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Autore: Sai Sama    13/11/2011    3 recensioni
[...]Continua a chiederselo, inutilmente, senza trovare risposta, mentre il sole sorge e brilla su Babilonia, illuminandoli tutti, il suo corpo addormentato per terra, Alessandro nelle sue sontuose stanze, Efestione nella fetida cella e i corpi addormentati dei macedoni nella sala grande, ancora avvinghiati a compagne e compagni di festeggiamenti.[...]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Bagoa, Efestione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Vino Veritas Disclamair: Ovviamente non possiedo nè Alessandro Il Grande nè nessuno degli altri personaggi storici, realmente esistiti o no, che cito nella storia. Anche la canzone che cito non mi appartiene.

Fanfiction partecipante al contest 
Jar of prompts – Lea Michele's solos 


Autore: Lindael (Forum) Sai Sama (EFP) (se possibile preferirei che venisse usato quello di EFP^^)
Titolo: Vino Veritas
Canzone scelta: Get it Right
Prompt scelto: Gozzovigliare
Fandom: Alexander (Il film)
Personaggi/paring: Alessandro/Bagoa menzione di Alessandro/Efestione
Rating: Arancione
Genere: Romantico, introspettivo, malinconico
Avvertimenti: One-Shot, slash, What if?
Introduzione: //
NdA: Ho inserito una parte della canzone come citazione e uno dei personaggi ne ha ripetuto una frase, che è scritta in corsivo. Ho messo l'avvertimento What if perchè nel film Bagoa non fa rinchiudere Efestione, ovviamenteXD Che altro? Io sono principalmente una fan del paring Alessandro/Efestione, ma per questa canzone ci voleva Bagoa e la sua ricerca dell'amore di Alessandro. Vorrei inoltre ringraziare per la proroga^^



Vino Veritas

 

What can you do when you're good isn't good enough? […]
I just wanna fix it somehow , but how many times will it take? 
Oh, how many times will it take for me to get it right?
 
Get it Right – Glee Cast

Fiaccole e candele illuminano i corpi nudi e avvinghiati nella grande sala da pranzo del palazzo di Babilonia.

Gli uomini grugniscono il loro piacere e imprecano, mentre prendono donne e fanciulli, guidati dai loro desideri lascivi, il cervello e le buone maniere cancellati dalla grande quantità di vino che hanno ingurgitato.

Il re Alessandro siede sul trono, ridendo, mentre disseta la sua potente sete bevendo da una gigantesca coppa d’oro.

Ogni tanto lancia un’occhiata a due dei suoi generali, Lisimaco e Learco, che si battono sul pavimento davanti a lui, cercando di avere la supremazia sull’altro.

Il grande assente è Efestione, rinchiuso nelle segrete del palazzo, dopo essere stato scoperto in possesso della sostanza che aveva causato la morte dell’assaggiatore di Alessandro. Il Re era rimasto ferito a morte da tutto ciò e, proprio per questo, aveva organizzato quella grande festa, per dimenticare, per pensare ad altro, in attesa di prendere una decisione sul suo destino.

La notte è fonda ora, non manca molto che Apollo guidi il sole nel cielo e i greci vincitori festeggiano da prima del tramonto.

Alessandro si gira verso di lui, facendo brillare i capelli d’oro alla luce delle torce e gli sorride, facendogli segno di avvicinarsi, mentre si alza dal trono.

La sua andatura, certo, è un po’ ondeggiante, ma uomini molto più grandi di lui non sarebbero neanche riusciti a tenersi in piedi dopo tutto il vino che il Re aveva ingurgitato quella notte.

-Bagoa…-

Mormora, allungando una mano, che lui prontamente prende tra le sue.

-Si, mio signore?-

Vorrebbe sussurrare, come è abituato a fare, ma è costretto ad alzare la voce abbastanza per farsi udire al di sopra del chiasso dei gozzovigliamenti.

-Accompagnami alle mie camere e…preparami un bagno.-

Ordina, appoggiandosi con il suo peso al piccolo corpo del ragazzo.

Lui sorride segretamente, sopportando il peso del suo Padrone, mentre, lentamente lo porta verso la sala da bagno, che era sempre tenuta pronta per il Re, che apprezzava molto i bagni, anche ad ore non proprio normali.

Man mano che si allontanano dalla sala la confusione diminuisce, si sentono solo scoppi di risa e di urla, di tanto in tanto.

Alessandro passa una mano intorno alla vita di Bagoa, mormorando cose con poco senso, sicuramente dovute al vino.

Finalmente arrivano alla stanza da bagno e Bagoa fa appoggiare Alessandro su una panca coperta da comodi cuscini colorati, mentre si impegna a togliergli delicatamente i vestiti da dosso, strato dopo strato.

Una volta che i vestiti non ci sono più, con attenzione, Bagoa lo guida sui tre gradini che portano alla grande vasca e lo fa sedere nell’acqua, solo a quel punto si toglie i suoi stessi vestiti e lo segue, prendendo l’occorrente per lavarlo.

Essenza di miele per i capelli chiari, sapone di lavanda per profumare la pelle coperta di cicatrici, e infine olio profumato, per tenere i fastidiosi insetti a bada.

Alessandro è appoggiato al bordo della vasca con la testa reclinata all’indietro, un sorriso dolce sulle labbra, a Bagoa si riempie il cuore di gioia a vederlo così, indifeso una volta tanto, che si abbandona a lui perché lo faccia stare bene.

Lui è innamorato del Re, lo è da quando per la prima volta è entrato nell’harem di Dario, vittorioso e insanguinato nell’armatura, sicuro ed educato come solo un Dio potrebbe essere.

Ha fatto tutto il possibile per farsi notare, per convincerlo a ricambiare il suo sentimento, compreso avvelenare il cibo di Alessandro, facendo in modo che fosse l’assaggiatore a subirne le conseguenze, e mettere il veleno nella stanza di Efestione, il suo più grande rivale e ostacolo per il cuore del Re.

Ora sembra che il suo meglio abbia dato i suoi frutti, Alessandro apre gli occhi, mentre inizia a lavarlo e gli sorride, abbracciandolo, con gli occhi incupiti dal desiderio che lo fissano in un modo in cui avevano sempre e solo fissato Efestione.

Bagoa si lascia modellare dalle mani di Alessandro, che lo stringono e lo accarezzano e dalla sua bocca bollente e profumata di vino, che possiede la sua e poi vezzeggia la sua pelle a volte con delicate carezze delle labbra e a volte con il morso giocoso dei denti.

L’eunuco sospira di piacere, gli occhi chiusi mentre gioisce del suo successo, abbracciando il Re, le mani che vanno a incastrarsi nei riccioli biondi, mentre la lingua del macedone traccia percorsi immaginari sul suo petto, e le sue mani si fanno strada tra le sue natiche morbide, da donna, iniziando a prepararlo.

Lui stesso si cala sull’erezione del Re, gemendo piano, le mani appoggiate su quelle spalle forti, mentre inizia a cavalcarlo, spinte lente e profonde, mentre lo stringe dentro di se, costringendolo a gemere e sospirare.

Non gli importa di non poter venire, non gli importa di non essere più un uomo completo, quando Alessandro è dentro di lui, quando lo guarda, lui si sente perfetto, e potergli dare piacere lo fa sentire bene.

Le mani del macedone, impazienti, si stringono con forza sui suoi fianchi morbidi, tanto da lasciargli i lividi, mentre lo spinge contro di se velocemente e con una forza che rasenta la disperazione, mentre il suo piacere si avvicina.

-Efestione…-

Questo è però il nome che Alessandro grida nell’attimo dell’orgasmo, inarcandosi contro Bagoa e riempiendolo del suo seme.

Il ragazzo è pietrificato, il suo cuore una volta in più ridotto in tanti piccoli pezzi.

Alessandro preferisce Efestione anche ora che è sospettato di aver tentato di avvelenarlo, anche ora che è lontano, chiuso nelle segrete, è al primo posto nei desideri del Re, Bagoa, come sempre, non è che un sostituto.

Si morde a sangue le labbra, per trattenere le lacrime, mentre finisce di lavare il suo Re e lo accompagna a letto, coprendolo con le leggere lenzuola di seta.

Solo una volta che il macedone si è addormentato sfugge dal suo abbraccio e torna nella sua piccola e asfissiante cameretta, piangendo lacrime brucianti come acido sulla sua pelle e sul suo amore.

Seduto a terra, scosso da singhiozzi che non riesce a fermare, si chiede cosa debba fare.

Cosa si deve fare quando il proprio meglio non è abbastanza?

Ha provato tutto, le adulazioni, la silenziosa ammirazione, ha anticipato i suoi desideri e si è piegato volontariamente a ogni sua fantasia e, per ultimo, ha privato Alessandro del suo più fedele amico e, ancora, non è abbastanza.

Quante volte ancora? Quante volte ancora dovrà provare e vedere il suo cuore fatto a pezzi prima che Alessandro lo ami?

Continua a chiederselo, inutilmente, senza trovare risposta, mentre il sole sorge e brilla su Babilonia, illuminandoli tutti, il suo corpo addormentato per terra, Alessandro nelle sue sontuose stanze, Efestione nella fetida cella e i corpi addormentati dei macedoni nella sala grande, ancora avvinghiati a compagne e compagni di festeggiamenti.

 


   
 
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