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Autore: Anna Veronica    13/11/2011    2 recensioni
The show must go on... Della serie: quando una OneShot è decisamente troppo poco per una What If come si deve. Se Shirley non fosse morta per mano di Rolo? Se Lelouch avesse mollato ogni cosa credendola morta e si fosse rifugiato in un isola sperduta lontano da tutti e da tutto per cercare di superare il dolore? Perchè anche se un personaggio è una piccola comparsa nella serie originale non vuol dire che non possa essere la protagonista di una grande storia d'amore... E qui i personaggi minori hanno decisamente la loro rivincita... A partire da una ragazzina con gli occhialoni e con una predisposizione per le scienze... Se vi ho incuriosito leggete e se vi va lasciate un commento!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lelouch Lamperouge, Shirley Fenette, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Davanti a quella tazza di cioccolata calda sembrava tutto così tremendamente normale, quasi che come se quegli anni passati dall'ultima volta in cui loro due avevano fatto veramente una chiaccherata non fossero realmente passati. Nina però non era più la ragazza timida, un pò paranoica che ricordava, ora sembrava fosse... serena, si questo era l'aggettivo giusto da usare, una connotazione che in cuor suo Shirley sperava un giorno o l'altro di poter attribuire anche a se stessa.
Le due ragazze non avevano mai avuto un grande rapporto, ma quando Nina era stata informata di quella che poi avrebbe scoperto la presunta morte di Shirley si era sinceramente dispiaciuta; ma anche questo fatto non avrebbe spiegato il motivo per cui lei ogni mese portava alla tomba della ragazza dai capelli rossi un mazzo di fiori.
La causa come sempre era Lelouch, a ripensarci da quando era entrato nelle vite delle due ragazze le cose non erano più state le stesse.
Nina prima lo aveva odiato, aveva tentato di ucciderlo, ma poi era stato proprio grazie a lui che era diventata uno dei migliori ingegneri del paese. Shirley non aveva saputo fare altro invece che amarlo, nel modo silenzioso e alle volte goffo di cui solo lei era capace.
Ora erano una di fronte all'altra, entrambe con mille domande da porgersi a vicenda.
Fu Shirley a rompere il ghiaccio:
- Per chi sono quei fiori? - disse indicando il mazzo di iris viola.
- Per te.- tagliente come sempre, Nina rispose senza nemmeno alzare lo sgaurdo dalla tazza.
Le lacrime cominicarono ad affiorare negli occhi della ragazza che aveva posto la domanda, con un leggero colpo di tosse cercò di rimandarle indietro, per trovare la forza di andare avanti:
- Come mai i fiori? Oggi non è nè il mio compleanno, nè...
- vuoi dire l'anniversario della tua morte? - a quelle parole Shirley divenne rossa e cercò di nascondere il visibile imbarazzo stringendosi nelle spalle minute.
- No, non è il tuo anniversario, è che me li ha mandati Lui. Dovevo venire.-
- Lui chi? - disse d'un tratto la rossa.
- Avanti Shriley quando ti parlo di un ragazzo, mi riferisco solo ed unicamente ad una persona. -Cos'era quella sicurezza? Quella non poteva essere la stessa Nina che aveva conosciuto, era così padrona di se stessa da metterla in soggezione, quel proverbiale ottimismo che l'aveva sempre contraddistinta nei rapporti sociali ora sembrava ben poca cosa in confronto ai modi schietti della compagna che le stava parlando.
- Ora ti racconterò come sono andate le cose, tu però devi lasciarmi parlare, e per le domande aspetta che abbia finito.- Shirley annuì debolmente a quello che più che un'affermazione sembrava un ordine.
- A dire la verità nessuno credeva al tuo suicidio. Almeno nessuno di quelli come noi, che con te aveva vissuto praticamente 24h su 24. Io non posso dire di essere stata molto vicina a tua madre, penso che tu se sei qui, abbia già scoperto come sia andata, ma credimi se ti dico che gli altri hanno fatto quanto possibile era in loro potere per starle accanto.
Poi è successo... (Nina dicendo questo alzò per la prima volta lo sguardo, e fissò intensamente Shirley)... è successo che eravamo arrivati ad un punto di non ritorno. Io come ingegnere britanno avevo capito fin da subito che i miei studi non avrebbero certo aiutato a salvare il terzo mondo, ma il mio odio nei confronti di Lelouch mi avevano praticamente ridotto ad una cieca... una ragazza che credeva alle bambole, ma che giocava con il plutonio arricchito. Fu proprio Lulu, nel momento in cui avrei potuto vendicarmi di tutto, a propormi una sfida... cioè quella di lavorare per lui.-
Nina fece una pausa di qualche secondo, Shirley la guardava con occhi vacui, quell'immagine la turbò un pò ma sapeva che continuando la storia alla fine avrebbe capito:
- Credevo che mi avesse offerto un lavoro per sfida. Invece capii che aveva un estremo bisogno di ricollegarsi con quella che era stata la sua vita passata: intendo il liceo, noi. Quando veniva a vedere come procedevano le ricerche non mi interpellava mai direttamente per il lavoro, ma parlavamo sempre di come fossero i tempi della scuola. Capii ben presto che era logorato da un senso di colpa estenuante.
Circa sei mesi fa Rollo morì in una missione, liberando la sua stanza Lulu trovò una lettera d'addio, in cui confidava di essere malato gravemente e che se non fosse stata una pallottola ad ucciderlo, sarebbe morto di lì a qualche settimana. In questa lettera vi era una sola riga, che per qualcuno poteva non significare nulla, in cui c'era scritto Lei è ancora viva. Si riferiva a te, e Lulu lo capì subito. Ma non c'erano prove, nè cartelle cliniche o documenti che lo testimoniassero, inoltre eravamo in guerra e la burocrazia era un disastro.
Dopodichè si dimise, non lo vidi per circa un mese, fino a quando due mesi fa ci incontrammo e mi pregò di fargli un favore... questo.- disse indicando i fiori sul tavolino.
Shirley fece scorrere le lacrime senza paura o vergogna nei confronti della ragazza che le stava di fronte, osservò ancora una volta i fiori indicati dall'amica, fece un sospiro per evitare che la voce le tremasse e poi disse:- Come mai propio iris? -
-
Bè Lulu non ha mai specificato quale fosse il fiore che ti avrebbe regalato, io sinceramente non glielo ho mai chiesto, ma quando parlava di te faceva riferimento a mille avvenimenti, a mille sfaccettature del suo e del tuo carattere, quindi penso che non bastasse un solo fiore nel descriverti. Erro?!-
E dicendo questo Nina sorrise, un sorriso solare e pieno di comprensione, poi prese un tovaglioso e ci scritte un indirizzo, con codice postale e regione, lo fece scorrere sul tavolino fino a quando non arrivò a toccare le dita magre di Shirley. - Questo è il suo recapito, non illuderti di trovare altro, tipo cellulare o numero fisso, non li ha. Sono una delle poche persone che sa dove abita, da quando ha mollato il comando non ne ha più voluto sapere nulla, della guerra intendo. Se da quelle parti chiederai di Lelouch non sapranno dirti che è, quindi basati solo sull'indirizzo. -
Fu allora che Shriley capì che il racconto di Nina era finito, si sentiva come sull'attenti pronta a scattare con mille domande, ma appena aprì bocca l'amica la fermò con un gesto della mano e mentre si alzava disse:
- Si è vero, mi hai lascita finire, ma non credo che debba essere io a raccontarti le altre cose che volutamente ho omesso. Lui è là dove ti ho indicato, non c'è motivo perchè ti dica quello che lui potrebbe spiegarti molto meglio di persona. Avete passato una vita a rinnegare voi stessi, ed è quello che un pò abbiamo fatto tutti in quel terribile periodo che oggi qui chiamano la guerra di liberazione, ora è tempo perchè le cose cambino e per farlo devi agire tu, non ti serve il mio aiuto, non ti è mai servito.-
Detto questo abbraccio forte Shirley che fece scorrere ancora qualche lacrime sulle spalle spigolose di Nina, poi le due si salutarono.

  
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