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Autore: Mameofan    17/11/2011    7 recensioni
Questo è il seguito di "Il mio destino". Tornano quasi tutti i personaggi Francesca, Irene, Paola, Valentina e altri del mio primo racconto e ce ne saranno di nuovi strada facendo.
Si parte 4 mesi dopo la fine della prima parte....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Slash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio destino'
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Ed eccoci alla fine della vicenda. Ammetto di aver pensato ad un nuovo seguito ma sarebbe stato troppo ed è giusto capire quando è il momento di fermarsi per non rovinare quanto fatto finora.
E' un obbligo e allo stesso tempo un grande piacere, ringraziarvi tutti: da chi ha seguito la storia fin dall'inizio a chi si è appassionato solo di recente. A chi solo leggeva, a chi invece mi lasciava un commentino nelle recensioni spronandomi a continuare sempre meglio. Beh, a tutti voi, 6000 volte grazie. come le visite totali a tutti i capitoli delle 2 storie.
Un grazie particolare, però, va a tutte le mie abituali recensitrici che non mi hanno fatto mai mancare affetto e complimenti e da cui spesso ho preso gli spunti per rendere più piacevole questa storia. Non voglio essere troppo lunga ma credo sia giusto dedicare proprio a voi questo ultimo, finalmente divertente capitolo. Vi aspetto nelle recensioni per salutarvi una a una.
E poi chissà... forse questa storia proprio finita non è.. magari domani mattina mi sveglio e decido di scrivere qualche missing moment. :P.
Detto questo, posso anticiparvi che a breve, diciamo entro Natale, posterò una prima one-shot già in fase di elaborazione, con protagonista Irene. Ma questa ve l'avevo già promessa.
Va beh, allora grazie ancora a tutti e..a presto!




Cinque anni  ed un mese dopo.

- Zia Franciiiii!-
Una bambina con i capelli color grano, due occhioni verdi smeraldo ed un sorriso genuino, mi chiama tirandomi per il camice mentre sto parlando con Matteo, mio allievo che da qualche mese è diventato responsabile del tirocinio qui in facoltà.
- Ciao tesoro- le rispondo prendendola in braccio e dandole un bacio sulla guancia –Sei venuta a trovarmi?-
- Si zia. La mamma mi ha detto che dovevi darmi una cosa- mi dice tutta sorridente mentre mi abbraccia il collo.
- E’ vero. Saluto questo signore e poi andiamo a prenderlo, ok?-
La bimba annuisce con decisione ricambiando con un grosso bacio schioccato sulla mia guancia. La faccio scendere posandola per terra e prendendole la mano mentre saluto Matteo che sta finendo di bere il suo caffè.
Ci avviamo insieme verso Irene che ha osservato tutta la scena poco distante e la saluto con un bacio sulle labbra.
- Buongiorno dolcezza- le sussurro quando mi stacco.
- Buongiorno a lei professore – mi risponde sorridendo maliziosamente.
Mi perdo nei suoi occhi, come sempre. Perchè quando me li trovo di fronte perdo qualsiasi cognizione di tempo e spazio ma vengo interrotta dalla bambina che mi tira la mano.
- Zia il regalo!- mi ricorda riprendendo la mia attenzione.
- Si, subito.-
Insieme ad Irene usciamo dall’ospedale e prendo la bimba in braccio per evitare che si sporchi le scarpe visto che siamo dirette all’azienda zootecnica, precisamente dove ci sono i cavalli.
Ci avviciniamo ad uno di quei recinti dove sta mangiando tranquillamente un pony bianco come la neve di pochi mesi:
- Guarda un po’ quel cavallino… ti piace?-
La bimba rimane incantata. La sua forte passione per i cavalli l’ha ereditata dalla madre ed è da un anno che la stressa dicendole che ne vuole uno tutto suo.
- Visto che sei rimasta senza parole presumo di si.- le dico sorridendo. – Buon compleanno, Paola-
La bimba bisbiglia qualcosa che riesco a capire a malapena:
- Ma… ma è..è… mio?-
- Si tesoro. Perché non lo vai a salutare da più vicino? – la piccola mi abbraccia forte prima di scendere dalle mie braccia e correre dal suo piccolo pony.
- Stai attenta amore! – le urla Irene che nel frattempo aveva preso posto fra le mie braccia.
- Tu sei tutta matta… quando mi hai detto che le volevi comprare un animale, non pensavo di certo ad cavallo.- mi redarguisce.
- Che colpa ne ho io se le piacciono i cavalli fin da quando era piccolissima…-
- Si ma questo non vuol dire nulla. Se le piacevano gli squali cosa facevi? Andavi a rapirne uno in un acquario o, peggio ancora, ti buttavi nell’oceano facendo John Wayne?-
- Più o meno si, poteva essere un’idea- le rispondo sorniona.
- No, sul serio… perché proprio un cavallo?-
- Vediamo… perché le piacciono da morire, perché non c’è giorno in questo ultimo anno che ti abbia chiesto di compraglielo, perché ce lo possiamo permettere tenendolo qui in azienda e sempre sotto  gli occhi di veterinari competenti e... ah si, e poi perché la amo come se fosse mia figlia- le rispondo baciandola.
- Non era il caso, comunque… non sei tenuta ad accontentarla sempre, lo sai.-
- Mi piace vederla felice e farei qualsiasi cosa per lei. E per te.-
- Grazie.-
- E di cosa?-
- Di tutto quello che fai, ci tratti come principesse... E grazie per avermi permesso di godermi ogni momento della sua crescita, permettendomi di restare a casa a fare la casalinga.-
- Fare la casalinga è un lavoro molto impegnativo tanto quanto fare la mamma e poi te l’ho già detto un miliardo di volte che non mi devi ringraziare perché non puoi neanche immaginare quanto voi fate per me. Quello che più mi importa è la vostra felicità. Se siete felici voi, lo sono anch’io.-
- Questo non significa che devi rinunciare ai tuoi sogni- mi redarguisce.
- Sai… ho la fortuna di vivere il mio unico sogno ad occhi aperti…-
Le nostre labbra si ritrovano e ci scambiamo un lungo bacio fino a quando Paola ritorna da noi.
- Zia è bellissimo, grazie.- mi dice tutta contenta abbracciandomi le gambe.
Mi accovaccio alla sua altezza:
- Di nulla… hai già pensato a come chiamarlo?-
Paola ci pensa qualche secondo poi mi risponde sicura:
- Tornado! Come il cavallo di Zorro.-
- Tornado, bello mi piace.-
- Ma adesso lo possiamo portare a casa, vero?-
- Ne avevamo già parlato Paola- le risponde Irene – Francesca ti ha spiegato più di una volta che i  cavalli devono stare in un posto molto grande, come questo recinto, per poter correre e giocare, non possono vivere dentro il nostro appartamento...-
La bimba si intristisce e le parlo tentando di risollevarle il morale:
- ma questo non vuol dire niente perchè Tornado è il tuo cavallo e d’ora in poi dovrai prenderti cura di lui tutti i giorni. Lui conta su di te e lo potrai venire a trovare tutte le volte che vuoi!-
- Davvero davvero?- mi chiede con un nuova luce felice negli occhi.
- Davvero.-
Mi prendo il secondo abbraccio della giornata che mi fa perdere l’equilibrio e finisco a gambe all’ aria col mio camice pulito tutto imbrattato di fango.
- Paola!- la sgrida Irene.
- Scusa zia..-
- Non preoccuparti, dopo ne prendiamo uno pulito.- le rispondo sorridendo divertita.
Rientriamo in ospedale nel mio ambulatorio e mi cambio subito il camice perché la pausa è quasi finita e fra poco dovrò ritornare a lavorare.
- Franci-
- Si?-
- Questa mattina ho chiamato Valentina per quella cosa (in riferimento alla festa a sorpresa del giorno dopo di Paola che stavamo organizzando da giorni a casa dell’altra Paola, l’altra zia acquisita) e mi ha detto che manda Giorgio con Jacopo ed Elisa (i loro figli) mentre lei ci raggiunge quando finisce di lavorare.-
Annuisco convinta mentre Paola gioca sul divano con il vecchio fonendoscopio che le avevo regalato tempo fa facendo finta di visitare il suo peluche.
Irene fa il giro della scrivania venendo a sedersi sulle mie gambe e la abbraccio all’istante tenendomela stretta e dandole un bacio sul collo:
- Sai Chicca, è da qualche tempo che sto pensando ad una cosa..-
- A cosa, Nene?- le sussurro in un orecchio posandole un altro bacio tra i capelli. Era tutto inutile, quando mi stava così vicina mi mandava ancora fuori di testa, come il primo giorno.
- Al fatto che ormai Paola sta diventando grande e merita di avere una famiglia vera, anche su un pezzo di carta-
- Cosa intendi dire?- le domando con un filo di preoccupazione.
- Voglio dire che vorrei mettere il tuo nome nella casellina del secondo genitore di Paola. Mi sono informata e  si può fare. Mi hanno detto che un giudice sentirebbe anche il parere della bambina... e lei ti adora, letteralmente. Ama te e anche i tuoi genitori che sono per lei i suoi nonni. Ti chiama zia perché l’abbiamo abituata così ma a tutti gli effetti ti tratta e ti considera un genitore.-
Rimango paralizzata da quelle parole. Non mi sono mai fermata alle cose materiali, che siano pezzi di carta o altro però, è brutto dirlo, quel foglio conta tantissimo.
Soprattutto quando quella bambina che ti gira per casa, a cui dai le cose che ha bisogno utilizzando i soldi che guadagni col tuo lavoro, sta male e devi portarla all’ospedale scoprendo che  agli occhi di tutti gli altri, hai lo status di una qualunque.
L’ho sperimentato già tante volte sulla mia pelle per capire come un foglio, una cosa materiale, ti può dare tanto.
Irene mi fissa sorridente. Sa benissimo della gioia che mi sta dando..
- Allora… dici che si può fare?- mi sprona a parlare.
- Io..non.. non so cosa dire…-
- Basterebbe un si o un no- mi prende in giro, sempre con quel sorriso magnetico ed anche un po’ magico.
- Si- le rispondo finalmente decisa dopo qualche secondo – ne sarei orgogliosa ma solo se Paola è d’accordo.-
- Glielo chiediamo subito… Tesoro, vieni qui un secondo? La zia ti deve chiedere una cosa..-
Ovviamente. Ormai credo che la mia fidanzata si diverta a mettermi in difficoltà. Paola arriva in pochi secondi e la mettiamo a sedere sulla scrivania, davanti a noi.
- Senti.. la tua mamma mi ha chiesto una cosa e vorrei sapere se tu sei d’accordo o no.-
- Si zia.-
- Lo sai che io e la tua mamma stiamo insieme, vero?-
- Si lo so. Siete fidanzate e dormite tutte le notti insieme nel lettone e tante volte fate quella cosa dei grandi..- mi risponde subito.
- Ehm..si esatto. Per questo motivo e per tanti altri, lei vorrebbe che diventassi il tuo secondo genitore… praticamente invece di una zia avresti una mamma in più... ti piacerebbe?-
La piccola Paola ci pensa un attimo prima di rispondere.
- E cosa fa un’altra mamma?-
- Uhm… vediamo: vive nella tua stessa casa, ti accompagna all’asilo, ti legge le favole prima di dormire, viene in vacanza con te, ti da i soldini per le giostre…-
- Come te zia!- mi interrompe lei come se avesse avuto una illuminazione-  Allora sei già l’altra mia mamma –
- Praticamente sì… tu sei contenta se lo fossi al 100%?-
- Io si, ti voglio  tanto bene-
Respiro profondamente e con fatica trattengo un paio di lacrimucce che combattono per uscire.
- Ok, allora sarò la tua altra mamma.-
- Mamma Franci!- mi dice la bimba sorridente mentre l’abbraccio.
Paola scende dalla scrivania avendo premura di depositare, come sua abitudine, un bacio a schiocco sulla mia guancia e uno alla sua mamma ritornando sul divano a giocare.
- Allora… mamma Franci, come si sente?- mi chiede la mia compagna posandomi le braccia intorno al collo.
- Dammi uno schiaffo, non vorrei che mi fossi addormentata sulla scrivania..-
- Non stai sognando amore- mi risponde avvicinandosi per baciarmi- .. e adesso te lo dimostro-
Restiamo attaccate per un tempo interminabile e non so quale santo ringraziare per avermi ricordato ogni secondo che nella nostra stessa stanza c’era una bambina che giocava tranquilla, così piccola ed inconsapevole di aver fatto alla sottoscritta il regalo più grande che in questo momento potevo ancora desiderare.
E tornando a lei.. al mio grande sogno ad occhi aperti, alla mia piccola donna che mi aveva dato tutto ciò che mi mancava nella vita e che adesso era seduta qui, sulle mie ginocchia… beh, questa donna non mi restava che amarla ogni singolo istante per il resto della mia vita, dandole in cambio tutto quello che avevo.
Amarla con tutta me stessa perché oramai ne avevo la certezza: oggi, come ieri e come domani, il nostro amore resterà per sempre invincibile.
  
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