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Autore: LeftEye    12/11/2011    6 recensioni
Cercò di riportare alla mente cosa avesse visto nel sonno di tanto sconvolgente da farlo svegliare di soprassalto, ma tutto ciò che vedeva ancora del sogno erano degli occhi rossi.
Tanti occhi rossi.
E anche… ora ricordava! Una giovane donna.
***
Fanfic corretta e modificata! Il pianeta Vegeta è alle prese con un virus che trasforma tutti in zombie, come andrà a finire?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Virus




Prologo




Si svegliò di soprassalto, ansimante.
Piccole e scintillanti gocce di sudore scendevano lungo il petto nudo, seguendo la linea dei suoi muscoli ed evitando le cicatrici che segnavano la pelle, come se fossero infette, pericolose.
Si guardò intorno, quasi per accertarsi di essere ancora nel luogo dove si era addormentato, la sua spaziosa e vuota camera da letto. I suoi occhi erano spalancati e attenti, privi di quella debolezza e l'annebbiamento tipici di quando ci si è appena svegliati: per un guerriero, la linea di confine tra sonno e veglia era sottilissima.
Il cuore gli batteva all’impazzata, sembrava che a momenti gli sfondasse il petto e, stranamente, non gli riuscì facile riprendere il controllo del battito cardiaco.
Il controllo.
Un dono, un’abilità, in qualunque modo lo si volesse definire, lui l’aveva sempre posseduto: su di sé e su tutti gli altri, tranne che su Freezer... ma le cose presto sarebbero cambiate.
Scostò bruscamente le coperte, senza provare il minimo brivido di freddo nonostante fosse quasi completamente nudo, nemmeno quando posò i piedi sul gelido pavimento di marmo.
Freezer aveva fatto costruire quel palazzo e aveva dato il permesso di viverci solo ai suoi uomini migliori, tra le comodità e il lusso più sfrenato, per avere il controllo su di essi, viziarli, impigrirli, ingraziarseli.
Ogni stanza era riccamente arredata con tappezzerie cucite a mano con fili d'oro, mobili finemente intagliati ed inutili orpelli decorativi d'argento e di pietre preziose.
Con Vegeta tuttavia, il gioco non aveva mai funzionato e, nonostante si fosse liberato dal primo istante di ogni oggetto che ritenesse superfluo nella sua stanza, lui trascorreva il suo tempo là dentro solo per dormire, e nemmeno tutte le notti: a volte volava fino a qualche landa desolata del pianeta e trascorreva la notte disteso supino, con le braccia dietro la nuca a fargli da guanciale, a rimirare il cielo e riflettere.
Nonostante fosse di stirpe reale, l’ultimo principe della sua razza, aveva un animo vagabondo, adattato a vivere anche nelle condizioni più misere, nel lerciume, in mezzo al deserto o al ghiacciaio. Del resto, fin da quando era un cucciolo gli era sempre stato ricordato che nulla gli era dovuto e che il suo titolo di principe non gli conferiva, agli occhi di Freezer, un valore maggiore rispetto agli altri Saiyan; al contrario, lui pagava il debito più alto ad un tiranno che aveva potere di vita o di morte su tutta la sua specie.
Vegeta era stato allevato per diventare una macchina mortale, e per questo scopo era stato tenuto lontano dalla sua gente. I Saiyan erano guerrieri letali, incapaci di provare pietà per il nemico, ma erano troppo pigri per uccidere senza un motivo ben preciso e si facevano facilmente corrompere dal cibo e dalle donne.
Freezer aveva preso ciò che di meglio c'era tra quegli scimmioni e l'aveva reso perfetto, seppur fosse ben conscio che Vegeta non si sarebbe mai sottomesso al suo volere. Egli assisteva con diletto alla crescita del giovane principe, attendendo con trepidazione il giorno in cui si sarebbe sentito abbastanza forte da ribellarsi a lui e da proporgli finalmente un divertente diversivo contro la noia.
Il Saiyan cercò di trattenere la rabbia, ricordando a se stesso che l'avrebbe sfogata al momento giusto e che doveva tenere a freno le proprie emozioni ancora per un po'.
Cercò di riportare alla mente cosa avesse visto nel sonno di tanto sconvolgente da farlo svegliare di soprassalto, ma tutto ciò che vedeva ancora del sogno erano degli occhi rossi.
Tanti occhi rossi.
E anche… ora ricordava! Una giovane donna.
Non una Saiyan, ma non avrebbe saputo dire a quale razza appartenesse.
Esile, le braccia e il collo sottili ma il viso ovale e le guance rosee, sembrava fatta di cristallo; le labbra carnose, la pelle bianca come la luna e gli occhi azzurri e limpidi come gli oceani che aveva visto in alcuni pianeti conquistati e che mancavano sul suo. Anche i capelli erano dello stesso colore: era bella.
Nei suoi sporadici incontri con le femmine, Vegeta non si era mai soffermato sulla loro bellezza, anzi, non avrebbe saputo ricordare il volto di nessuna di esse: per lui erano tutte uguali ed una sola era la cosa che cercava in loro.
Ma la donna del sogno aveva qualcosa di mistico ed etereo: avrebbe potuto facilmente scambiarla per un angelo, se solo avesse creduto a quelle sciocchezze.
Indossava una veste bianca, anzi, lucente, emanava una luce fortissima ma non abbagliante, e sorrideva dolcemente.
Prima di allora, aveva visto un’espressione del genere solo sul volto di un’altra persona: su di un pianeta – non ne ricordava il nome – poco prima di attaccarlo e distruggerlo completamente.
Lui e i suoi uomini erano giunti ad un villaggio di contadini indifesi e, accanto ad una delle capanne, aveva intravisto una donna con un cucciolo della stessa razza in braccio: gli sorrideva allo stesso modo della ragazza del sogno e lo cullava cantando qualche nenia sconosciuta.
L'unica differenza era che, la donna dai capelli azzurri, il sorriso l’aveva rivolto proprio a lui.
La sua mente razionale gli diceva che i sogni erano riconducibili a qualche episodio passato, a una persona o una cosa viste da poco, oppure rappresentavano la realizzazione allucinatoria di un qualche desiderio recondito e inappagato durante la vita diurna.
Il Saiyan, difatti, vedeva spesso la propria vittoria e la morte di Freezer, in sogno, ma Vegeta non aveva mai incontrato quella donna, non sentiva il bisogno di possedere una femmina poiché, al contrario degli altri Saiyan, era perfettamente in grado di controllare a lungo i suoi istinti più bassi e, soprattutto, non aveva mai visto nessuno sorridergli in quel modo, tanto che quel particolare lo aveva lasciato in un insolito stato di turbamento.
A cosa poteva essere dovuto quel sogno?
Di incubi ne aveva avuti tanti e non erano gli occhi rossi che aveva visto a turbarlo: era la ragazza sconosciuta.
Non riusciva a trovare una spiegazione logica per lei.
Né, soprattutto, al fatto che l’avesse considerata bella. Il sogno era durato pochissimo, si stupiva perfino che riuscisse a ricordarla in ogni singolo dettaglio e che ne fosse così attratto, ma non sessualmente.
Lei era lì, davanti a lui, sorrideva e stendeva le braccia nel gesto di accoglierlo, e lui si era avvicinato ma, a pochi passi dalla donna, erano comparsi quegli occhi infuocati e si era svegliato.
Si strofinò la faccia, ma poi si diresse verso il bagno per darsi una rinfrescata; passò le mani prima immerse nell’acqua gelida sulla fronte e sul collo, restando chinato sul lavandino, con gli occhi chiusi.
Fu quando si alzò e gettò una breve occhiata allo specchio che la rivide.
Era dietro di lui, sempre candida e sorridente; si girò di scatto, ma alle sue spalle non trovò altro se non la parete color grigio sporco.
Sto impazzendo” pensò, sospirando forte. “Devo darmi una calmata.”
Erano le tre e mezza del mattino, si sarebbe comunque dovuto alzare tra un’ora, dunque tanto valeva vestirsi ed andare nell’arena ad allenarsi.
Si convinse che quell’allucinazione era dovuta a qualcosa di pesante che aveva mangiato la sera precedente e, dopo aver indossato la sua battle suit, uscì dalla stanza sbattendo la porta, disturbando il silenzio che ancora regnava nel resto del palazzo.


Note:
sono tornata e sono lieta di annunciarvi che ho deciso di terminare questa fan fiction! Chiedo umilmente scusa alle persone che hanno atteso questo momento per molto, molto tempo, e soprattutto a coloro che ogni tanto mi chiedevano speranzose quando avrei finito questa storia. Scusa scusa scusa e grazie grazie grazie per l'infinita pazienza!
Ho dovuto cancellare tutti i capitoli poiché le modifiche che vi ho apportato erano tante e la trama è anche in parte cambiata.
Come vedrete, ho modificato i nomi delle due sorelle, cercando di attenermi alla tradizione dei nomi Saiyan, che generalmente prendono spunto da nomi di verdure. Kauli è stato coniato da cauliflower (cavolfiore) e Ginger da zenzero: quest'ultima all'inizio l'avevo ribattezzata Bella, da bell pepper, ma non mi convinceva per niente (soprattutto visto l'ovvia associazione con un'altra Bella XD), quindi potreste per sbaglio incappare in qualche Bella, qua e là nel testo. Chiedo scusa se dovesse succedere ^_^'

Una breve spiegazione riguardo a questa fanfic: da un po’ di tempo mi sono fissata con i film horror che trattano virus, contagi, zombie, la fine del mondo, cose così, e ho applicato il tutto a DB. → questa cosa non è cambiata affatto XD
   
 
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