempre con la prima cosa che mi è  capitata sotto mano. Il suo unico problema, appunto, era proprio quello di essere troppo perfetta. La sua era una ossessione quasi maniacale e spesso la rendeva vulnerabile a tal punto che le persone si prendevano gioco di lei come fosse una bambola di porcellana di una delle sue tante esibizioni, odiava però essere seconda a qualcuno e questo causava tra di noi battibecchi di vario genere. Anche oggi era perfetta, indossava una gonna a vita alta rosa antico con una camicetta di lino leggero panna e ballerine ai piedi, mentre in testa portava un fiocco intonato al colore della gonna.
« Siamo arrivate fino a qua, non credo che qualcuno ci fermerà proprio ora» Le sorrisi e insieme entrammo all’interno della scuola. Il preside ci accolse nel teatro principale e ci fece accomodare in mezzo a un centinaio di altri ragazzi  che come noi stavano realizzando il loro sogno, iniziò a blaterare di cose che tutti noi già sapevamo ma nessuno osava fiatare e l’omino grassoccio andò avanti per tre buoni quarti d’ora fino a quando non ci congedò e dichiarò iniziato il nuovo anno scolastico. Gli studenti iniziarono ad uscire dalla sala per dirigersi ognuno verso la propria aula e così mi separai da Cornelia che aveva lezione di danza classica e io mi diressi verso la mia di pop, non avevamo molte lezioni in comunque se non quella di canto e inglese. Le ore passarono molto piacevolmente, tutti davano il loro meglio ed eravamo costantemente in competizione anche se era solo il primo giorno tutti volevano impressionare l’insegnante e iniziare a prepararsi per le gare che ci sarebbero state durante l’anno. Le lezioni non erano certo una passeggiata, i professori erano severi e spesso ci facevano pesare il fatto che se eravamo là al posto di altra gente che aveva fallito e che non ammettevano errori altrimenti non ci meritavamo di stare là. La mia intera vita era incentrata sul ballo, essere lì era il mio sogno da quando ero bambina e ora che lo stavo rendendo realtà non avrei certo permesso a qualcuno di mettermi i bastoni tra le ruote. Durante la pausa pranzo ritrovai la mia amica che, lo capii dalla sua faccia entusiasta, aveva milioni di cose da raccontarmi.
« Non immaginerai mai quello che ho scoperto! » Mentre parlava sprizzava felicità da ogni poro e si avvicinò a me come a dovermi rivelare un segreto, ma proprio mentre lo stava facendo un ragazzo si avvicinò al nostro tavolo e chiese di sedersi con noi. Cornelia lo guardava con occhi spalancati, come se ci stava concedendo un grande onore a farci quella domanda e rossa in volto balbettò una risposta che – a mio parere – non aveva alcun senso logico. Ora mi era tutto chiaro la mia amica si era presa una sbandata al primo giorno per il ragazzo che ora stava seduto di fronte a me, certo era un bel ragazzo ma avere una reazione del genere per un ragazzo che conosci da due ore era assolutamente esagerata. Guardai il ragazzo e mi presentai, infondo che male avrebbe fatto conoscere nuova gente e fare un po’ di amicizia?
« Mi chiamo Shea, sono una ballerina di pop piacere di conoscerti. » Il ricciolino sorrise contento, mi guardò e si presentò anche lui.
«Il piacere è tutto mio, io sono Nicholas e sono un cantante. » Quel ragazzo aveva qualcosa di familiare, ero sicura di aver visto la sua faccia almeno un’altra volta in vita mia ma non riuscivo proprio a collegarlo con nessuno dei volti che conoscevo. Finimmo di mangiare e poi ci separammo dal ragazzo appena conosciuto, Cornelia non stava più nella pelle e vedevo che aveva sicuramente tonnellate di cose da raccontarmi per fortuna che l’ora successiva l’avremmo passata insieme. Come previsto la mia amica si era presa una forte sbandata per il ragazzo appena conosciuto e aveva dimenticato totalmente la cotta precedente  - che lei aveva giurato fosse amore vero – e ora era decisa a fare di tutto pur di avere il ricciolino. La lezione successiva era canto e ci trovammo a seguire il corso con Nick che ci sorrise gentile, il professore ci fece provare a turno un pezzo di una delle canzoni che ci era stata assegnata ai provini “Total eclipse of the heart” di Bonnie Tyler e dovevo ammettere che il ragazzo aveva una voce niente male, anzi ad essere onesta era veramente bravo. Subito dopo di lui si esibì Cornelia e il ragazzo si posizionò al posto precedente occupato dalla mia amica.
« Pensavo facessi finta di non ricordarti di me, ma a quanto pare mi hai completamente rimosso dalla tua memoria.»  Allora avevo ragione che quel ragazzo aveva qualcosa di familiare e che non era semplicemente una mia invenzione mentale, lo guardai stupita perché seriamente non riuscivo a ricordare chi fosse e in quale occasione incontrai quel ragazzo prima di allora. Visto che non rispondevo e che lo guardavo allibita sorrise e tornò a fissare Cornelia giusto in tempo per il finale, e lei si pavoneggiò un po’ troppo per fare colpo. Ora capivo perché la gente a volte la reputasse un oca, si stava comportando come una bambina che voleva il giocattolo nuovo solo per far spendere denaro ai genitori non perché lo vuole veramente come se una volta ottenuto non le servirà, improvvisamente, più. Le parole del ragazzo l’avevano turbata, odiava non sapere le cose soprattutto quando sapeva che era una cosa che le apparteneva – in quel caso un suo ricordo visto che il riccio le aveva dichiarato di “averlo rimosso dalla memoria” – tornata al suo posto Cornelia mi guardò sospettosa e risposti alla sua domanda senza che lei ebbe il bisogno di formularla, tanto era papale quello che stava per chiedermi.
« Mi ha detto che mi conosce già. » La sua faccia si tramutò da sospettosa a sorpresa fino a quando con un guizzò negli occhi capii che aveva un piano, e per quanto le volessi bene i suoi piani erano sempre pericolosi e assolutamente assurdi, soprattutto quando si parlava di ragazzi.

***
 

per chi non mi conosce ancora sono sonny,
questa è la seconda long che pubblico e devo dire che ci tengo particolarmente. 
è una storia su cui lavoro da molto tempo e ci sono veramente affezzionata,
spero che voi l'apprezziate tanto quanto io ho amato scriverla
vorrei dire solo che ci ho messo settimane per scriverla e che, avendo poco tempo,
un briciolo di motivazione in più per scrivere mi sarebbe veramente d'aiuto.
Ci terrei tanto a trovare delle recensioni, anche negative!
le critiche sono sempre ben accette, ma anche consigli
 e se mai ci saranno apprezzamenti
spero di tornare a scrivere in questo spazio presto
sonny 

 

per chi non ha mai letto niente di mio potete trovare una one shot tell me that you'll stay presa proprio da capitoli futuri di questa long (se mai arriveremo a quel punto della storia) oppure Disaster Diaries  che è una raccolta di OS stile comico - demenziale su the vampire diaries




 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: sonnysh