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Autore: Star91    12/11/2011    3 recensioni
Quelle parole mi uscirono dalla bocca da sole. Non fui io a pronunciarle. In un certo senso si. Non so. Accadde tutto in un modo così strano. Come se in altro modo non sarebbe potuto andare.
Come se fosse qualcun altro a controllare il mio cuore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Naminè, Roxas, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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La vidi apparire come un lampo, come un fantasma, come l’ho sempre vista arrivare.
Emersa dalle silenziose tenebre, con passo leggero, avanzò un poco e alzò piano gli occhi.
Mi specchiai nelle sue pupille marine, color blu intenso, e in quelle per un attimo mi parve di rivedere il dolce mare di casa.
Della mia isola. E il desiderio di calpestarne di nuovo la bianca sabbia dentro di me tornò a riecheggiare.
 Per un attimo rimasi lì, intontito, a fissare quella figura misteriosa, terribilmente ambigua, che ravvivava in me ricordi e memorie sconosciuti. “E’ lei”. All’improvviso sentii una voce dentro di me, calma e rassicurante, ripetere “E’ lei, non avere paura. Di lei ti puoi fidare”.
“Cosa?” gridai senza alcun controllo. Feci il gesto di coprirmi la mano con la bocca, ma era troppo tardi. Sulle labbra della ragazza si disegnò un tenero sorriso. “Grazie, Namine...”. Immediatamente mi voltai verso Kairi, in piedi di fianco a me. E sapevo che quelle sue parole non erano solo una scusa per coprirmi. “ Di nulla “ rispose gentilmente l’altra.
Quindi, rivolgendosi a me, con tono sognante aggiunse “Visto? Ci siamo incontrati di nuovo, come ci eravamo promessi...” “Come?” Io continuavo a non capire.
Abbandonai lo sguardo sulla sua chioma dorata, lucente come il grano, sul suo candido vestito, sulle mani piccole e delicate.
Ero perplesso, confuso. Allo stesso tempo incantato.
 Quella ragazza... da dove era uscita fuori?E come mai mi sembrava di averla già vista da qualche parte, quando la mia mente era più che certa dell’impossibilità di tutto ciò? “Sora!” di nuovo quella voce si fece strada dentro di me. “Sora...”.
“Ancora...?!” Ebbi un sussulto, la testa iniziò a girarmi...e nella mia mente vidi scorrere milioni d’immagini, di momenti, di ricordi...quello di un ragazzino coi capelli colore del sole e il sorriso rubato divenne sempre più grande,sempre più presente.
“Avevi detto che ci saremmo incontrati di nuovo, ma che quando sarebbe accaduto avremmo potuto non riconoscerci...”.
Quelle parole mi uscirono dalla bocca da sole. Non fui io a pronunciarle. In un certo senso si. Non so...    
Accadde tutto in un modo così strano. Come se in altro modo non sarebbe potuto andare.
Come se fosse qualcun altro a controllare il mio cuore.
Eravamo in quattro ora, a parlare: formavamo un cerchio d’anime. Perché non so ben dire se fossi anima, corpo o nessuno dei due, in quell’istante. Ero Sora, questo sì. O forse nemmeno quello...
“Dammi la mano” fece Namine alla mia amica “E’ tempo per noi di tornare a casa, abbiamo combinato fon troppi guai...non è vero Roxas?”.
“Guai..?”
Il mio alter ego mi lanciò un’occhiata sofferente. Si sentiva in colpa, era palese. Ma soprattutto era terrorizzato, disperato all’idea di tornare dentro di me, di smettere di esistere. Sapeva che i bei giorni passati a Twilight Town erano conclusi,  stavolta per sempre.
Sapeva che di lui non sarebbe rimasto più nulla, se non una pallida voce dentro il mio cuore.
“Roxas...” cominciai io senza sapere cosa dire. Mi sentivo un mostro, una feccia. Avrei voluto poterlo impedire, poterlo aiutare.
“No Sora,va bene così. Procediamo.” gli si leggeva in volto che mentiva. Ma ben pochi avrebbero mentito in una situazione del genere.
Io lo ammiravo, lui aveva qualcosa che io non avevo. Un coraggio che andava ben oltre il brandire un pesante keyblade, o liberare il mondo dagli heartless. 
Lui aveva il coraggio di rinunciare a tutto, di rinunciare a se stesso. Di annullarsi completamente per il bene di tutti, per il bene mio.
E questo io non l’ho mai sperimentato...
Potevo leggergli lacrime invisibili. Non era giusto, non lo era per niente. Io e Kairi presto saremmo stati per sempre insieme,presto avrei potuto spendere ogni mio giorno insieme a lei,come una volta.
Per lui e Namine,invece,la partita finiva lì. Non ci sarebbe stato più nulla.
“Non dire così” mi rassicurò Namine “Io e Roxas saremo insieme ogni volta che lo sarete voi”. Così dicendo si sorrisero, e Kairi finì per commuoversi.
“Farò in modo che accada spesso” promisi con voce tremante. Subito dopo una calda mano afferrò saldamente la mia.
“Addio, Sora.” mi disse fissandomi dritto negli occhi marini. Aveva i miei stessi,identici occhi.
“Addio, Roxas...” sussurrai tra i singulti, e ancora prima che le mie labbra si richiudessero venni avvolto da una luce purissima.
Anche Kairi strinse la mano a Namine sotto un bagliore accecante.
Fui invaso da un vortice di volti e ricordi, alcuni miei, alcuni totalmente estranei.
Un minuto dopo, di colpo tutto si spense.
Restai lì, immobile e confuso, come subito dopo un incidente. Mi guardai le mani, e le strinsi in due pugni decisi.
“ E così se ne sono andati...” disse Kairi avvicinandosi a me, ed io la strinsi per donarle sostegno.
Chiusi gli occhi e mi parve di vederli, quei due, uniti nel nostro stesso abbraccio.
Senza volerlo sorrisi. Un sorriso doppio, fin troppo sentito per una singola persona. Due sorrisi nascosti in uno.
“No Kairi” dissi alzando gli occhi al cielo “Sono solamente tornati dove non saranno mai più essere divisi: nei nostri cuori...” .

  
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