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Autore: LuluXI    14/11/2011    6 recensioni
Saga, lentamente si mosse verso le dodici case. Non riusciva a capire per quale motivo poteva esser stato convocato: da quando era diventato Sacerdote, Aiolos non gli aveva mai chiesto un’udienza privata.
“Aiolos”.
Ormai anche solo pensare il suo nome gli sembrava fuori luogo. Aiolos di Sagitter, il Grande Sacerdote.

_____________
Per intercessione di Atena presso Zeus i Gold Saint tornano in vita, per ricominciare da capo. Saga però non riesce a chiudere con il suo passato ed è tormentato dai sensi di colpa. Quando Aiolos, il nuovo Grande Sacerdote, lo convoca per un'udienza privata, l scalata delle dodici case per raggiungerlo diventa per lui un'occasione per ripensare al passato, sebbene sia sicuro che, ormai, nel suo futuro non possa esserci felicità
[Ipotetico POST- HADES, che NON tiene conto degli avvenimenti del Next Dimension poichè io non conosco l'opera. L'OOC è lì perchè alcuni personaggi probabilmente non saranno coerenti con l'opera originale.]
DISCLAIMER: I personaggi sono di Masami Kurumada, e questa fic non è scritta a scopo di lucro
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 “Saga, guardami…”

Even though you do to make it through

I am always here for you



Saga avanzò a testa alta per la sala, ma non fissò mai lo scranno su cui sedeva il Grande Sacerdote: fissava la parete retrostante e, giunto a debita distanza da Aiolos, si inginocchiò davanti a lui, lieto di poter finalmente chinare il capo. Quella sala era piena di ricordi ma non era quello a dargli fastidio: in quel momento semplicemente non sopportava la vista di Aiolos con indosso quella maschera.
Gli capitava sempre, anche quando lo vedeva girare per il Grande Tempio per dare ordini, consigli, o semplicemente per vedere ciò che accadeva. All’inizio aveva pensato che fosse solo invidia perché una volta era lui quello che sedeva su quello scranno, ma in realtà non era quella la motivazione. No, lui non avrebbe voluto ricoprire ancora quel ruolo e quando Atena gli aveva chiesto chi, secondo lui, era il più adatto tra i Gold Saint a diventare Grande Sacerdote lui, senza esitare, aveva fatto il nome di AIolos. Quella maschera sul viso del Saint del Sagittario ci era finita a causa sua e lui non riusciva a perdonarselo. Col senno di poi avrebbe preferito esser rimasto in silenzio: Aiolos era davvero il più indicato a ricoprire quel ruolo ma, così facendo, aveva bruciato l’unica possibilità che aveva di ricominciare da capo con lui. Lo aveva allontanato lui stesso e ora gli rimaneva solo l’amaro in bocca.
 
“Cominciavo a dubitare della tua venuta, Saga.”
“La sua voce…”
La ricordava diversa, ma era normale: la maschera alterava il suono. Con una smorfia Saga, senza alzar la testa, rispose.
“Lungo la salita sono stato costretto più volte a fermarmi: mi duole avervi fatto attendere così a lungo… Non ricapiterà.”
Aveva parlato col suo tono formale, serio, quasi freddo.
“Sarà sempre così?”
“Non preoccuparti Saga, non mi ha dato fastidio attenderti.”
Si era alzato: Saga ne era sicuro e ne ebbe conferma quando sentì i suoi passi. “Alzati, coraggio, e vieni con me: voglio parlarti in privato, senza che tu debba tenere il capo chino davanti a me.”
Seppur stupito da quell’affermazione, Saga obbedì e si alzò in piedi: vide il Sacerdote sparire dietro i tendaggi che portavano alla statua di Atena e lo seguì.
“Cos’hai in mente Aiolos?”
Pensava fosse diretto alla statua ma, all’ultimo Aiolos deviò lungo un corridoio secondario e Saga lo seguì: sapeva che quel corridoio portava alle stanze private del Sacerdote, ma non disse nulla.
Camminarono in silenzio e attraversarono tutti gli alloggi, fino ad arrivare su una balconata. Per tutto il tragitto Saga aveva seguito i movimenti di Aiolos ma arrivato alla porta-finestra che conduceva all’esterno, si fermò. Su quella stessa balconata, più di tredici anni prima, aveva osservato il Grande Tempio durante la notte degli inganni, dopo la morte di Aiolos.
 
“Non rimanere sulla porta Saga: vieni fuori. Soffia un vento leggero e le stelle brillano chiare e incredibilmente belle questa sera.” Disse Aiolos, osservando il cielo. “Inoltre, vorrei poterti parlare faccia a faccia.”
“Come possiamo parlare faccia a faccia se indossi quella maschera?”
“Come desiderate Sacerdote.” Rispose formale, avvicinandosi e affiancandosi a lui. Come quella notte di tanti anni prima si appoggiò alla balaustra con i gomiti e fissò il Santuario.
“Da quando sei così formale Saga?” gli domandò Aiolos, girandosi a guardarlo “Un tempo mi chiamavi per nome.”
“Sono cambiate tante cose Sa..” Saga non finì la frase: voltandosi verso il compagno d’arme la parola “Sacerdote” gli morì in gola. Aiolos, infatti si era levato la maschera e la aveva appoggiata sul parapetto e ora lo fissava.
“Si, sono cambiate molte cose Saga… Ma devono cambiare proprio tutte?” domandò tornando a sua volta a fissare il Santuario.
 
Saga non rispose e lo imitò: Aiolos era l’unico che riusciva a zittirlo. Lui che aveva sempre la risposta pronta e sapeva sempre cosa dire più di una volta si era ritrovato senza parole davanti ad AIolos. E quella sua capacità, in passato, gli aveva dato terribilmente fastidio: ogni volta che non riusciva a ribattere, si sentiva ferito nell’orgoglio. Ma quella volta, decise di non pensarci troppo.
Lentamente voltò il capo verso di lui: quante cose avrebbe voluto dirgli, per quanto tempo aveva atteso quel momento, la sua possibilità per parlare... Eppure, in quel momento non riusciva a trovare le parole.
 
“AIolos?”
“DimmiSaga?” domandò Aiolos, sorridendo, sentendosi chiamare per nome.
“…di cosa volevi parlarmi?”
“Di tante cose Saga, ma non so da dove cominciare.”
“Lo stesso vale per me…”
Tra i due scese il silenzio, di nuovo: entrambi tornarono a guardare il Santuario che silenzioso si stagliava davanti a loro. Con la coda dell’occhio Saga riusciva a vedere i capelli di AIolos mossi dalla lieve brezza, così come i suoi.
“So che sei stato tu il primo a dare il mio nome ad Atena affinchè divenissi Grande Sacerdote…”
“Vorrei non averlo fatto…”
“Eri il più qualificato…”
A quell’affermazione, Aiolos scoppiò a ridere.
“Chi, io? Che per tredici anni sono stato sepolto sotto terra? Forse per molti incarno l’ideale del Cavaliere di Atena ma non so quasi nulla di quello che è successo in questi anni… Tu invece eri decisamente più informato…”
Saga strinse le mani attorno al parapetto, rischiando di mandarne in frantumi una parte.
“Sai Saga, stavo pensando di rifiutare l’incarico e passarlo a te.”
“Non pensarci nemmeno!” esclamò Saga, osservandolo sconvolto. “Come puoi pensare di darmi in mano un tale potere dopo tutto il male che ho fatto? Come puoi anche solo immaginarmi Grande Sacerdote, dopo che ho condotto nel baratro più oscuro questo posto?”. Stava urlando, e se ne rendeva conto solo in quel momento. Fece un respiro profondo per riprendere la calma e tornò a fissare il Santuario, staccando le mani dal parapetto. Un’altra capacità di Aiolos era quella di fargli perdere il controllo: e agire in quel modo non andava bene, soprattutto in quell’occasione. Aiolos era il Grande Sacerdote: non poteva permettersi un comportamento di quel tipo.
 
“Tu sei cambiato Saga…”
“Se mi offrirai quella carica rifiuterò.” Rispose, con un tono che non ammetteva repliche.
“Allora non te la offrirò. Ma vorrei che tu mi stessi accanto” disse Aiolos, senza staccare gli occhi dal Saint dei Gemelli. “E’ un ruolo di grande importanza, che richiede grandi capacità.”
“Tu le hai…”
“Si ma non è facile guidare un intero Santuario Saga: tu dovresti saperlo.”
E infatti lui lo sapeva bene: non era stato facile imponendosi con la forza, probabilmente non lo sarebbe stato nemmeno governando con bontà; i problemi ci sarebbero sempre stati, anche se di diversa natura.
“Che cosa dovrei fare, per aiutarvi, Sacerdote?” domandò infine, riassumendo il tono sottomesso che aveva utilizzato in precedenza.
“Voglio che tu sia il mio consigliere Saga. La divina Atena non ha niente in contrario e io ti ritengo il più adatto: la scelta, spetta solo a  te.”
 
“Potrò restarti accanto così, Aiolos.”
“Vi ringrazio per la fiducia Sacerdote: è per me un onore e un piacere, accettare quest’incarico.”
“Ma non sarà mai come prima” lo sapeva, e continuava a ripeterselo.
Aveva risposto con un tono amareggiato e ad Aiolos questo non sfuggì.
“Che cosa ti turba Saga?”
“Nulla Sacerdote”
“Non mentirmi Saga, ti conosco meglio di molti altri, forse addirittura più di Kanon. Che cosa ti turba?”
Saga fece una smorfia: non parlavano così da tanto, troppo tempo; gli sembrava di essere tornato al tempo dell’addestramento.
“Cosa pensi che mi turbi, Aiolos? Mi sono macchiato  delle più gravi colpe. Ho rinchiuso mio fratello in una prigione, ho attentato alla vita di Atena più di una volta, ho controllato come  burattini centinaia di persone e ti ho fatto assassinare…” nel pronunciare l’ultima parte della frase, la voce ferma di Saga subì una leggera incrinazione. Riprese fiato, per poi continuare. “E anche se Atena mi ha perdonato, i sensi di colpa non si cancellano Aiolos, così come il passato. Quello che ho fatto mi ha segnato e il passato non si cambia. Tutto quello che c’è qui mi ricorda ciò che ho fatto e il male da me compiuto. E al Santuario vedo ancora gli sguardi di chi diffida di me.”
 
Strinse ancora di più le mani attorno al parapetto e mentre parlava le fissava, lasciando che i suoi lunghi capelli gli ricadessero a nascondere il viso; Aiolos, intanto, lo osservava. “La mia lotta interiore non finirà mai AIolos, mai, perché il demone che sono stato in passato ha lasciato i suoi segni. Tu dici che sono cambiato e si, in parte è così, ma non del tutto. Il peso delle mie colpe mi accompagnerà per sempre: per me non ci sarà felicità.”
“Ma il futuro è ancora tutto da scrivere, Saga. Il tuo passato ti ha reso ciò che sei ora e ricordare ti aiuterà a non commettere gli stessi errori. Ognuno di noi ha fatto degli sbagli, ma è dagli errori che si impara Saga e tu lo sai. E’ ora di ricominciare Saga: ho ricominciato io, hanno ricominciato tutti. Atena ci ha dato un’altra possibilità e non possiamo permetterci di sprecarla.”
“Parli proprio come dovrebbe parlare il Grande Sacerdote…” disse Saga, alzando leggermente il capo, per fissare l’orizzonte. “Tuttavia in questo momento nel mio futuro vedo solo incertezza. La pace che molti hanno ritrovato tornando alla vita, io non ce l’ho: ciò che sono stato mi preclude la via alla serenità.”
 

You’re so beautiful
 

But that’s not why I love you
 

I’m not sure you know
 

That the reason I love you is you
 

Being you
 

Just you



 
Tra i due scese il silenzio e per parecchi minuti nessuno dei due parlò. Saga, ad un certo punto, staccò le mani dal parapetto, sul quale aveva lasciato delle chiazze rosse.
“Se tu sapessi AIolos…. Possibile che tu non capisca?”
“Saga, cosa hai fatto alle mani?”
Il Gold Saint dei Gemelli non rispose e continuò a guardar dritto davanti a se: solo quando sentì le mani di Aiolos prendere le sue, abbassò lo sguardo, quasi non credendo alla realtà di quel contatto.
“Da quanto tempo non mi sfioravi? Da quanto tempo non mi davi una pacca sulla spalla o semplicemente mi davi un cinque? Da quanto tempo le mie mani non sfioravano le tue?”
“Saga?”
“…”
“Saga guardami…”
Fu una richiesta fatta con voce decisa e nel contempo dolce e fu per questo che Saga alzò lo sguardo, ritrovandosi a fissare negli occhi il Grande Sacerdote. Era uno sguardo carico di affetto quello di Aiolos, tanto che Saga rimase sconvolto.
“Penso sia arrivato il momento di andare avanti e voltare pagina. E’ il momento della svolta” Kanon aveva ragione.
“Ti amo AIolos” disse, abbassando lo sguardo sulle loro mani intrecciate, non accorgendosi così del sorriso che compariva sul volto di Aiolos.
“Ti ho sempre amato ma tu, tu… Tu eri sempre così concentrato su Atena, sulla missione di Saint… Non che fosse sbagliato, ma sembravi non accorgerti di ciò che sentivo e io non sapevo come fartelo capire…” Saga credette di essere sul punto di scoppiare a piangere, ma alla fine non successe: semplicemente continuò a buttar fuori le parole che per tanto tempo aveva serbato in cuore; perché come aveva detto Aiolos non poteva sprecare l’occasione che Atena gli aveva donato.
 
“Quando Shura mi ha detto che aveva completato la missione ed eliminato il traditore, anche se ero stato io a dare l’ordine, qualcosa mi si è spezzato dentro… Ho riempito il vuoto che avevi lasciato con sentimenti malvagi... Ho tanti rimpianti Aiolos, ma il più grande è stato questo, il non averti mai detto tutto ciò che sentivo e…”
 
“Saga?”
“…e tu non hai idea di..”
“Saga, Guardami!” urlò Aiolos e Saga alzo di scatto lo sguardo.
“E’ il momento…”
“Anche io ti amo Saga.”
Il Saint dei Gemelli non avrebbe saputo descrivere l’insieme di emozioni che quella frase scatenò in lui: fissò AIolos incredulo, tremante, sicuro che presto il sogno si sarebbe infranto, riportandolo alla realtà.
Poi, istintivamente, lasciò le mani di AIolos e le fece scattare fino al suo viso: lo prese tra le mani e lo avvicinò al suo. Senza pensare a nient’altro che a lui, lo baciò, temendo di venir respinto, ma ciò non accadde.
Aiolos fece scorrere le dita tra i suoi lunghi capelli e ricambiò il bacio con passione e trasporto. E rimasero lì, l’uno aggrappato all’altro, come se temessero di veder sparire il compagno da un momento all’altro.
“Aiolos, ora lo so… La felicità arriverà anche per me in futuro.”
 

Yeah the reason I love you
 

Is all that we’ve been through
 

And that’s why I love you
 

(Avril Lavigne – I Love you)




 
 
NOTE: Bene, gente, anche l’ultimo capitolo è arrivato… forse un pò lunghino ( e scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare)…Grazie a tutti quelli che hanno seguito, letto, ricordato e recensito. Come si suol dire “Io ci ho provato”. Forse un po’ (tanto) banale… Fin troppo smielata per Saga, mi sa… Ma è venuta meglio di quanto pensassi. Le recensioni sono ben accette, di qualsiasi tipo: magari la prossima volta, grazie a voi, verrà ancora meglio una fic dedicata a questi due. Mi sono soffermata molto sul tormento di Saga e sulla decisione di “cogliere l’attimo”, per non sprecare l’occasione che gli è stata data. Spero che vi sia piaciuta, almeno un po’: grazie ancora a tutti, per eventuali domande sono disponibile a dare chiarimenti.

   
 
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