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Autore: Cleo_Sam    13/11/2011    0 recensioni
Antico Egitto.Una storia d'amore mai raccontata,dove una sacerdotessa diede tutto quello che aveva pur di stare con il suo amato...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! 
Allora prima di tutto vorrei avvisare che sono nuova e quindi se volete recensire fatelo con clemenza ^_^
Spero che la fanfiction vi piaccia !
Beh per ora è tutto =D


CAPITOLO 1: L'INIZIO

Antico Egitto, una delle civiltà più potenti che sia mai esistita, ricca di misteri,amori impossibili e complotti.
Qui vi narrerò una storia d'amore mai raccontata che va dall'Egitto alla Persia, dove una sacerdotessa del dio Ra di nome Amira diede tutto quello che aveva pur di stare con il suo amato... Per informarvi questa sacerdotessa sono io ! E questa è la mia storia...


«Amira! Amira!» sentivo qualcuno che mi chiamava, ma ero troppo impegnata a pregare per farci caso, quando mi toccò la spalla, mi girai e vidi Hadiya,la mia migliore amica,senza fiato.
«Cos'è successo Hadiya?»
«Una cosa terribile! Non abbiamo più acqua per il rituale di sta sera!»
Quando me lo disse presi un colpo.
«Ma è mai possibile che in un tempio manchi acqua?!?! Perchp nessuno compie i propri doveri!»
«Lo so Amira, ma cerca di capire, la sacerdotessa che va sempre a prendere l'acqua sta male e nessuno vuole andare nel deserto a cercare un'oasi...»
Ero ancora più furiosa! Nessuna delle mie sacerdotesse voleva andare nel deserto per paura di essere derubate o che so io! A quel punto decisi che saremo andate io e Hadiya, così tutte le altre sacerdotesse avrebbero preso coraggio ad andare in futuro, vedendo la gran sacerdotessa compiere una mansione meno importante rispetto ad altre.

Eravamo stanchissime, camminavamo da più di due ore sotto il sole e non c'era segno di un'oasi. Forse le mie ancelle avevano ragione a non voler venire. Non potevamo tornare indietro, ci serviva acqua e senza di questa il rituale non poteva iniziare.
«Amira, le mie gambe non c'è la fanno più,torniamo indietro...»
«No! Dobbiamo trovare l'acqua!»
«Potremmo usare la birra al posto dell'acqua! E poi siamo troppo vicine al confine! Non vorrei trovare i persiani»
«Smettila Hadiya! E' impossibile che li troviamo! Sarebbe come trovare un pezzo di pane in tutto il deserto!»
«Forse... Ma è meglio non rischiare»
«Ora basta! Sono stufa...»
Stavo per finire la frase quando vidi in lontananza, grazie agli dei, un'oasi piena di vegetazione e acqua.
I miei occhi e quelli di Hadiya s'illuminarono, ci capimmo con uno sguardo e corremmo verso l'oasi.
Eravamo quasi arrivate all'oasi, quando notai dei cavalli e degli uomini che bevevano, questi ultimi si girarono verso di noi e ci sorrisero, ma non erano sorrisi amichevoli bensì dei ghigni malvagi. A quel punto capii chi fossero.
«Hadiya! Corri!»
In un primo momento non capii ma quando vide anche lei gli uomini, iniziammo a correre dalla parte opposta in cui erano situati. Corremmo a più non posso fino a quando Hadiya si fermò, mi girai verso di lei e vidi che aveva gli occhi pieni di terrore.    Gli dissi di non fermarsi ma non si muoveva aveva gli occhi puntati su qualcosa. A un certo punto sbattei con un cavallo e caddi a terra...
Quando alzai gli occhi verso l'animale, vidi che era sormontato da un cavalieri. Un ragazzo dagli occhi blu oceano e dai capelli neri come il buio, dalla pelle bronzea e dal corpo così muscoloso. Cambiai subito idea per il "bellissimo" quando mi fece un ghigno malizioso e iniziò a parlare.
«Alzati sacerdotessa del dio Ra!» ero sorpresa che mi conoscesse...
«Io sono Shayar, principe di Persia, e ora tu sei mia prigioniera!»
Quando finì di parlare, scoppiai a ridere! Il così detto "principe" serrò i suoi occhi e mi guardò torvo... ooook forse non era il momento di ridere, presi coraggio e gli dissi:
«Principe, lei sa con chi sta parlando?! Si rende conto che io sono LA GRAN SACERDOTESSA e che lei non può rendermi prigion...»
«Eh... Amira non per interromperti, ma mi sembra che quest'uomo non gliene frega niente di chi sei...»
«Esatto "GRAN SACERDOTESSA", a me importa solo che sei una sacerdotessa qualunque. Questa ragazza è molto intelligente rispetto a questa qui»
M'infuriai, stavo per tirargli uno schiaffo! Nessuno aveva mai osato parlare in quel modo a me, la GRAN SACERDOTESSA! Nessuno!
Quando il cavalieri vicino al principe mi bloccò la mano e mi puntò la spada alla gola e mi disse:
«Stai attenta sacerdotessa, non vorrei far del male e uccidere una bellissima ragazza come te»

Ora sì che avevo paura...
  
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