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Autore: cuoredpanna    22/11/2011    6 recensioni
E tu Chuck ti sei armato di buone intenzioni hai preso forza coraggio e forse qualche altra cosa ed hai deciso di affrontare quel discorso che avresti dovuto farle molto tempo prima. Quel discorso che in un certo senso farà mutare e maturare anche te. Ispiri e ti fai forza perché lo devi a lei, perché lo devi a te stesso
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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“Qualcuno è venuto a chiedere scusa” ti annuncia Dorota con quel suo polacco ancora male incastrato con la lingue inglese. Ti stavi dirigendo nella tua stanza perché avevi voglia di liberarti di quei tacchi altissimi e di quel vestito che ora come ora ti sta stretto. Ripensi alla serata appena trascorsa Blair e scuoti ancora il capo. Si sente minacciato da Chuck Louis, tanto da pagare la sua psicologa per farlo tornare il cattivo ragazzo di una volta. Te la saresti aspettata da lui una cosa del genere ma da Louis mai e poi mai. Si sta trasformando in una versione deformata di Chuck e questo ti fa ancora più male perché di quel Chuck tu ti eri innamorata, di quel Chuck che nonostante fosse il ragazzaccio dell’Upper East Side ti ascoltava, amava i tuoi lati oscuri e con il quale non avevi segreti. Louis invece è così distorto e lontano da quel Chuck. Ti fa male guardarlo e capire che non ti crede quando tu parli, ti uccide guardarlo e pensare che non sei la principessina perfetta docile e tranquilla che la sua famiglia ha sempre desiderato. Ti consuma sapere che con lui tu non sei in sintonia. Sei ancora ferma lì a fissare Dorota che attende il tuo permesso per far accomodare l’ospite. Proprio non ti va di ascoltarlo ancora. Sentirti nuovamente chiedere per quale motivo hai fatto quel test di gravidanza, o sentirlo ancora insinuare che avrai sempre dei segreti legati a Chuck o magari lo amerai ancora per sempre nel profondo. E a quel pensiero una risata nervosa avrebbe voglia di liberarsi dalle tue labbra perché Louis non può nemmeno immaginare quanto sia vera quella supposizione. “Non voglio ascoltarlo Dorota. Digli che sono in camera mia e forse aprirò la porta” dici accennando un passo verso la grande scalinata in marmo italiano, ma capisci dallo sguardo di Dorota che c’è qualcosa che ti sfugge. Ti volti nuovamente verso lei e aspetti la notizia bomba “Non si tratta del principe Louis. Ma del signor Chuck” e la bomba viene sganciata pronta ad atterrare ed esplodere da un momento all’altro. Chuck. Chuck. Chuck. Cosa ci fa Chuck nel tuo attico a quell’ora della notte? Senti il cuore pompare sempre più freneticamente. Chuck a tarda notte nel tuo attico non è mai una buona cosa. Lentamente volti il tuo sguardo verso il salotto in penombra e la distinta e sottile sagoma di Chuck e lì che ti attende. Per chissà quale oscuro motivo. Deglutisci e ricomponendoti assumi la tua solita aria da guerriera amazzone salda e forte “Tu che ci fai qui? Non ho le energie per ripensare alla scenata di questa sera. Devi andartene Chuck. “ sputi fuori tutto cercando di frenare quel cuore indipendente che galoppa a vele spiegate da quando hai incrociato quei profondi occhi scuri “Blair..” esiti Chuck perché quel turbinio di pensieri che ti frulla in testa è accentuato dal suo dolce profumo e shampoo alla pesca “Non sono qui per scusarmi per quello che è accaduto stasera” e tremi Blair perché hai paura e vorresti voltarti e scappare perché sai che adesso sarai costretta a tuffarti a capofitto in un discorso più contorto e complicato di quanto immaginassi. Perché Chuck Bass che si scusa è un evento raro e inaspettato.  Deglutisci ed indossi la tua corazza, pronta a combattere con i denti stretti e il coraggio tra le mani “E per cosa dovresti scusarti?” chiedi facendo dondolare il capo quasi a volerlo sfidare con la tua finta strafottenza, perché Blair non puoi fargli vedere che tremi di paura. E tu Chuck ti sei armato di buone intenzioni hai preso forza coraggio e forse qualche altra cosa ed hai deciso di affrontare quel discorso che avresti dovuto farle molto tempo prima. Quel discorso che in un certo senso farà mutare e maturare anche te.  Ispiri e ti fai forza perché lo devi a lei, perché lo devi a te stesso “Per tutto il resto” ammetti liberando e rilassando le tue spalle sempre erette come un fiero condottiero. E puoi  benissimo percepire un guizzo di paura nei suoi occhi e vorresti sorridere dolcemente e dirle di non essere spaventata vuoi solo liberare entrambi da quei ricordi che fanno male. Esiti ancora un secondo e poi ti getti in quel discorso che hai ripetuto almeno mille volte raggiungendo casa sua. “Mi dispiace aver perso le staffe la sera in cui mi hai detto che Louis voleva sposarti” e il rumore del vetro cattedrale che si infrange contro il tuo pugno serrato squarcia i tuoi pensieri silenziosi. E vorresti accarezzarle quella piccola cicatrice che segna la sua gota alta e fiera e chiederle ancora scusa ma facendo scivolare il tuo pollice sulla sua guancia delicata. Senti le mani fremere Chuck, perché la sua vicinanza ti fa sempre lo stesso effetto. E Blair per un secondo senti di nuovo quel piccolo vetro scheggiarti il volto e quasi senti la possenza della sua mano che accarezza la tua guancia scalfita. E smetti di far ciondolare la testa e lo fissi esterrefatta, perché si sta scusando, perché è diverso quel Chuck. “Mi dispiace di non averti atteso più a lungo sull’Empire State Building” e ti rivedi a fissare l’orologio e allo scoccare delle 19 e un minuto ti volti e corri via. Perché le avevi dato una scadenza che avresti benissimo potuto prolungare e ancora oggi ti maledici per aver fissato quell’orologio e averle detto addio. E Blair ti rivedi correre a perdifiato verso quell’imponente monumento, e ti arrampichi per le scale mangiando gli scalini a due la volta perché credi che sia lì, perché speri che sia lì, per poterti gettare tra le sue braccia. Ma solo delle peonie sgualcite e il mondo a gravare sulle tue spalle ti aspettano lì. E la risenti quella delusione cocente alla bocca dello stomaco, eri fuori orario ma credevi che ti avrebbe aspettato per la vita. Deglutisci, l’hai superata ormai. O no? Sbatti ripetutamente le lunghe ciglia perché vorresti scappare. Perché nella tua mente una domanda dopo l’altra brucia le tue certezze perché ti sta chiedendo scusa? Perché sei lì ferma ad ascoltarlo? Perché senti che sono così vere? E vorresti urlargli di smettere, non perché ricordare quelle cose ti fa male. Solamente per dirgli che lo hai perdonato per tutto. Deglutisci ed attendi che finisca quella lenta e piacevole tortura. “Mi dispiace per averti trattata come se fossi di mia proprietà” e ti rivedi Chuck solo. Senza hotel. Senza Blair. E ti maledici per averle subdolamente permesso di aiutarti, per aver fatto si che quel viscido di tuo zio potesse avere l’amore della tua vita tra le sue mani. Accarezzarla, baciarla, toccarla, avresti voluto correre Chuck e sfondare quella porta e chiederle perdono e salvarla da te. Non da lui. E deglutisci Chuck, perché fa ancora male pensare che l’hai barattata per uno stupido hotel che alla fine era troppo grande e vuoto senza lei. E poi quel breve e intenso sollievo a ricordarti che tuo zio non l’ha toccata. Era tua Chuck allora come adesso. E senti ancora lo scorrere doloroso della penna su quel foglio a firmare quel contratto Blair. Tu, venduta dal tuo amore per un hotel. Non ci credevi Blair ti sembrava troppo meschino per crederci, non poteva farti davvero una cosa del genere Chuck,il tuo Chuck. E poi l’ammissione delle sue colpe e l’incrinarsi di quella catena. E il tuo volerla spezzare e il suo restare indistruttibile. E adesso che arrivano quelle scuse senti il tuo cuore più leggero e vorresti dirgli tra i singhiozzi che è tutto ok l’hai dimenticato e magari stringerti a lui, ma non puoi Blair sei una quasi Grimaldi adesso e deglutisci spingendo giù quelle lacrime per la consapevolezza che non puoi abbracciarlo. Sei una quasi Grimaldi adesso.  E avvolgi le tue braccia attorno al tuo corpo, per ingannarlo che non hai bisogno del suo di abbraccio. O forse per sciogliere un po’ di gelo che il tuo cuore aveva accumulato. “Mi dispiace..” espiri Chuck perché adesso devi ammettere la tua colpa più grande, quella per la quale ti sei sempre odiato e maledetto “..per non averti detto che ti amavo quando sapevo che era così” e vorresti chinare il capo e magari andare via come un cucciolo bastonato e abbandonato, ma devi finire quel discorso per liberare il tuo cuore dai troppi macigni legati a Blair. Because i love you ti risuona nelle orecchie il suo ti amo tra i singhiozzi e le tue lacrime a premere contro i tuoi occhi Chuck e il tuo cuore in un’esplosione di felicità e il tuo orgoglio ad uccidere tutto ciò. Tre parole sette lettere dille e sono tua la tua richiesta Blair la richiesta umile e semplice di una ragazza che chiedeva e supplicava di essere solo amata  Io..io..io.. e il suo balbettare e il suo restare immobile e le tue lacrime calde sul tuo viso e il tuo chinare il capo e voltare le spalle a quella maledetta paura di esporsi che lo costringeva a uccidere e soffocare anche te. E le senti anche adesso quelle lacrime Blair, perché la figura alta e distinta di Chuck è ora annebbiata e offuscata e vorresti singhiozzare e dirgli che lo hai perdonato e magari spiegargli anche il perché. Già Blair, perché? Perché lo ami ancora? Perché a lui non rinunceresti neppure se ti sparasse? Perché non vuoi lasciarlo andare? Annaspi Blair e senti il pianto vicino e la consapevolezza della sua quasi lontananza. “Ma soprattutto mi dispiace di aver rinunciato a noi..quando tu non l’hai mai fatto”  e quell’affermazione a sfondarti l’animo. E la bomba che atterra e in un’esplosione nucleare annienta il tuo cuore. Non l’hai mai fatto lo sa anche lui Blair, ti conosce troppo bene non hai mai rinunciato a lui, a voi, a quel noi. Mai. Nemmeno adesso che hai un matrimonio alle porte. E deglutisci questa volta rumorosamente e le lacrime pronte a sgorgare e il respiro trattenuto per paura di singhiozzare. E lo sai Chuck di aver fatto centro perché Blair non ha rinunciato alla vostra storia, a quel noi al quale tu sei ancor aggrappato come ad un cornicione che sporge nel vuoto assoluto. Perché sai che se la lasci andare in fondo l’unica cosa pronta ad accoglierti sarà quella. Vuoto assoluto. Sei vuoto e nudo senza lei Chuck. Spogliato di quei sentimenti che ti riscaldavano l’anima e il cuore. Spogliato con solo la consapevolezza che lei non è più tua. E la vedi rilassarsi ma trattenere le lacrime. E lasci andare il fiato trattenuto Blair e quello che puoi dirgli in quel momento e solo uno stretto e quasi sussurrato “Grazie” per paura che quella diga già franata possa rompere gli argini e liberare quelle lacrime già presenti. “Spero che non rinunciare alle persone non sia la mia rovina” dici permettendo ad un sorriso di adornare momentaneamente le tue labbra Blair, perché con Chuck nei paraggi sei triste una volta su cento. “E’ il motivo per cui sarai una splendida madre” lo affermi con il sorriso sulle labbra Chuck, perché ci credi davvero. Perché l’immagine di lei con il pancione che ti corre incontro annunciandoti fiera di aspettare il tuo futuro erede, solletica ancora i tuoi pensieri. E vorresti piangere in quel momento Blair. Perché vorresti dirgli che l’idea di crescere una famiglia che di cognome fa Bass non ha abbandonato le tue fantasie. E intontita dalla sua frase sbatti le lunghe ciglia incapace di parlare “Ci sei sempre per le persone che ami anche quando non se lo meritano” continui Chuck non perché vuoi che torni tra le tue braccia,anche se in realtà lo speri, ma perché hai liberato i tuoi pensieri hai smascherato la tua parte sensibile e come ti succede sempre con Blair non riesci a frenarti. Ti legge dentro e non puoi farci nulla. “Sai che questo non cambierà mai” ammetti come a volerlo rassicurare Blair perché glielo devi, gliela si legge in faccia la fatica che sta facendo per ammettere e confessare i suoi pensieri “Anche se dovesse succedere non importa..da stasera mi prenderò cura di me” ammetti Chuck cercando di sdrammatizzare. Ma quella sua affermazione ha calmato il tuo cuore e tranquillizzato la tua anima. Se avrai bisogno di lei ci sarà. Sempre e comunque. E questo lo hai sempre saputo. “E’ tutto qui?” e poi arriva spontanea quella domanda Blair, e lo vedi chiudere gli occhi e chinare il capo e lo senti anche tu Blair  E’ tutto? i love you too quella confessione quell’ammissione che finalmente permise ad entrambi di sorridere. Perché lo avevate sempre saputo ma esserne sicuri e sentirselo dire faceva tutto un altro effetto.  “No Blair, non è tutto. Ti amo e sai che lo farò sempre e ci sarò sempre per te in qualsiasi momento anche adesso se fossi disposta a scappare con me” questo vorresti dirgli Chuck e sei quasi sicuro che senza nemmeno afferrare il cappotto Blair scapperebbe con te e invece annuisci “Si” ammetti a malincuore perché sai che devi farlo per lei Chuck, devi lasciarla libera perché  nonostante hai cercato di liberare il tuo cuore da quei macigni, dopo quest’ultima domanda di macigni sul cuore ne hai più di prima. Perché l’hai visto Chuck, ha sbattuto le palpebre e le ha tenute chiuse un secondo più del dovuto. Perché lo sai Chuck siete stati trasportati dallo stesso ricordo. Quel sorridere, quell’essere felici, quella spensieratezza, il baciarsi sulla 5th avenue piena di gente e il non curarsene affatto, quel viversi finalmente, intensamente, per la prima volta liberi, sai che anche lei lo ha assaporato nuovamente nostalgicamente per qualche secondo. Perché la conosci bene Chuck e sai per certo che sarebbe scappata con te. Ma nonostante tutto ti dirigi verso l’ascensore, e la guardi restare immobile al centro del salotto con gli occhi allacciati ai tuoi aggrappata ancora a quel ti amo così vero. E le sorridi perché lo hai fatto per lei, per lasciarla libera, per saldare il conto che la tua anima aveva ancora in sospeso con il suo cuore. E quando le porte si chiudono quel ricordo si spezza e puoi tornare ad essere Chuck Bass il ragazzaccio, ma dirigendoti a piedi verso il tuo hotel decidi di restare ancora buono e magri far fare due passi a Monkey  e magari lasciare libero sfogo a quelle lacrime che bruciano la tua anima. E fissi quell’ascensore ormai chiuso Blair e dondoli tra una decisione e l’altra e accenni un passo verso l’ascensore perché vorresti prenderlo e correre da lui. Ma ti ha appena dato l’opportunità di essere libera anche se tu libera senza lui non lo sarai mai. E Dorota alle tue spalle spera e prega che tu avanzi ancora, ma scotendo la testa ti dirigi verso la tua camera. Vuoi lasciarlo solo con i suoi pensieri e magari con le sue lacrime perché anche tu hai un bisogno ardente adesso di piangere Blair, perché sei più incatenata a lui di quanto tu abbia mai potuto credere o immaginare. “Perché non sei in Europa?” “Sono andato a Parigi solo per prenderti i tuoi amaretti preferiti da Pierre Hermé” “E in Germania?” “Per prendere le tue calze preferite da Falke, sai quanto le adoro”  “Che cosa ci fai qui allora?” “Avevi ragione sono stato un codardo a scappare di nuovo, ma dovunque andassi tu eri sempre con me. Dovevo tornare” “Io vorrei crederti ma non posso, mi hai ferita troppe volte” “Puoi credermi questa volta” “Ah..tutto qui?” “I love you too” e rannicchiata nel tuo letto con quei singhiozzi che scuotono il tuo corpo ti lasci cullare da quel ricordo. Aveva girato l’Europa solo per te, per tornare e dirti che ti amava, eravate felici insieme e singhiozzi più grossi e soffocanti richiamano l’attenzione di Dorota che accorsa da te posa una copertina sul tuo corpo freddo “Dorota..dovevo seguirlo?” le chiedi cercando una conferma al tuo rifiuto di corrergli dietro “Signorina Blair, ha fatto cosa giusta per lei e per lui. Non la lascia signorina” e sollevi la testa e fissi la tua saggia domestica. Non ti lascia Blair, lo sai, vuoi solo sentirtelo dire. E sorridi perché lui è con te, non ti lascia né sola né sposare un altro e se stasera ha permesso al tuo cuore di alleggerirsi forse domani gli permetterà di essere di nuovo felice.


scritta come sempre di getto
in una serata in cui
non avevo nulla da fare..
un bacioneee spero vi piacciaaaa
^^

 

   
 
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