Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: supernova_the_fifth    22/11/2011    2 recensioni
Quando la vita ti sembra normale. quando credi che tutto andrà per il meglio...è allora che il passato ti si ripresenta dinnanzi!
Dal capitolo 6:
[ Cloud non alzò lo sguardo da terra e non cercò di discolparsi. In cuor suo sapeva che ciò che lo sfregiato aveva appena detto era vero. In fin dei conti non aveva tentato nulla per fermalo e impedirgli di fare qualcosa.
Aveva perso davvero tutto quello che era un tempo.
E fin da subito sapeva di aver condannato tutti loro a morte certa. Nella sua mente aveva cercato più volte di pensare che si sarebbe concluso tutto per il meglio per tutti loro ma sapeva di mentire a se stessa.
Lei aveva comunque continuato a sperare; ora però tutta la consapevolezza di ciò che attendeva Anna, Erica, Mattia, Giulia, Naya, Elisabetta e Alice la colpì come un macigno.
Le parole che la raggiunsero qualche istante dopo furono il colpo di grazia.
- Anche se immagino che un secondo omicidio di massa non possa pesarti troppo sulla coscienza. Vero Supernova?- ]
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Nexus Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E fu solo un giorno di scuola

 

 

 

La luce del cellulare cominciò a funzionare ad intermittenza.

Nel giro di cinque secondi sarebbe suonata la sveglia…cinque…quattro…tre...due…uno…

Come previsto una melodia celtica cominciò a riprodursi nel lettore musicale del nokia; Cloud dovette reprimere l’impulso di lasciarla continuare e si costrinse a tirare fuori un braccio dal piumone per spegnere la musica.

- Sei e venti. - Aveva la sensazione di aver dormito solo per una manciata di ore ed era decisamente stanca.

Con molta calma si rigirò sotto le coperte e si alzò: un brivido di freddo percorse l’intero corpo appena uscì dal caldo accogliente del piumone invernale e si infilò subito la felpa appoggiata allo schienale della sedia per scaldarsi un pò.

I libri sulla scrivania erano ammassati alla rinfusa uno sopra all’altro. Sua madre continuava a rimproverarla per il completo disordine di quella camera ma lei non ci prestava troppa attenzione. Ne prese tre quattro a casaccio cercando di ricordare come doveva essere l’orario della giornata.

Era mercoledì.

Quindi c’erano buone probabilità che sia inglese che matematica facessero parte della lunga mattinata di sei ore che l’attendeva. Chiuse la zip dell’eastpak nera e si diresse al piano di sotto per fare colazione.

Aprì la porta della cucina e trovò suo padre già intento a bere caffèlatte.

- ‘Giorno. - sbadigliò, facendo solo intuire quello che aveva detto. Aprì l’anta della dispensa alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti mentre il caffè si scaldava sul fornello.

- Con la lena che hai va a finire che una di queste mattine perdi la corriera.- disse Gianni con voce pacata. – E io non ho intenzione di accompagnarti a scuola se questo succede. -

- Tranquillo non è nei miei propositi per la mattina, ne per la prossima, e la prossima e la… -

- Smettila di fare dell’ironia signorina. Mancano dieci minuti perché passi la corriera. -

Per poco il biscotto che stava addentando non le andò di traverso. – Manca cosa? - gridò ingozzandosi. – Cazzo cazzo cazzo! -

Trangugiò in un sorso il caffè che si era appena versata sulla tazza (una di quelle che vinci con i premi dei supermercati…di quelle che piacciono tanto ai genitori. Acquisti senza spese!) con l’unico risultato di riuscire ad ustionarsi la lingua.

Ma perché tutte le mattine! Ogni volta è sempre la stessa storia. E a me che parevano essere passati solo una manciata di minuti.

Cercando di farsi aria con una mano corse su per le scale e spalancò la porta del bagno.

- Ma che grazia che abbiamo. Ogni mattina migliori. - sua sorella era intenta a mettersi l’eyeliner e la stava fissando attraverso lo specchio.

- Taci che sono in ritardo di nuovo! - sbuffò Cloud attaccando la piastra alla presa di corrente per poi rifondarsi in camera. Aprì l’armadio e prese i jeans e una maglia a maniche corte fucsia. Poi cercò la sua felpa con i bottoni. La trovò in cima ai vestiti sulla sedia e si ridiresse in bagno.

Si truccò con un filo di matita, eyeliner e mascara e si sistemò quella zazzera arruffata e orripilante quale erano i suoi capelli.

Sara prese il profumo e lo spruzzò dritto in faccia alla sorella minore.

- Ehi ma che diavolo! - Cloud cominciò a tossicchiare. – Che sono sti schizzi! - sbottò guardando in tralice Sara.

Sua sorella ridacchiò. – Su su almeno adesso profumi d’ambra e non di caffé e biscotti alla vaniglia.-

- A me piacciono i biscotti alla vaniglia…-

Per tutta risposta Sara la guardò di traverso. – Sta sera ci troviamo per delle canzoni da provare. Puoi darmi una mano?-

- Credo di si non ho impegni. Vengono i ragazzi qui? -

- Si, li ho avvertiti ieri sera. –

- Oro. Scappo, ciao! –

Corse a riprendere la cartella e si mise scarpe e giubbotto e volò fuori. – Io vado! –

L’aria che tirava fuori era veramente gelata. Si sentiva che l’inverno era alle porte, ma al momento avrebbe volentieri optato per un posto caldo sotto le coperte o vicino ad un camino.

Chiuse il cancelletto dietro di se si incamminò verso la fermata dell’autobus.

Non che quelle corriere fossero il massimo ma almeno era pratico avere la fermata a cento metri da casa sua.

Una ragazzina mora le si avvicinò alle spalle sul marciapiede. – Ma ciao Clo! –

Cloud si girò verso la moretta. – Ciao Giulia, tutto bene? –

- Non c’è male. Solo che non sono riuscita a fare un briciolo di colazione. E lo stomaco reclama. -

- Uhuh…non dirlo a me! Sono riuscita a scottarmi con il caffé ed a ingozzarmi con un biscotto per la fretta che avevo. –

- Come sempre insomma! – rise Giulia.

Cloud alzò un sopracciglio, ma poi si mise a ridere anche lei. – Eh già! Beata normalità!... –

 

Erica non riusciva a crederlo possibile.

Ok no, ci credeva eccome perché ormai quella era la routine di ogni santa, beata, dannatissima mattina.

La corriera praticamente era all’angolo della strada e quelle due venivano avanti per la via come se avessero avuto tutto il tempo di questo mondo. Sbuffò quando le due ragazze cominciarono a correre (come al solito) perché avevano visto la corriera arrivare.

I vari studenti alla fermata cominciarono a salire per gli scalini della corriera una volta che l’autista aprì la porta del mezzo. Lei le aspettò giù.

- Poi però non ditemi che non lo fate apposta! – Squadrò entrambe le ragazze da capo a piedi, entrambe arrossate dalla corsa e con i capelli che le facevano sembrare due leoni.

Rise e salì gli scalini.

La più grande delle due la guardò sottecchi. – No, in realtà lo facciamo perché amiamo mantenerci in forma già di prima mattina perché pensiamo che i nostri allenamenti di karate non siano abbastanza intensi. Sai com’è…correre aiuta! – e si accasciò sul sedile davanti al suo.

Giulia rise e si sistemò su quello corrispettivo dall’altra parte del corridoio.

- Si però devi ammetterlo Claudia… – Cloud sospirò, talvolta quel nome le risuonava ancora estraneo. - …che non è normale arrivare tutte le mattine in ritardo. – concluse Erica.

- Ma se sono puntuale come un’ orologio svizzero! E’ la corriera che arriva in anticipo. – rise divertita sistemando la cartella ai piedi del sedile.

La corriera ripartì e si fermò alla fermata successiva trecento metri più avanti. Altri ragazzi salirono e tra di loro una rossa alta che prese il posto accanto a Cloud.

- Carina la messa in piega Clau, merito del jogging mattutino? – disse sogghignando all’amica.

- Oh ma uffi non ti ci mettere pure tu adesso! –

Una ragazza dai tratti orientali si sedette a fianco di Giulia. – Eddai Alice. Sai che Claudia si mette d’impegno per essere impeccabile in fermata! Il principe azzurro a cavallo arriva lì! –

- Elisabettaaaaa! – sbottò rossa in viso Cloud.

Ma ormai tutte le ragazze erano già in piena crisi d’ilarità.

Cloud guardò fuori dal finestrino e mormorò – Amiche…tsé! – e sorrise al suo riflesso.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: supernova_the_fifth