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Autore: Satellite_29    17/11/2011    1 recensioni
Nicole Daffodil. Una ragazza normale con i capelli castani, un vestitino azzurro che avevo messo per un’ occasione particolare, ma senza sapere che in realtà non sarebbe successo niente.
CIT 1:
- Lo sai che ti potrebbero denunciare per sequestro di persona?
- Non credo che parlarti faccia a faccia per qualche minuto sia un reato, scimmietta. – disse Alexander alias Babbuino alias “Ora più che mai se non mi lasci andare ti strozzo” con il suo solito sorrisetto convinto.
- Com’è che adesso è rinata la tua passione per le scimmie babbuino?
- Non è colpa mia se la prima volta che ci siamo incontrati eri letteralmente appesa ad uno scaffale – disse avvicinandosi..
CIT 2:
Maybe you love me, but at the same you destroy me and so .. Love me or leave me.
Forse mi ami, la allo stesso tempo mi distruggi perciò .. Amami o lasciami.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Immaginate una città piena di gente.
Gente che cammina, che corre, che aspetta su una panchina.
Gente che alza gli occhi al cielo, che fissa la strada, che guarda la via davanti a sé.
Gente che aspetta il tram, che chiama un taxi, che suona impazientemente il clacson.
Molti parlano a telefono, qualcuno legge un giornale, uno si ferma davanti a una vetrina, dei ragazzi vanno veloci sui loro rollerblade, alcune ragazze notano un tipo carino e gli sorridono.
Però se osservate attentamente il tavolino di un bar, troverete quattro ragazze, che parlano animatamente.
Avvicinatevi un po’ di più e sentirete una storia, un po’ lunga forse, ma piena di sentimenti.
Amicizia, felicità, momenti di rabbia e di piccole gelosie, ma tanto amore.

-Ragazze smettetela! Smettetela di ricordarle … voi sapete chi.
Questa è Sophie Kennet, una delle ragazze più dolci e sensibili che si possono trovare. Mentre diceva queste parole, con una mano teneva la tazza di cioccolata calda e con l’altra gesticolava per dare enfasi al discorso. Sophie si era portata una giacca pesante che aveva appoggiato dietro lo schienale della sedia, e si era messa una sciarpa rosa che, a vederla, sembrava molto calda. Portava una camicia bianca e dei pantaloni neri, che purtroppo si erano sporcati con la cioccolata che la ragazza si era versata distrattamente.
-Non può andare avanti così. Di questo passo smetterà di andare dietro ai ragazzi e da grande rimarrà zitella! Non possiamo permetterglielo.
Ecco, la ragazza che ha parlato ora è Olivia Tyler, detta Holly. In quel momento aveva una cascata di riccioli rossi mossi dal vento che le coprivano quasi completamente la faccia. Nonostante il freddo, indossava soltanto un maglioncino verde pistacchio e dei jeans chiari con delle scarpe da tennis.
-Ma almeno vi ricordate che la persona interessata è qui affianco a voi?
Lei è Jaz Coox. In realtà Jazmine. Indossava una felpa rossa enorme, a mo’ di vestito, con sotto dei leggins neri e degli stivali bassi di camoscio. I suoi capelli erano perfettamente raccolti in una treccia alla francese ed erano di un nero corvino che si abbinava alla sua carnagione un po’ più scura delle altre.
-Grazie per averglielo ricordato Jaz.
E l’ultima nell’ appello sono io. Nicole Daffodil. Una ragazza normale con i capelli castani, un vestitino azzurro che avevo messo per un’ occasione particolare, ma senza sapere che in realtà non sarebbe successo niente.

Ma adesso voi starete pensando - Ma questa tizia da dove esce? E perché sembra essere una depressa della vita?
Beh, per spiegarvelo, dobbiamo tornare indietro di un anno. Tutto è iniziato durante un’ora nell’aula delle punizioni della Keyzer High School, dove io e le mie amiche ci siamo incontrate per la prima volta..

Capitolo 1

-Oggi l’aula è molto frequentata eh? Ben vi sta! Durante le lezioni si sta attenti e concentrati e se siete qui, vuol dire che non l’avete fatto.
Non ditemi che Jenkins vuole farci la predica anche questa volta. E’ colpa sua se siamo qui: crede che i miei appunti siano dei messaggi criptati da mandare alle mie compagne. Non è colpa mia se scrivo in modo abbreviato! Pensai, in quel giorno di settembre del mio terzo anno alle scuole superiori.
-E ora, scrivete per cento volte su un foglio ‘Non darò più fastidio durante le lezioni’. Consegnatemi il foglio quando avrete finito, potrete uscire solo quando mi sarò accertato che abbiate scritto correttamente la frase e che l’abbiate scritta davvero per cento volte. Chi parla passa a duecento.
E io dovrei fare questo solo per colpa della mia scrittura? Ma andasse a quel paese!
Così,iniziai a scrivere più in fretta che potevo. Dopo circa 30 frasi, il professore si alzò dalla cattedra e uscì fuori per fumare una sigaretta.
Mi guardai intorno per vedere chi era intrappolato in quell’aula insieme a me. Notai una ragazza con i capelli rossi che mi fissava. Aveva gli occhi grigio-verdi e un po’ di lentiggini qua e là, ma sembrava una ragazza tranquilla, a posto.
Si girò per controllare che il professore se ne fosse andato, si alzò e si avvicinò al mio posto.
-Allora, che hai fatto per meritarti un’ora di punizione? Hai risposto male a qualcuno? Tirato le palline di carta? Forse hai fatto uno scherzo al prof. Si, mi sembri una ragazza capace di mettere una rana del laboratorio nel cassetto o una lucertola nel registro. Ma forse hai fatto di peggio, tipo..
-Tipo scrivere degli appunti con una calligrafia poco leggibile? Non sapevo fosse così grave.
-Sul serio ti hanno fatto venire qui per questo?
A parlare era stato un ragazzo, un anno più grande di me: Dmitri Kilijan.Lo conoscevo di vista: piaceva alla mia compagna di informatica. Lui aveva i capelli biondo platino, e un piercing sotto il labbro. Portava una maglietta nera aderente e dei jeans strappati.
Aveva gli occhi marroni, color cioccolato, che mi osservavano stupiti.
-Si. Secondo Jenkins, stavo scrivendo un messaggio in codice alla mia compagna di banco.
Risposi alla domanda alzando gli occhi al cielo per l’esasperazione
-Non pensavo che il vecchiaccio fosse diventato così bastardo.
Disse Dmitri giocando con un accendino. - Di solito, per farlo arrabbiare, ci voleva come minimo un topo e un esperimento andato a male, oppure qualche piccolo incendio nel laboratorio..
-Molto casualmente immagino. La ragazza rossa rise mentre diceva quelle parole e tolse l’accendino al ragazzo.
Lui rispose con fare drammatico. -Mi ritieni capace di fare ciò Holly? Io che sono un ragazzo tanto per bene, che tutti i genitori vorrebbero come figlio, che ..
-Che è meglio evitare come la peste! E sei anche maleducato, presentati!
Gli diede uno spintone e mi porse la mano
-Piacere, Holly Tyler. La ragazza più esperta di scherzi che puoi trovare in tutta la città. E lui è il mio amico Dmitri Kilijan, il più famoso appiccatore di incendi. Non ti preoccupare, non siamo gente cattiva, è che ci descrivono così!
E anche in quel momento rise, insieme a Dmitri.

Un ragazzo si affacciò alla porta e urlò: -Il vecchio sta tornando!
Holly e Dmitri tornarono ai loro banchi. Holly si girò, strappò un biglietto e me lo mandò.
Lo presi e lo lessi. Scrivi in fretta quelle frasi, ti offriamo un gelato dopo la tortura ;) 

Osservai il foglio dove avrei scritto le altre settanta frasi. Mi girai verso i due ma loro avevano già ricominciato a scrivere, e lo feci anch’io. Jenkins iniziò a girare per i banchi, con aria di superiorità, e poi si sedette sulla cattedra, leggendo il giornale che si era portato da casa e che, probabilmente, aveva letto più volte di quanto voleva far notare. Cercai di scrivere più velocemente possibile, ma la mano iniziava a lamentarsi. Guardai l’orologio. Erano le quattro. Spostai di nuovo l’attenzione sul foglio, mancavano poche frasi ormai.


Non darò più fastidio durante le lezioni
Non darò più fastidio durante le lezioni
Non darò più fastidio durante le lezioni


Cambierò scrittura durante l’ora di scienze. Cambierò scrittura durante l'ora di scienze.

Finii di scrivere, consegnai il foglio al professore e uscii dalla classe. Fuori c’erano già Holly e Dmitri che mi aspettavano.
-Ce ne hai messo di tempo per scrivere quelle tre frasette.
Holly era appoggiata con la schiena al muro del corridoio, dal collo le pendeva una collana con un lucchetto d’argento che non avevo notato prima. Indossava una canotta blu elettrico, un jeans grigio e delle ballerine bianche con un fiocco che non avevo notato prima. Portava una borsa a tracolla tutta disegnata a mano. Era davvero molto bella: era verde chiaro con disegni di draghi e castelli stilizzati, un po’ di stelle sparse per tutto il tessuto e una scritta, che non riuscivo a leggere.
-Diciamo che dopo la cinquantesima, la mia mano stava implorando pietà. Non sono abituata a scrivere molto.
-Allora ci facciamo un giro?
Dmitri aveva lo sguardo perso nel vuoto,ma quando si accorse che io e la rossa lo stavamo fissando, prese lo zaino e uscì dall’edificio.
Prese l’iPod, si mise soltanto una cuffia e tutti e tre iniziammo a camminare verso una meta a me ignota. 

 
  
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