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Autore: Densie Arya    17/11/2011    11 recensioni
(tratto dal Prologo)
“Weasley” mi saluta lui col suo stupido sorriso che affascina così tante ragazzine.
Ma io non ci cado. Non ci cadrò mai.
L’amore limita l’intelligenza.
E nessuno avrà mai il potere di cambiarmi.
(tratto dal Capitolo 14)
“Non sono motivi giusti per fare sesso.”
“Mi ricorderebbe che oltre tutti quegli aspetti negativi ce n’è qualcuno positivo.”
“Davvero non capisci?” fa una piccola pausa, esasperato, per poi sussurrarmi “Tra di noi c’è qualcosa che va oltre il sesso, perché vuoi sminuire qualsiasi attimo che passiamo insieme?”
-
“Ti amo, Rose.” mi sussurra lui, piano.
Io lo abbraccio forte, stringendo le mie braccia unite al suo collo.
“Credevo che avresti provato a farlo dire a me.”
“Non serve a nulla impuntarsi. Voglio che tu abbia il tuo ricordo positivo ad Hogwarts.”
Io lo guardo di nuovo, come se non l’avessi mai realmente visto bene.
Le sue labbra hanno assunto un’espressione tra compiaciuta e divertita.
I suoi occhi, grigi come lo zinco, mi esprimono quasi insicurezza.
E si sa, Scorpius Hyperion Malfoy, con il suo ego spropositato, non è mai insicuro.
“Grazie” sussurro io e quegli occhi sembrano rilassarsi.
-Da solo 'Romantico' è diventato 'Avventura'.
-Mi sono venute delle idee per un nuovo dominio del male.
************************************
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 22

Amore, Odio, Apprensione... Incipit.
 

 

Mi sveglio, all’improvviso, scattando in avanti e ritrovandomi seduta su un letto che non è mio.
Realizzo che sono ancora nella Stanza delle Necessità, mi volto terrorizzata all’idea di rimanere da sola.
Ma non sono sola, un angelo biondo è proprio lì, accanto a me, come tutte le volte che ho avuto bisogno di lui.
Dorme, non si accorge minimamente del mio tormentato risveglio.
Sembra così tranquillo, come se tutte le sue recenti preoccupazioni non fossero mai esistite.
Si rigira appena e, a contatto con la mia pelle fredda, apre pian piano gli occhi.
“Non mi dire che sei una di quelle che fissano mentre gli altri dormono, Weasley.”
Sorrido, vagamente imbarazzata da quel suo commento.
Mi sdraio di nuovo, stavolta un po’ più rilassata.
“Sei gelida, direi che la febbre è passata. La divisa non è molto comoda per dormire, immagino.”
Di tutta risposta, mi giro dall’altra parte, fingendomi offesa.
“Su, Weasley, non fare la permalosa. Sono ancora le 5. Possiamo dormire un paio d’ore.”
“E se non volessi dormire?” Sento che lo sto mettendo a disagio, ma non m’importa.
“Credevo che avessimo già affrontato l’argomento.” mi risponde quasi freddamente.
“Non capisco il tuo punto di vista.” mi giro verso di lui, quasi implorandolo di spiegarmi.
“Forse è ora che tu capisca, allora.” mi bacia dolcemente, sulla fronte. “Quanto sei stata con Krum? Tre mesi?”
“Più o meno, sì.” sospiro “Ma te l’ho già detto...” lui mi blocca con un cenno.
“Più o meno nel periodo in cui molte ragazze decidono che è il momento giusto.” mi guarda, come se dovessi capire solo dal suo sguardo quanto gli costi farmi scoprire quello che gli passa per la testa. “Ma lui non ti ha fatto pressioni e tu hai deciso di non farne a lui.” sospira, per poi abbassare la voce. “Non voglio che la tua paura di perdermi ti faccia pressioni da parte mia, Rosie. Quando accadrà, sarà il momento giusto. Già solo il fatto di parlarne, di doverti rassicurare... vuol dire che non sei pronta.”
“Ma...” mi blocca di nuovo.
“Non siamo pronti.” si corregge, prima di accarezzarmi i capelli.
“Tu credi che io non sia pronta.”
“Abbiamo tutto il tempo del mondo, Rose. Io stesso non sono pronto.”
“Continuo a non capire.”
“Fare sesso senza interessi è facile.” bisbiglia lui, alzando appena un sopracciglio per valutare quanto sarei riuscita ad estrapolare da quell’affermazione.
“Hai paura.” bisbiglio, traducendo i suoi pensieri ad alta voce.
Lui annuisce, quasi impercettibilmente, e posa le sue labbra sulle mie.
“Quindi facciamo un passo alla volta: usciamo allo scoperto.”
Io rimango allibita, lui mi guarda piuttosto male.
“I nostri famigliari lo sanno, Rose. Chiunque voglia farmi del male, ormai vuole far del male ad entrambi. Io non devo più fare l’infiltrato con Genevieve. E non voglio certo che tu vada al Ballo del Ceppo con il Campione sbagliato.”
“Manca più di un mese!”
“Pensavo che... ti avrebbe fatto piacere.”
Mi alzo di scatto, come presa da una furia improvvisa.
“Non posso sopportare i pettegolezzi della gente, ora! Mi sono appena risvegliata da un sonno di 6 settimane, devo rimettermi in pari con i compiti e riprendere la mia scalata alla popolarità. Noi siamo acqua e fuoco, per gli altri. Ho atteso per cinque anni il momento in cui sarei stata Prefetta, Capitano di Quidditch e Reginetta del ballo. E la mia credibilità andrebbe distrutta se si sapesse che ti amo.”
Lui si alza, senza dire una parola, e si avvia verso l’uscita.
“Bene, allora non avremo alcuna storia da far uscire allo scoperto. Se la tua popolarità è più importante di quello che bramiamo da quasi 5 mesi... Non so se stavolta tornerò indietro ad implorarti e a sistemare le cose, Rose. Probabilmente questa è l’ennesima dimostrazione che stiamo cercando di far funzionare una causa persa.”
Non ho neanche il tempo di rispondere.
Se n’è andato.
Che cosa ho fatto?
Come ho potuto?
-
Entro in Sala Grande per la colazione, e come ogni altro giorno mi siedo alla mia tavolata.
Stranamente, al mio arrivo, i Weasley-Potter si fanno silenziosi.
“Ehi, che succede?” chiedo distratta, troppo occupata ad imburrare una fetta biscottata per prestare realmente attenzione a quel che mi circonda.
“Non vuoi saperlo.” esclama Dominique come se non vedesse l’ora di dirmi questa brutta notizia.
“Dom, sii più comprensiva. Deve saperlo, ma senza fretta.” la corregge Lily.
“Sputate il rospo o eclissatevi, non sono dell’umore.”
“Hai litigato con Scorpius?” mi chiede James, come se sapesse già la risposta.
“Decisamente sì.” esclamo secca, prima di alzare lo sguardo.
La mia visuale, che fino a poco fa era limitata al cibo di fronte a me, ora riesce a scorgere due figure piuttosto... amichevoli sedute al Tavolo Serpeverde.
“Espoir e Scorpius escono insieme.”
“Da quando, scusa?” la mia voce sembra piuttosto strozzata.
“Stamattina lui le ha chiesto di andare al Ballo del Ceppo insieme: i Campioni devono cooperare.”
Io mi alzo, senza proferire alcun commento e, con un diavolo per capello, mi dirigo verso la mia prima lezione.
-
“Ehi, Weasley, posso sedermi qui?” ovviamente NON è chi speravo che fosse, ma non posso farci niente.
Come si usa dire, me la sono cercata.
E ancora non so bene perché mi sono comportata così.
“Certo che...” stavo per dire no, ma l’arrivo di Malfoy proprio di fronte a me mi fa cambiare idea “...Sì.”
Come se la situazione non fosse già critica il mio stupido orgoglio me la fa perfino peggiorare.
“Vieni con me alla partita, domani?” a quanto pare l’ex prefetto Montague vuole uscire con me.
“Partita?”
“C’è la prima prova del Torneo.”
“Ehm... Signorina Weasley, signor Montague... La Preside richiede la vostra presenza.”
-
Mi sveglio e non so bene dove mi trovo, per la seconda volta nella stessa giornata: o almeno credo.
Mi trovo in un tendone che puzza di plastica nuova appena tirata a lucido e solo ora mi rendo conto di non essere sola:
James Potter, Andrew Montague, Apollo Flitt, Oscar MacMillan e Lorcan Scamandro.
“Che diavolo ci facciamo, qui?” mi chiede James, ancora vagamente insonnolito.
“Non ne ho la più pallida idea.” rispondo, coprendo uno sbadiglio con la mano.
Oscar, quello con l’aria più riposata e meno dormiente, ci guarda con il suo solito fare –so tutto io.
“Un cercatore, due battitori, tre cacciatori. Direi che manca il portiere, ma Malfoy risponde a questo requisito. Non capite? La prima prova è una partita di Quidditch. Quattro capitani, tre dei migliori giocatori della scuola.”
Il discorso fila, fin troppo.
“Non capisco, dovrebbero essere prove individualizzate ai Campioni.”
“La morte incombe...” sentiamo una voce provenire dalla porta verso di noi e ci voltiamo.
“...sulle nostre teste. Non fa altro che ripeterlo.” borbotto io incapace di trattenermi.
“Bene, signorina Weasley. Confido sul fatto che ricordi tutte le mie parole, e non solo quelle che il suo cinismo la porta a ricordare.” pronuncia la Preside Cooman con tono di rimprovero, offesa. “Quindi, sono qui per fornirvi le spiegazioni. E’ una squadra di Quidditch, come il signor MacMillan ha giustamente spiegato, ma con una piccola modifica. Sono tre partite totali, due per ogni squadra. Con una sola eccezione. I punti valgono solo se li fa il Campione, 20 punti per ogni goal o parata, la partita finisce quando si arriva a 200. Naturalmente, i bolidi vanno tirati dritti contro il campione avversario. Voi siete i distrattori: i cacciatori devono cercare di togliere la pluffa alla squadra avversaria e tirarla al nostro Campione. So che è difficile, ma il signor Malfoy dovrà tentare di segnare da anello ad anello. Altrimenti sta tutto nelle sue parate. Tutto chiaro?”
2 Grifondoro, 3 Serpeverde, 1 Corvonero e 1 Tassorosso che cooperano per far vincere la propria scuola: roba mai vista!
-
Piove.
A soli 20 punti dalla nostra vittoria della seconda partita, tocca a me passare la pluffa a Malfoy.
Incrocio il suo sguardo e, cercando di non sentirmi vagamente eccitata per essere fautrice del punto della vittoria, tiro la pluffa in sua direzione: un attimo prima che lui possa prenderla, un bolide lo colpisce in pieno volto e lo fa cadere dall’anello più alto.
Ho visto la mia vita passarmi davanti in un momento: la mia vita strettamente legata a quella del biondino.
Senza pensarci neppure un secondo, senza prendere la pluffa per tenerla lontana da Espoir, mi precipito in picchiata verso di lui.
Paragonando la velocità di una scopa con quella umana, sono l’unica ad essergli accanto.
Le mie ginocchia cadono a terra vicino a lui, probabilmente per colpa dell’atterraggio poco ponderato, ma le mie mani arrivano al suo viso, al suo collo.
“Non respira!” esclamo, in pieno panico, dandogli uno schiaffo istintivamente.
-
Sono fuori l’infermeria da ore. Non vogliono farmi entrare, non vogliono dirmi nulla.
La Cooman, Madama Chips e Lumacorno sono chiusi lì da almeno otto ore.
Io sono in corridoio, con l’umidità nelle ossa.
Avrei dovuto farmi una doccia o almeno asciugarmi, ma non potevo.
“Ehi, Rosie.” La voce di Nik mi distrae un secondo dal flusso dei miei pensieri. “Sei ancora qui? Non preoccuparti, rimango io. Se mi dicono qualcosa, vengo a chiamarti... Vai a farti una doccia e riposare un po’.”
“Scusa, Nik. Non posso.”
“Avevate litigato, non è vero?”
Sospiro, annuendo appena.
Proprio in quel momento, Lumacorno esce dall’infermeria con aria grave.
“Ah Rose, sei ancora qui...”
“Professore, per favore, può dirmi come sta?”
“Ha fatto un brutto volo. Se supererà la notte, sarà fuori pericolo.”
Le mie budella si contorcono, mentre il mio cuore perde qualche battito.
Non-devo-piangere.
“Per ora è sveglio, anche se deve riposare non può addormentarsi. Signorina Weasley la prego di non metterlo troppo sotto pressione, la sua testa ha subito un grave trauma. Signor Krum, venga con me”
Mi fa cenno di entrare, e io di certo non me lo lascio ripetere due volte.
-
Ho fatto moltissimi errori con lui, da quando abbiamo iniziato a frequentarci, ma mai nessuno così palesemente solo mio.
Ammettere di aver sbagliato, è davvero arduo per me.
Mi accorgo solo ora che ha gli occhi chiusi, il panico pervade per un secondo la mia schiena e la mia mano torna a schiaffeggiarlo.
“Ahia!” esclama, stizzito. “Uno non può nemmeno far finta di dormire per ignorarti?”
Io mi lascio un attimo andare ad una risata nervosa.
“Madama Chips ha detto che se ti addormenti c’è il rischio che non ti svegli, stupido. Mi hai fatto venire un colpo!”
“Un colpo, Weasley? Credevo avessimo già deciso che è finita.”
“Il fatto che io non sia la tua ragazza non esclude certo la mia preoccupazione nei tuoi confronti.” Lui non sembra lo stesso di 48 ore fa, mi vede ma non mi guarda, sembra distante. “Ascolta, so che ho sbagliato... Devo decisamente rivedere le mie priorità e...”
“Non m’importa, Rose. Hai dovuto vedermi ad un passo dalla morte per capire di aver sbagliato? E’ troppo tardi.”
“Scorpius ti prego...”
“Basta, Rose. Non ti devi umiliare, non serve a niente. Te l’ho detto ieri mattina, non voglio più tornare indietro. Dobbiamo solo finirla di farci male. Entrambi meritiamo di meglio.”
Mi alzo dalla sedia, mi volto di spalle e, una volta superata la porta con altezzosità e inizio a correre, senza sapere bene dove sto andando e perché le lacrime non vogliono sgorgare dalle mie guancie.
-
Sono in Sala Comune, un cuscino tra le braccia, gambe strette sul petto.
Doccia appena fatta, ma di dormire non se ne parla proprio.
Tantomeno di piangere. Le mie emozioni sembrano essersi bloccate.
“Ehi, Rose, fuori c’è Nik. Vuole parlarti.”
Mi alzo, cercando una forza che non ho, e mi dirigo verso l’uscita della Signora Grassa.
“Nik, scusa, non ho proprio tempo stasera... Volevo andare un po’ a dormire.”
“E’ per Scorpius... si è addormentato.”
Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip.
Elettrocardiogramma piatto. Ho smesso di respirare.
E per la seconda volta scappo, stavolta verso l’infermeria, incurante della mia tenuta tutt’altro che adeguata: sono in pigiama, con la vestaglia e le pantofole.
Arrivo davanti all’infermeria e quella vista mi impressiona: tutta la casata di Serpeverde è lì fuori, con una candela in mano. Come se la sua veglia fosse iniziata: come se lui fosse morto.
Alcuni mi guardano e si prendono a gomitate, altri mi fanno spazio in tacito assenso alla mia silenziosa richiesta di passare.
Non li ho mai visti così disponibili e uniti.
Apro la porta, ben sapendo che quando è chiusa ‘gli adulti’ non vogliono essere disturbati.
Dentro ci sono Draco e Astoria Malfoy, seguiti a ruota da Madama Chips.
Quando quest’ultima mi vede, sconvolta quanto quel pomeriggio, si limita a guardarmi male e ad arricciare il labbro.
“Va tutto bene, Poppy. La ragazza può restare.” Lucius Malfoy esce fuori da un angolo buio della stanza: è più pallido e magro dell’ultima volta che l’ho visto, molto molto tempo fa. Accanto a lui, sua moglie Narcissa, e Daphne Greengrass.
“La ringrazio, signor Malfoy... io...”
“Non devi ringraziarmi, ragazzina.” mi dice lui, sprezzante. “E’ il minimo che possiamo fare, per i suoi ultimi attimi.”
Ultimi attimi?
Astoria gli lancia un’occhiataccia degna del figlio, mentre suo marito le strofina una spalla.
“Non capisco, signora Malfoy. Un paio d’ore fa stava bene...” mi rivolgo direttamente a lei: l’unica in grado di capire cosa significa amare un Malfoy.
“Purtroppo c’è un sanguinamento interno che la Chips non riesce a guarire... e...”
“E se le dicessi che so come fare?” ma come diavolo mi vengono in mente certe cose? “E’ stata Pansy, signor Malfoy... Sono certa che lei sa come imporre una maledizione simile e che lei sa esattamente quel che vuole.”
“Draco, che significa?” chiede la moglie, allibita “Hai parlato con Pansy, di recente?”
“No, non di recente. Ma so come trovarla, se è stata lei...”
Lucius Malfoy fa qualche passo avanti, con il suo sguardo inquietante puntato su ognuno dei presenti.
“Qui ci pensiamo io e Draco. Astoria, Cissy, Daphne... andate a prendervi un po’ di Whisky Incendiario. Tra una mezz’ora Scorpius Hyperion starà magnificamente.”
-
Nonostante Lucius Malfoy non abbia pronunciato il mio nome, ho abbandonato l’Infermeria e mi sono recata insieme alla famiglia del mio (ormai ex) ragazzo, in totale silenzio.
-
Entro in infermeria, di nuovo, senza pronunciare una parola, seguendo Astoria.
Ho notato più di qualche suo sguardo vagamente confortante e, spero, non credo mi odi poi così tanto.
La paura di non piacere alla sua famiglia è ormai un problema stupido, nonché di secondo piano.
Lui, pallido ma vivo e ad occhi aperti, mi guarda ma non ho il coraggio di sostenere il suo sguardo.
E’ vivo, dovrei festeggiare, ma così come non sono riuscita a piangere non riesco a sorridergli: è come se le mie emozioni si fossero resettate.
La madre lo abbraccia, un po’ fredda ma sinceramente felice, prima di recarsi nell’ufficio di Madama Chips.
“Weasley...” sussurra piano lui, quando si rende conto che siamo soli ma che io non ho intenzione di dirgli nulla: sono a disagio.
E, fidatevi di me quando vi dico che togliermi le parole di bocca non è un’impresa semplice.
“...Di nuovo qui?”
Io non alzo neppure lo sguardo, sono pronta ad uscire da quell’infermeria e fingere che niente sia accaduto. Perché è questo quel che lui vuole e, in fin dei conti, è questo che conta più di qualsiasi altra cosa.
Solo ora riesco a capire il mio stato d’animo odierno. Solo ora capisco che non ho pianto, non ho supplicato e non ho sofferto solo perché lui mi ha chiesto di non farlo.
Non ti devi umiliare.
Ma non è perché ho paura del mio orgoglio ferito.
Semplicemente è ciò che lui vuole. Due lacrime, tante scuse... Servirebbero a farlo tornare da me.
Ma se il prezzo da pagare per non sentire questo vuoto è vedere di nuovo quello sguardo ferito nei suoi occhi... Sono pronta a liquidarlo.
Mi giro verso la porta, taciturna, facendo un paio di passi avanti cercando una forza che non ho mai avuto.
Allontanarmi da lui.
“Dove vai?” chiede, udibilmente stupito da quel mio gesto.
“Via.” rispondo facendo un ulteriore passo.
“Non farlo.”
La mia forza svanisce, mi inginocchio a terra, portandomi le mani al volto.
Ancora non singhiozzo, devo resistere.
Una lacrima solitaria mi solca la guancia, ma lui non può vederla.
“Devo.” preciso, rialzandomi, per poi voltarmi verso di lui, tentando di accennare un sorriso rassicurante.
“Oppure potresti venire qui e parlarne da persona matura.”
I miei occhi, maledettamente disubbidienti, cercano i suoi, facendomi perdere qualsiasi proposito di salvezza.
“Non è una buona idea, non voglio soffrire ancora.”Non voglio vederti soffrire ancora per me.
“Ma?” Perché accidenti mi conosce così bene?
“Ma.. niente. Devo andare, Malfoy.” mi costringo a chiamarlo per cognome, cercando di restaurare un po’ di distanza, distogliendo lo sguardo.
“Amici?” mi chiede, mentre guardo un angolo della sua bocca sollevarsi appena, creando una fossetta sulla guancia. Dolce. Fragile.
“Solo se credi sia appropriato.”
“Segretamente, ovvio. Siamo acqua e fuoco, per gli altri.” mi rinfaccia la mia frase, come se niente fosse
“Tutti sanno che ero qui, che sono stata qui tutto il tempo. E, beh, sapranno anche che tu c’eri quando in infermeria c’ero io, che senso ha?”
“Quando sei caduta ero con te. Quando sono caduto io, mi dovevi un favore. Tutto qui. Rivali come sempre.”




NOTE DELL'AUTRICE
 

 

Come ben sapete, negli ultimi mesi ho lasciato un po' andare questa storia.
Un po' per affari miei, un po' perchè, nonostante le idee ci fossero, preferivo bighellonare su facebook piuttosto che continuare.
Ed eccomi qui, con il nuovo capitolo.
Spero vi piaccia, o che almeno vi incuriosisca.
So che vedere questa nuova parte di Rose, quella un po' più altruista, risulta un po' ehm...
Edward Cullen che se ne va solo per permettere a Bella di viversi la sua vita.

Ma io preferisco paragonarla più a Chuck/Blair.
Lui sacrifica tutto, pur di non vederla soffrire più per i suoi errori.
E la cosa è un po' così.
Anche se, beh, Rose è un tantino più volubile e meno drammatica: sa che prima o poi riuscirà a diventare la persona giusta per lui, ma sa anche che dovrà affrontare dei cambiamenti per riuscire a meritarsi fiducia, rispetto e... amore.
Farà qualche passo avanti, un paio di passi indietro per sistemare delle cose in sospeso e per crescere.
E tutti sanno che riuscirà, perchè sapete che li amo e che non potrò vederli separati, quando questa fiction finirà.
Ma... L'amore trionfa su tutto.
Sarò io che sono cresciuta credendo nelle fiabe? Probabile.
Ma se dovessi scegliermi un principe, sarebbe senza dubbio Scorpius.
So anche di essere con un mesetto di ritardo in base al previsto.
Beh, spero di riuscire a postare il prossimo prima di natale (ehm, facciamo il 21 Dicembre? XD Di questo passo non finirà mai!) <---- Parentesi coperte da un mantello invisibile.

Grazie a chiunque se la senta di recensire, vi adoro!

  
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