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Autore: Back To Vegas Skies    16/11/2011    7 recensioni
Si addormentò quasi subito, tra le sue braccia, pensando a come si sarebbe dovuto comportare la mattina dopo, trovandoselo a letto.
Ma questo problema non ci fu, perchè, quando Ryan si svegliò il mattino seguente, al suo fianco trovò solo le lenzuola spiegazzate e un profumo che non era il suo. Brendon era andato via.
[Ryden]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie , Quasi tutti, Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7:
In case I lost my train of thought, where was it that we last left off?

Brendon non tornò quella sera. In realtà era stato fuori casa per tutto il giorno e quando era tornato, gli altri erano già andati a letto. Ryan lo aveva sentito entrare e camminare per il corridoio, fermarsi un attimo davanti alla sua camera per poi dirigersi verso la sua stanza. Che cosa aveva in mente? Perché si comportava così? Ryan si torturava, cercando una spiegazione plausibile, ma l’unica che gli veniva in mente era quella che Brendon avesse bisogno di qualcuno con cui sfogarsi e l’unico disponibile era stato lui, il povero sfigato di turno. Era abbastanza triste come cosa, in realtà.
La mattina seguente, più scazzato e depresso che mai, Ryan uscì dalla sua camera e decise di uscire per andare a fare colazione. Non avrebbe sopportato la vista di Brendon ancora una volta.
- Amore, dove vai? - chiese Spence con un sorriso, guardandolo dirigersi verso la porta senza una parola.
- Esco - rispose secco -…tesoro.
- Per andare..?
Ryan cercò di non sbuffare.
- Vado a fare un giretto, ho bisogno di prendere un po’ d’aria.
- Vuoi che venga con te?
- No, tranquillo - cercò di sorridere Ryan. Poi si sporse e gli diede un bacio sulle labbra. Spence gli mise le mani sui fianchi e approfondì il contatto, spingendo Ryan contro la porta di ingresso. Ryan, dal canto suo, cercò di contribuire. Gli mise le braccia intorno al collo e rispose al bacio con passione, nonostante in quel momento fosse l’ultima cosa di cui aveva voglia. Si sentiva in colpa, ogni volta che baciava Spence. Ma non poteva lasciarlo, lo avrebbe fatto soffrire troppo. Restava pur sempre il suo migliore amico e spezzargli il cuore non era nella lista delle sue cose da fare. L’amore sarebbe arrivato… prima o poi.
- Oh, uhm - un colpetto di tosse li fece sobbalzare.
Brendon li guardò serio, poi sorrise. Anche se di quel sorriso, nei suoi occhi, non c’era la minima traccia.
- S-scusate, non volevo interrompervi, m-ma dovrei uscire…
- Anche Ryan sta uscendo, potete andare insieme - sorrise Spence, lasciando un ultimo bacio sulle labbra al suo pseudo - ragazzo, che in quel momento guardava il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo.
- Non credo stiamo andando nello stesso posto - rispose Brendon, sempre con quel sorriso finto stampato sulle labbra.
Spence fece spallucce, salutò Ryan e si diresse in salotto senza aggiungere altro.
Ryan uscì dall’appartamento senza dire una parola. Era difficile dire qualcosa con Brendon a pochi centimetri da lui. Prese in considerazione l’idea di scendere a piedi, ma davvero, erano dodici piani e lui non era ancora completamente sveglio, quindi, decisamente a malincuore, si diresse verso l’ascensore, seguito da Brendon che sembrava ignorarlo completamente.
Quando entrarono nella cabina, Ryan cercò di distanziarsi il più possibile dall’altro, che in quel momento si guardava le unghie come se in esse ci fosse rinchiusa tutta la scienza dell’universo.
- Brendon… Per quanto riguarda l’altra notte…
L’altro alzò lo sguardo e lo guardò come se stesse parlando in arabo, poi sorrise.
- Tranquillo, non dirò nulla a Spence, se è questo che temi.
- Io… Bren, perché non ne parliamo? - chiese Ryan, cercando un contatto visivo che l’altro eludeva.
- E di cosa dovremmo parlare? - rispose Brendon, guardandolo negli occhi, quasi con sfida.
Ryan diede un pugno sul tasto di ‘stop’ dell’ascensore e gli si parò di fronte, la rabbia che gli fuoriusciva da ogni poro e la voglia di dargli una testata. O un bacio. Comunque, qualcosa per cancellargli quel sorrisetto beffardo dalla faccia.
- Uhm, vediamo, lasciami pensare! - cominciò, ridendo istericamente.
- Mi hai fatto solo una sega! E il giorno dopo mi hai trattato come uno sconosciuto, se non conti il fatto che sei entrato nella mia doccia e hai cominciato a… a baciarmi e-e toccarmi c-come se fosse stato  un tuo fottuto diritto!
Brendon lo guardava senza dire una parola, evidentemente spaventato da quella reazione.
- E l’altra notte? L’altra notte mi hai scopato, ricordi? Mi hai fottuto come una qualunque delle tue… delle tue puttane! Ma io non sono la tua puttana, Brendon! NON-LO-SONO!
Ryan aveva il fiatone dopo quella scenata, ma almeno si era sfogato. Anche se probabilmente Brendon non gli avrebbe parlato mai più.
Dopo secondi che gli sembrarono secoli, alzò lo sguardo per cercare una reazione nel viso dell’altro. Inaspettatamente, Brendon sorrideva.
Ryan lo guardò esterrefatto, senza sapere cosa fare o cosa dire.
- Perché diavolo ridi adesso?! - chiese, esasperato.
- Sei adorabile quando ti arrabbi - rispose candidamente, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
Ryan restò a bocca aperta, con gli occhi sgranati e il cuore che batteva forte.
- C-cosa?
Brendon annuì, continuando a sorridere.
- E adesso scusa, dovrei andare - disse poi, premendo il pulsante per riavviare l’ascensore.
- Buona giornata - lo salutò, uscendo fuori dalla cabina e lasciandolo di nuovo solo come un cretino, a pensare a tutto quello che avrebbe potuto o dovuto dire.
- Brendon! Aspetta! - urlò, fiondandosi fuori a tutta velocità. Gli piaceva credere che dietro quella frase ci fosse stato nascosto qualcosa e non se lo sarebbe lasciato sfuggire di nuovo.
Brendon si era fermato e adesso lo guardava, immobile con le mani in tasca all’entrata del palazzo.
- Per favore. Ti prego. Dammi… dammi solo una spiegazione… - balbettò Ryan, col fiatone e quasi in lacrime, una volta che l’ebbe raggiunto.
Brendon sorrise, ma stavolta la sua espressione era vuota e indicibilmente triste. Allungò una mano verso il viso di Ryan e lo sfiorò delicatamente, con fare molto diverso rispetto a quello che aveva mostrato durante tutti i loro “incontri” precedenti.
Ryan socchiuse gli occhi al contatto, cercando di imprimerlo bene nella sua memoria, Brendon si sporse in avanti e gli diede un lieve bacio sulle labbra.
- Non c’è nessuna spiegazione - gli disse dolcemente - Solo che… Non possiamo, okay? Ho fatto un enorme errore, hai ragione, ma non… Non era mia intenzione. Ma non possiamo.
- Perché? - piagnucolò Ryan, suonando schifosamente disperato alle sue stesse orecchie - N-non ti piaccio, forse? N-non sono abbastanza per te?
Brendon sospirò, affondando di nuovo le mani nelle tasche.
- Dimenticami, Ryan. È stata solo una scopata - sussurrò amaramente - E tra noi non può funzionare - concluse, prima di voltarsi e cominciare a camminare, lasciandosi alle spalle, per l’ennesima volta, un ragazzo distrutto.
 
 



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Heeilààà gente! Avete visto? Non ho dimenticato questa storia :D
Il fatto è che sono stata “assorbita” da altre fan fiction e questa l’avevo messa un po’ in secondo piano.
Beh, che dire, spero che il capitolo ripaghi le vostre attese.
 
Spence farebbe bene a incazzarsi, ma povero Ryan ç__ç  Brendon è uno stronzo per davvero o avrà le sue motivazioni per comportarsi così?
Stay tuned :D

Ros <3
   
 
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