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Autore: _Lilli_    14/11/2011    7 recensioni
Chi è Margherita? Un fiore delicato, una fragile semidea, o semplicemente una ragazza che vuole vivere la sua vita senza il pregiudizio di chi la guarda con sospetto? O mgari queste tre cose insieme...
La mia vecchia fanfiction veduta e corretta, spero vi piaccia e che la apprezziate come avete fatto con la precedente..
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Claudia Auditore , Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole morente filtrava attraverso le cortine della pesante tenda posta sulla grande finestra, che si affacciava sul placido Tevere che scorreva tranquillo e indisturbato; l'odore di cera liquida aleggiava nell'aria mentre l'unica candela ormai si spegneva inesorabilmente.
Il silenzio opprimente le martellava i timpani ed il solito attacco di panico la investì prepotentemente, e si alzò di scatto dalla sedia su cui si era appisolata dirigendosi verso la porta poggiando l'orecchio contro il ruvido legno per udire un qualche segno di vita: nulla.... Cercò di concentrarsi e riuscì a percepire il respiro lieve e regolare del ladro posto a guardia della sua stanza.
Si sentì stranamente più sollevata e senza far rumore si avvicinò alla finestra scostando un lembo della tenda color porpora per sbirciare nel cortile sottostante, ma l'unica cosa che vedeva erano alcune cortigiane che chiacchieravano tranquille in attesa che le porte del bordello si aprissero per accogliere i primi clienti della serata. Spostò lo sguardo verso l'orizzonte, dove il cielo aveva assunto i caldi toni del del tramonto; sbuffò indispettita mentre si spostava verso il suo letto con aria scocciata, quello stupido chiacchiericcio le faceva sempre saltare i nervi ma non si era mai lamentata con nessuno, temeva che facendo ciò l'avrebbero cacciata e non voleva ritrovarsi in mezzo ad una strada dove avrebbe continuamente rischiato la vita.
Rabbrividì a quel pensiero e si accomodò sulla sponda del letto osservando il muro spoglio dinanzi a se: "No, mio fratello non permetterà mai che succeda una cosa simile!" Pensò risoluta, osservando i ghirigori disegnati sul piccolo vasetto azzurro in cui erano posato un mazzetto di profumate margherite.
Il respiro le era tornato regolare e si concesse un breve sorriso mentre lasciava scorrere lo sguardo sui segni neri che appartenevano al grande specchio che ornava la parete... Istintivamente strinse la mano fasciata contro il petto mentre la porta della stanza si aprì di scatto lasciando entrare un ragazzo di media statura e dalla corporatura atletica, che lasciò vagare per un istante i suoi occhi neri dall'esile ragazza alla parete bianca, prima di avvicinarsi a lei con aria furibonda.
-Margherita ma cosa ti è preso? Sono corso subito appena mi hanno detto cosa ti è successo.- Disse con aria più preoccupata che arrabbiata mentre gli si sedeva accanto ed afferrava la mano ferita che era fasciata da candide bende.
 -Ma guarda, sei così pallida che a fatica riesco a distinguere la fasciatura dalla tua pelle.- Disse in tono scherzoso mentre scioglieva le strette bende per guardare le nocche bianche, su cui spiccavano dei piccoli tagli rossi ormai in via di guarigione. Margherita rimase in silenzio durante tutta l'operazione del fratello, e solo quando ebbe finito di medicarla di nuovo, si decise a parlare.
-Falco, ma cosa ci fai qui?- Il ragazzo si alzò e raggiunse la finestra, scostando con forza la tenda: nel cielo erano apparse già le prime stelle e dai vetri che Falco aveva aperto, entrava una leggera brezza proveniente dal fiume che le solleticava la pelle; si alzò a sua volta raggiungendo il fratello.
-E' molto bello qui non trovi? La vista da qui è megnifica, sei stata molto fortunata sorellina.- Disse Falco con aria poco convinta.
- Non cercare di cambiare discorso e dimmi perchè sei qui!- Escamò la ragazza, portando entrambe le mani sui fianchi. Falco sorrise divertito e si decise a parlare.
-Ma che domande sono? Ero in pensiero per te Margherita, e quando mi hanno detto che hai rotto lo specchio con un pugno ho fatto di tutto per venire qui da te....Mi spieghi che cosa ti è preso?-
Chiese in tono gentile osservando la sua espressione ferita.
-Io...Non lo so Falco, non so davvero cosa mi sia preso!- Esclamò con la voce rotta dal pianto: -Ero arrabbiata con me stessa, con te perchè te ne sei andato, con questo dannato posto...-
Falco abbracciò il corpo esile e scosso dai singhiozzi, carezzando piano la lunga chioma bianca per farla calmare.
-Perdonami sorellina, ma sono stato costretto a portarti qui, so bene che detesti la Rosa in Fiore, ma non potevo lasciarti da sola in casa, non dopo ciò che è successo a...- Non terminò la frase, un nodo alla gola gli impediva di continuare, e lasciò andare Margherita per prendersi la testa tra le mani.
- A nostra madre...Questo volevi dire, vero?- Chiese la ragazza senza tanti giri di parole, facendo sussultare Falco per la durezza usata nella voce della sorella.
-Questo e non solo.- Si voltò di nuovo verso di lei afferrandole entrambe le mani: -Non immagini nemmeno ciò che potrebbero farti Margherita... Hanno paura di te, della tua diversità, e non puoi sapere le atrocità che potrebbero commettere. Devi rimanere qui al sicuro, per il tuo bene, promettimelo.- Le parole di Falco sembravano quasi una supplica, a Margherita le piangeva il cuore e non riusciva a dirgli di no.
-Ma se hanno così paura di me, perchè mi perseguitano?Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?Voglio solo vivere la mia vita come una persona normale, e non restando perennemente chiusa in questa stanza...-
Falco non sapeva cosa risponderle. Sapeva che sua sorella aveva ragione, ma era in costante pericolo e non voleva rischiare di perdere anche lei: -E' difficile da spiegare... Purtroppo gli uomini temono ciò che non conoscono, e sono scettici quando vedono qualcuno diverso da loro, sono superstiziosi e purtroppo racchiudi tutti gli aspetti negativi che portano le persone ad aver paura di te.-
Margherita annuì piano, sapeva bene a cosa alludeva il fratello ma non riusciva a darsi pace...
Il loro discorso fu interrotto dall'arrivo di due serve che portavano un vassoio con del cibo ed una brocca di vino rosso. Entrarono con aria titubante e posarono svelte ciò che avevano per uscire in tutta fretta dalla stanza; i due ragazzi osservarono i loro movimenti, e quando Margherita le ringraziò, prima di uscire la più giovane si fece il segno della crocie mentre l'altra sputò in terra con dispezzo, poi entrambe uscirono di corsa. Falco rimase pietrificato e quando realizzò ciò che era successo si alzò infuriato con l'intenzione di raggiungerle, ma Margherita fu più svelta e lo afferrò saldamente.
-Lascia stare, non importa credimi..Ormai ci sono abituata.- Disse atona mentre si alzava e prendeva un fazzoletto per pulire il pavimento.
-Vuoi dirmi che questa non è la prima volta che succede?- Chiese incredulo aprendo la porta, ma di loro ormai non v'era più traccia, solo alcuni avventori del bordello ciondolavano ubriachi senza una meta precisa per il corridoio mentre le cortigiane si prendevano gioco di loro divertite, rubando i soldi dalle loro tasche senza che dicessero nulla.
-No, oramai è divenuta un'abitudine... ma questa sera ci sei tu e si sono limitate, solitamente non escono mai senza prima avermi insultato almeno una volta.- Disse con noncuranza mettendo il fazzoletto sporco in un angolo del vassoio, poi si staccò un pezzo di pane iniziando a mangiarlo piano. Falco non disse nulla e si avvicinò a sua volta seguendo l'esempio della sorella.
-Forse sarà meglio farti distrarre un po stasera. Ti va una bella corsa sui tetti?- Margherita annuì felice e si accomodò sulla sedia recuperando il buonumore, e consumarono la loro cena in silenzio, immersi nei loro pensieri.


-Domani ci sarà la luna piena.- Disse Margherita osservando i raggi argentati che si posavano delicati sulla sua pelle bianca, facendola risplendere di una luce quasi sovrannaturale...
Entrambi i ragazzi se ne stavano seduti sul tetto della Rosa in Fiore, accaldati per la lunga corsa fatta sui tetti della città dormiente; Falco, col naso all'insù, sorrise lieve.
-Hai ragione, domani sera torneremo qui per guardarla ancora.-
Margherita le buttò le braccia intorno al collo, ridendo come una bambina.
-Significa che domani tornerai a trovarmi?- Chiese speranzosa mentre Falco si alzava a fatica, ridendo allegramente.
-Ma certo sorellina, chiederò un permesso speciale alla Volpe, vedrai che me lo concederà.- Rispose ottimista.
-E che tipo è questa Volpe?- Chiese guardandolo con curiosità. Non riusciva proprio ad immaginarselo, nonostante Falco gliene avesse parlato molte volte.
- La Volpe è...Straordinario! Si, straordinario è proprio la parola adatta.- Margherita sorrise di fronte alla sua espressione estasiata... Falco adorava quest'uomo, lo stimava e sapeva che per lui ed i suoi compagni avrebbe dato la vita. Nascose la sua delusione però, voleva sapere qualcosa in più su questa figura così leggendaria di cui aveva udito solamente belle parole dalla bocca del fratello. Era curiosa di conoscerlo, di sapere com'era ma sapeva che Falco non lo avrebbe mai permesso; ora che ci pensava, non aveva mai conosciuto nemmeno Ezio Auditore, lo aveva visto solamente una volta dalla finestra di un corridoio mentre si allontanava verso il centro della città... Era molto curiosa di conoscerli ,e non capiva perchè Falco invece le impedisse di farlo.
"Perchè loro provano solamente pietà per te, non ti vedono come un essere umano, ma come una creatura stramba o peggio, pericolosa."
Questo le aveva detto una volta Falco durante una delle sue sfuriate, e come una stupida ci aveva creduto...
Si riscosse da quei pensieri quando sentì la mano di Falco che le scuoteva piano una spalla, e si voltò a guardarlo.
-Credo sia meglio rientrare.- E la aiutò ad alzarsi, poi insieme scesero lungo la facciata dell'edificio ed entrarono, attraverso la finestra aperta, nella stanza di Margherita.
-Allora devi andare.- Esordì la ragazza, le lacrime che iniziavano già ad affiorare dai suoi occhi chiari e limpidi come un cielo primaverile.
-Purtroppo si ma come ti ho detto, tornerò domani sera è una promessa.- Disse asciugandole una piccola lacrima, poi uscì piano e se ne andò, lasciando a Margherita un grande senso di vuoto...
Decise di coricarsi e carce di dormire, di solito funzionava e per qualche ora il suo animo non era tormentato dalle sue continue paure e frustazioni; indossò una candida camicia per la notte e si infilò sotto le morbide ed accoglienti coperte del grande letto, rannicchiandosi su se stessa in modo da scaldarsi più in fretta.
Si addormentò poco dopo cullata dal suo respiro...

...Urla minacciose squarciavano la notte, forti colpi ben assestati rischiavano di buttar giù la porta della piccola casa dimessa, lei tremava terrorizzata rannicchiata dentro l'armadio in legno dove la madre teneva i loro vestiti...Le sue narici erano piede dell'odore di muffa mista a quello del fumo delle torce, che i contadini brandivano con ferocia nel cortile...
Le scoppiava la testa, voleva uscire ma sua madre le aveva ordinato di non muoversi per nessuna ragione.
Improvvisamente la porta cedette e ruotò rabbiosa sui cardini lasciando entrare tre degli uomini più robusti, che afferrarono la donna per portarla fuori di li mentre lei urlava a squarciagola.
-Sei solo una strega.-
-Uccidiamola!-
-Espia i tuoi peccati donna, solo così potrai salire al regno dei cieli.-
-Brucerai all'inferno, insieme al tuo Demonio!-
Il popolo urlava sempre più forte mentre la donna veniva portata di peso verso la piazza più vicina, dove era stato preparato un palco per le esecuzioni. La legarono ad un palo, lasciandola li per tutta la notte mentre uomini e donne urlavano vendetta tirandole sassi, frutta o verdura marcia. All'alba, molto prima dell'esecuzione, era già spirata...
Le tagliarono la testa e bruciarono il suo corpo.. Spirali di denso fumo nero salivano fino al cielo, mentre il corpo avvolto in un lenzuolo, veniva avvolto dalle fiamme...
Margherita e Falco, dall'alto di un campanile, avevano assistito alla morte della loro madre e alla profanazione del suo corpo senza dire o poter far nulla. Ben presto anche loro furono avvolti dal fumo, l'aria si era fatta irrespirabile, cercarono di allontanarsi da li, di fuggire lontani da quell'orribile posto, ma la testa iniziava a girare sempre più velocemente, gli occhi lacrimavano, e poi... Il buio totale...



-Margherita! Svegliati per l'amor del cielo...-
Silenzio.
-Margherita apri gli occhi, dicci qualcosa!- Questa volta la voce, dall'inconfondibile timbro femminile, divenne quasi isterica.
Margherita si mosse piano, avvertiva qualcosa di fresco sulla fronte mentre voci concitate mormoravano attorno al suo capezzale...
Dischiuse piano un occhio, poi l'altro, e sentì distintamente qualcuno accanto a lei trattenere il fiato; ci mise un pò nel mettere a fuoco la stanza e quando cercò di alzarsi facendo leva su di un gomito, una pezzuola umida le scivolò dalla fronte imperlata di sudore.
Per un istante non si rese conto di ciò che era successo, ma quando vide tutte quelle persone riunite attorno a se, sgranò gli occhi spaventata.







Angolo autrice *-*
Finalmente ecco a voi il primo capitolo di questa storia veduta e corretta :)
Ringrazio coloro i quali hanno avuto la pazienza di aspettare, leggere e recensire la precedente storia, spero lo facciate di nuovo perchè senza di voi sarei completamente persa!
Con affetto, la vostra Lilli
   
 
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