Libri > Trilogia di Bartimeus
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Autore: Fauna96    08/11/2011    1 recensioni
Ciao!! Questa fanfiction parla del rapporto tra Bartimeus e Tolomeo, raccontato dal punto di vista di quest'ultimo. Spero vi piaccia!! Buona lettura!!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! La mia storia su questa meravigliosa Trilogia!! Premetto dicendo che adoro questo libro, il suo autore e sono pazzamente innamorata di Bartimeus, quindi non credo sarà l'ultima che scrivo in questo fandom!! Buona lettura!
 

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Più che per la sfilza di padroni illustri, l’aveva scelto per le note come “temperamento troppo esuberante”, “energico ma impertinente”, davanti alle quali gli altri maghi avrebbero storto il naso.
Dopotutto, Tolomeo stava indagando sulla personalità dei demoni e Bartimeus di Uruk sembrava averla molto marcata.
Non fu deluso: tutti gli spiriti, di solito, erano cortesi, solleciti e silenziosi; Bartimeus, al contrario, non  risparmiava commenti sarcastici ed era decisamente prodigo di parole.
All’inizio lo convocava per qualche ora, non di più; alle sue domande sull’Altro Luogo, il jinn rispondeva con bugie venate di ironia e impertinenza e non era avaro di frecciatine.
Tuttavia, Tolomeo non demordeva; era convinto che perseverando con gentilezza, senza usare punizioni, avrebbe ottenuto risultati.
E così fu: dopo un anno, Bartimeus (o Rekhyt, come lo chiamava lui) iniziò a raccontargli la verità. In cambio, Tolomeo gli parlò di sé, delle sue speranze e dei suoi progetti. Gli narrò del suo sogno: che jinn e umani collaborassero con reciproca fiducia; per fare questo, era convinto che i maghi dovessero spostarsi nel mondo degli spiriti. Bartimeus derideva apertamente il motivo dei suoi studi: diceva che era impossibile, che nessun umano avrebbe mai accettato di collaborare con un demone. Eppure, Tolomeo intuiva che il jinn, a dispetto del suo scetticismo, credeva in quel progetto “folle e completamente irrealizzabile”.
Tolomeo non sapeva dire con esattezza quando aveva cominciato a fidarsi di Bartimeus; forse, come in tutte le amicizie, era stato un fatto graduale. Non aveva mai avuto amici: i suoi cugini lo ignoravano e non era certamente consono a un principe giocare con i figli dei contadini; in ogni caso, preferiva la compagnia dei libri a quella degli esseri umani.
Neanche Bartimeus aveva mai sviluppato un vero e proprio rapporto di amicizia, e come avrebbe potuto? Aveva conosciuto solo una relazione schiavo/padrone; in quanto agli altri demoni, era più che altro una questione di alleanze temporanee, del tutto soggette alla volontà dei maghi.
Così, era nato un legame che andava ogni giorno rafforzandosi; certo, Bartimeus non era il tipo che esprimeva i sentimenti ma a Tolomeo pareva di vedere un certo affetto nei suoi gesti, anche se ben nascosto; inoltre il jinn era pressoché libero dai vincoli del pentacolo e non aveva mai provato fargli del male.
Dopo una giornata di studio era bello perdersi tra gli odori delle spezie al mercato, e nel frattempo ascoltare le opinioni sfacciate e piene di pepe di Rekhyt su questo o quello.
Ovviamente, non sempre andavano d’accordo: spesso Bartimeus lo accusava di essere troppo distaccato dal mondo e dalle preoccupazioni “terrene”; per esempio, la discussione che ebbero dopo il guaio con suo cugino. Quel che più aveva ferito Tolomeo, era stato il fatto che Rekhyt non si fidasse ancora completamente di lui; dopotutto, era comprensibile: dai maghi, il jinn aveva ricevuto solo ordini e punizioni.
Quella sera, Bartimeus gli aveva lanciato una sfida e lui l’aveva accolta: Tolomeo l’avrebbe seguito nell’Altro Luogo, dimostrandogli la sua fiducia in lui, anche se era un demone. Il giovane mago aveva infatti pensato che nel mondo degli spiriti avrebbe avuto bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi, una sorta di destinazione. E chi altri se non Bartimeus?
Il momento del viaggio si posticipò a causa delle campagne militari che impegnarono Rekhyt; finite quelle, Tolomeo doveva ancora rivedere alcune fasi della procedura e così diede al jinn la possibilità di esercitare il suo libero arbitrio per una settimana.
Bartimeus aveva viaggiato per tutto il mondo in quei sette giorni e quando era tornato, era entusiasta della Terra e delle sue meraviglie e grato a Tolomeo per ciò che gli aveva concesso di fare.
Era davvero tutto pronto: ora il jinn sarebbe stato congedato e il mago l’avrebbe raggiunto nell’Altro Luogo. Un momento prima di andarsene, Rekhyt gli aveva chiesto se ritenesse davvero necessario mettere a rischio la vita con un esperimento tanto pericoloso. Tolomeo l’aveva corretto: non era un esperimento, ma un gesto di riparazione verso gli spiriti, che tanto avevano sofferto a causa dei maghi. Sarebbe stato il primo a compiere un viaggio simile, ma non l’ultimo, gli assicurò.
Bartimeus l’aveva guardato con i suoi occhi luminosi e saggi e alla fine aveva annuito.
Lo sguardo che si scambiarono prima che Rekhyt svanisse era uno sguardo pieno di fiducia reciproca e lealtà; lo sguardo di due amici il cui legame sarebbe potuto sopravvivere a tutto. 

  
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