Arriva il giorno in cui, irrimediabilmente, ci si accorge che la poesia è roba da nostalgici, da virtuosi del vecchio e malinconici di tempi peggiori. Versare lacrime incoerenti per un'arte che corre inesorabilmente verso la sua fine non è che un tentativo disperato di conservarle quel poco di dignità che giorno per giorno va perdendo. Ci si rifugia allora nelle sperimentazioni più estreme e snaturate, nei tentativi di trapiantare in un corpo morente organi nuovi, seppur inadatti all'aurea bellezza dell'originale.
Di seguito un intervento mal riuscito su signora Poesia.