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Autore: Carla Volturi    20/11/2011    3 recensioni
Il ritorno di Carlo, medico quarantacinquenne e Lucia, studentessa ventenne. Sono trascorsi due anni, ma niente ha cancellato il loro amore. Riusciranno a ritrovarsi?.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Image and video hosting by TinyPic Buongiorno a tutti e buona domenica! 
Ieri ho, come detto, ho concluso la pubblicazione della mia prima storia: "Un Altro Posto Nel Mondo".
Ho notato che questo racconto, oltre ad esser seguito da molti, ha colpito anche la sensibilità di alcuni ed è per questo motivo che ho decido di scrivere il continuo....sperando ovviamente che vi piaccia.
Invito chi non ha letto la mia prima storia a farlo nel caso in cui decidesse di leggere questo sequel, dal momento che vi è un profondo legame tra  i miei due racconti.

Vi ringrazio come sempre...siete unici!.
Baci da Carla.


Dedicato a mia sorella.

CAPITOLO 1- ANNO NUOVO, VITA NUOVA!

Il tempo passa per tutti, compresa me.
Si cresce!.
Nuove esperienze condizionano la tua vita, in positivo o in negativo.
Ma nonostante ciò si va avanti.
Se c’è una cosa che ho imparato in questi due anni è che bisogna sempre essere piu’ forti di prima.
Ebbene si! Sono trascorsi due anni. La ventenne Lucia, spensierata e ancora ingenua, ha lasciato spazio ad una giovane donna coraggiosa, che non si arrende mai dinanzi alle difficoltà.
Elencare tutto ciò che mi è accaduto in questo lasso di tempo è difficile, ma ci proverò!.
In primis ho cambiato lavoro, o meglio ne ho inventato uno tutto mio: sono stata sempre una ragazza originale, devo ammetterlo!.
Non svolgo piu’la mansione di segretaria ormai da dodici mesi e questo lo devo principalmente a mia nonna, scomparsa durante l’invernata dell’anno scorso. Ha lasciato tutti i suoi averi a me, consapevole che li avrei utilizzati al meglio.
E cosi è stato: ho investito il mio piccolo patrimonio in un associazione, di cui io sono la presidente. L’associazione “Woman at work!”, il cui obiettivo è proteggere le donne in difficoltà.
Donne che aiutano donne. Madri fortunate che assistono madri sfortunate. E cosi via.
Chi può dà del suo meglio, cercando di migliorare il futuro.
Come sempre mi affianca la mia cara amica Ginevra, mia collaboratrice. In realtà “mia” in ogni cosa, perché se non avessi avuto lei accanto, non avrei creato un bel nulla.
E questo non solo da un punto di vista lavorativo.
Diverso è anche il mio attuale domicilio: ora vivo nella vecchia casa mia nonna.
Non è nulla di che, ma di sicuro è il mio rifugio preferito. Talvolta lo condivido con alcune ragazze, che decidono di unirsi alla fondazione.
Capita che la sera ci sediamo tutte in soggiorno e parliamo di ogni cosa possibile e immaginaria.
Anche da un punto di vista sentimentale va molto bene: Pietro!.
E’ il mio compagno da un annetto: non viviamo insieme, preferiamo cosi.
E’ giusto cosi.
Ci siamo incontrati quando lavoravo ancora come segretaria: lui è un giovane avvocato, quindi io, all’epoca, ero una sua sottoposta.
Ha trenta anni e come ogni buon napoletano è moro. E’ davvero un bel moro, alto e snello. Ha una classe innata nei suoi atteggiamenti. Sempre galante nelle sue azioni. E’ quel genere di uomo che ti apre la porta della macchina o sposta la sedia dal tavolo per farti accomodare.
Come si dice, dunque, un gentiluomo.
Ed io: i miei capelli non sono piu’ricci. Effetto permanente svanito da tempo ormai! Sono liscia da far schifo. Oltre a ciò, non sono cambiata di una virgola.
Sono sempre io. Lucia!.
 
                                                                                 ***
Anche oggi sono seduta dietro la mia scrivania. Di fronte ho Pietro, che mi guarda fisso.
Ha l’aria spensierata.
Che hai?”, gli chiedo, guardandolo.
Sei molto carina con questo completo marrone. Molto molto carina. Mi andrebbe quasi…”, l’ interrompo: “Ti andrebbe quasi si parlare di Maria, vero?”.
Con tono sorpreso mi risponde: “E chi è Maria?”.
Gli rispondo: “E’appena entrata nell’associazione”. Affondo nella mia poltrona: “Non so come fare con lei. Come poterla aiutare. Ha parlato con i nostri psicologi, ma niente. Nessun progresso. Niente di niente”.
E’ curioso Pietro: “Che problema ha?”.
Porto le mie mani al viso: “Vuoi dire quanti problemi ha! Principalmente tutto è dovuto al fatto che il marito l’ha abbandonata. E’ depressa”. Osservo i documenti, che ho sulla scrivania, e la foto della protagonista della nostra conversazione.
Per un attimo mi sembra di ritornare al passato: Francesca!.
Ho un sussulto. Mi scappa di bocca un'unica parola: “Minori!”.
Pietro mi osserva perplesso: “Minori? Sbaglio o è un paesino della costiera amalfitana?”.
Scuoto la testa: “No, non ti sbagli”.
Mi chiede: “E cosa c’è a Minori?”.
Gli rispondo: “Parte della mia famiglia. Ti ho parlato di mio cugino, Michele”.
Sorride. Sembra che gli sia uscita la lampadina di Archimede: “Ah si. Ricordo, ricordo. Ma non doveva venirti a trovare a Natale?”.
Io: “Si ma da quando i genitori sono impegnati nel loro giro del mondo in camper, ormai è solo a gestire il ristorante. Il giro del mondo in camper …solo Antonio ed Elisa potevano pensare ad una follia del genere!”.
Pietro si alza dalla sedia: “Andiamo noi da lui!”.
Lo guardo fisso negli occhi. Volto inespressivo: “Da lui chi?”.
Pietro: “Ma come da lui chi? Da Michele è ovvio. Dai ci farà bene una vacanza. E tra poco è agosto. Dai!. Mica possiamo tenere aperta l’associazione per sempre? E poi hai della valide collaboratrici, ci penseranno loro”.
Praticamente ha deciso tutto lui.
In un secondo, come sempre.
Ma non posso dire di no. Non ci concediamo mai un attimo per stare da soli.
 Io non posso! Ho sempre altro a cui pensare.
 Quell’altro che è cosi importante per me….è tutta la mia vita!.
E va bene! Andiamo da Michele a Minori”, gli dico, sorridendo.
Mi abbraccia forte e mi bacia: “Evvai! Un po’ di relax insieme. Il mare. I costumi. I balletti sexy sulla spiaggia”.
Lo guardo perplessa.
Dai scherzo!”, mi dice.
Esce fuori dal mio studio.
Provvederà lui al viaggio.
 E’ cosi entusiasta.
In parte lo sono anche io.





  
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