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Autore: Guido    13/07/2006    5 recensioni
La trama non è cambiata, rispetto alla prima stesura, quindi lascio a voi ogni giudizio sulle modifiche apportate.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Saevo Dolorum Turbine



Ringraziamenti:
innanzitutto, ai recensori della prima versione.
Rico: grazie per avere apprezzato il finale; purtroppo, sono uno di quegli autori perennemente insoddisfatti, che vuoi farci? E' vero, Harry ha fin troppa attenzione, ma ben poco affetto: ricordi, nel quarto libro, come ha reagito male all'atteggiamento di Ron? Certo, non gli piaceva sentirsi dare del bugiardo, ma soprattutto non digeriva che, a farlo, fosse proprio il suo migliore amico. Secondo me, il Nostro - dopo undici anni di contatti umani pressochè inesistenti, in quel di Privet Drive - si è attaccato a quei pochissimi amici che ha con la tenacia di dieci patelle. E Draco gli gira intorno da un pezzo, è vero... tutti quanti ci siamo sempre chiesti perchè! La sua indifferenza, anche qui,è solo apparente; spero che la revisione serva, anche e soprattutto, a far comprendere meglio il suo ruolo, alquanto "sacrificato" nella prima stesura, perchè, come già ho scritto, non ero riuscito a far decollare il suo POV.
Sabry: anche tu stanca del clichè che vuole Harry e Draco a letto insieme entro il secondo capitolo? Hai ragione, lo stile è senz'altro diverso, sia per il registro linguistico assai meno aulico, sia per la sintassi: ho privilegiato un periodare paratattico e spezzato, a tratti, forse, affannoso, sperando, con ciò, di rendere verosimile il "flusso di coscienza". Non credo che un "normale" (?) studente, anche a Hogwarts, nei momenti di angoscia pensi in termini aulici, costruisca periodi ciceroniani e si esibisca in citazioni latine. A prop, il titolo della storia (e dell'inno) significa
"In un crudele vortice di dolori". Per i più curiosi: il testo integrale dell'inno non è disponibile in Rete, per quanto ne so, però ho visto una traduzione inglese con file MIDI; io conosco quello che cantano a Savona, ma non so se sia stato abbbreviato, rispetto alla versione del "Breviarium Romanum".
Mariademolay: per lo stile, vedi sopra. Probabilmente, il
labor limae non avrebbe cambiato più di tanto le cose, sai? Per quanto riguarda nascita e sviluppo del suo rapporto con Harry, mi riserbo di scrivere un prequel (che, per economia di scrittura e processi mentali dell'autore, sarà comune anche a "Il Profumo"), ma inserisco qui almeno un accenno; non un flashback, che, a mio avviso, striderebbe con il "flusso di coscienza". E no, non hai sbagliato lo spelling, tranquilla.
Per il lettore frettoloso: le modifiche riguardano soltanto la parte successiva all'incontro con Draco. Per intenderci, dal
Glom in avanti. E, a conti fatti, sono piuttosto contenute.
Infine, annunci personali. Sembra che i problemi in famiglia siano risolti (tocco comunque ferro) e, poichè la Musa non ha disertato nel frattempo, dovrei riuscire a mettere insieme un aggiornamento per
"Il Profumo" entro termini ragionevoli.
Oh, un'ultima cosa. Questa storia è nata con una dedica, poi soppressa in corso di stesura, perchè temevo che apparisse astiosa e risentita. In realtà, al massimo può essere definita amara; eppur non priva di speranza, come il finale della storia dovrebbe mostrare chiaramente.




A Pietro.
Grazie per l'ispirazione.




A volte ti odio, lo sai?
Vorrei che la memoria non mi torturasse ad ogni ora, facendomi danzare il tuo viso davanti agli occhi; vorrei cancellare a suon di sputi, a suon di sangue, quella tua aria da bell’indifferente, da menefreghista invulnerabile… ma so che, se tu fossi qui, nulla di tutto questo accadrebbe, poiché cadrei di nuovo sotto il tuo stramaledetto incantesimo.
Ah, ma tu sei qui, non è vero? Sei a pochi metri da me, precisamente a due banchi di distanza, ormai da un’ora intera. Adesso che perfino la McGranitt fiuta l’arrivo della campanella e sta assegnando i compiti, forse avrò l’opportunità di parlarti. Devo soltanto aspettare, indugiare in classe e sperare che tu faccia altrettanto. Sperare…!
Chi sei, da dove sei spuntato, per avere un tale potere su di me?
Chi sono io, piuttosto, che razza di deficiente al cubo sono, per marcire qui in attesa della tua attenzione?
Mai, mai avrei creduto di poterci cadere di nuovo. C’è già stato chi mi ha usato come tappabuchi, giusto per le ore in cui non aveva di meglio da fare, e grazie, non ho gradito l’esperienza. Ma trovarmi a ripeterla, ora, con te...
Ti credevo diverso. Ti credevo un amico.
E forse lo sei anche stato… a tuo modo, beninteso, e nel tempo libero.
Campanella!
«Signor Potter.»
«Uhm… sì, Professoressa?» Qualunque cosa possa volere la vecchia arpia, almeno mi fornisce un ottimo pretesto per trattenermi in classe.
«Non sono per niente soddisfatta dal Suo lavoro di oggi.»
«Ehm…» Cosa dovrei dire?
«Francamente, la Sua mancanza di concentrazione mi stupisce.»
Non stupisce me, invece. Professoressa cara, ha mai provato a concentrarsi con la Sua ossessione personale a pochi metri di distanza?
«Pertanto, temo proprio di doverLe assegnare una serie di esercizi supplementari.»
Sospiro. «Va bene.» Tanto, non saprei che fare nel tempo libero. E la McGranitt lo sa perfettamente, quindi suppongo che questa sia la sua terapia, il meccanismo che mi dovrebbe spingere a reagire…
Scribacchio gli esercizi extra e azzardo un’occhiata in tralice alla mia sinistra.
Cazzo! Sparito un’altra volta!
Dovrei esserci abituato, ormai; e invece… Oh, non che mi aspettassi veramente di vederti lì ad aspettarmi, ma… ma fa male lo stesso.
Lo so, sono un cretino.
«Può andare, Potter.»
«Grazie, Professoressa.»
Posso andare, certo, ma dove? Ho un’ora buca, un’ora che, contro ogni speranza, ho sperato di trascorrere con te. E invece… come previsto, casomai mi fossi voluto illudere ancora un po’, il corridoio è deserto.
Nessuno con cui parlare, niente da fare. Certo, ci sono questi esercizi, ma dovrei andare in Biblioteca e… e non ci riesco, cazzo! Non ancora.
Se tu fossi qui… forse con te ci riuscirei.
Ma dimmi un po’, non stavo già male abbastanza, senza che ti mettessi a spargere sale sulle ferite? Sono troppo solo per reggere il peso della tua indifferenza; avresti potuto reggere la finzione dell’amicizia ancora per un po’, almeno per pietà.
Oddio, sto parlando sul serio! Io che non ho mai voluto la pietà di nessuno!
Ma tu hai il potere di farmi star male. Pensavo di essermi corazzato contro l’indifferenza, pensavo che nessuno potesse più farmi star male, non dopo…
Perlomeno, questa volta non mi sono innamorato; perlomeno non siamo finiti a letto. Ma i “non” sono sempre una consolazione magra: dov’è la vera differenza, rispetto a…?
Cho.
Da quanto tempo mi rifiuto di pensare a lei, a quella maledetta Domenica? Dovevo avere lasciato il cervello sul cuscino, al risveglio; come vorrei scoprire che è stato solo un incubo... Cazzo, è orribile fare sesso con una che piange dall’inizio alla fine!
E per giunta mi ha chiamato Cedric. Prima, durante e dopo. Fantastico.
Questa è stata la mia prima volta. Se il buon giorno si vede dal mattino… Forse mi conviene diventare gay.
Ah, ma questo è stato l’unico punto su cui ti ho detto di no, vero? Povero Draco, non avresti mai immaginato di poter ricevere un rifiuto… o sì? Avevi un’aria così ansiosa, quando me l’hai chiesto. E io che ti ho detto? “Preferisco che restiamo amici”. Senza scompormi, davvero; dopotutto, io e Ron abbiamo fatto i nostri esperimenti, che c’è di male?
Ron…
Ma che amico sei, se adesso mi ignori, cazzo? Da due settimane ti vedo solo nelle occasioni scolastiche e non ci scambiamo una parola; eppure sai come sono ridotto, lo vedi, porco boia, o sei cieco?
Maledetti tutti quanti. Voldemort, i Mangiamorte, tutti. Sì, Draco, anche tuo padre; non chiedermi di non odiarlo. So che c’era anche lui, so che era il capo.
Tuo padre li ha uccisi, cazzo! Ron, Hermione e i Weasley sono morti, e tu… tu… tu te ne freghi!
No, non sto facendo ricadere su di te le colpe di tuo padre; dico solo che, se te ne fregasse qualcosa, cercheresti di starmi vicino, no? Mica pretendo che me li resusciti, non ti chiedo certo di uccidere tuo padre (alla vendetta penso io); da te vorrei solo un minimo di conforto.
Ma ti sei visto, cazzo? Sei più solo di un boia, ti resto soltanto io: è il problema di chi salta il fosso, perdi i vecchi amici e difficilmente ne acquisti di nuovi. Ma, se ti può consolare, sono rimasto solo anch’io, i miei amici hanno saltato un fosso molto più profondo del tuo.
Ho detto “consolare”? Oh bella, come se dovessi essere io a consolare te!
Certo, una mano lava l’altra, Draco. Tu, almeno tu, dovresti capire come mi sento. E, se non capisci, se te ne freghi, a me chi cazzo resta, eh? Neville? Luna? Non sono il massimo, credimi; bravi ragazzi, ma non li voglio intorno quando sto male.
Io voglio te.
Ti ho dato tutto, cazzo, tutto quello che ho potuto! Mi sono fidato di te, Draco, quando sei venuto a cercarmi. Tu mi hai cercato, non io. Mi hai detto di essere cambiato, di non voler diventare un Mangiamorte, e io ti ho creduto, sentivo che eri sincero. Ne sono convinto perfino adesso.
Ma eri sincero anche quando hai detto di voler essere mio amico?
Adesso non ti servo più, giusto? Grazie a me, ti hanno creduto tutti, Silente in testa. Sei di nuovo una persona perbene, secondo i discutibili canoni del Mondo Magico; non hai più bisogno del Ragazzo Sopravvissuto.
Ti vergogni di me, Draco? Ti vergogni del Mezzosangue? Ti vergogni di avermi per amico e anche per cugino? Ha! È buffo, se ci pensi: i Potter sono (erano) una dinastia di Purosangue, proprio come i Malfoy, e, se mio padre non avesse sposato una ragazza di nascita Babbana, chissà, forse avremmo giocato insieme, da bambini. Ma non riesco a immaginarti piccolo, mentre giochi.
Però giochi bene, molto bene, con i sentimenti degli altri, vero? Sei un artista, in questo. A che ti serviva la mia amicizia, quando avevi già la mia fiducia? Dovevi proprio ottenerla, tanto per il gusto di gettarla via? Perché, ora che ci penso, tu non hai mai avuto amici, vero? Anche Tiger e Goyle cosa sono stati? Soltanto i tuoi galoppini. La verità, caro, è che dell’amicizia non sapresti proprio che fare; e quindi…
Bastardo.
E so già che, se ti vedessi, se mi comparissi davanti, riuscirei solo ad abbracciarti.
Doppiamente bastardo.
«Harry…»

Glom.

Mi giro.
«Ah, sei tu.»
Come vorrei che il tono piatto non fosse smentito dall'abbraccio!
«Piano, mi soffochi!»
Ti soffoco? Ah, no: il minimo, ma proprio il minimo, è strozzarti, verme! E questo muro è perfetto per sbatterci una testa, senti? Tum-tum-tum
«Dove cazzo sei stato, razza di bastardo, eh?»
Tum-tum-tum…
«Harry…»
«Hai ancora il coraggio di fiatare?» Ma cosa ci vuole per farti tacere, per strozzarti quella linguaccia malefica? Sto ancora cercando di strangolarti, e il fiato manca a me! Mal di gola. Mi sa che ho urlato troppo.
Alzi gli occhi. Certo che hai fegato, bello.
Cosa vuoi fare…?
No, non è possibile! Mi stai baciando?
Dolcemente. Sulla guancia.
Cos’è questo nodo che ho in gola?
Ditemi che non è quello che penso!
«Non piangere più, Harry…»
Non piangere? E chi piange? E se anche piangessi, chi cazzo sei tu, per impedirmelo?
Non ho più la forza di parlare, di pensare… riesco solo a piangere, Draco.
Adesso sei tu ad abbracciarmi. Sai essere più delicato di me e vorrei abbandonarmi, crollarti addosso, forse... Amico, cugino, o verme, qualunque cosa tu sia, almeno sei qui.
Tienimi stretto, Draco. Non lasciarmi.
«Non sei solo, Harry. Coraggio.»
Di bene in meglio: sto singhiozzando. Dio, che vergogna!
Davvero non sono solo, Draco? Perché sei qui? Forse perché ti faccio pena?
Anche se fosse, non ho la forza di mandarti affanculo. Però devo saperlo.
«Che ci fai qui, Draco? Spunti adesso...?»
Mi fissi dritto negli occhi. Lo stesso sguardo. Cazzo, come faccio a non crederti anche stavolta? Ho creduto al figlio di Lucius Malfoy, che rifiutava di essere sacrificato dai Mangiamorte per i loro piani, e mi ha convinto questo sguardo. Come faccio a non crederti, ora?
«Sono stato uno stronzo, lo so.»
Non ho neanche la forza di annuire, lo scatto di collera omicida ha prosciugato tutte le mie energie.
«Sono morti, Draco. Non ci sono più.»
«Lo so, Harry. Lo so.»
«Non riesco ancora a crederci, sai? Tutte le mattine mi sveglio convinto di trovarli lì che mi aspettano… Tutte le mattine…»
«…La stessa delusione.»
«Sì.»
Ho smesso di piangere. Ora potrei anche andare. Faccio per staccarmi da te, ma mi trattieni.
«Ti ho deluso anch'io, vero? Non ero lì, quando avrei dovuto, quando avevi bisogno di me...»
La gola mi brucia di nuovo. Vorrei gridarti che io non ho bisogno di nulla e di nessuno, che sei tu che... che hai fottutamente ragione. Bastardo.
Magari te la ridevi anche alle mie spalle? O cosa facevi, in queste due settimane?
Adesso stai piangendo tu, in modo composto, ma non osi guardarmi in faccia. Il ritratto della vergogna.
«Non ce la facevo, Harry. Non riuscivo… Cazzo, è mio padre che li ha uccisi!»
«Lo so.»
Mi fissi, come se non osassi credere alle tue orecchie.
«Tu non sei lui, Draco. Non biasimo te, per quello che è successo. Non potrei.»
«Allora…» Ti mordi le labbra. «Mi vuoi ancora, Harry?»
Mi sembra di aver trattenuto il fiato finora, aspettando che mi chiedessi qualcosa di simile. «Sì, Draco. Ho bisogno di te, sei l’unico amico che mi resta. Io… io non ce la faccio da solo!» No, no, per favore… ho già pianto anche troppo! Infatti, e per fortuna, sembra che non mi siano rimaste lacrime da versare.
Mi abbracci più forte, ma resti comunque più delicato di me. Grazie. Ho paura di spezzarmi, sotto una stretta troppo energica.
«Anche a me resti solo tu, Harry. Non vergognarti di me.»
«Io? Vergognarmi di te?» Ma di che diavolo stai parlando?
«Lascia che ti consoli, quando piangi; non scappare da me. Ti prego.» Sembra che stia per piangere di nuovo anche tu; mi sa che abbiamo bisogno di una bella Pozione Calmante, tutti e due. «Gli amici servono a questo, no? Anche quando sono figli di Mangiamorte?»
Come sei carino, quando ti sforzi di sorridere. «Non mi vergogno di te, non sei tuo padre, te l'ho detto. E non scappo. Scusa. E' solo che... non sono abituato ad essere consolato. Sono uno che si arrangia, sai?»
Stavolta il sorriso ti riesce davvero. Ma cos’è questa mano che mi porgi? «Ricominciamo, Harry? Insieme?»
Credevo di aver dimenticato come sorridere, io. Forse è solo la stanchezza a tirami le labbra. «Draco Malfoy, ti sei comportato come il peggiore degli stronzi… ma devo ammettere che hai stile!»
«Grazie.» Un inchino aggraziato, come sempre. «Posso prenderlo come un sì?»
Annuisco; sento che mi gira la testa, sono in sovraccarico emotivo. «Probabilmente me ne pentirò… ma, dopotutto, quante volte mi sono comportato da stronzo, io? Sarà il sangue dei Black…» Risatina incoerente, quasi isterica. Mi sa che sono cotto.
«Allora, cuginetto, siamo di nuovo insieme?»
Prendo la tua mano. Stavolta faccio la cosa giusta.
«Insieme, Draco. Ne usciremo insieme, e al diavolo tutti quanti.»
A me gira la testa, forte, e abbiamo un lungo corridoio da percorrere, prima di tornare nelle zone frequentate dagli studenti, prima delle lezioni che ci aspettano. Oggi, domani, dopodomani… lezioni e necrologi, le notizie della guerra appena filtrate dalle mura del castello.
Ma non mi riuscirebbe di pensarci, neanche se lo volessi; adesso, per me, conta solo il tuo braccio, che, passato intorno alle spalle, mi impedisce di cadere, o di svenire, sorreggendomi con la presa salda del Cercatore.
Camminiamo così, Draco. Camminiamo insieme.


Note:
Questo è un AU che si distacca dall’universo canonico alla fine del quinto libro, il che permette anche di evitare spoiler. Ho cercato di scrivere una Harry/Draco un po’ diversa dal solito e, tanto per cominciare, con una punta appena di slash: detesto gli svolgimenti scontati. Spero di non deludere troppi fan della coppia!
Riprendo qui un tema a me caro, la parentela tra i due protagonisti; per i riferimenti al canone, rinvio a
"Il Profumo della Libertà", cap. 2 e relative note.

  
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