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Autore: Swichi_Matiux    12/11/2011    38 recensioni
Rose Weasley e Scorpius Malfoy si odiano. Che novità! Ma grazie a quel genio creativo di Albus Severus Potter - un nome, una garanzia - si ritroveranno coinvolti in una continua serie di scommesse che metterano a repentaglio la loro vita sociale nell'ultimo anno a Hogwarts.
Tra tuffi nel Lago Nero, baci mal interpretati, illegalissime partite di Strip Poker, amici ficcanaso, continui voli dalle scope e Strillettere a ogni ora del giorno, i "nostri eroi" scopriranno di provare qualcosa di inaspettato e... di essere veramente sadici.
Tratto dal primo capitolo:
«Quindi.. ho avuto un’idea: perché non fate un patto, un’alleanza, un lavoro di studio, qualsiasi cosa che incanali la vostra energia negativa e... vi unisca in qualcosa un progetto comune e positivo?» 'Positivo per me e il resto di Hogwarts', avrebbe voluto dire Albus, ma preferì tenerselo per sé e sorridere tanto da slogarsi la mandibola.
Scorpius, appoggiato a braccia conserte allo stipite della porta, sogghignò. «Una serie di scommesse, insomma.»
Albus impallidì e cominciò a gesticolare freneticamente, scuotendo la testa terrorizzato. «No, no! Io non intendevo... Non volevo, voi non–»
«Accetto.» sibilò Rose socchiudendo gli occhi turchesi.
Con la gentile collaborazione di: William Zabini, Christopher Nott, Dominique Weasley, Lorcan&Lysander Scamandro.
E la cortese presenza di: Hugo Weasley (e il resto della famiglia), Lily Luna Potter, Ted Remus Lupin, James Potter, Roxanne&Fred II Weasley, Chad McDonald, Amanda Finnigan, e Draco Lucius Malfoy e consorte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Scommetto che... 
[Come tutto ebbe inizio]



«Cretino, mi hai fatto cadere la borsa! E smettila di sorridere o ti verrà una paralisi facciale.»

«Suvvia Weasley, se sei imbranata non è certo colpa mia. E poi abbassa i toni, che stai dando spettacolo a tutta la Sala Grande.»

«Oh, ma sta’ zitto! Io non sono imbranata, sei tu che sei diversamente idiota.»

«Cosa?!»

Rose Weasley e Scorpius Hyperion Malfoy non si potevano vedere, era un dato di fatto. E quando, casualmente, si incontravano, ne veniva al corrente tutta la scuola, date il casino che riuscivano a scatenare per un nonnulla.
E quel mattino non era da meno.

«Mi hai sentito benissimo, Malfoy. E non fare quella faccia da pesce lesso platinato, che lo sappiamo tutti che sono falsi!»

«Io. Non. Sono. Tinto. I miei capelli sono di un bellissimo biondo naturale e smettetela tutti quanti con ‘sta storia!»

«Oh sì, ceeeerto. Ma vai a raccontarla a qualcun’altra.»

«Rimangiati subito tutto quello che hai detto o ti faccio ingoiare quei quattro peli rossi che hai in testa!»

E quando i due stavano per venire alle mani e darsela di santa ragione, un trafelato Albus Potter si slanciò dalla mischia — che come sempre si era affollata intorno a loro per godersi lo spettacolo — per dividere i contendenti. «Noi dobbiamo fare un discorsetto.» disse trascinando via i due ragazzi, rossi come pomodori maturi. Entrò nella prima aula vuota che trovò e gli si piantò davanti. «Sono stufo di dover saltare la colazione tutti i giorni per venire a fermarvi.» urlò, diventando paonazzo anche lui. «E stamattina c’era il bacon!» aggiunse piagnucolando.

«Guarda che non siamo mica noi a chiedertelo» replicò scocciato Scorpius. «Ce la caviamo benissimo da soli.»

Albus gli scoccò un’occhiataccia. «Infatti stavi solo per picchiare mia cugina!» gli ricordò ironico. Rose fece per aggiungere un commentino aspro in direzione del “nemico”, ma Al si girò prontamente verso di lei, con le mani sui fianchi in una curiosa — quanto spaventosa — imitazione di Nonna Molly, e aggiunse: «E tu stavi per fare a botte con il mio migliore amico!»

Tutti e due abbassarono prontamente la testa e provarono a dire qualcosa, ma il moro non diede loro tempo. «E non dite che vi dispiace e che non succederà più perché appena uscirete di qui comincerete di nuovo a scannarvi e avete diciassette anni, per Merlino, e IO NON SONO STUPIDO!» urlò, in una pericolosa escalation di acuti. Poi respirò profondamente, sia per calmarsi sia per recuperare tutto il fiato che aveva speso per strillare quelle frasi senza interrompersi, e, ripreso un colorito in viso che non facesse presupporre l’immediato attacco cardiaco, sfoderò un sorrisetto compiaciuto. «Quindi.. ho avuto un’idea: perché non fate un patto, un’alleanza, un lavoro di studio, qualsiasi cosa che incanali la vostra energia negativa e.. vi unisca in qualcosa un progetto comune e positivo?» Positiva per me e il resto di Hogwarts, avrebbe voluto dire, ma preferì tenerselo per sé e sorridere tanto da slogarsi la mandibola.

Scorpius, appoggiato a braccia conserte allo stipite della porta, sogghignò. «Una scommessa, insomma.»

Albus impallidì e cominciò a gesticolare freneticamente, scuotendo la testa terrorizzato. «No, no! Io non intendevo.. Non volevo, voi non–»

«Accetto.» sibilò Rose socchiudendo gli occhi turchesi.A volte Albus si domandava se il Capello Parlante — maledetto pezzo di stoffa rifatta! — non avesse sbagliato a smistare la cugina a Grifondoro e non a Serpeverde, con quello sguardo agghiacciante.

Ottimo, Al; cento punti! Un’idea più distruttrice di questa non potevi dargliela.

                                                                                                                       


«Ok Weasley, queste sono le regole.» sogghignò il biondino. Nonostante Albus se ne fosse andato di gran carriera e parecchio incavolato, non poteva non sentirsi eccitato dalla prospettiva che aveva messo in gioco: una scommessa con quella secchioncella irritabile della Weasley. Pazzesco! «Uno dei due dirà “scommetto che non..” e una cosa che pensa che l’altro non abbia mai fatto. Se è vero, l’altro sarà obbligato a farlo, se no niente. Fine della storia.» spiegò, calcando su alcuni concetti fondamentali come “sarà obbligato”.

«E se uno di noi si volesse ritirare?» domandò Rose, cercando di non sembrare intimorita dalle parole del ragazzo. Ci sarebbe mancato solo quello!

Scorpius proruppe in una risatina malvagia e derisoria. «Weasley, vuoi già tirarti indietro?»

Ecco, appunto.

La ragazza lo guardò con una rabbia talmente tangibile che se gli sguardi avessero potuto uccidere la testa del ragazzo sarebbe già saltata via dal suo collo. «Strozzati Malfoy.» ringhiò. «Non ho nessuna intenzione di dartela vinta!»

«Bene, bene, bene.. Allora scommetto che non hai mai risposto male ad un professore.»

Lei impallidì. «Co-cosa?»

«Il gioco è cominciato, bellezza.» Il sorriso soddisfatto del biondo si allargò a dismisura.

Rose spalancò gli occhi e, in un gesto di stizza, diede le spalle al ragazzo e se ne andò indispettita. «Hai tempo una settimana. Divertiti!» le urlò dietro Scorpius e lei accellerò il passo, furiosa. Quella era stata — e prometteva di continuare a essere — proprio una giornataccia; la prima matricola che le fosse capitata tra i piedi avrebbe fatto una bruttissima fine.


                                                                                                                             ***



Rose detestava essere guardata troppo a lungo: la faceva sentire debole, esposta. Nuda. Essere tenuta d’occhio, quindi, soprattutto se da quello spocchioso di un Malfoy, la faceva sentire molto sulle spine e arrabbiata con il mondo senza un motivo preciso.

Era da tre schifosi giorni che Scorpius non le toglieva quegli occhi color ghiaccio — che gli gelassero le pupille, dannazione! — di dosso e si sentiva sul punto di esplodere; l’unico motivo per cui non l’aveva ancora steso con un cazzotto ben assestato era che non voleva mettere in mezzo Albus, che sembrava essersi avvinghiato peggio di una sanguisuga all’amico, forse per salvaguardare la sua persona. E perché odiava perdere, ecco.

Erbologia era una materia che non le dispiaceva affatto — in fondo, prendersi cura di persone e cose, anche se piante, era quasi una vocazione naturale per lei — e Neville era una grande amico di papà e zio Harry, oltre che un bravo professore e una persona di tutto rispetto. Ma aveva deciso che prendersela con lui sarebbe stato facile perché, nonostante l’imbarazzo di dovergli rispondere a tono durante una lezione, sarebbe stato più semplice convincerlo della situazione scomoda in cui si trovava e farsi perdonare, anche a costo di pulire la serra per due settimane.

«Signorina Weasley, può spiegarmi le caratteristiche di una Mandragola?»

Dannazione! Stupido Neville che faceva troppo affidamento sulle sue capacità di pseudo–secchiona e maledetta lei che si era lasciata coinvolgere da quell’idiota di Malfoy a partecipare a quella scommessa del cavolo! Poteva persino sentire il suo sorrisino compiaciuto bruciarle sulla nuca.

Respirando a fondo, afferrò con entrambe le mani il banco e si spinse indietro, facendo stridere la sedia sul pavimento; si alzò imbarazzata, a testa bassa. Ora, non solo quell’idiota del biondino slavato la guardava, ma aveva tutti gli occhi della classe addosso. Perfetto. Sembro una condannata a morte, così, pensò, alzando il capo e incrociando lo sguardo sorpreso del professore di Erbologia.

«Solo perché sono l’unica attenta in classe, non vuol dire che deve sempre fare domande solo a me, sa, professore?» esclamò con tono volutamente ironico e saccente. Oddio, dirlo a voce alta era anche peggio che pensare di doverlo fare! «Perché non lo chiede a quell’incompetente di Malfoy, invece?» riuscì ad aggiungere dopo.

Albus spalancò così tanto gli occhi che Rose temette per un attimo che gli sarebbe schizzati fuori dalle orbite; Scorpius, ridacchiando, si alzò con tutta la tranquillità del mondo e fece per prendere parola, ma Neville lo precedette: «C’è qualche problema, signorina Weasley?»

La sua voce era vellutata e dolce, ma lo sguardo era severo e affilato.Era solo lei che aveva sentito quella nota aspra nel suo cognome, poi? Era offeso. Mortalmente offeso per essere stato umiliato e beffeggiato dalla sua alunna preferita, studentessa modello e figlia di due dei suoi migliori amici.

«I-io.. non mi sento bene. VadoinInfermeria!» borbottò velocemente, mangiandosi le parole. Sentendosi improvvisamente ridicola e cattiva, terribilmente cattiva, corse fuori dall’aula senza guardarsi dietro, abbandonando nella serra libri, quaderni e lo sguardo derisorio di Scorpius Malfoy.


                                                                                                                          ***


Quando Scorpius e Albus — il primo trascinato dall’altro — andarono a trovare Rose, la ragazza stava leggendo un libro, comodamente seduta su un lettino dell’Infermeria. Quando arrivarono i due ragazzi si premurò di far scomparire il tomo, si stese sotto una marea di coperte e cuscini e si dipinse in faccia la miglior aria da malaticcia che avesse nel repertorio.

«ROSE!» la aggredì ad alta voce Al, avvicinandosi di gran carriera. Per sua sfortuna non c’era Poppy nei paraggi: se avesse sentito il tono di voce battagliero e decisamente troppo alto del suo cuginetto preferito lo avrebbe spedito fuori dal suo territorio con un calcio nel fondoschiena. Il ragazzo afferrò una sedia e le si accomodò accanto, incurante delle occhiatine incuriosite degli altri occupanti dell’Infermeria, una primina e un annoiato adolescente allampanato. «Cosa ti è preso? Neville era tutto triste; cosa ti è saltato in mente di risp– Oh, ma stai male?»

Lei annuì piano, sfoderando la sua miglior faccia cucciolosa: con Albus funzionava sempre. «Oh Albus! Zto dando male!» si lamentò, ignorando l’occhiata esasperata e ironica del biondo accanto a lui: ovvio che non aveva creduto a una parola. «Non zo berché ho barlato così a Debille!» continuò, facendo una smorfia contrita già meno finta: era davvero dispiaciuta di aver trattato con tanta arroganza il vecchio amico di famiglia. Se l’avesse saputo suo padre l’avrebbe cruciata, poco ma sicuro.

Il cugino la osservò commosso. Si scioglieva per un nonnulla, e lei lo sapeva bene. «Oh Rosie, quando starai meglio andremo a scusarci, ti va?» le domandò in tono zuccheroso e “da mammina”, accarezzandole la fronte.

Lei sfarfallò gli occhi azzurri. «Babbero?»

Lui fece un cenno col capo e Scorpius, non visto dal migliore amico, fece gesto di voler vomitare. Rose gli scoccò un’occhiataccia ammonitrice e poi si concentrò di nuovo su Al, facendosi venire gli occhi grandi come tazzine e lucidi. «Al, bi andresti a brendere un bibbier d’aggua, ber pavore?»

Quando si fu allontanato, Rose chiuse di scatto le tende attorno al lettino e si alzò a sedere, improvvisamente furiosa. Afferrò per il colletto della camicia Scorpius e lo guardò dritto negli occhi azzurro–grigiastri. «E ora, razza di stolto, come faccio a chiedere scusa a Neville?!» esclamò isterica.

«Non lo so e non mi interessa, Weasley.» Sembrava perfettamente a suo agio anche faccia a faccia con l’unica persona al mondo che desiderava giocare a palla con la sua testa mozzata, il maledetto!

«Scommetto..» sibilò, e vide con una certa soddisfazione che lo sguardo del biondo — eh, no, purtroppo doveva ammettere che non aveva i capelli slavati come quelli di suoi padre, ma più scuri! — si era fatto più attento e.. intimorito? Beh, andava comunque bene. Socchiuse gli occhi un istante e pensò intensamente: cosa poteva usare contro quel pallone gonfiato per urtare un suo nervo scoperto senza possibili e dannose ritorsioni? Quando riaprì gli occhi, una luce vittoriosa li pervadeva. «Scommetto che..» ripeté, sogghignando più apertamente. «..non sei mai cascato in modo ridicolo dalla scopa durante gli allenamenti.»

Lui impallidì e Rose sorrise: bersaglio centrato, missione compiuta!

«Hai una settimana di tempo, Malfoy. Divertiti!» lo canzonò, osservando quasi di striscio quanto i loro visi fossero notevolmente vicini; no, quel maledetto non poteva nemmeno essere definito brutto, pensò scontrosamente. Quando Albus entrò e lasciò cadere a terra il bicchiere, stupefatto, però, non poté non accorgesene. Arrossì impietosamente e notò che anche Scorpius era paonazzo; ma sicuramente aveva i riflessi più pronti dei suoi, perché invece di esclamare uno sconvolto «oh, babba bia!» come lei, chinò la testa e posò le sue labbra bollenti sulla sua fronte, borbottando un «è proprio calda, che febbrone!». Poi pensò bene di dileguarsi dignitosamente, ma con le guance ancora arrossate, e lasciarla in pasto al pettegolo Albus.

«Oh, ma che carini!» cinguettò infatti lui, allegro, facendola avvampare di più. «Vedi, Scorpius è un ragazzo gentile dopotutto!»

Rose annuì e lasciò che il cugino sproloquiasse sulle presunti doti dell’amico per un altro po’, e solo quando il ragazzo decise che era il caso di lasciarla riposare, temendo di incombere nell’ira funesta di Madama Chips, poté tirare un sospiro di sollievo. Quel giorno, comunque, raffreddore inventato o meno, sarebbe andata agli allenamenti di Quidditch di quello slavato per godersi una meritata vendetta e sarebbe andata a fare le sue scuse a Neville, poco ma sicuro.










Salve! ^o^ 
Siamo Swichi e Matiux, come si può facilmente intuire.. XD 
Allora.. questa è la prima fic che pubblichiamo, ma non la prima che stiamo scrivendo. Passiamo ore e ore (di scuola XD) con carta e penna per creare queste storielle che, a nostro modesto parere, dovrebbero almeno strappare un sorriso - dato che noi ci strappiamo i capelli per scriverle UoU
Detto questo.. Rose e Scorpius sono una coppia che ci accuma, perché la adoriamo entrambe, e adoriamo fantasticarci sopra. Quindi, se avrete il coraggio e se ci farete l'onore di leggere questo piccolo parto, ve ne saremo infinitamente grate. I commenti, se non diventano insulti, sono molto graditi
Ciao :D
  
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