Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Lotiel    20/11/2011    5 recensioni
Era una piccola casa sulla collina. Tutta colorata e decisamente carina. E sulla porta, ad aspettarmi, Ester.
Cos’era ciò che Ester stringeva dietro la schiena?
Ester aveva il suo solito sguardo amorevole. Mi piaceva tanto il suo sorriso, la sua dentatura bianca e candida come le ali degli angeli.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
story

 

 

 

 

Rimase lì. Tremante in quell’angolo.

Le mani stringevano la gola in modo spasmodico. E dire che quando l’aveva visto, non aveva creduto nemmeno ai suoi occhi. Come poteva essere stata così stupida. Ciò che stava guardando tuttora sembrava frutto di un incubo.

 

Era una piccola casa sulla collina. Tutta colorata e decisamente carina. E sulla porta, ad aspettarmi, Ester.

Cos’era ciò che Ester stringeva dietro la schiena?

Strofinai le mie mani piene di terriccio sugli occhi già lacrimanti. Ero caduta poco prima, accorgendomi solo in quel momento di avere le ginocchia sbucciate. Però non riuscivo a collocare il momento in cui mi ero fatta male. Dopotutto avevo fatto parecchie cadute.

Scossi il capo, chiudendo gli occhi. Li strofinai non accorgendomi che anche le mani erano sporche di terriccio, così facendo mi bruciarono ancora di più. Sbuffai, sbattendo le mani sulla gonna macchiata. Gli occhi lacrimarono un altro po’, poi rimase solo il ricordo del bruciore. Solo un lieve fastidio che mi rendeva la vista un po’ appannata.

Ester era a pochi passi da me quando mi chiamò.

Ester aveva il suo solito sguardo amorevole. Mi piaceva tanto il suo sorriso, la sua dentatura bianca e candida come le ali degli angeli.

Il suo viso, invece, esprimeva sicurezza e tranquillità, elementi fondamentali per farsi amare dalla gente e lei faceva proprio così. Lei era amata da tutti. I suoi occhi mi scrutavano sempre, stando attenta a ogni mio movimento, attenta a che non mi facessi tanto male, ma quello che mi attirava molto era il colore di quegli occhi. Colore dell’ambra.

Quando mi spiegava il perché avesse quegli occhi, lei mi raccontava di aver preso quel colore dalla mamma che non aveva mai conosciuto, così com’era successo a me.

Quando mi raccontava quella storia sorridevo sempre, uno dei più bei sorrisi che una bambina come me potesse costruire.

Ester era come una mamma per me, poiché anche la mia Mamma se ne era andata via.

Ester mi trattava sempre bene ed io, a volte, non lo meritavo per niente.

Ricordo che una volta l’avevo accusata di aver fatto sparire Pallina, il mio gattino di peluche, bianco e morbido. Era sparito e io mi ero messa a gridare e a sbattere i piedi in preda ad un attacco isterico.

A volte Ester rimaneva fuori di casa per alcuni giorni. Lei stava con il mio papà e da quando era arrivata lei, la nostra vita era cambiata. Papà era più felice. Io ero più felice.

Poi un giorno il mio papà sparì. Ma non perché se ne era andato come aveva fatto la mamma, ma proprio sparito, nel senso che non si trovò più. Ricordavo che mi aveva salutata il giorno stesso, dicendomi che mi avrebbe portata a giocare il pomeriggio stesso.

Ester mi aveva assicurato che sarebbe ritornato e la mia tristezza svanì, sicura che lei mi stesse dicendo la verità. Sarebbe stata lei a prendersi cura di me.

Quel giorno, quando era sparito il mio papà, Ester si era rinchiusa in camera, non volendomi vedere per qualche giorno. Diceva che mi stava preparando una sorpresa e che non dovevo sbirciare, altrimenti sarebbe stata triste. Io obbedii.

Era arrivato il momento della sorpresa ed io ero caduta tante volte per raggiungere la mia casa sulla collina. Stringeva qualcosa dietro la schiena e subito mi comparve il sorriso.

Cos’era ciò che Ester stringeva dietro la schiena?

Poi un’idea mi arrivo. Che fosse stato Pallina che era ritornato?

Corsi velocemente verso di lei. Ero sicura che si trattava di lui. Era sicuramente lui. Con le mani protese verso di lei, piene di terra. Volevo riabbracciare il mio peluche. Dopotutto mi mancava tantissimo. Poi mi soffermai sugli occhi di Ester pieni d’amore. Infine vidi ciò che Ester aveva nascosto.

 

La bambina giaceva ai suoi piedi. Era morta velocemente, senza darle il tempo di prendere un sospiro di sollievo. Gli occhi sbarrati, increduli, che guardavano Ester in piedi. La donna si leccava le labbra e il coltello che gocciolava di quel sangue innocente, era stretto in modo spasmodico.

La lingua di Ester assaggiò il sangue, goccia per goccia, mentre il sorriso amorevole era cambiato.

 

Ester era stata cattiva con me. Ester non mi voleva bene. Ester doveva pagare per questo.

Non so perché lo aveva fatto, non lo so. Ma sapevo che anche al mio dolce e caro papà era successa la stessa cosa. Perché Ester lo ha fatto?

Solo dopo poco tempo presi il coraggio e mi avvicinai a lei. Stava dentro la mia casa, la mia bella e colorata casa di collina.

Strinsi le sopracciglia per avere uno sguardo ancora più cattivo e poi la chiamai, la mia voce mi risultava strana. Eppure io ero sempre così come mi ricordavo. Una bambina dai capelli biondi, chiusi dentro delle lunghe trecce.

Quando Ester si girò e mi vide, vidi il suo volto cambiare. Gli occhi, un tempo dolci, erano sbarrati in un muto grido di terrore. Eppure non ero così brutta da fare così paura. Feci qualche altro passi verso di lei, ma lei si allontanò. Volevo solo chiedere perché lo aveva fatto.

Perché aveva fatto del male a me e al mio papà?

Si chiuse in un angolo, tremante e singhiozzante di paura. I miei occhi la guardavano senza avere cattiveria negli occhi adesso, ma solo una muta domanda. Perché?

Ester non riusciva a respirare bene e io mi avvicinai ancora di più a lei. Fu allora che getto un grido agghiacciante. Fece tremare le mani anche a me.

 

Ester era rimasta lì, con gli occhi sbarrati. Le si era fermato il cuore. Guardava gli occhi della bambina, anzi di ciò che era rimasto della bambina, che erano il colore dei suoi occhi. Quegli occhi colore dell’ambra l’avevano uccisa.

Ester era morta senza neanche spiegare il motivo e di quella casa sulla collina nessuno seppe più niente.

La gente aveva paura.

Dicevano che era la dimora degli Spiriti.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Lotiel