`•.¸¸.•´´¯`••._.• NOTE DELL'AUTORE `•.¸¸.•´´¯`••._.•
Ciao a tutti, eccomi puntuale con il sequel di "Anima Nera"
Chi non avesse letto la FF potrà dare un'occhiata al riassunto della storia* in fondo al primo capitolo.
(Grazie alla splendida recensione di JayBree, senza spoiler)
La storia che vi apprestate a leggere è una OOC, una What If?
Il Rating questa volta è Arancione.
La storia contiene scene di violenza e linguaggio esplicito (e "colorito").
Spero di non deludere i lettori di Anima Nera. A loro mando un abbraccio enorme.
Buona lettura, e ricordate:
Vesper
è come il ragazzo che nei film ti conquista
e ti porti a casa, anche se non sei il tipo.
E'
il ragazzo che dopo una notte
di passione ti lascia sul cuscino un biglietto
E poi scompare.
(Vikichan,
autrice di Sweet
Disposition)
“Non
mi pento dei momenti in cui ho
sofferto; porto su di me le cicatrici
come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo
alto, alto quanto
quello
della schiavitù. L'unica differenza è che si paga
con piacere, e con un
sorriso...
anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime”
(Paulo
Coelho)
<< Vesper!>> urlò la voce di Neville, a qualche decina di metri di distanza.
Lui
e Ron varcarono gli alti
portoni del castello, seguiti da una decina di Auror con le bacchette
sguainate, i mantelli svolazzanti nella semioscurità
dell’alba. << Vesper!>>
<<
E’ fuggito!>> strepitò Ron, il fiato
rotto dalla corsa, che si arrestò al
fianco di Hermione.
<<
Lui è…
innocente.>> mormorò
Neville. << Perché sta
scappando?>>
<< Perché dobbiamo dargli la caccia.>> Hermione avanzò con passo lento lungo il prato ben potato del Maniero. Oltrepassò i cancelli ricoperti di edera rampicante, ritrovandosi lungo una scia d’asfalto desolata. I suoi occhi umidi percorsero l’orizzonte, ma non videro nient’altro che il sole rosso sangue sorgere oltre la linea frastagliata delle colline erbose.
<< Perché Vesper è l’Eroe che il Mondo Magico merita, ma non è quello di cui ha bisogno adesso. Lo inseguiremo, lotteremo per catturarlo. Lui non è un Eroe, ma un’Anima Nera. Un giustiziere silenzioso che veglia sul mondo magico.>>
Hermione si voltò, sentendo il suo cuore sgretolarsi dolorosamente dall’interno del suo petto.
Pezzo dopo pezzo, frammento dopo frammento. Poi il vuoto inesorabile della solitudine la invase nel profondo dell’anima.
<<
Lui è un Principe Oscuro.>>
*°*°*°*°
Il
cielo terso e sgombro di nubi faceva da sfondo a un placido viale
alberato del
Surrey, dove file di villette in mattoni rossi si susseguivano in un
reticolo
di borghese periferia urbana. Di fronte a una di esse, che aveva grandi
finestre e un delizioso gazebo nel giardino del retro, due bambini
sbucarono di
corsa dal portoncino d’ingresso e si precipitarono in strada
addobbati di vestiti
di cartapesta, elmi ricavati dai ritagli di scatole di cereali e
grosse,
sghembe spade di cartone.
<<
Conquisterò io il castello!>> ululò
Neil Jordan, e prese a menare
fendenti all’amica, obbligandola ad arretrare verso la siepe
di recinzione. Con
i suoi sei anni era piuttosto piccolo di statura rispetto ai coetanei,
con una
folta chioma di capelli color paglia e due intensi, espressivi occhi
verdi.
<< E, dopo aver salvato la Principessa, la
sposerò e combatterò il
Principe Cattivo!>>
<<
Sono io la Principessa.>>
ribatté gelidamente l’amica.
<<
Con quei denti da topo?>> sghignazzò Neil. E
le affondò con un altro
colpo nello stomaco con la sua spada di cartone. << Al
massimo potresti
essere il Roditore Cattivo. O uno Scoiattolo dei Boschi che aiuta il
Principe a conquistare la…>>
Ma
non ebbe il tempo di terminare la frase. Neil soffocò un
rantolo in gola e si
accasciò lentamente a terra crollando sulle ginocchia: la
bambina aveva gettato
a terra l’arma finta per assestargli un violento pugno nello
stomaco.
<<
Così impari.>>
sibilò Hermione
Granger, le braccia conserte e un’espressione sinistramente
soddisfatta dipinta
sul volto.
Mezz’ora
più tardi rientrarono in casa, dove la signora Granger
offrì loro pane, burro e
marmellata e una tazza deliziosa di tè. Neil, in cui stomaco
emetteva forti
gorgoglii, vuotò la sua tazza in poche sorsate e
trangugiò due fette imburrate.
<< La Guerra mi
stanca.>>
si giustificò, notando l’espressione incuriosita
della signora Granger su di
sé. Ma non ebbe il coraggio di aggiungere altro: ammettere
di essere picchiato
da una femmina era ben peggiore di essersela fatta addosso nel letto.
Hermione
divorò tre fette di pane e marmellata senza rivolgergli la
parola. Sembrava
piuttosto risentita per quanto accaduto durante i loro giochi.
A
dire il vero, a parte i denti un
po’
sporgenti, Neil la trovava bella. Non così tanto
per poter giocare a fare
la Princessa, certo. E nemmeno bella quanto la piccola Anne Rice della
Seconda
“C”. Ma era pur sempre accettabile.
Aveva
una folta chioma di ricci capelli castani raccolti in due treccine ai
lati
della nuca, guance rosee e rotonde e due profondi occhi color nocciola.
Indossava una tuta di jeans e un foulard di “Gatto
Silvestro”, che portava fieramente legato al collo.
In
effetti, lei adorava Gatto Silvestro.
<<
Perché non mi parli?>> azzardò
Neil, quando la signora Granger si spostò
nell’altra stanza per ricevere una chiamata al cellulare.
<<
Indovina un po’.>>
<<
Lo sai che una volta ho visto un vampiro?>>
Silenzio.
Ma nei suoi occhi, un bagliore di curiosità la
tradì.
Poi
riecco di nuovo il suo sguardo indagatore,
e la sua solita smorfia che precedeva soprannomi come “Neil il Sognatore” o “Jordy
Il Bugiardo del Surrey”. Tutti in classe lo
chiamavano così, per via dei
suoi racconti folli o storie leggendarie che suo padre gli leggeva la
sera,
prima di andare a dormire. Era un bugiardo nato, un sognatore
instancabile, ma
quella era l’unica storia vera. Era pronto a giurarlo sul suo
nuovo Flipper dei Power Ranger.
<<
E’ successo per davvero!>> esclamò
Neil. << E’ successo due giorni
fa. Stavo tornando a casa con papà
dall’allenamento di basket – io e gli altri
della squadra abbiamo fatto un po’ schifo, in effetti
– quando papà mi ha detto
di prendergli il telefono in macchina. Così sono tornato
indietro in cortile… e
l’ho visto.>> Parlò con tono
teatrale, mimando l’espressione impaurita
del suo incontro con il mostro. Ed Hermione Granger sembrò
totalmente rapita
dal suo racconto, come sempre. << Era bianco come un
lenzuolo. E aveva gli
occhi grandi e rossi. E mi fissava!>>
Hermione
rabbrividì. Ma si sforzò di non darlo a vedere.
<< E… ti ha
parlato?>> gli chiese.
<<
No.>> Neil scosse teatralmente il capo. <<
Mi ha guardato. Poi è
sparito. Non so dove sia andato, ma il garage era pieno di
pipistrelli.>>
<<
Che schifo!>> commentò Hermione, con una
smorfia.
Mangiarono
un’altra fetta di pane imburrato poi dimenticarono
all’istante le storie di
vampiri e, insieme, si precipitarono in cortile a giocare a guardia e
ladri.
*°*°*°*°*
Hermione
aprì gli occhi, abbagliata dai maestosi lampadari
rinascimentali che
scintillavano a mezz’aria, sospesi sotto il tendone. Il
soffitto di tela
trasparente era stato decorato con decine di migliaia di edere
rampicanti,
facendolo sembrare una grossa, calda serra botanica, tanto simile
all’Aula di
Erbologia di Hogwarts dove lei, Ron e Neville avevano trascorso sette
lunghi
anni di scuola.
I
pali di sostegno erano ornati con corone di fiori e nastri bianchi e
oro.
Statue di ghiaccio affiancavano decine di file traballanti di sedie ai
lati di
un lungo tappeto color porpora, che correva dall’ingresso del
tendone fino ai
piedi dell’altare.
<<
Ricordami perché siamo qui.>>
sbottò Ron, al suo fianco, infagottato in
un abito da Cerimonia color verde bottiglia, dal quale trapelava un
buffo
papillon a pois. Bevve avidamente due sorsate di Cedro dal suo calice,
una
smorfia indispettita dipinta sul volto.
<<
Perché ci avrebbero ucciso, se avessimo osato mancare alla
Cerimonia.>>
Hermione ripensò alle espressioni gioiose della signora
Weasley e di Ginny, e
un nodo le strinse la gola. << Sforzati almeno
di sorridere. E smetti di bere, maledizione.>>
<<
Quando mi sposerò io.>> dichiarò
George, che fece capolino alle loro
spalle. << Ricordatemi di assumere una discreta
quantità di Felix
Felicis. O di Pozione Sollievo. E
infliggete alla mamma un Pietrificus ben assestato, perlomeno non la
vedremo in
giro fino alla fine della cerimonia.>>
E
indicò con un cenno del capo un’emozionata e
scalpitante Molly Weasley, avvolta
in un elegante abito scozzese di ottima fattura, con una giacca di
tailleur e
un grosso scialle color acquamarina a coprirle il collo e parte della
schiena.
Lei,
il Signor Weasley, Neville e Luna erano in piedi
nell’ingresso del padiglione
bianco, in attesa dell’arrivo degli ospiti.
Luna
sembrava essersi calata perfettamente nel suo ruolo: stringeva
un’enorme pila
di volantini fra le mani e oscillava da un piede all’altro
con un radioso,
intenso sorriso stampato sul volto. Indossava un abito a frange con
toppe
colorate appiccicate ovunque; suoi lunghi capelli biondi erano raccolti
in un
fermaglio a forma di Bruco.
<<
Dov’è Helena?>> domandò
Ron, con un velo di preoccupazione.
<<
Alla Tana.>> lo tranquillizzò George.
<< Personalmente ho insistito
per chiuderla nel pollaio, dove non avrebbe potuto arrecare alcun danno
a
oggetti o persone. Ma nostra madre non ne ha voluto sapere.
E’ in camera tua,
Ronald. Stanno cercando di infilarle l’abito da
damigella.>>
<<
Pietà, Merlino.>> piagnucolò Ron.
<<
E’ una bambina.>> sbottò Hermione,
oltraggiata. << Ha compiuto da
poco tre anni. Che danni può provocare?>>
<<
Tu non conosci Helena Weasley.>> George
strappò il calice di cedro dalle
mani di Ron e lo vuotò d’un sol sorso.
<< Lei non è una semplice bambina,
Comandante.>> Fece
scorrere un braccio attorno alle spalle di Hermione, gesticolando in
modo
teatrale con l’altra mano. Additò un punto
indeterminato del soffitto. <<
Lei è un demone fuori controllo con i denti da latte. Lei
è… il Male.>>
Helena
Weasley era la figlia di Charlie e Sophia, una splendida ragazza che
Charlie
aveva conosciuto in Romania durante i suoi studi sui Draghi. Si erano
sposati
l’anno precedente e trasferiti in un delizioso cottage poco
fuori Cardiff, dove
Charlie aveva trovato lavoro in un Allevamento di Verdi
Gallesi Comuni.
Dal
nulla, uno alla volta, con secchi schiocchi di frusta figure dai colori
vivaci
comparvero nel cortile della Tana. Nel giro di pochi istanti una
processione di
invitati serpeggiò verso l’ingresso del tendone.
Maghi e Streghe vestiti in
modo bizzarro: enormi capelli decorati con fiori e uccelli incantati,
frac dai
colori più accesi, farfallini fosforescenti e cravatte
adornate con gemme
preziose. Il chiacchiericcio eccitato divenne sempre più
forte, giungendo al
limitare del padiglione.
<<
Ci siamo.>> fece George, che nascose il calice vuoto di
Cedro in un vaso.
E prese a sistemarsi freneticamente il colletto dell’abito.
Ron
e Hermione si scambiarono un’occhiata. Poi Hermione
gettò lo sguardo altrove,
oltre le file di sedie. Gli ospiti erano numerosi. Udì la
voce strillante della
signora Weasley accogliergli uno per uno con affettuosi abbracci e
solenni
strette di mano. Ma la maggior parte dell’attenzione fu
catalizzata da Neville:
la Medaglia d’Onore al servizio ricevuta al Ministero gli
fruttò parecchia
ammirazione.
<<
Ottimo, mi è sembrato di vedere qualche cugina
Veela.>> disse George,
allungando il collo per vedere meglio. << Avranno bisogno
di un
traduttore. O di conoscere la cultura inglese. A questo posso rimediare
io…>>
Ron
alzò rassegnatamente gli occhi al cielo, ma il fratello lo
ignorò e si lanciò a
grandi passi verso due splendide, ammalianti ragazze francesi dai
capelli color
platino, fasciate in abiti bianchi e rosa antico. Entrambe, quando lo
videro,
scoppiarono in risolini divertiti. Erano le stesse che aveva tentato di
abbordare al Matrimonio di Charlie. E a quello di Bill.
<<
Ecco, Madame…>>
George abbozzò
a un inchino cavalleresco. << Permettez-moi
di assister vous. Vi recordè
di moi?>>
Le
sue risero timidamente e si lasciarono scortare all’interno
della tenda.
<<
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.>>
commentò Hermione, divertita.
Le
statue di ghiaccio di fate alate s’animarono al passaggio
degli ospiti,
iniziando a gettare sulle loro teste petali di rosa profumati.
<<
Buongiorno, colleghi.>>
disse
una voce pomposa alle loro spalle. Era Percy. Indossava un abuto scuro
e un
cilindro smaltato. Al suo fianco, stretta al suo braccio,
c’era sua moglie:
Audrey. Era una ragazza minuta, dai capelli a caschetto color paglia e
gli
incisivi sporgenti. Percy era stato recentemente promosso Vice
Direttore
dell’Ufficio per il Trasporto Magico.
<<
E’ un grande piacere per me vedervi insieme
alla cerimonia. Una coppia di
Eroi.>>
E scoppiò a ridere. Fu l’unico a farlo.
La
finta morte di Ron era stata palesata dal Ministero come
un’arguta messa in
scena per catturare il Principe Oscuro. Nulla di più
distante dalla realtà.
<<
Come stanno Molly e Lucy?>> chiese Hermione, che si
sforzò di stemperare
il silenzio.
<<
Oh, bene, grazie.>> rispose Percy, fiero.
<< Lucy è già in grado di
leggere, scrivere e di compiere operazioni matematiche elementari. E
non è
tutto. Ieri sera ha quasi fatto levitare
un cucchiaino, a cena. Tutta sua mamma.>> E
regalò un sorriso sdolcinato
alla moglie con i denti da alce. << Le abbiamo lasciate
dai nonni.
Abbiamo convenuto che si sarebbero annoiate a morte a un Matrimonio.
Tutta
questa gente, poi. No. No. Non fa
proprio per i nostri due angioletti.>>
Quando
furono spariti a braccetto nella folla di invitati, Ron emise un
rantolo a metà
tra uno sbuffo e una risata. << Non oso immaginare cosa
dirà Percy quando
Lucy inizierà Hogwarts, fra sei anni. Come minimo
diventerà Prefetto ancor
prima di varcare il
binario Nove e tre Quarti.>>
Hermione
soffocò una risata.
Charlie,
Sophia e la piccola Helena comparvero nell’ingresso. La
piccola si era già
strappata dai capelli pel di carota i deliziosi ornamenti di gigli da
Damigella, e se ne stava imbronciata fra i genitori che la stavano
sorvegliando
a vista.
<<
Comandante.>> la voce di Kingsley, al suo fianco, la fece
sobbalzare.
<<
Ministro.>> risposero Hermione e Ron in coro, con un
sorriso.
<<
Non potevo mancare al Matrimonio di Ginevra Weasley.>>
Kingsley,
visibilmente emozionato, rigirò la bombetta fra le dita. Tre
Guardie gli
stavano appresso e controllavano lo sciame di invitati con aria
circospetta,
come se Mangiamorte assetati di sangue balzassero fuori
dall’ombra da un
momento all’altro. << Vorrei tediarvi
con gli ultimi avvistamenti di spacciatori di Calderoni Esplosivi in
Inghilterra, dico sul serio, ma quelle deliziose tartine al formaggio
mi
attendono. Se volete scusarmi.>>
Hermione
rise e lo osservò appropinquarsi in direzione del buffet di
benvenuto per gli
ospiti, attorno al quale si era raccolto un discreto numero di persone.
Dieci
minuti dopo Neville e Luna terminarono di indicare a tutti gli invitati
i loro
posti a sedere; il brusio di sottofondo s’interruppe con
l’arrivo dello sposo.
Michael
Corner, neo assunto all’Ufficio Trasporto Magico e pupillo di
Percy, fece il
suo ingresso nel tendone accompagnato a braccetto dalla madre, una
donnina di
bassa statura con un abito giallo canarino e un capello adornato con
uccelli
impagliati. Al suo passaggio Molly Weasley, che sedeva emozionata in
prima
fila, estrasse un fazzoletto di pizzo dalla pochette e si
soffiò sonoramente il
naso.
Ron
fu obbligato a sedere accanto a Zia Muriel, una vecchia strega con il
naso a
becco, gli occhi arrossati e un orrendo cappello di piume color rosa
pallido
piantato sulla testa.
<<…
per non parlare di quel deplorevole abito verde bottiglia che hai
addosso.>> gli stava dicendo, con voce gracchiante.
<< Mi
meraviglio che tu e tuo fratello George non vi siate ancora sposati. Ma
verrà
il vostro momento, o almeno spero. E tu chi sei?>>
Abbaiò rivolgendosi a
Hermione, che sedeva nella fila posteriore.
<<
Oh, zia Muriel. Lei è Hermione Granger. Comandante Capo
degli Auror.>>
<<
Un'altra Auror? Voialtri vi moltiplicate come gnomi.>>
sentenziò la
vecchia strega, con una punta di sarcasmo nella voce. <<
Esci con mio
nipote, per caso?>>
<<
No.>> rispose Hermione, imbarazzata.
<<
Ecco, vedi? Nessuna donna vuole un buono a nulla con quel portamento
goffo e
ciondolante che ti ritrovi. Se fossi in te mi darei una mossa, Ronald,
o quelle
libere sul mercato se la daranno a gambe levate.>>
Ron
lanciò un’occhiata disperata a Hermione, come se
la supplicasse di trascinarlo
lontano da Zia Muriel. Ma la Strega gli afferrò saldamente
il braccio,
sfoderandogli una poderosa gomitata per fargli notare
l’arrivo dello sposo.
<<
Quello sì che è un bel pezzo di
ragazzo.>> gracchiò. << Tua
sorella
Ginevra ha gusto, non c’è che dire. Ma
personalmente avrei scelto un completo
meno scuro. Per la barba di Merlino, sembra uno
spaventapasseri!>>
<<
Peccato che Vesper non sia
qui.>> commentò tristemente George, seduto
accanto a Hermione. All’udire
quella parola, nel bel mezzo della festa, qualcosa nel suo stomaco
prese a
contorcesi. << Perlomeno l’avrebbe messa a
tacere per sempre.>>
Molti
degli invitati delle prime file scoppiarono a ridere. Ron compreso.
Un
attimo dopo Bill e un altro ragazzo dai capelli rossi, che doveva
essere uno
dei tanti cugini Weasley invitati alla cerimonia, comparvero in fondo
al
tappeto rosso; entrambi eleganti, con una rosa bianca
all’occhiello.
George
s’alzò in piedi e fece un fischio sonoro nella
loro direzione. << Siete
bellissimi!>> ululò.
Un
grande sospiro, intervallato da risatine concitate, si levò
nella folla di
invitati quando Arthur e Ginny Weasley risalirono la passatoia
scarlatta: lei
fluttuante, fasciata maestosamente in un abito bianco che le stringeva
la vita,
scendendo scosceso in una vasta gonna di pizzi e merletti. Sulla sua
testa, fra
i capelli lisci e ben pettinati, figurava una tiara
d’argento. Ginny strinse
nervosamente il bouquet e s’incamminò a braccetto
del padre fino all’altare,
dove Arthur si fece da parte per consegnarla al fianco del futuro
marito. I due
sposi si rivolsero un sorriso teso.
Un
anziano mago basso e tarchiato, con un paio di folti baffoni a
incorniciargli
il viso paffuto, puntò la propria bacchetta alla gola e
strepitò: << Sonorus!>>
La sua voce echeggiò in
tutto il tendone. << Signore e signori.>>
attaccò,
cantilenante.<< Maghe e Streghe provenienti da ogni parte
d’Inghilterra.
O anche altrove.>> Il suo sguardo guizzò sulla
famiglia Delacour e sulle
Veela in quinta fila. << Siamo qui riuniti per celebrare
il matrimonio di
due cari amici, due anime fedeli, due luci splendenti che rischiarano
nuovi
Tempi Bui…>>
<<
Guarda un po’ chi c’è.>>
sussurrò George al suo orecchio, rifilandole una
leggera gomitata delle costole. Obbligò Hermione a voltarsi
verso l’opposta
alata di sedie, nei pressi della famiglia Delacour. Fra essi, in
disparte,
avvolto in un sobrio abito grigio dal colletto alto, c’era
Victor Krum.
La
mente di Hermione vagò molto lontano dal tendone, ma non
certo al giorno in cui
aveva disceso le scale al fianco di Krum, durante il Torneo Tremaghi.
Non
riuscì a fare a meno che pensare a Harry, come le capitava
sempre più spesso in
quel triste periodo di solitudine. Sparito. Dissolto nel nulla da
cinque mesi,
come se non fosse mai esistito, o non avesse mai avuto a che fare con
loro.
Se
avesse evitato di immischiarsi nelle Arti Oscure, di farsi giustizia da
solo e
di allontanarsi dal mondo intero per combattere il
Male, forse, avrebbero potuto esserci loro al posto di Ginny
e
Michael Corner, su quel maledetto
altare.
<<
Vuoi tu, Ginevra Molly Weasley, prendere in sposo il qui presente
Michael
Matthew Corner, nel bene e nel male, in ricchezza e povertà,
finché morte non
vi separi?>>
In
prima fila Molly e la madre di Michael Corner singhiozzarono nei loro
straccetti di pizzo. Hermione si voltò per sorridere a Ron:
ma lui non parve
condividere la gioia di quell’unione.
<<…
dunque io vi dichiaro, per sempre, marito e moglie.>>
L’abbraccio
dei due sposi venne ricoperto da esplosioni di stelle argentate,
scrosci di
applausi e scoppi di trombe e palloncini colorati. Colombe bianche
volarono
radenti lungo le file di sedie, andando a depositarsi
sull’alta corona di fiori
che sovrastava l’altare.
In
tutto quel trambusto, Hermione notò che il tendone sopra le
loro teste era
sparito: sostituito da un gazebo sorretto da pali dorati, lo stesso
utilizzato
nel matrimonio di Bill e Fleur. Tutti gli ospiti, emozionati e
impegnati ad
applaudire gli sposi, si levarono in piedi e le sedie dorate vennero
fatte
sparire, posizionate in un angolo dove quattro lunghi tavoli adornati
di ogni
ben di Dio erano comparsi dal nulla per il pranzo nuziale
<<
Perfetto.>> commentò Ron, mentre decine di
camerieri in livrea comparvero
dal nulla e iniziarono a disporre piatti imbanditi ai tavoli. Oltre ai
cibo
comparvero bottiglie di Burrobirra, Fior di Pesco, casse di Cedro e di
Whisky
Incendiario. << Si mangia.>>
<<
Si beve!>> esclamò George, raggiante.
<< Peccato che il vecchio zio
Bilius sia morto.>> proseguì, rivolgendosi
alle due cugine francesi con
le quali si era intrattenuto per tutta la cerimonia. Aveva raccontato
quella
storia decine di volte, ma riusciva a storpiarla e renderla sempre
divertente.
<< Era la vera anima dei matrimoni. Era solito scolarsi
due intere
bottiglie di Whisky Incendiario dopo il pranzo, poi balzava sul tavolo
e
iniziava a estrarre mazzi di fiori dal…>>
<<
Basta così.>> proruppe Hermione, fra le risate
generali.
In
un attimo Ron comparve al suo fianco. Era riuscito a sfuggire alle
grinfie
dell’anziana strega, e non l’avrebbe riavvicinata
tanto facilmente. <<
Vieni, Hermione. Per di qui.>> mormorò,
afferrandole la mano per evitare
che si disperdessero nella folla. << Cerchiamo un tavolo
libero. Il più
lontano possibile da Zia Muriel. Odio quella vecchia scopa ancor
più di
Percy.>>
Insieme,
serpeggiarono fra i capannelli di invitati e s’infilarono nei
primi posti
liberi, a ridotto della pista da ballo. Accanto a loro sedettero
Neville, Luna,
Bill e Fleur. Quest’ultima, con un sorriso radioso,
agitò una mano in aria per
farsi notare da qualcuno. << Per di qui, sciocatore
de Quidditch.>> disse scherzosamente. E Victor
Krum le venne incontro, salutando tutti i presenti con un profondo
inchino del
capo.
<<
Buongiorno a tutti foi.>> disse senza sorridere. E si
accomodò a sedere.
Il suo sguardo ricadde intensamente su Hermione, ma lei finse con cura
di non
accorgersene.
Il
pranzo di dilungò fino al pomeriggio inoltrato. Le numerose
e succulente
portate si susseguirono in rapida successione, accompagnate da litri di
Burrobirra e Idromele. Quando l’orologio che faceva capolino
da un palo
adornato di fiori segnava le cinque e mezza, la maggior parte degli
ospiti era
ormai sazio e si intratteneva con i commensali, ridendo e brindando
allegramente.
La
banda attaccò a suonare. Ginny e Michael, accolti da un
fragoroso applauso, si
avvinarono mano nella mano sulla pista da ballo e aprirono le danze.
Fra
gli invitati, Kingsley aveva tutta l’aria di chi aveva
esagerato con il Whisky
incendiario. Se ne stava nel tavolo più distante dalla pista
da ballo in
compagnia di Hagrid, anch’egli parecchio allegro. Il gigante
sedeva su un
grosso divano sfondato che Arthur si era premurato di rimediare dal
vecchio
capanno degli attrezzi. Agitava le sue manone grosse come padelle a
ritmo della
melodia classica.
<<
Vuoi ballare?>> le chiese Ron, d’impulso,
quando si accorse che Krum
stava per aprire bocca rivolto nella loro direzione.
Hermione
accettò, intontita ma compiaciuta. Si alzarono insieme e
sparirono nella folla
della pista da ballo.
<<
Sembra un idiota, Krum, con quel taglio di capelli a scodella.>>
commentò aspramente Ron, che le afferrò
goffamente una mano e le fece scorrere l’altra lungo la vita,
sul suo abito
lilla dal taglio estivo. Hermione rispose con un accenno poco convinto.
<<
Oh, a proposito, stai molto bene vestita così. Questo colore… ti
dona.>>
<<
Credi che Kingsley riuscirà a entrare in servizio,
domattina?>> gli
chiese Hermione, che si sforzò di ignorare il complimento.
<<
Oh, bé, senz’altro.>> rispose Ron.
<< Sempre se riuscirà a salire tutto
intero le scale. O a ricordare
qualcosa.>>
Hermione
scoppiò a ridere. Gli allacciò le braccia attorno
al collo e insieme
scivolarono lungo la pista, dove George si stava esibendo nel meglio
del suo
repertorio con una delle sue lontane cugine francesi, in parte Veela.
Dopo tre
tentativi andati a vuoto, forse quella era la giornata buona.
Anche Neville e Luna si unirono alle danze. Lui, un po’
impacciato con il suo portamento ingessato, elegante, compassato. Luna,
invece,
che aveva un grosso girasole fra i capelli, lo agguantò per
la vita e lo
obbligò a volteggiare assieme a lei.
Nonostante
fosse incinta del quinto mese e il suo pancione avesse raggiunto
dimensioni
rispettabili, si muoveva con grazia e sembrava non avvertire alcun
appesantimento dovuto alla gravidanza.
<<
Sei bellissima.>>
La
voce di Ron, sussurrata, vicino al suo orecchio. Hermione la
ignorò ancora,
come una mosca fastidiosa che le ronzava nel cervello. Doveva farlo.
Doveva
fare finta di niente.
E
in quel momento, come se non esistesse nessun altro, con
l’enorme brusio di
sottofondo delle decine di invitati e la musica, il tempo parve
rallentare.
Hermione udì un’eco lontano, seguito da un rombo
di motore. Un motore.
Allungò istintivamente il collo
al di sopra delle teste, e il cuore le si fermò nel petto.
Una
moto babbana: Verde, lucente - maledettamente
Babbana – era apparsa al limitare del cortile della Tana.
Parecchie paia di
occhi scrutarono attoniti il suo arrivo, ma la maggior parte degli
invitati era
troppo impegnata a bere, ballare o divertirsi per prestare troppa
attenzione a
quella strana comparsa.
<<
Ron.>> squittì Hermione, senza fiato. Il cuore
aumentò di battito, poteva
avvertirne ogni pulsazione in gola. Premette le mani sul suo petto e lo
obbligò
a sciogliere il loro contatto. Si sfilò maldestramente i
tacchi e iniziò a
correre, sgomitando nella folla, facendosi largo per passare. Non
vedeva altro
al di fuori di quella moto.
L’autista
del mezzo, che indossava un giubbotto sportivo e un casco dalla visiera
nera,
issò la moto sul cavalletto e sollevò lo sguardo
nella sua direzione. Si era
accorto di lei.
Ti
prego. Ti prego. Ti
prego. Fa che sia lui.
Non chiedeva altro. Voleva solo
rivederlo. Stringerlo a sé. Sapere che era vivo.
Ma
invece, al suo arrivo, la triste realtà le si
palesò davanti come una gelida
secchiata d’acqua fredda. Con un movimento lento,
l’autista si sfilò il casco
dalla testa e il volto sorridente di Ryo Miyiachi fece capolino al di
sotto del
suo scompigliato ammasso di capelli scuri.
<<
Comandante.>>
<<
Che cosa ci fai qui?>> domandò Hermione, e si
accorse troppo tardi di
aver urlato.
Il
giapponese rispose con una scrollata di spalle. << Sono
nella
merda.>>
<<
Quando mai tu non sei nella merda?>>
<<
Mai, a dire il vero, ma…>>
<<
Che cosa ci fai qui?>>
ripeté
Hermione, stizzita.
Ron
si fece largo nella folla, urlando e sgomitando, e li raggiunse di
corsa. Un
attimo dopo era al suo fianco, e si era frapposto inutilmente fra lei e
la
Kawasaki Ninjia. Come se volesse proteggerla.
<<
Miyachi.>> ringhiò, sinistro. <<
L’ultima volta che ti ho visto,
eri nudo in una cella sotterranea.>>
<<
L’ultima volta che ti ho visto, Weasley, puzzavi come un
Troll di
Montagna.>>
I
due si squadrarono per un lungo, interminabile istante. Poi Ryo
scoppiò a
ridere e gli tese allegramente una mano. << Vi ho cercati
al Ministero,
ma mi è stato detto che eravate al Matrimonio di tua
sorella. E allora eccomi
qui.>>
Ron
non gliela strinse. << Come hai fatto a entrare al
Ministero? Sei
ricercato.>>
<<
Sono amico di Vesper, ricordi? Ho i
miei metodi.>>
Un
altro nodo doloroso allo stomaco, seguito da uno spasmo. Un brivido
freddo le
corse lungo la schiena, prendendo possesso di ogni parte del suo corpo.
Il
freddo le penetrò fin sotto la pelle. <<
Hai… sue notizie?>> sciamò
Hermione, con un filo di voce.
<<
E’ per questo che mi trovo qui.>> Il giapponese
di diede una rapida occhiata
attorno, le braccia appoggiate sul casco. Si sbottonò la
cerniera del
giubbotto. << C’è un posto appartato
dove possiamo parlare?>>
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`•.¸¸.•´´¯`••._.• THE APPLE'S CORNER `•.¸¸.•´´¯`••._.•
Mamma mia. Mi sembrano mesi che non posto niente, e invece rieccomi qui.Non ho davvero parole per esprimere l'importanza e la simbiosi che mi unisce a questa storia. E a Vesper.
Lui è mio, lo sento mio. Sarà protagonista del mio libro, quando lo scriverò. Lo scindo da Harry, da ogni cosa. E' una specie di musa maschile. ^_^
Grazie a Roxy e Argentlam che hanno letto per prime la storia.
Grazie a Viki, a JayBree e a Capitan Lights. Grazie per sopportarmi.
Come al solito, ringrazio anche tutti coloro che mi recensiranno. E criticheranno.
`•.¸¸.•´´¯`••._.• RIASSUNTO DI ANIMA NERA `•.¸¸.•´´¯`••._.•
Recensione di JayBree in merito al premio "AurorAwards 2011"
L’orda di pipistrelli che li aveva attaccati tornò a stridere nel sotterraneo, svolazzandogli attorno fino ad avvolgerlo completamente.
Il Principe Oscuro si promulgò in un profondo inchino, prima di scomparire nel nulla insieme ai suoi fidati servitori.
Che dire? Grazie Jaybree ^^
AUROR POWER!