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Autore: MooNRiSinG    22/11/2011    7 recensioni
"Era ragionevolmente sicuro che un giorno o l’altro avrebbe finito per strangolare Blaine Anderson. Ed era altrettanto sicuro che qualsiasi giuria sana di mente gli avrebbe concesso tutte le attenuanti del caso."
Fanfiction interamente dedicata alla coppia Kurt/Blaine.
Disclaimer: i personaggi di Glee non mi appartengono, così come tutte le canzoni citate.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembra ieri che ho iniziato a scrivere questa fan fiction, invece siamo già arrivati al suo ultimo capitolo (lacrimuccia commossa :') ). Probabilmente il 90% di voi arrivati alla fine vorranno sgozzarmi con una mannaia da macellaio... prima di farlo sappiate che, contro ogni previsione, "Love... Eventually" avrà un seguito (e qui i più lungimiranti abbandoneranno la mannaia in favore di un lanciafiamme) e che quindi nulla rimarrà in sospeso. Non mi resta che augurarvi buona lettura e ringraziare la santa pazienza mostrata da Mery nel betare il parto della mia mente malata e nel sopportare i miei scleri XD



Blaine si appoggiò alla balaustra con un sospiro. Non era certo la prima volta che veniva a New York, ma lo spettacolo delle luci della città non aveva mai smesso di affascinarlo.
Sentì un rumore di passi alle sue spalle e sorrise quando le braccia di Kurt scivolarono a cingergli gentilmente la vita.
Il ragazzo posò il mento sulla sua spalla e Blaine si abbandonò completamente contro di lui, respirando soddisfatto il suo profumo e chiedendosi per l’ennesima volta se non fosse finalmente giunto il momento di racimolare il coraggio e confessargli quello che avrebbe voluto dirgli ormai da settimane.
Kurt interruppe il corso dei suoi pensieri posandogli un leggero bacio sul collo, sussurrando la sua domanda direttamente contro la sua pelle: “Come mai te ne stavi da solo qua fuori?”
Lui scrollò leggermente le spalle, accennando senza parlare al panorama che si stagliava sotto di loro. Rimasero in silenzio per alcuni secondi, godendo entrambi della vicinanza dell’altro, poi Blaine si voltò verso Kurt, stringendosi a lui e poggiando la fronte sulla sua spalla con un mugolio soddisfatto.
“Stanno ancora litigando?” mormorò alcuni secondi dopo, sentendo il rumore di qualcosa di pesante che si infrangeva contro una parete.
“Ferocemente.”
Blaine alzò il capo, incapace di nascondere la preoccupazione: “Credi che ce la faranno a salire sul palco domani?”
La risata di Kurt lo colse di sorpresa: “Assolutamente sì. Non è mai successo che ci presentassimo ad una competizione senza che si scatenasse un qualche tipo di dramma. Pensa che la prima volta che gareggiammo alle Provinciali, Rachel aveva appena rivelato a Finn che il bambino che Quinn portava in grembo non era suo, ma di Puck. Come se non bastasse i nostri avversari ci avevano rubato la scaletta e noi ci siamo ritrovati a dover improvvisare tre esibizioni senza nessun tipo di preparazione.”
“E nonostante questo siete riusciti a qualificarvi?” domandò incredulo lui, “Come diavolo avete fatto?!”
“Che posso dire? Sotto pressione tendiamo a dare il meglio di noi.” sorrise Kurt, arruffandogli i capelli. “Sei pronto per andare a dormire?” gli chiese con un sorriso.
Blaine annuì e si lasciò guidare fino ad uno dei letti singoli della stanza. Quando l’altro si stese al suo fianco, gli lanciò un’occhiata dubbiosa: “Purtroppo non credo che Mr. Shuester ci permetterà di dormire insieme stanotte.”
“Abbiamo ancora addosso tutti i nostri vestiti, senza contare che saremo circondati da sette ragazze che rimarranno sveglie fino all’alba a berciare e a farsi le trecce.” ribatté Kurt, raggomitolandosi sotto il piumone ed attirando di nuovo Blaine fra le sue braccia.
Quando le loro compagne tornarono finalmente in stanza, alcune ore dopo, li trovarono rannicchiati strettamente l’uno contro l’altro, le fronti che si sfioravano in una carezza inconsapevole.
 
Kurt si accomodò imprecando sul pianoforte a coda, domandandosi per l’ennesima volta come mai aveva acconsentito ad esibirsi arrampicato sullo strumento: sicuramente gli sarebbe venuto un malore per l’ansia e si sarebbe sfracellato sul palco in un lago di sangue.
“Qualche problema?” domandò in tono divertito Blaine, inarcando un sopracciglio.
“Puoi anche smetterla di gongolare. Non è che tu debba vantarti del fatto che passi una buona metà del tuo tempo a scalare montagne di divani e tavolinetti da caffè!” replicò lui in tono piccato.
L’altro sorrise e tese la mano ad afferrare la sua. “Sei preoccupato per l’esibizione?” gli domandò poi con voce sommessa, accarezzandogli il palmo con il pollice in maniera rassicurante.
Kurt gli sorrise, scrollando le spalle, e si sedette comodamente con le gambe incrociate: “Si tratta pur sempre del mio primo assolo… e dovrò eseguirlo di fronte al pubblico di New York mentre me ne sto abbarbicato in equilibrio precario su una cassa di legno.”
Blaine gli prese il volto fra le mani e si sporse per baciarlo con dolcezza sulle labbra: “Ascoltami bene! La tua voce è assolutamente meravigliosa e il pubblico presente in sala stasera è fortunato ad avere l’occasione di ascoltarti, perché un giorno potrà raccontare di aver assistito alla prima vera esibizione del grande Kurt Hummel.”
L’altro lo fissò per un attimo in silenzio, poi scoppiò a ridere, gettando la testa all’indietro: “Ok, questa è ufficialmente la frase più svenevole che abbia mai sentito…” Fece una pausa, sentendosi contemporaneamente divertito e in colpa per l’espressione ferita comparsa sul viso del suo ragazzo, “Ma devo ammettere che riesci a farla sembrare la cosa più dolce e romantica del mondo.”
Blaine gli regalò un sorriso assolutamente raggiante e gli strinse brevemente la mano fra le sue. Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma venne interrotto da un improvviso brusio proveniente dalla sala.
Kurt voltò di scatto la testa verso la fonte del rumore. “Oh mio Dio… hanno aperto le porte!”, mormorò, impallidendo visibilmente.
Blaine accentuò la stretta sulle sue mani e lo costrinse a voltarsi verso di lui: “Ascoltami bene: quando inizierai a cantare voglio che tu non pensi a tutta quella gente là fuori…”
“Certo, la fai facile tu!” sbuffò l’altro, “Tu ti sei già esibito migliaia di volte di fronte…”
“Non pensare a tutta quella gente là fuori.” ripeté lui in tono deciso, “Voglio che tu chiuda gli occhi per un secondo e che ricordi il giorno in cui abbiamo scelto questa canzone per la gara dei duetti. Voglio che ricordi la prima volta che l’abbiamo provata, seduti sul letto di camera tua, e il modo in cui ci è subito sembrata perfetta per noi. Magari lascerei da parte il modo in cui tuo padre ha fatto irruzione nella stanza brandendo un mestolo da cucina perché pensava che stessi approfittando della sua assenza per strappare la tua innocenza.”
Kurt si lasciò sfuggire una risata e gli buttò le braccia al collo, rischiando di sbilanciare entrambi e di farli finire a gambe all’aria sul pavimento. Quando Blaine riuscì a ristabilire almeno una parvenza di equilibrio, gli affondò le mani nei capelli e lo attirò a sé, baciandolo con foga.
Dopo alcuni secondi si allontanò appena, sussurrando le parole successive sulle labbra dell’altro: “Blaine Anderson, sei una persona assolutamente fantastica. E ti amo.” Lo baciò velocemente per un’ultima volta prima di alzarsi di nuovo in piedi sul pianoforte,  pronto per affrontare l’esibizione.
Blaine rimase per un attimo a bocca aperta, completamente senza parole. Sapeva che se avesse cercato di mettere insieme un discorso elaborato in quel momento, avrebbe finito soltanto per blaterare per ore, dicendo probabilmente una marea di cose totalmente insensate. Decise quindi di limitarsi all’unica cosa che contava davvero.
Afferrò fra le dita la manica di Kurt e la tirò leggermente, costringendolo ad abbassare lo sguardo su di lui.
“Ti amo anch’io.” mormorò con un sorriso imbarazzato, sentendosi incredibilmente vulnerabile ed euforico allo stesso tempo.
Lui gli sorrise a sua volta ed annuì leggermente, mentre le prime note cominciavano a diffondersi in sala. Blaine inspirò profondamente, poi si sedette e cominciò a suonare la sua parte di accompagnamento.
Kurt alzò lo sguardo di fronte a sé. Il sipario si aprì e lui cominciò a cantare.

   
 
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