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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    14/11/2011    4 recensioni
[Human!BoxHeiki!AU]
“Gokudera e Uri sono uguali.” notò Takeshi, tenendo in braccio Kojiro: “Hanno lo stesso carattere!”.
“Taci, yakyuu-baka! E tu, bastardo, aspetta!” sbottò l'argenteo, schizzandogli alle calcagna.
Si sentirono le loro grida anche a parecchi metri di distanza.
“Scusaci, Tsuna-dono, scusaci tanto... Non siamo abituati a questa situazione e forse ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo. Non è un comportamento da adulti, lo ammetto...” bofonchiò imbarazzato il rosso, ma subito il Cielo scosse la testa: “Davvero, va tutto bene.” lo rassicurò il bruno, afferrandolo per il polso e trascinandolo verso la scuola.
“Siete sempre voi, non è cambiato nulla.”.
Cosa succederebbe se le Vongola Gear diventassero improvvisamente umane? E perchè? Le avventure di Natsu, Uri e degli altri nel mondo degli umani al fianco della Decima Generazione.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Box Human Saga'
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BOX HUMAN

PROLOGO

RUZZOLANDO IN MEZZO ALLA STRADA

§§§

Tsuna corse fuori di casa a velocità supersonica, quella mattina, con la cravatta della divisa per metà disfatta, la borsa che spenzolava dalla spalla e un toast in bocca mezzo mangiucchiato.

Il bruno biascicò una specie di saluto in direzione della madre e si precipitò fuori dal cancello tutto trafelato, cominciando a correre verso la scuola.

Manco a dirlo, era nuovamente in ritardo.

Quella mattina, poi, ne erano successe veramente di tutti i colori, e accidenti a Reborn che se l'era filata il giorno prima per, a suo dire, improrogabili impegni in Italia!

Se ci fosse stato, almeno avrebbe potuto chiedere a lui consiglio, e invece niente!

Nervosamente, il ragazzo osservò la propria mano, soffermandosi malinconicamente sull'unico anello presente: quello del Cielo era lì, splendeva per il Sole che lo illuminava, ma della Vongola Gear di Natsu non v'era la minima traccia.

Un rapido giro di telefonate, agitate, poco prima di uscire di casa, lo aveva informato del fatto che le Gear di tutta la Famiglia erano semplicemente scomparse durante la notte.

Avendo concordato quindi una riunione, giusto poco prima dell'inizio delle lezioni, ecco il motivo della corsa indiavolata del Decimo nel tentativo di arrivare il più velocemente possibile all'incontro con i suoi compagni.

Era talmente preso dalla situazione, dai suoi pensieri e da tutto il resto, compreso un quasi sicuro compito in classe, di cui si era bellamente scordato, che non aveva notato il semaforo, diventato improvvisamente rosso proprio mentre lui stava attraversando la strada.

Non vide né sentì le voci di Yamamoto e Gokudera, sbucati all'improvviso dal vicolo laterale, che lo chiamavano.

L'unica cosa su cui la sua mente riusciva a restare concentrata era la macchina dalla carrozzeria argentata che sfrecciava contro di lui: era imbambolato, non riusciva a muoversi e chiuse istintivamente gli occhi, aspettando un dolore, che però non arrivò mai.

Perchè giusto un attimo prima dell'impatto, in una rapida sequenza di azioni, voci, rumori, stridori di freni e puzza di gomma bruciata, sentì un paio di braccia snelle afferrarlo per le spalle e tirarlo all'indietro.

Il suo corpo sbattè a peso morto sul marciapiede e sentì si dolore, ma non quello intenso dovuto all'essere investito da una macchina in corsa ma piuttosto simile a quello solito, cui era abituato, di una distratta caduta a terra.

Respirò affannosamente, rintronato per la botta e accecato dalla luce del Sole, talmente intensa da fargli chiudere gli occhi, mentre sotto di lui qualcosa si muoveva e le sue orecchie quasi esplodevano per le voci assordanti che lo chiamavano.

Un momento...

NATSU!” “NATSU!”

Lui non si chiamava Natsu.

Tsuna-dono... Stai bene, vero?”

Una voce flebile proveniente da un punto sotto di lui, fece sobbalzare Sawada, che spalancò gli occhi, voltandosi di scatto: c'era un ragazzo, che gli sorrideva affettuosamente tra una smorfia di dolore e l'altra.

Sembrava avere più o meno la sua età, con lunghi e arruffati capelli rossicci a incorniciargli il viso graffiato: sembrava, anzi, forse era straniero, ma si era espresso in un giapponese troppo perfetto, senza contare che qualcosa, nei suoi occhi, faceva sentire il Decimo al sicuro.

Ecco, sentiva quasi di conoscere quello sguardo.

Un attimo dopo, proprio mentre stava per replicare, una saetta bionda s'abbattè sul suo intrepido salvatore, afferrandolo per il colletto della felpa che indossava e sbatacchiandolo: gli stava urlando anche qualcosa che, a giudicare da ciò che il bruno riusciva a distinguere del fiume di parole, dovevano essere insulti.

Rimessosi a fatica seduto, Tsuna si sentì quantomeno in dovere di tentare di salvare quell'angelo che era corso a salvarlo, senza contare che doveva ancora spiegargli come diavolo facesse a sapere il suo nome, se lui non l'aveva mai visto in vita sua.

Si attardò qualche istante a osservare il nuovo venuto, i cui corti capelli chiari, alla luce del Sole, sembravano prendere le sfumature del fuoco, che stava facendo un predicozzo coi fiocchi e contro-fiocchi all'altro, il cui sguardo era tenuto basso dall'imbarazzo, e dietro di lui c'erano altri ragazzi, uno dei quali sembrava tanto massiccio da intimorire anche il Decimo.

Aveva un sacco di domande, ma prima doveva fare una cosa.

Con un sospiro, si puntellò con la mano per alzarsi: “Scusate... Io...” provò a dire, ma le gambe non lo reggevano, qualunque movimento tentasse di fare finiva inesorabilmente a terra, senza riuscire a mettersi in piedi, e gli girava anche la testa.

Che fossero ancora la tensione e lo spavento?

J-Juudaime-sama...?”

La voce strozzata, che lo aveva chiamato con quel titolo così familiare, non apparteneva però a Gokudera, forse l'unico dei suoi conoscenti a chiamarlo in quel modo, ma bensì era del ragazzo in piedi di fronte a lui, che lo fissava con espressione scioccata mentre il rosso, alle sue spalle, si massaggiava il collo con aria sofferente.

No, non si alzi!” lo bloccò subito, all'ennesimo tentativo del Decimo di tirarsi su: “Natsu, razza di deficiente! Ti rendi conto che avresti potuto rimetterci la pelle?!” quello riprese poi la sgridata come se nulla fosse accaduto, “Sei sparito come un razzo, poi abbiamo sentito il rumore dei freni, quando imparerai?!” sbottò con tono esasperato.

Uri, davvero, non è successo nulla. Ho sentito Tsuna-dono, era nei guai, non potevo lasciarlo lì.” si difese il rosso, spostando lo sguardo sull'amico e poi su Sawada.

JUUDAIME!”

Come se già non ci fosse stata abbastanza gente attorno a loro, in quel momento li raggiunsero anche Hayato e Takeshi, trafelati: “Juudaime! È ferito?!” gridò Smoking Bomb, inginocchiandosi accanto al Cielo con aria preoccupata, “Lascialo respirare, non vedi che sta bene? Sembra solo spaventato.” lo rassicurò la Pioggia, sorridendo affettuosamente all'indirizzo del suo Boss.

Poi si voltò verso il rosso, che si stava alzando con l'aiuto del suo amico, attorniato da quelli che, inconfondibilmente, dovevano essere i loro compagni.

Certo che erano tipi ben strani!

A parte i due litigiosi, Yamamoto ne contò altri sei, per un totale di otto ragazzi.

Quello più vicino a loro, massiccio e dall'aria assonnata, aveva folti capelli neri e un paio di occhi verdissimi, più verdi dell'erba d'estate, mentre, osservando quello accanto a quest'ultimo, a Yamamoto parve per un attimo di vedere Ryohei.

Stessa espressione esagitata, stessa luce negli occhi... Anche i guantoni da boxe sembravano gli stessi.

Gli altri quattro, che avevano fatto crocchio attorno a Tsuna e al suo salvatore, soprattutto due di loro, gli sembravano così familiri da causargli come una fitta di nostalgia all'altezza dello stomaco, e stava per chiedere loro chi mai fossero, se per caso si fossero incontrati a scuola, quando una voce saccente interruppe le fila dei suoi pensieri.

Hayato-danna, smettila di brontolare.”.

Le parole del biondo fecero, se possibile, arrabbiare ancora di più la Tempesta, che afferrò il ragazzetto per la felpa e lo strattonò con violenza: “Bastardo! Chi ti ha dato il permesso di prenderti tutta questa confidenza?!” gridò l'argenteo, guardandolo torvo.

L'altro, semplicemente, sorrise, era un ghigno quasi mefistofelico quello che andò a increspargli le labbra mentre, con eleganza e semplicità, scioglieva la presa dell'italiano su di sé: “Questo.” replicò; un attimo dopo, sulla guancia di un basito Gokudera, era comparso un graffio rosso e discretamente profondo.

Danna, forse non avrò più gli artigli, ma le unghie umane sono una valida alternativa.”.

Quella faccia da schiaffi fece imbestialire Hayato che, a stento trattenuto da Yamamoto, era prossimo ad azzannare il biondo alla gola.

D'accordo, Uri. Ora calmiamoci tutti.”.

Il rosso si era avvicinato all'amico, poggiandogli la mano sulla spalla e obbligandolo a tirarsi indietro, mentre Tsuna faceva lo stesso col suo Guardiano, che magicamente, e borbottando qualche parola di scusa, si calmò, non cessando però di guardare in cagnesco il suo avversario.

Mi dispiace, Tsuna-dono. Uri non voleva reagire così, e neppure litigare con Hayato-dono.” un lieve e rispettoso inchino da parte sua fece capire al Decimo che quel ragazzetto doveva essere il capo di quella combriccola, anche a giudicare dalla prontezza con cui, Uri, se non aveva sentito male, gli aveva obbedito.

Buffo,” si ritrovò a pensare improvvisamente il Cielo: “Ha lo stesso nome della Box di Gokudera-kun, sono simili anche nei modi...” riflettè.

Il suo intuito si fece sentire con la stessa intensità di un tuono poco prima di un temporale estivo.

Che fossero...?

Scosse la testa con decisione, cercando di ricacciare quel pensiero idiota nelle profondità del cervello: un'ipotesi del genere non era affatto contemplabile.

Natsu-kun, forse dovremmo dare loro delle spiegazioni.”.

Quel nome lo fece sobbalzare mentre un ragazzo, dai folti capelli color miele e con un paio di grosse cuffie azzurre attorno al collo, e un bambino, con folti ciuffi scuri e arruffati, che gli sedeva sulle spalle, non gli si avvicinarono.

Non trovi?” chiese il piccolo, aggrappandosi alla testa del rosso, che lo prese tra le braccia, stringendolo affettuosamente: “Hai ragione.” replicò, alzando lo sguardo, “Io sono Natsu mentre questa peste qui è Kojiro. Lui è suo fratello Jiro mentre l'arrabbiato alle mie spalle è Uri.” presentò.

Io sono Garyuu.”

Il mio nome è Gyuudon.”.

I-Io sono Roll...”.

Mi chiamano Mukurou.”.

La mano che Natsu tese a Tsuna era calda al tatto, come se fosse stata plasmata nelle Fiamme del Cielo, era una sensazione meravigliosa.

Una rapida occhiata agli altri, che si erano stretti attorno a loro, gli fece notare, col cuore in gola, che tutti loro emanavano Fiamme, purissime e di una intensità abbagliante.

Ci dispiace per avervi fatto preoccupare, ma quando stamattina ci siamo svegliati, ci siamoritrovati in queste condizioni e...”.

Natsu venne nuovamente interrotto da Uri, che era scoppiato a ridere sul naso a Gokudera: “Non fare quella faccia da triglia bollita, danna.” disse, canzonando l'espressione stupefatta della Tempesta.

Siamo le vostre Box Arma, non stiamo mentendo, Takeshi-bocchan.” esclamò Jiro, facendosi avanti, “Volevamo tornare a casa ma ci siamo persi...” ammise Garyuu, abbassando lo sguardo; Mukurou annuì, poggiando la mano sulla spalla di uno spaventatissimo Roll mentre Gyuudon concludeva il racconto delle loro peripezie, spiegando che Natsu era corso via all'improvviso.

Ve l'ho detto, ragazzi. Ho sentito Tsuna-dono in pericolo e mi sono precipitato ad aiutare il mio padrone.” si giustificò quest'ultimo, guadagnandosi un'occhiata malevola da parte di tutti, primo fra tutti Uri.

Beh, ma state bene! Ed è questo che conta!” esclamò Yamamoto, sistemandosi la spada: “Ero preoccupato per voi, ma vedo che non ce n'era affatto bisogno.” disse, rivolgendosi ai due fratelli.

Vero, al resto penseremo dopo.” concordò Tsuna: “Al momento, siamo solo contenti di vedervi.”.

SAWADA! COSA ESTREMAMENTE STA SUCCEDENDO?! Garyuu è sparito! E chi sono questi tizi?!”

Ryohei, esagitato come suo solito, era comparso all'improvviso da una stradina laterale, seguito da Kyoko e Chrome.

E come se le cose non fossero già abbastanza di loro complicate, un Hibari particolarmente, e visibilmente, incazzato, arrivò alle loro spalle.

Vedendolo, Roll sgranò gli occhi, che sembrarono inumidirsi.

Gentilmente, sciolse la presa che lo teneva legato all'amico e mosse un paio di timidi passi verso il suo padrone.

Erbivoro, cos'è questa confusione? E voi chi siete?” domandò con freddezza il prefetto, stringenso i tofa in pugno e non accorgendosi dell'arrivo del ragazzetto, avvolto in quella felpa viola che doveva essere almeno tre taglie più grande della sua.

Kyoya-dono...” bisbigliò lui, aggrappandosi alla maglia della giacca della Nuvola: “Voglio tornare a casa... Voglio giocare con Hibird...”.

Per un attimo, il Guardiano restò immobile, Tsuna poteva giurare di averlo visto sobbalzare impercettibilmente nel momento in cui Roll lo aveva afferrato, poi semplicemente ripose le sue temutissime armi, prese gentilmente per il polso la sua Box Arma e semplicemente se ne andò.

Sempre così, quell'Hibari...” bofonchiò Mukurou, voltando lo sguardo verso la sua padroncina: “Non si preoccupi, Ojou-sama!” esclamò, esibendo il suo migliore sorriso a beneficio della giovane, “La scorterò personalmente fino a casa, dove la lascerò solo alle cure di Mukuro-sama. ” disse, inchinandosi per baciarle galantemente la mano sottile, quella con l'Anello, “Possiamo andare, Decimo?” chiese rispettosamente, rivolgendosi al Boss.

Questi annuì, stupito dall'educazione con cui si era rivolto a lui.

Chrome sembrava a disagio, ma il cenno rassicurante che Tsuna le rivolse la tranquillizzò mentre la gentilezza con cui Mukurou le pose sulle spalle il proprio mantello la fece arrossire: anche loro lasciarono il campo, mentre Ryohei e Garyuu avevano cominciato a rifare conoscenza.

Pochi minuti dopo, entrambi corsero via, diretti verso la scuola, e il club di Boxe, cui Garyuu voleva a tutti i costi unirsi.

Una volta che i due si furono allontanati, Uri si avvicinò all'unica ragazza rimasta con un sorriso smagliante, del tutto diverso dall'aria strafottente che aveva esibito fino a poco prima: “Kyoko-nee, volevo ringraziarti per il pesce e per esserti occupata di me assieme ad Haru-nee. Non volevamo spaventarti.” le disse, con voce morbida ed educata.

Sei il gattino di Gokudera-kun?” chiese infine lei.

Si, Hayato-danna è il mio padrone.” rispose lui, raddrizzandosi dall'inchino che le aveva rivolto: “Se mai avrai bisogno di aiuto, non esitare a chiamarmi.”.

Tutt'altro tono, però, mostrò nel parlare a Natsu e Gyuudon.

Non cacciarti di nuovo nei guai, piccoletto, altrimenti è la volta che ti lego al tuo Gear. Ti affido quest'imbranato del nostro capo, se gli succede qualcosa, a risponderne sarai tu.”.

Poi, scoccando un'occhiata astiosa a Gokudera, semplicemente corse via.

E' sempre così.” sbuffò Natsu: “Però, anche se non sembra, sa essere molto gentile.”.

Gokudera e Uri sono uguali.” notò Takeshi, tenendo in braccio Kojiro: “Hanno lo stesso carattere!”.
Taci, yakyuu-baka! E tu, bastardo, aspetta!” sbottò l'argenteo, schizzandogli alle calcagna.
Si sentirono le loro grida anche a parecchi metri di distanza.

Scusaci, Tsuna-dono, scusaci tanto... Non siamo abituati a questa situazione e forse ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo. Non è un comportamento da adulti, lo ammetto...” bofonchiò imbarazzato il rosso, ma subito il Cielo scosse la testa: “Davvero, va tutto bene.” lo rassicurò il bruno, afferrandolo per il polso e trascinandolo verso la scuola.

Siete sempre voi, non è cambiato nulla.”.

 

Note del Lemure:

Ho spulciato attentissimamente la sezione alla ricerca di qualcosa di simile, ma non ho trovato nulla. Come già in precedenza, vi prego di avvertirmi nel caso mi sbagliassi, cosicché io possa fare ammenda in tempo, cancellando la fic. In ogni caso, l'idea m'è venuta spulciando Tumblr e trovando un disegno di un Human!Uri, che ha scatenato tutto questo.

Che dire, spero sia un'idea interessante.

Vi lascio con un piccolo glossario in calce, fatene buon uso.

KissKissFallInLove

Shun/Charlie

 

Glossario:

Bocchan: Signorino

Danna: Padrone/Signore

-dono: Particella che si usa in segno di rispetto per una persona. Ha un'incisività maggiore di -san ma minore di -sama.

Ojou-sama: signorina di nobili origini.

   
 
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