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Autore: ghirigoro    21/11/2011    9 recensioni
*Seguito di Dear Uncle Slash*
-Le cose sono cambiate da quando sono partita. Ora sono più grande.
Ho smesso di credere che tutto si sarebbe sistemato da solo e ho cominciato a camminare sulle mie gambe.
Non credo più nei sogni e nell'amore incondizionato, perchè nella mia vita non c'è spazio per essi.
Ma sono ancora convinta che, anche con tutta la buona volontà, i Guns'N'Roses non riusciranno a non stravolgermi la vita ancora una volta.
-Ne è passato di tempo, eh piccola?-
Mi giro. Non ci posso credere.
-Che ci fate qui?!-
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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C'è decisamente qualcosa che non va con me.
Ultimamente non faccio che cacciarmi nei guai.
Ma come mi è saltato in mente di accettare l'invito di quel coso?
Ah, giusto. Quando sono arrabbiata agisco d'impulso, facendo grandi, grandi cazzate.
Il gatto mi fissa dalla poltrona, accoccolato sul cuscino come un pascià.
-Dai, però Ron non è tanto male, vero? Ha cercato di palparmi, in studio, certo... Ma almeno è divertente no?- dico, cercando più di consolarmi che di convincerlo.
In tutta risposta lui soffia e si acciambella ancora di più.
-Hai ragione.- sbuffo. -Ho voluto la bicicletta ed ora pedalo.-
Finisco di piegare i vestiti appena stirati, e mi giro di nuovo a guardarlo.
-Solo che non avevo previsto che fosse un macinino d'epoca!- esclamo, agitando un braccio in preda al nervoso.
Lui miagola ed arruffa il pelo, sembrando ancora più grasso di quello che è.
Tsè, gatti. Sempre con la loro aria snob.
-Certo che sei proprio d'aiuto, eh.- borbotto, mentre vado in cucina a prendere una birra.

-Ehi Sam! Sono io!-
Lo zio entra con un sorrisone, seguito da Duff.
-Ciao, come mai qui?-
-Niente, stavamo passando di qua...- risponde vago.
-Veramente tuo zio mi ha trascinato qua di peso, zuccherino.- interviene il biondo, visibilmente scocciato.
Lo zio gli tira una gomitata, facendo una smorfia.
Questi due sono comici, quando sono insieme. Potrebbero fare uno show.
Il gatto mi si struscia sulle gambe, vuole salire sul divano. Quando lo zio lo vede strabuzza gli occhi e si avvicina per guardar meglio, con l'espressione di chi sta guardando uno scherzo della natura.
-Oh Dio che cazzo è questa bestia? Ti sei comprata un volpino?-
-No, veramente questo è un gatto...-
-Un gatto quello? Ma peserà quanto me!- esclama, punzecchiandolo con un piede.
Il felino soffia di rimando, infastidito. Lo prendo sulle ginocchia e lo accarezzo.
-Quando l'hai preso? Fino all'altro ieri non c'era!-
-Sì, me l'ha portato Izzy. Ha detto che non lo può tenere in hotel, quindi...-
-Certo che non lo può tenere in hotel, questo coso gli sfonda il pavimento!-
Scoppio a ridere e lo sollevo, porgendoglielo.
-Lo prendo io!- si offre Duff, e glielo passo.
I due si fissano in silenzio per un istante interminabile.
Il gatto ondeggia la coda, e Duff lo scruta con attenzione.
-Mh. Paul.- dichiara infine, socchiudendo gli occhi.
-Come?-
-Pesa come il mio basso, più o meno... e poi ha le guancione, praticamente è Paul McCartney con la pelliccia.-
Paul... si direbbe proprio che gli calzi a pennello.
-Sì, direi che è un nome perfetto. Aggiudicato.- dico, annuendo.
Mi sporgo per vedere l'orologio della cucina, e sospiro.
Adesso è meglio se mi preparo, Ron mi viene a prendere tra un'ora.

-Non va bene Sam devi darti una calmata!-
-Io devo darmi una calmata? Sei tu quello che sta facendo il matto!-
-Il matto? Il matto?! Lo faccio per il tuo bene! Mettiti dei pantaloni! Una giacca! Un... un soprabito, per amor del Cielo!-
Sbuffo ed alzo gli occhi, non riesco proprio a farlo ragionare... lui e le sue manie protettive, prima o poi mi soffocheranno.
-Su Slash non è mica nuda! Quel vestito non è così scollato.- interviene Duff, cercando di calmarlo.
-Ma Duff! Lui è Ron Wood! E' uno dei Rolling Stones! E ha quel brutto nasaccio che...-
-Non mi stuprerà, zio!- esclamo esasperata, interrompendolo. -E non vedo come il suo naso possa influire sul suo comportamento!-
-Ma è più grande della sua faccia, cazzo!- insiste lui, con il tono di chi sta spiegando una cosa gravissima.
Mi passo una mano sulla fronte, sospirando.
Qualcuno bussa alla porta, e Duff va ad aprire. Una testa bionda spunta dal corridoio, e riconosco subito quel sorrisone a trentamila denti. Ah, perfetto, PopCorn. Avevo giusto bisogno di qualcuno che facesse casino!
-Allora, che si dice?- saluta entrando. -Quello che ci lava i vestiti ha detto che eravate qui!-
Si blocca in mezzo alla stanza e si guarda intorno.
-Ma che sta succedendo? Avete una faccia... Mick Jagger è diventato etero?-
-Niente, lo zio ha deciso di non farmi uscire perchè mi si vedono le caviglie!- rispondo stizzita.
Lui mi guarda scocciato e grugnisce, scuotendo la testa.
Lo conosco, non mollerà facilmente, ormai mi sono già rassegnata al fatto che mi dovrò cambiare.
Mi abbandono sul divano dietro di me e sospiro, mentre Steven scoppia a ridere.
-Eddai non ha più quindici anni!- esclama, tirandogli una pacca sulla spalla. -Al massimo fa vedere un po' di tette!-
-STEVEN!- urlo, tirandogli una scarpa trovata per terra.
Per sfortuna lo manco, ma ha fatto da avvertimento. Guai a lui se ci prova ancora.
-PopCorn giuro che ti infilo in gola il tavolo se non la pianti di fare il cazzone!- lo minaccia lo zio.
Oh, ci risiamo. Stessa vecchia solfa: lui dice qualcosa di sbagliato come suo solito, lo zio si incazza e fa il gorilla, e adesso...
Adesso PopCorn comincia a fare la vittima.
-Tutti contro il povero Steve, eh? Vergognatevi!- si lamenta infatti il biondo, mettendo il broncio e sedendosi davanti a me. Faccio finta di non vedere i suoi tentativi di ricevere affetto (gliene ho già dato troppo, fino ad ora!) e ritorno a fare pressione sullo zio, che si è parato davanti alla porta come un buttafuori.
-Sono in ritardo, dai! Posso andare?-
-Cambiati, e sarò felice di aprirti io stesso la porta.-
-Dirò a Keith Richards di non fare jam sessions con te, se non mi lasci andare!- lo avverto, cercando di sembrare minacciosa.
Mi guarda per un attimo inebetito, come se stesse ancora elaborando la cosa, poi all'improvviso fa una faccia sconvolta.
-Sono tuo zio! Ho il dovere ed il diritto di prendermi cura di te! E tu mi ripaghi così?! Minacciando di infrangere uno dei miei sogni più grandi?-
Lo guardo storto, alzando un sopracciglio. Quando si mette a fare la drama queen è impossibile!
-Chi puliva il tuo vomito dal pavimento quando ti ubriacavi? Chi ti cucinava da mangiare? Chi metteva a posto la casa? Sono stata più zia io di te!-
-Ma cosa c'entra?! Io non vado in giro mezzo nudo e...-
Appena si rende conto di quello che ha detto ammutolisce, scazzato.
Non sono io quella con una rete da pesca addosso.
-Ma... ma io sono un uomo! Io ho la tartaruga e i pettorali! Tu sei una ragazza e non puoi andare in giro così!-
-Zio smettila, tanto non mi cambio! Adesso, se non ti dispiace...- dico, alzandomi. -...vado.-
-Sammy cerca di essere ragionevole, sono sicuro che saresti bellissima anche con... che so... un paio di pantaloni, un impermeabile, un maglione accollato... una veste... una tunica di lana...-
Oh, Dio mio! Non ci posso credere... mi passo di nuovo una mano sulla fronte, esasperata.
Steven trattiene una risata e gli lancio un'occhiata inceneritrice.
-Perchè non le metti anche un guinzaglio e una cintura di castità, Slash?- chiede Duff, alzando gli occhi al cielo.
Lo zio sbuffa e borbotta tra sè e sè, lasciandosi cadere sulla sedia di fianco a lui.
-E va bene, vai! Ma mettiti una sciarpa, almeno!- si arrende, scuotendo la testa.
Lo ringrazio con un bacio sulla guancia, prendo la giacca, la stupida sciarpa ed esco.

Fa freddissimo fuori, mentre qui nella macchina c'è un caldo infernale.
Ron mi osserva di sottecchi, mentre parliamo. Sembra molto a suo agio, mentre io sono ancora imbarazzata perchè... beh, per questa situazione.
Mi sforzo di sembrare rilassata, ma non sono abituata ad uscire con quelli come lui, insomma...
Diciamo che non ho idea di come andrà la serata.
Mh, mi sembra troppo tranquillo, Ronnie. Fino ad ora si è comportato da vero gentiluomo, ma scommetto che sta covando qualcosa.


*** Ron ***

Ah, è imbarazzata. Adorabile.
Devo essere sicuro di avere la piazza libera, ma sarà un gioco da ragazzi.
-Spero che non se la sia presa il ragazzo, per questo.- comincio con leggerezza, quasi fosse una semplice osservazione sul tempo.
-Chi?-
-Izzy, intendo. Se l'è presa?-
Spio la sua reazione con la coda dell'occhio. Lei mi fissa ed alza lentamente un sopracciglio, visibilmente irritata dalla domanda. Bingo, al primo colpo.
-Non vedo per quale motivo dovrebbe sapere quando esco... e con chi.- ribatte, secca. Gira la testa verso il finestrino, corrugando la fronte.
-Pensavo che... voi due... capito, no?- insisto, sporgendomi verso di lei.
-Hai frainteso tutto. E' solo un idiota.-
Sorrido sotto i baffi, e le sfioro un ginocchio.
-Ehi, non è che ti sei offesa vero?-
Si volta verso di me, con gli occhi quasi socchiusi, e sospira, rilassandosi.
-No, scusa tu.-
La limo frena lentamente e si ferma, e l'autista ci apre la portiera. Scendo prima di lei e la invito a seguirmi, tendendole la mano. Sta andando tutto a meraviglia.

***Slash***

-Cazzo quanto sei appiccicoso, papà orso!- borbotta Steven tracannandosi l'ennesima birra sotto lo sguardo allibito del barman.
-Non voglio che le succeda niente di brutto, capite?- mormoro, nascondendo lo sguardo sotto i ricci.
Duff mi batte una mano sulla spalla, ordinando uno zio Jack.
-Ah, se la sa cavare, Slasher, non è mica una bambina. L'abbiamo educata per bene.-
-Lo so, Duff, ma ce ne sono in giro tanti come noi, al giorno d'oggi.-


Buonday!
Oklosovoleteuccidermiperchèsonoinsuperritardocavolooo T - T
Vi imploro di non uccidermi a badilate, ho già il morale a pezzi di mio!
Spero di riuscire ad essere più svelta la prossima volta, seriously u.u
Diciamo che questo è un capitolo di transizione, quindi mi scuso se non è un granchè, è che serve più che altro ad introdurre una nuova scena, come quando nei film si vedono gli spezzoni del viaggio in macchina tra la scena della partenza e quella dell'arrivo: di per sè non servono molto al film, è più per occupare qualche minuto... beh non intendo che voglio occupare spazio con questo capitolo... ok sta diventando molto complicato, quindi passiamo al prossimo argomento!
A quanto pare mr. Wood è un vero e proprio gentleman... E INVECE NO!
Nel prossimo capitolo, ve lo anticipo, darà il peggio di sè, il volpacchione *Sì ok lo so, sono strana. Ma quell'uomo mi piace un sacco!*
Vi ringrazio perchè non mi avete ancora uccisa e perchè non mi avete ancora abbandonata * - *
Grazie millemilamiliardi!
  
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