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Autore: bells swan    17/11/2011    39 recensioni
“Edward Anthony Masen Cullen è un guerriero e ha il fisico di un guerriero, lo sguardo fiero e possente di un futuro Re. Un uomo, forse un Consigliere della Corte visto l'età avanzata, si avvicina col cavallo al Principe, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Il Principe abbassa la testa per permettere all'uomo di parlare senza sporsi troppo dal suo cavallo. Alla fine, Edward alza la testa, lanciando un'occhiata alla folla riunita e passando in rassegna tutti quanti. Senza sapere il perchè, si sofferma su di me. Non tanto, solo tre secondi, ma bastano per fare un cenno al suo Consigliere nella mia direzione.”
- Edward è un Principe guerriero. Bella, la sua schiava...
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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“Isabella?”
Controvoglia, apro gli occhi. Rimango un attimo spaesata quando vedo che la luce giornaliera ha lasciato il posto alla luce del tramonto.
Alzo il volto, scorgendo Edward col viso chino su di me. Sono poggiata contro il suo petto. “Ma che…?”
“Ti sei addormentata” sussurra, scostandomi dolcemente una ciocca di capelli dal volto.
Mi gratto gli occhi, tremando leggermente. Indosso solo la camiciola.
“Senti freddo?” continua, sfiorando con i polpastrelli la pelle d’oca del braccio.
“Un po’” rispondo piano, posando la guancia contro il suo petto e chiudendo gli occhi senza rendermene conto. Sono ancora mezza addormentata.
La bassa risata di Edward giunge lieve e ovattata al mio orecchio, facendomi rabbrividire di piacere. “Che ne dici se ci vestiamo e andiamo in camera?” propone.
Ancora controvoglia, annuisco, spostandomi da lui e raccattando gli abiti.
Indossa in maniera disordinata la camicia sporca del suo seme, cercando di nascondere la macchia piegando l’orlo senza macchiarsi.
“Non devi andare a cenare?” chiedo, confusa.
Sembra preso alla sprovvista. Sospira. “Sì, non posso non cenare con il Re e la Regina.”
E io non devo cenare con i Reali. Perfettamente sincronizzati.
“C’è nessuno fuori?” chiedo, improvvisamente imbarazzata.
“Non credo. Ma se vuoi esco prima io.”
Annuisco alle sue parole.
“Bene. A dopo.”
 
È notte fonda, ormai.
Sono sotto le coperte, Edward che mi tiene fra le sue braccia. Non vorrei essere in nessun altro posto, nemmeno a casa mia, con i miei genitori. Sto bene dove sto. Il che è strano… È anche strano che non abbiamo fatto nemmeno l’amore e che io mi trovi al palazzo solo per questo motivo. Siamo semplicemente coricati sul morbido letto del Principe.
Mi stringo ancora di più al suo petto, affondando il volto nell’incavo del suo collo e aspirandone il forte profumo mascolino. È così buono… e lui è così bello, così dolce… così perfetto, che mi sembra solo un sogno. Un bellissimo sogno.
Un improvviso, sgradevole pensiero si fa strada in me: Dimitri non avrebbe dovuto parlarmi in quel modo, essendo io proprietà del Principe. Edward l’ha punito?
“Edward?” lo chiamo, la mia voce un sussurro.
“Mmh-mmh?” Mi accarezza i capelli.
“Come sta Dimitri?” chiedo, titubante.
La mano che accarezza i miei capelli si ferma. “Perché ti interessa?” È confuso, lo percepisco dal tono della voce. “Credevo che ti avesse importunato.”
Mi sposto, poggiandomi sui gomiti e fissandolo dall’alto verso il basso. “E chi te l’ha detto?” domando, preoccupata. Sì, è vero che mi ha importunata, ma non voglio avere la sofferenza di qualcuno – che sia Dimitri o un altro – sulla coscienza.
“Mike” risponde. “Non preoccuparti, comunque. L’ho mandato a servire un mio amico; aveva bisogno di un nuovo stalliere ed è meglio così.”
Annuisco, pensierosa.
Edward mi porta sotto di sé, fissandomi serio. “Non credevo ti stesse tanto a cuore Dimitri.” Edward è sopra di me, tra le mie gambe. Incrocia le nostre mani, portandole sopra la mia testa. Riesco a sentire la sua eccitazione chiaramente, il che mi fa chiudere per un breve istante gli occhi.
“E infatti non mi importa…” riesco a sussurrare.
Lo stomaco si contrae per il piacere quando inizia a muoversi contro di me, lentamente. Allenta la presa e io abbasso le braccia, Edward che tiene ancora le sue mani vicino la mia testa.
“Edward?” Lo chiamo a fatica, deglutendo.
Lui non è da meno. I tratti del suo viso iniziano a contrarsi per il piacere trattenuto e posso sentire la sua erezione farsi sempre più grande.
“Dimitri diceva la verità? Potrò tornare a casa il giorno del tuo compleanno?” chiedo. Ho bisogno di sapere la verità.
“Tu vuoi ritornarci, Isabella?” chiede con voce roca.
Il mio bacino inizia a muoversi in sincrono col suo, le mie gambe che si aprono maggiormente. Ansimo rumorosamente, chiudendo gli occhi e gettando la testa all’indietro. “Edward… più veloce!” lo supplico.
Mi accontenta subito, impennando il suo bacino contro il mio con una spinta decisamente più forte, velocizzando di conseguenza il ritmo. “Vuoi ritornare a casa, Isabella?” continua, la voce intrisa di piacere.
No che non voglio tornare a casa, ma come faccio a dirglielo?
“Isa…”
Lo interrompo prima che possa rendermi conto di ciò che affermo. “No, non voglio!” esclamo, preda del piacere più assoluto.
La bocca di Edward è improvvisamente sulla mia, la sua lingua che vi si intrufola dentro. Le mie mani si posano sulla sua schiena, accarezzandone ogni singola cicatrice. Si allontana improvvisamente da me, lasciandomi confusa. Contrariamente a ciò che immaginavo, non si alza da letto; si abbassa con la testa fra le mie gambe.
“Edward, aspetta!” esclamo spaventata, ma Edward mi ignora.
Sento per la prima volta la lingua calda e bagnata di Edward sulla mia femminilità – anche’essa bagnata – e urlo per il piacere improvviso che questo contatto mi provoca. Edward accelera i movimenti della lingua, toccandomi anche con le dita. Stringo i suoi capelli, avvicinando più che posso il suo volto alla mia intimità. Raggiungo l’orgasmo con un gemito più roco degli altri, il cuore che batte all’impazzata, il respiro corto e lo sguardo stupito e languido, anche, fisso sul soffitto.
Non perde tempo: alza la mia camicia da notte e si abbassa i calzoni, unendosi a me con una spinta decisa, facendomi perdere la ragione. Inizia a muoversi con decisione, facendomi ansimare ancora di più. Posa le sue labbra sul mio seno, succhiando forte un capezzolo, toccando con la mano libera l’altro. I movimenti si fanno più veloci, le spinte acquisiscono maggior forza e sento Edward mugolare sempre di più, cosa che mi fa eccitare oltre il possibile.
Con un’ultima spinta, getto la testa all’indietro, stringendo forte le lenzuola, Edward che mi segue poggiando la testa fra i miei seni piccoli.
Rimaniamo fermi in quella posizione per quello che mi sembra tanto un secolo. Alla fine, Edward si scosta da me. “Quindi è deciso?” domanda improvvisamente, rompendo il silenzio.
Volto la testa verso di lui, disteso accanto al mio corpo, fissandolo interrogativa. “Cosa è deciso?”
“Rimani qui?”
Esito nel dargli una risposta. Certo che vorrei rimanere qui, non vorrei allontanarmi da lui per nessun’altro motivo al mondo, ma non posso. Non quando fra sette giorni – ormai sei – arriverà una nuova ragazza per pendere il mio posto. Scuoto la testa. “Edward…”
“Cosa?” sbotta, mettendosi sopra di me. Ma non c’è malizia nei suoi gesti, non adesso. “Hai detto che vuoi rimanere qui. Perché dovresti andartene?”
“Io voglio rimanere qui, ma come faccio? Il Re mi manderà via, arriverà al mio posto un’altra ragazza e io che dovrei fare?” domando, non riuscendo a capire dove voglia arrivare.
“Jane? Quella ragazza neanche si avvicinerà al palazzo, e tu dovrai rimanere qui” sentenzia, deciso.
Scuoto la testa, abbassando lo sguardo: per la prima volta non gli credo. Jane o qualcun’altra che differenza fa? Nessuna.
Mi accarezza la guancia. “Isabella, come faccio a mandarti via? Mi sei entrata nel sangue…”
Apro immediatamente gli occhi, fissandolo sconvolta. “Cosa?” Il cuore sembra aver smesso di battere, mentre scruto il volto di Edward in cerca della verità.
“Non mi credi?” chiede, continuando ad accarezzarmi. “Ti amo, Isabella.”
Boccheggio come in cerca d’aria, non sapendo cosa credere. Non avrei mai potuto immaginare che qualcuno, il Principe, si potesse innamorare di me. Non ho nemmeno una vaga idea di cosa sia l’amore! Ma se non è amore quando penso a lui e mi batte il cuore, se non è amore quando lo immagino con un’altra donna e mi sento morire, se non è amore quando lo vedo e lo stomaco si contrae per il solo piacere di sentire i suoi occhi posarsi su di me o sentire la sua voce… Allora non ho davvero idea di cosa sia ciò che sento per lui.
Edward inarca le sopracciglia, divertito. “Non avrei mai immaginato di lasciarti senza parole…”
Emetto un sorriso tremulo. “Ah no? Un principe mi dice che è innamorato di me e io non dovrei rimanerne sconvolta?” chiedo, gli occhi che mi si riempiono di lacrime.
Edward aggrotta le sopracciglia, adesso, sfiorando una lacrime dispettosa che è scesa sulla mia guancia.
Deglutisco, il divertimento scomparso.
“Cosa c’è?” domanda, confuso.
“Sei un principe, Edward. E io sono una serva” sussurro, la voce rotta per il pianto trattenuto. Non voglio piangere davanti a lui.
Scuote la testa. “Questo non c’entra nulla.”
“Non c’entra nulla?” chiedo, incredula.
Edward si alza, indossando una vestaia. Mentre si dirige nel suo scrittoio, mi copro con il lenzuolo, sedendomi. Esce da un cassetto una pergamena, aprendola sotto ai miei occhi e sedendosi sul letto, vicino a me. Me la porge, osservandomi.
“Che cos’è?” chiedo, prendendola in mano e iniziando a far scorrere gli occhi sulla pergamena. Ansimo quando mi rendo conto di che cosa si tratta. “Mi hai intestato una proprietà?” sussurro, incredula.
“In questo modo, non sarai più una semplice serva. Da oggi, sei ‘Miss Isabella’” annuncia.
Non riesco a crederci. “Oh mio Dio” sussurro, grattandomi la fronte con una mano. “Io… Io non so cosa dire.”
“Non devi dire nulla” mormora Edward, togliendomi dalle mani la pergamena. “Devi solo dirmi se mi ami o meno. In quel caso, potresti tornare a casa anche domani.” È serio, maledettamente serio.
Scuoto la testa, sorridendo emozionata. “Sì!” esclamo.
Stavolta, tocca a Edward rimanere senza parole. “Sì?” chiede, anche lui emozionato.
“Io non so cosa sia l’amore… ma se non è quello che provo per te, allora sono senza speranze!” esclamo, divertita.
Con una mano, mi attira a sé, stringendomi forte. “Allora lo scopriremo insieme. Ti va bene come programma per il resto della vita?” sussurra, affondando il volto nell’incavo del mio collo.
Lo stringo forte anche io, le mie braccia intorno al suo collo. “Mi va più che bene.”
 
 

Spazio autrice

 
Sono dell’opinione che esista il colpo di fulmine; ci credo. Bella e Edward hanno avuto meno di un mese di tempo per innamorarsi, eppure lo sono. Se voi credete o meno al colpo di fulmine io non lo so, sta di fatto che io ci credo :)
Edward intesta a Bella una proprietà, così da renderla se non proprio una dama con un titolo, una ragazza rispettabile. “Miss Isabella.” In questo modo, lui e Bella possono sposarsi. L’idea mi è stata data leggendo una storiella leggera e tuttavia affascinante, di quelle che cerco di scrivere e di leggere, stanca ormai dei soliti cliché con Edward bastardo e puttaniere. Questa: As You Wish, di Cassie9 , la quale si è mostrata entusiasta di prestarmi l’idea. Ringraziatela, perché se non fosse stato per lei, avrei impiegato chissà quanto tempo a trovare una soluzione : ) Soooooooooooooooo, thanks dude!! ^-^
Poi, che altro?  
Non ci sarà un seguito; la storia è iniziata in un modo ed è finita in questo. Niente matrimonio, niente bimbi, niente di niente se non una dichiarazione. Potrei farne dei missing moment ma, non avendo ispirazione, preferisco evitare. Sono dell’opinione che quando non senti di scrivere una determinata cosa è meglio non scriverla per non rovinare la storia.
Ringrazio ogni singolo lettore che ha commentato, capitolo dopo capitolo, (scusandosi pure per qualche recensione mancata addirittura!!) questa cosa che oso chiamare storia. Non mi sarei mai aspettata che vi potesse piacere e sorprendere, gongolavo come una matta ad ogni vostra parola, in special modo quando mi scrivevate ‘Non me l’aspettavo’. Oh sì, la gongolavo al limite del possibile!!
Ma ringrazio anche i lettori silenziosi, sempre se ce ne sono (magari le uniche persone che hanno letto la storia sono quelle che hanno recensito, chi può saperlo? ._.), e chi ha aggiunto la storia alle ricordate, alle preferite e alle seguite.
Grazie di cuore, ragazzi. Davvero.
Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto, altrimenti… sputatemi pure attraverso il pc. Sappiate, però, che io ci ho messo il cuore in questo capitolo perché ‘ultimo’.
E se vi interessa, qui trovate il link ad una mia nuovissima storia, Proibito. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=869409

Un bacio, Vane.
 
 
 
   
 
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