Izayoi era seduta sui gradini davanti la sua povera capanna. Tra le mani aveva pochi fili d’erba che tentava invano di intrecciare tra loro. Di tanto in tanto il suo sguardo vagava dalle sue gambe fasciate dal kimono rosa, alla figura lievemente sfuocata di suo figlio che giocava con una piccola lucertola. Assaporò quell’attimo di apparente quiete e si perse a vagare tra i suoi pensieri; ricordava il viso fiero del demone che aveva tanto amato, ricordava le sue mani artigliate nate per uccidere ma che le avevano saputo regalare l’affetto che nessun umano le aveva mai donato, ricordava… già, ricordava, perché oltre ai ricordi non le rimaneva nulla.
“Mamma…mamma” disse concitato un bambino dalla veste rossa.
Izayoi sollevò gli occhi da terra, ricacciò indietro le lacrime che prepotenti volevano segnare il loro corso sulle sue guance e accarezzò il viso tondo di suo figlio.
“Dimmi tesoro” rispose con voce pacata.
“Ma tu hai amato papà?” chiese con il viso stravolto dalla curiosità.
La donna senza perder tempo annui decisa sorridendo al piccolo che sedeva a gambe divaricate davanti a lei.
“Si, l’ho amato moltissimo tesoro mio, l’ho amato proprio come amo te”
Inuyasha iniziò a tracciare dei solchi sul terreno con gli artigli poi, lentamente alzò lo sguardo verso il viso di sua madre.
Era da tempo che voleva porle quella domanda, eppure temeva di ferirla, aveva paura di far male all’unica persona che non lo allontanava da sé anzi, aveva rischiato tutto pur di metterlo al mondo.
“Mamma ma… beh… lui ti amava? Sai, te lo chiedo perché ho sentito dire che i demoni non hanno sentimenti però io te lo giuro, io ti voglio tanto bene mamma eppure sono figlio di demone.”
Izayoi guardò suo figlio negli occhi e lo attirò a sé stringendolo contro il seno. Gli accarezzò i capelli lunghi e morbidi e dopo aver preso fiato iniziò a parlare.
“Tuo padre era il più forte tra i demoni, tutti lo rispettavano perché nonostante la sua forza sapeva esser magnanimo e leale con i propri avversari. Quando ci siamo conosciuti lui mi è sempre stato vicino e mi ha protetta fino a dare la propria vita per salvarci. Si Inuyasha, tuo padre mi amava e voleva molto bene anche a te. Non dare retta a ciò che dicono le persone, sono solo invidiose perché noi abbiamo avuto qualcosa che loro non avranno mai”
“Cosa avete avuto voi?” chiese questa volta il bambino incuriosito ed affascinato dalla risposta della madre.
Lei sorrise come non aveva mai fatto, era giunto il momento di spiegare a suo figlio la lezione più importante che lei avesse mai appreso. Certo, era convinta che Inuyasha fosse ancora piccolo per capire certe cose, eppure sapeva che il suo bambino era speciale e che almeno quella spiegazione gliela doveva.
“ Io e tuo padre abbiamo conosciuto l’amore vero mio piccolo Inuyasha, abbiamo conosciuto la forza di quel sentimento che va oltre la distanza di tempo e di spazio, oltre la differenza di età e di razza. Io e tuo padre ci siamo amati sin dal primo istante e il destino prima di separarci per sempre ha voluto farci un regalo meraviglioso, ci ha donato te così che tutti possano ricordarsi della nostra unione.”
Inuyasha abbracciò la madre con forza cingendole il collo con quelle fragili braccia che dopo pochi anni sarebbero diventate ancor più micidiali di quelle paterne. Per la prima volta nella sua vita si sentì davvero speciale. Anche lui aveva diritto ad essere al mondo, lui era un messaggio per tutti e nel suo cuoricino si augurò di  poter trovare anche lui qualcuno di cui innamorarsi come suo padre.