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Autore: Silene Nocturna    16/11/2011    5 recensioni
Salve a tutti! Nonostante sia un'accanita fan della mitica coppia, non ho mai scritto nulla che riguardasse la nascita del loro rapporto... Fino ad oggi.
"- Non ti è chiaro, terrestre, che quando ho deciso di trascinarti a bordo il tuo compito era quello di restartene in silenzio a meno che non ti ordinassi il contrario?
Lei distolse lo sguardo e stringendo i pugni dovette trattenersi dal commentare quella domanda che non ammetteva alcuna replica: era una constatazione, nient’altro che un ordine e doveva stare attenta a rispettarlo.
- Basta giocare all’ospite mescolatosi con i futili amici di un perdente, questa non è la Terra. Non è casa tua. Qui c’è solo il Principe dei Saiyan e tu, razza di sciocca impudente, imparerai finalmente ad assecondarmi…- Bulma si morse le labbra, inconsapevolmente tremava."
Grazie a Bluemary e Giulz87 *_*
Buona lettura a tutti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata con un mostruoso ritardo… Non aggiorno questa fan fiction dall’estate e quasi me ne vergogno, ma ahimé l’ispirazione tardava ad arrivare. Mi sono concentrata sui contest e su altri tipi di storie, lasciando nel dimenticatoio quest’ultima. Ho corretto il precedente capitolo in quanto vi era la presenza di errori che non so neanche spiegarmi ._. Però, carissimi lettori e lettrici, sono qui adesso pronta a tornare alla carica! Ho tre long in ballo, e credo proprio che il prossimo aggiornamento riguarderà End o fan Era poiché ho deciso di alternarmi con la stesura.

Qualcosa da dire su questo capitolo? Béh, avevamo lasciato la nostra coppia su di una navicella diretta verso Kanassa… Ricordate il pianeta in cui Bardak ha ricevuto quello strano potere? Bene, non dimenticatelo XD Parto dicendo che in effetti, il nostro Principe si trova ad affrontare una quasi convalescenza, perché sì, mi sono ispirata alle Origini del Mito: è vero che Bardak aveva anche combattuto strenuamente con i… Kanassiani? E per questo dopo è stato sottoposto alle cure mediche, fatto sta che subito dopo aver ricevuto il colpo è stramazzato a terra quindi… Ho voluto rendere questa cosa, anche se Vegeta è decisamente più potente, soprattutto per favorire l’intreccio! Che dire di Bulma? Vedrete che sarà combattuta e… Leggete per scoprire!

Buona lettura^^

 

 

 

 

Non un qualunque Saiyan

 

 

La giovane rimase con le sottili labbra spalancate in un urlo muto osservando il cadavere fumante dell’alieno riverso sulla terra arida a pochi passi di distanza e soltanto qualche istante dopo familiarizzò che il colpo scagliato da Vegeta era stato fatale. Non aveva pensato a questo quando aveva cominciato il viaggio; si era lasciata trasportare solo da quei reconditi pensieri sul suo ritorno, appurando che non vi fossero viveri sufficienti e soprattutto che Ianko la dovesse salvare… Sì, salvare da quel guerriero cinico. Riconobbe in Vegeta lo spietato saiyan che aveva seminato morte e, seppur indirettamente, causa di svariate uccisioni. Ricordò la sorta di alleanza su Namecc e la paura che la pervadeva ogni volta che, recuperata una sfera, da un momento all’altro il guerriero potesse scovare lei, Gohan e Crili per sottrarre gli oggetti mistici nel modo più cruento che conoscesse. La consapevolezza di ciò si mostrò come un gelido brivido quando fece saettare le iridi chiare sul corpo irto dinanzi a sé, col braccio ancora teso e la mano aperta in direzione della città bianca: era facile per Vegeta decidere della vita o della morte di una persona, si ritrovò a constatare sbalordita. Il saiyan non si scompose e, ritraendo l’arto, pareva stesse valutando svariati inconvenienti in cui potessero imbattersi.

“Il primo è sistemato, forse avrei dovuto disfarmi di entrambi.”

Dopotutto non aveva il tempo di badare alle schiere di alieni che si fossero presentati nel tentativo di annientarlo, anche se dovette ammettere a sé stesso che la gloria ed il proprio nome non erano ancora scivolati del tutto nel dimenticatoio: quegli esseri non erano tanto sciocchi da affrontarlo. Assicurandosi che la scienziata lo seguisse, la richiamò per procedere con sicurezza verso le strutture formulando l’ipotesi che nelle zone limitrofe avessero trovato ciò di cui avevano bisogno.

Più tardi, l’espressione schifata di Bulma contribuì a fargli venire i nervi a fior di pelle, dato che tutto quello che le era stato offerto, l’aveva malamente rifiutato.

- E’ troppo viscido… No, troppo duro. Insomma, non hai qualcosa di commestibile?

Fortuna volle che il principe le elargì minacciosamente un ultimatum che la costrinse a raccattare velocemente il cibo e lasciare la minuscola locanda messa velocemente a soqquadro. Varcata la porta però, i due si ritrovarono a fronteggiare una schiera di alieni dai tratti marcati ed i colori azzurrini, che con cipiglio astioso puntavano le armi, simili a lance, nella loro direzione; Bulma fremette, indecisa se rifugiarsi oltre le spalle del guerriero o tentare di comunicare con gli abitanti di quel pianeta proclamandosi vittima.

- Andatevene. Perché siete approdati su Kanassa? Le nostre terre sono già state rase al suolo dai saiyan al servizio di Freezer- disse contraendo i muscoli quello che appariva come il comandante del plotone.

La scienziata ascoltò attentamente le parole per poi osservare il paesaggio circostante; a parte il deserto roccioso, non vi erano altre costruzioni all’orizzonte, simbolo che evidentemente la città dinanzi ai suoi occhi fosse l’unico centro abitato.

- Non siamo al servizio di Freezer- pronunciò Vegeta apprestandosi a percorrere la via del ritorno e tralasciando la nota di minaccia presente nel timbro di quell’essere, inutile sprecare fiato mettendolo al corrente della dipartita del dominatore dell’Universo; erano fin troppo deboli per attaccarlo, la sua ricerca era appena cominciata.

- Dove credi di andare, saiyan?!- pronunciò ancora il più ostile, sbarrandogli velocemente la strada.

Un solo dubbio s’insinuò nella mente del principe, prima di passare all’attacco scaraventando l’alieno lontano da sé: difficile capire a che razza appartenesse ora che non vi era traccia della coda, eppure non ci avevano messo molto a riconoscerlo.

- Vi conviene lasciarci andare- pronunciò con un’esasperante calma che indusse i guerrieri avversari ad attaccare tutti insieme.

Bulma si distanziò dal campo di battaglia rientrando velocemente nella locanda. Era reduce di svariati combattimenti che rasentavano l’assurdo e non era mai una cattiva idea allontanarsi, evitando così sbalzi spropositati di energia; il saiyan era momentaneamente accerchiato. Ogni essere aveva afferrato saldamente una parte del corpo mentre lui rimaneva ancora aggrappato a quella lucidità che non faceva presagire nulla di buono. Osservò quegli esseri investiti da un potente bagliore e con il dorso della mano pensò di schermare gli occhi sensibili; quando tornò a volgere lo sguardo su Vegeta, era già sparito. I guerrieri combattevano ad una velocità impressionante, era difficile seguire i movimenti anche se una moltitudine di corpi erano già riversi al suolo e quando l’uomo veniva scagliato contro una delle rocce che costernavano il paesaggio arido, stringeva le palpebre nonostante l’immancabile sicurezza che ispirava Vegeta in duello. Quando il campo visivo riscontrò quello che doveva essere uno degli alieni irrompere della sua direzione, si ritrovò ad urlare spaventata, nascondendosi al di sotto del davanzale, sfondato dal cranio nerboruto dell’abitante di Kanassa. L’essere appariva privo di conoscenza e la ferita mortale infertagli sul collo zampillava ancora copiosamente, imbrattando il pavimento. Bulma si coprì gli occhi con orrore, appurando che, ormai morto, non avrebbe potuto nuocerle; rivide in quello sguardo spento l’indole del suo compagno di viaggio ed abbracciandosi quanto poteva si fece forza scacciando i neri pensieri che le affollavano la mente, zampillando sulle palpebre serrate. Erano nemici, solo nemici, ripeteva come una cantilena. Abitanti che proteggevano il loro pianeta dall’ennesima invasione.

Quando anche l’ultimo degli alieni si fu accasciato al suolo, il saiyan iniziò la sua lenta discesa verso il terreno scosceso, abbandonando così la levitazione; si guardava intorno, certo che nessuno fosse stato tanto caparbio da sfidarlo ancora. L’attorniavano scompostamente, grondanti di liquido violaceo e lui asciugò un rivolo di sangue dal labbro, pronto a raggiungere nuovamente la navicella per lasciarsi alle spalle quel miserabile pianeta. Avvertiva la presenza della terrestre, rannicchiata ancora nella locanda ormai distrutta e senza perdere altro tempo si apprestò a richiamarla con tono imperioso.

- Alzati.- disse soltanto, conscio che in quel silenzio tombale l’avrebbe udito.

- Alzati, avanti.- ripeté incrociando le iridi buie come la notte con quelle limpide e timorose della donna.

Bulma si issò sulle tremolanti gambe pronta a raggiungerlo. Tenendo lo sguardo fisso sul poderoso corpo dell’uomo era certa che se l’avesse distolto per osservare quel disastro, sarebbe crollata sui suoi passi incerti.

Accadde in un attimo: quando le rocce scoscese cominciarono lentamente a sgretolarsi alle spalle degli inconsueti visitatori, una figura possente spiccò un balzo che colse entrambi di sorpresa. Un colpo fu fatale. L’alieno di Kanassa scagliò l’attacco diretto alla vulnerabile nuca di Vegeta facendolo piombare a terra quasi del tutto privo di sensi; egli avvertì distintamente l’urlo della donna, prima di rendersi conto che le forme del paesaggio stavano diventando sempre più indistinte, poi buie. La condizione di svantaggio venne avvalorata dalla risata minacciosa dell’essere mentre dinanzi le pupille quasi cieche del saiyan si materializzò l’aura del guerriero misterioso, colui che aveva sconfitto Freezer sulla Terra… Perché quella visione? Si chiese prima di passare una mano sulla fronte nel tentativo di rialzarsi.

- Adesso sarai tu a perire, Principe dei Saiyan! Accetta il mio dono come una condanna: la precognizione, grazie alla quale saprai il destino e tutto ciò che ti attende… Osserva bene e soffri!- urlò esasperatamente prima di squassare il silenzio con una risata diabolica, bruciando tra le fiamme scaturite dal colpo di Vegeta.

La scienziata tremò osservando l’alieno ardere a pochi metri di distanza prima di volgere lo sguardo sul guerriero. Quando tutto tacque, ascoltò dalle sue labbra una sola domanda:

- Precognizione?

- M-Ma che cosa voleva dire?- chiese di rimando prima di ritrovarsi nuovamente a seguire la sua scia.

Tratteneva il respiro, decisa più di ogni altra cosa a non farsi pervadere dall’odore di morte e, stringendo convulsamente a sé i viveri, si affiancò a Vegeta, seguendolo sulla via del ritorno. Deglutì sonoramente quando gli occhi cozzarono inavvertitamente contro i guanti bianchi macchiati del suo sangue, misto a quello degli alieni, e salì a bordo della navicella senza proferire una sola parola. Credé di essere al sicuro, una volta abbandonato il suolo di Kanassa, e con l’intenzione di farlo il più presto possibile si mise ai comandi sistemando distrattamente le vivande su di un ripiano; avendo lasciato indietro Vegeta, non si rese conto dello stato in cui fosse, né si preoccupò dato che non aveva accusato particolarmente i risvolti dello scontro, ma, una volta calcato il suolo del veicolo, si era accasciato del tutto privo di sensi, con un tonfo tale da attirare nuovamente l’attenzione della scienziata che si voltò interdetta. Impostate le coordinate, slacciò la cintura pronta a soccorrerlo, se solo avesse saputo quale fosse il malore che l’aveva colto nel breve frangente, siccome non presentava alcun tipo di ferita; gli alzò istintivamente la nuca quasi convinta dell’idea che l’ultimo colpo potesse essere stato fatale. Scoprì le dita cosparse del caldo e vischioso liquido, ciò che l’indusse ad allarmarsi: raccattando tutte le energie in suo possesso, trascinò il pesante corpo di Vegeta fino alla camera da letto, adagiandolo sul materasso per poi munirsi velocemente di materiale medico. Asciugò un rivolo di sudore prima di fasciare accuratamente il punto leso ma, osservando il volto contratto dell’uomo, si chiese se non avesse qualche altro e sconosciuto malessere; i muscoli erano bollenti, il sudore discendeva lento bagnandogli quasi interamente il collo… le sembrò opportuno tentare di raffreddarlo con qualsiasi cosa le capitasse, anche se dovette ammettere che le proprie capacità fossero maledettamente limitate. Con l’assenza dei giusti macchinari ed il mancato aiuto di suo padre, abbassò le braccia, impotente. Lanciò un’occhiata sbieca al pannello di controllo, oltre lo stipite della porta: quello poteva essere il momento più adatto per manomettere la rotta e tornare sulla Terra, anche se… Si voltò verso Vegeta. Una volta sveglio gliel’avrebbe fatta pagare amaramente; deglutì prima di osservare il corpo inerme disteso sul materasso. Aveva ancora la battle suit indosso, indumento che gli donava un aspetto vagamente più minaccioso del solito. Da quando si era stabilito alla Capsule Corp. non aveva fatto altro che portare gli abiti terrestri procurati dalla giovane. Ella sospirò: era così incuriosita da quell’uomo e neppure sapeva spiegarsi il perché. Avendolo visto compiere simili gesta, polverizzando ed uccidendo dinanzi ai suoi occhi però, si sentiva come svuotata; la curiosità aveva lasciato il posto al timore… Non doveva considerare l’ipotesi che Vegeta potesse mutare. Era già successo in passato, nonostante la remissione di Junior fosse avvenuta sì, gradualmente e soprattutto egli era consapevole della propria scelta. Il saiyan invece appariva saldamente ancorato a quel passato di cui si era nutrito per anni sotto il dominio dell’alieno che, a quanto aveva capito, era il fautore della distruzione del pianeta Vegeta-sei. Abbandonò mestamente l’idea di cambiare le coordinate andando a preparare qualcosa da mettere sotto i denti con tutta l’intenzione di distrarsi: per sua fortuna vi erano ancora delle scorte terrestri a bordo e smistando nel frigorifero quel cibo raccattato velocemente sul pianeta visitato, si apprestò ad accendere il microonde per poi aprire una lattina di birra che tracannò velocemente nel silenzio rotto soltanto dagli ansiti di Vegeta.

Trascorsero molteplici ore dal decollo avvenuto senza intoppi ed i motori ancora forniti di carburante sfavillavano nello spazio infinito lasciandosi velocemente alle spalle pianeti d’ogni genere… il saiyan pareva profondamente addormentato, anche se alcune sconnesse parole erano affiorate da quelle labbra contratte. Immagini mescolate e frammenti di vita gli affollavano la mente imbrigliata in un innaturale torpore da cui sembrava non vi fosse uscita. Aveva rivissuto la battaglia su Namecc, la sua disfatta contro Freezer quando, trapassandogli violentemente il torace, aveva messo fine alla sua esistenza; precipitò in un baratro senza fine per essere bruscamente scaraventato sul campo di battaglia insieme a quel misterioso ragazzino che dinanzi ai suoi occhi aveva sconfitto l’alieno, privandolo nuovamente della personale vendetta. Ancora una volta i suoi occhi scuri si ritrovarono a scrutare le pupille chiare e severe con astio; aveva detto di appartenere alla sua specie, anche se pareva fin troppo giovane per essere un reduce dell’esplosione e l’insolito colore predominante non faceva che aumentare i suoi dubbi. Velocemente lo scenario mutò per donargli un’immagine a cui non vi fu spiegazione razionale, soltanto il corpo riverso ai suoi piedi di quello stesso saiyan con il torace sfondato e fiotti di sangue sgorgare dalla bocca contratta a causa di dolorosi conati. Riprese conoscenza nel buio della camera e, in un primo momento faticò per mettere a fuoco i tratti del mobilio, colto da un’inconsueta sensazione di malessere; voltò la testa di lato osservando l’oblò oltre cui svettavano scie luminose. Decise di alzarsi e togliersi di dosso l’aderente tuta da combattimento che, oltre ad essere quasi del tutto sporca, cominciava ad infastidirlo causandogli sudorazione. Si liberò della corazza gettandola in un angolo della stanza prima di riversarsi oltre l’uscio a petto scoperto; la terrestre dormiva sui sedili dell’abitacolo e lui vagando alla ricerca di cibo, sedette al buio, nell’angolo cottura, rimuginando su cosa fosse accaduto durante lo scontro avvenuto su Kanassa. Era risaputo che gli abitanti avessero particolari poteri, tuttavia le parole dell’alieno gli ronzavano in testa come una muta minaccia che si portava al seguito… Era stato maledetto? Ghignò al pensiero, ma improvvisamente rivide la salma di quel giovane costretto al suolo in una pozza di sangue. Non seppe spiegarsi il motivo di una tale visione, soprattutto, constatò quanto facesse caldo, insopportabilmente.

- Vegeta...- mormorò la donna, attirandosi il suo sguardo tagliente addosso.

Da tempo non affrontava un viaggio, lui, ma poco aveva a che vedere col suo attuale malessere; respirò profondamente prima di addentare nuovamente il pasto, attendendo che l’orologio digitale segnasse un’ora accettabile per iniziare gli allenamenti. Non chiuse occhio, rimanendo costantemente vigile.

***

Il sonoro sbadiglio di Bulma si propagò tra le pareti metalliche; la scienziata aprì gli occhi tra abbaglianti neon ed i versi del saiyan contribuirono a farle storcere il naso, appurando che si stesse allenando a pochi passi da lei.

- Non si può neanche dormire in santa pace- disse sbadigliando ancora ed apprestandosi a raggiungere il bagno, rigorosamente in biancheria intima.

Superò Vegeta senza degnarlo d’attenzione e poi osservò il proprio volto riflesso nello specchio e per poco non si spaventò: era pallida, con una massa informe di capelli e le violacee occhiaie accentuavano ancor più i segni di quella nottata trascorsa male. Era andata a dormire dopo aver tracannato tre lattine di birra, spossata e con la speranza che il guerriero si riprendesse. Quel pensiero la pervase come una scossa d’energia e senza neanche infilarsi sotto la doccia si diresse nuovamente nell’abitacolo osservano Vegeta intento ad issare ed abbassare la propria schiena.

- Possibile che tu debba essere sempre così masochista? Ieri hai perso conoscenza e sembrava avessi la febbre. Perché non ti preoccupi di capire cosa ti ha fatto quell’essere?- ma subito dovette tapparsi la bocca al ricordo di quanto accaduto sul pianeta. - I-insomma, volevo dire…- Bulma balbettò prima di vederlo alzarsi dal pavimento e raggiungerla, piantando il suo sguardo serio nelle sue iridi; ciò l’indusse a sigillare completamente le labbra.

- Non ti è chiaro, terrestre, che quando ho deciso di trascinarti a bordo il tuo compito era quello di restartene in silenzio a meno che non ti ordinassi il contrario?

Lei distolse lo sguardo e stringendo i pugni dovette trattenersi dal commentare quella domanda che non ammetteva alcuna replica: era una constatazione, nient’altro che un ordine e doveva stare attenta a rispettarlo.

- Basta giocare all’ospite mescolatosi con i futili amici di un perdente, questa non è la Terra. Non è casa tua. Qui c’è solo il Principe dei Saiyan e tu, razza di sciocca impudente, imparerai finalmente ad assecondarmi…- Bulma si morse le labbra, inconsapevolmente tremava. Schiuse la bocca per riprendere il fiato quasi del tutto perso, quando le spietate parole del saiyan tornarono a trafiggerle i timpani insieme al pugno scagliato sulla parete ad un solo centimetro di distanza: -…Senza opporre inutili obiezioni.- le donò un crudele ghigno prima di completare del tutto quel malsano discorso. – Mostrami la tua intelligenza, potrebbe aiutarti a non compiere azioni di cui potresti pentirti.

Sarebbe stato l’unico avvertimento, la scienziata lo lesse nell’espressione intimidatoria sul volto di Vegeta che andò ad afferrarle saldamente il volto con la stretta della mano nuda. La giovane acconsentì a quella smania di potenza, come se si fosse d’improvviso destata con un secchio d’acqua gelata ricevuto sulla testa: non solo aveva assistito ad una strage, doveva ascoltare quelle minacce costretta tra la parete ed un corpo bollente, del tutto impossibilitata, spaventata, solo uno sciocco non avrebbe provato timore; delusa, dai suoi stessi e sciocchi pensieri riguardanti Vegeta; arrabbiata, con sé stessa per essersi ritrovata sottomessa a quell’essere che le stava dettando ordini nonostante lei fosse stata l’unica a tendergli la mano quando Crilin, gli amici ed i namecciani erano pronti a mettere fine alla sua maledetta esistenza. Attese soltanto che le lasciasse andare il volto, volendo al più presto disfarsi di quella stretta inconsueta e violenta. Diede uno scossone, accentuando l’espressione derisoria di Vegeta prima di mollare del tutto la presa ed acconsentì quindi a soddisfare le sue richieste.

“Osserva e soffri!” aveva detto l’alieno prima di morire, ebbene, grazie alle capsule che portava sempre con sé riuscì a farne scaturire dalla numero venti un’intera enciclopedia strutturata su di un pannello sottile e vitreo; un accessorio ideato esclusivamente dal padre. Fece scorrere il pollice sulla voce “Kanassa” prima di leggere con attenzione le particolarità di quel popolo… Si diceva che gli abitanti fossero dotati di ambigui poteri psichici, alcuni la definivano “preveggenza”, altri “precognizione”, il tutto ottenuto da svariate leggende dato che erano quasi estinti. Probabilmente, pensò Bulma, quell’alieno poteva aver trovato il modo di trasferire la precognizione a Vegeta e per questo condannarlo a… cosa? Non seppe darsi una spiegazione dato che il saiyan non era stato eloquente sulla faccenda; lasciò correre, assumendo un tono più professionale lo richiamò all’attenzione esprimendosi pacatamente: - Dalle mie fonti si può ipotizzare soltanto che quell’alieno ti abbia donato il potere della preveggenza o precognizione, un modo per farti “osservare”.

- Questo mi è chiaro. C’è altro?- chiese non degnandola di uno sguardo mentre tornava ad occuparsi delle flessioni interrotte.

- Dovremmo cominciare a preoccuparci se avessi anche delle visioni…- concluse spostando le pupille azzurre sulla schiena del suo interlocutore, non ricevendo risposta.

Archiviò momentaneamente quel capitolo. – Ho finito.- disse spegnendo il pannello ed adagiandolo sul primo ripiano che trovò, per poi dirigersi lentamente nel bagno, con la speranza che Vegeta non la fermasse ancora. Si disfò degli ultimi indumenti intimi per metter piede sul pavimento gelido della doccia e facendosi pervadere dal getto caldo dell’acqua tentò di liberarsi anche dell’odore del saiyan che percepiva intorno a sé. Rifletteva senza inibizioni ora, doveva trovare una via di fuga da quella situazione, prima che fosse diventata troppo pericolosa da gestire.

 

 

 

 

 

 

 

Ci tenevo a ringraziare le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e le 19 persone che hanno inserito questa fanfiction tra le seguite! ^^

1 – ania2692

2 – babydgv

3 – bluemary

4 – cicacica

5 – Giulz87

6 - Ifera Black

7 - ilaria _ MANGA _

8 – jeginnybells

9 – Maia74

10 – mammaemoglie

11 – margulka

12 – NeDe

13 – Perry1000

14 – Pinklink

15 – Polly98

16 – Seele

17 – Shinichina

18 – ssaphiras

19 – Vegeta90

   
 
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