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Autore: almost_vale    23/11/2011    0 recensioni
Parigi, Londra, Parigi, un amore che si sposta fra queste due città.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"prendi qualcosa da bere?" "no" "va bene, due Armagnac per favore" "ho detto che non voglio nulla" "infatti sono entrambi per me" "non dovresti bere" "ogni tanto posso permettermelo" "ti troverai in una clinica nel giro di due mesi" "possibile" "non ti è mai importato nulla della tua vita " "infatti" "vieni a ballare" "odio ballare" "solo perché sei un pessimo ballerino, ma vieni" Ballarono, uniti dalla musica e dal suo profumo, lui si mise a piangere "non posso vivere senza di te" "shh shh" "scusami" "è tutto passato" La musica si fermò, lui le rimase abbracciato, tutti si tolsero dalla sala, tranne loro due. "perché parti, perché?" "non ce la faccio più, devo prendere una pausa" "portami con te" "no" "ti amo" "anch’io" "tornerai a prendermi?" "te lo prometto" "ti aspetterò qui, in questo bar, finchè non ti rivedrò" "passerà del tempo" "starò qui, tutti i giorni" "riprenderai il vizio" "non importa" "devo andare" "addio, ma cher" "addio" Lei uscì dal bar, lui rimase lì a bere. Tornava in Inghilterra, lui restava lì a Parigi. E poi le macchine per quella strada passavano lente, le foglie cadevano dagli alberi, il vento era secco e leggero, un vento d’autunno, era il mese di settembre. era passato un anno, quando lei tornò. A lui era cresciuta la barba, era dimagrito, era diventato però uno chef famoso, e si era comprato quel bar, lei era diventata più bella, era ingrassata e le erano cresciuti i capelli, lui era Marcèl, lei era Kate. "hai visto? Ti ho aspettata" era una sera, al bar c’era molta gente, la musica continuò ad oltranza, suonava un pianista jazz. "hai visto? Sono ritornata" Lui non rispose, si mise solo a guardarla, lei si avvicinò, Marcèl la strinse e la baciò. "non mi hai mai baciato così" "lo so" "non me ne andrò mai più" "strano" "non dire così, ti amo, non voglio più andarmene senza di te" "andiamocene allora" "ma sono appena arrivata, aspetta un attimo, ordiniamo qualcosa" "cosa vuoi?" "un Armagnac, come ai vecchi tempi" "Gustàv, un Armagnac, il più vecchio che c’è" "subito" "sei diventato improvvisamente ricco?" "diciamo" Stettero zitti, a fissarsi l’un l’altro. Poi parlarono del futuro, dell'Inghilterra, della Francia, di Parigi, dell’anno che era passato. Arrivò l’Armagnac e si fecero lasciare la bottiglia. "sono solo ricordi" disse lei "ricordi che fanno star male" "è il passato" "pensavo che non ti avrei mai perdonata ma appena ti ho vista ho capito che non era possibile" "versamene dell’altro " gli versò l’armagnac, era caldo, ne prese un po’ anche lui, lo bevve tutto d’un fiato "non sei cambiato" "neanche tu, sei solo più bella" "grazie" "è la verità" lei arrossì, si alzò e sorrise " dai, andiamo a fare una passeggiata" lui la seguì, camminarono senza una meta "verrai a vivere da me?" le chiese "Marcèl.." s’incupì "che c’è?" "giurami che non mi dimenticherai mai" "lo giuro" "promettimi che anche quando sarò vecchia mi vedrai sempre bella come adesso" "lo prometto" "Ascoltami!" "è quello che sto facendo" "Marcèl, non capisci!" "non mi hai ancora detto nulla" Lei riprese a camminare, lui la seguì, guardava per terra. Capì che qualcosa non andava "ti conosco e so che stai nascondendo qualcosa" "no.." Le prese il braccio "mi fai male" "dimmi cosa c’è!" alzò il tono di voce Le si riempirono gli occhi di lacrime, si fermò e lui la strinse "ti starò sempre vicino" "Marcèl dimmi che mi ami" "Ti amo" "Marcèl dimmi che questo non è un addio" "no, non è un addio! Ti ho aspettata troppo! Questo Kate, è solo l’inizio" "Marcèl, guardami, guardami!" Lui la guardò, con il suo solito sguardo spento, i suoi capelli arruffati e il suo naso lungo. La guardava intensamente, lei piangeva, non sopportava vederla così, le strinse le mani, e sentì che c’era un anello. Le prese la mano "un anello?" "un anello.." "brava" "Marcèl..non te ne andare, me l’hai promesso" Si fermò di scatto, si girò verso di lei, aveva un’aria perduta. "ma come puoi avere questa faccia tosta?" "non l’ho deciso io" "e chi allora? Kate, hai 30 anni, dovresti essere autonoma, lo sei sempre stata!" "Mi odierai?" "no, te l’ho promesso, ti amerò per sempre" "volevo passare la vita con te, ma non me l’hanno permesso." La guardò, si avvicinò, la strinse a sé. "Non posso odiarti, non posso odiarti, ti starò sempre vicino" Lei si tolse e indietreggiò "devo andare" si girò e prese un taxi. La vide andarsene come un anno prima, senza preavviso, senza avere nessuna certezza del futuro. Alcool, alcool, e ancora alcool. Le giornate di Marcèl passavano così, si sedeva ad un tavolo del suo bar, e beveva, dalla mattina fino alla mattina successiva. Non parlava con nessuno e lei non tornava. "devi smetterla di bere" gli dicevano i suoi amici "perché? Ormai cosa mi è rimasto?" rispondeva "sei giovane Marcèl! Hai tanti soldi! Parti, va a fare un viaggio, non rimanere qua a Parigi, vai via!" rispondevano Lui non voleva andarsene e guardava sempre la porta del suo bar, aspettandola. S’illudeva che un giorno sarebbe tornata. "dimmi dov’è Kate. Dimmi dov’è!" urlava ai suoi camerieri "non lo sappiamo Marcèl" "andate a cercarla" "e il bar?" "ci penserò io" I camerieri andavano a cercarla, ogni volta che lui si sentiva male. Si sentiva male sempre, il bar era quindi nelle mani di Marcèl e puzzava d’alcool, era scortese e i clienti mano a mano diventavano sempre meno, poi ad ottobre chiuse. "cosa farai?" gli chiese un cameriere "parto, ti lascio il bar, trattalo bene" "tornerai?" "non lo so, tratta bene il bar. Io non lo voglio più" "Ma.." "smettila di fare il bambino. Ti sto dando l’occasione di diventare ricco, non vuoi?" "sì.." "allora non commentare. E senti, fammi un favore" "dimmi" "lascia questo biglietto in cucina, se lei ti chiederà qualcosa, daglielo" "cos’è?" "è importante? È un pezzo di carta, con scritte parole che lei mai leggerà" "addio Marcèl, farò come mi hai detto" "grazie" Marcèl uscì dal bar, si diresse verso la stazione in taxi e prese il treno, che lo portò sulla costa, poi prese una nave ed arrivò in Inghilterra. "Sir, le prendo i bagagli?" "non ne ho" "come non detto Sir, dove la porto?" "in un albergo che si affacci a un parco" "va bene Sir" "e non mi chiami Sir" "allora come?" "Monsieur" "va bene Monsieur" Passò qualche tempo e Marcèl aprì un bar e lo chiamò “Kate” Un’azione masochista pensò, ma qualcosa dentro di sé lo spingeva a pensarla sempre e ad amarla in ogni caso. <> gli chiese un cliente la notte era sempre così, la gente stava ai tavolini all’aperto e ordinavano alcolici e ballavano, sbronzi, con la musica che Marcèl faceva suonare al suo pianista, un inglese che non era per niente bravo, ma costava poco. "è diventato ricco improvvisamente?" "no, ma voglio festeggiare, mi sono appena sposato" "buon per lei" "sa, mia moglie si chiama come questo bar" Pausa. Marcèl alzò lo sguardo. Il solito sguardo spento. "Kate?" domandò "ovviamente" "tenga il suo brandy, offre la casa" "Porterò mia moglie qui, è un bel posto. Poi voi Sir siete francese. Mia moglie adora la Francia" "nessuno glielo proibirà" Marcèl gli sorrise, l’uomo poi uscì. Marcèl chiuse il bar e non dormì per tutta la notte, passeggiò nel parco davanti alla sua casa e rientrò a casa sua. Guardò la luna dalla finestra di camera sua, le parti erano bianche, le tende nere. Prese della pittura e la gettò sulle pareti, devastò quei muri bianchi senza toccare le tende. Le tende erano nere le pareti erano verdi, erano gialle, erano rosse. Erano blu. Provava odio per quella donna ma allo stesso tempo l’amava. Si fece forza, tornò al bar che era sotto il suo appartamento. Preparò un nuovo menù per quella mattina. Scrisse sulla lavagnetta che appese fuori “colazione alla francese” prese le baguette, la marmellata, il burro. Fece il caffè e le uova. Aspettò fino alle 8 e poi aprì. “Kate” oltre che essere di fronte a un parco era in un posto di passaggio. Arrivò molta gente, e tornò anche l’uomo della sera precedente. "Amore ti piacerà tantissimo" le disse, lei aveva un cappello, più bello, più costoso di quelli che era solita indossare, era bella come sempre e sorrideva. "Buon giorno Monsieur!" "Buon giorno, volete accomodarvi?" chiese Marcèl, stringendo i denti Lo stato d’animo di Kate non era ancora cambiato e non cambiò per tutta la mattina, non lo riconobbe o più semplicemente, non lo conosceva. Marcèl odiava Kate. Ma quella Kate che era al bar provava indifferenza per lui. "è stato un piacere avervi stamani, tornate quando volete" "verremo tutte le domeniche per la nostra colazione francese!" "certamente" Marcèl sorrise e mentre aiutava Kate a rimettersi la giacca le mise in tasca un biglietto. Quando Kate tornò a casa lo vide “torna senza tuo marito. Marcèl” il biglietto profumava di muschio. Kate tornò la mattina seguente. Era imbarazzata e Marcèl quando la vide la strinse a sé. "sei ritornata" Kate non disse nulla, restò fra le sue braccia e sentiva il suo profumo di muschio
  
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