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Autore: HarryJo    23/11/2011    18 recensioni
A scuola Charlie non era uno di quei ragazzi che si dedicavano a cercare le ragazze più carine e che davano voti ai loro volti. Non gli interessava sapere che Eleanor Montague era una T e che Suzanne Callister meritava una O piena.
Non pensava nemmeno che si sarebbe mai innamorato, tantomeno di lei.
Ma dopotutto, era talmente affascinato dalle cose bizzarre di Hogwarts che non avrebbe mai potuto evitare di notarla, con i suoi capelli che ogni giorno presentavano un colore diverso. Rosa cicca, blu elettrico, verde brillante, viola acceso. Ogni mattina Charlie si svegliava e si trovava a fare colazione in Sala Grande cercando di capire il suo umore dai colori che portava. Lo divertiva quel suo essere diversa da tutti gli altri.
Non erano in molti quelli che la notavano. Era una Tassorosso imbranata, quindi più che altro tanti la prendevano in giro. Non che non fosse carina, ma nascondeva la bellezza a modo suo. I compagni di stanza di Charlie l’avevano classificata come Accettabile.
Secondo lui però, anche se non lo disse mai, avrebbe meritato un Eccezionale.

Seconda classificata al Fanfiction on demand di Fabi_Fabi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Questa storia ha partecipato al “Fanfiction on demand” di Fabi_Fabi classificandosi seconda. Il pacchetto che ho scelto è quello di Aras, ovvero:
11. Aras 
- Pairing: Charlie/Ninfadora 
- Citazione: Le tue sorprese cancellano ogni minima traccia di monotonia. 
- Luogo: Hogwarts 
- Colore: Rosa cicca 
Immagine facoltativa ma apprezzata: browse.deviantart.com/photography/?q=laugh&order=9&offset=24#... 


 
 

I COLORI DI UNA VITA

 
 
 
A scuola Charlie non era uno di quei ragazzi che si dedicavano a cercare le ragazze più carine e che davano voti ai loro volti. Non gli interessava sapere che Eleanor Montague era una T e che Suzanne Callister meritava una O piena.
Non pensava nemmeno che si sarebbe mai innamorato, tantomeno di lei.
Ma dopotutto, era talmente affascinato dalle cose bizzarre di Hogwarts che non avrebbe mai potuto evitare di notarla, con i suoi capelli che ogni giorno presentavano un colore diverso. Rosa cicca, blu elettrico, verde brillante, viola acceso. Ogni mattina Charlie si svegliava e si trovava a fare colazione in Sala Grande cercando di capire il suo umore dai colori che portava. Lo divertiva quel suo essere diversa da tutti gli altri.
Non erano in molti quelli che la notavano. Era una Tassorosso imbranata, quindi più che altro tanti la prendevano in giro. Non che non fosse carina, ma nascondeva la bellezza a modo suo. I compagni di stanza di Charlie l’avevano classificata come Accettabile.
Secondo lui però, anche se non lo disse mai, avrebbe meritato un Eccezionale.
 
 
 
Le parlò per la prima volta per puro caso. Stava andando a lezione di Erbologia, mentre lei stava correndo verso il castello. Era talmente concentrata a chiacchierare con una sua amica che non si accorse di Charlie. Gli arrivò addosso e le caddero di mano tutti i libri che stava tenendo. Con un gesto imbarazzato mormorò delle scuse e si chinò per raccoglierli.
Lui, senza pensarci, si abbassò accanto a lei, e l’aiutò. Quando alzò gli occhi e puntò lo sguardo sul suo volto, Charlie arrossì. I suoi capelli, da blu elettrico che erano, diventarono improvvisamente rosa cicca.
“Grazie,” gli disse, allegra. “Scusa, sono sempre un po’ impacciata e… Oh, scusa!” Le cadde nuovamente il tomo di Incantesimi sopra ai suoi piedi, ma lui non sentì nemmeno il minimo dolore. Era come rimasto abbagliato.
“Tranquilla,” la rassicurò, mostrandole un sorriso. “Come ti chiami?”
“Ninfadora Tonks,” si presentò. “Ma chiamami Tonks oppure ti uccido seduta stante. Potrei chiedere a qualcuno di insegnarmi una fattura e allora…”
“Va bene, Tonks,” rise lui. “Io sono Charlie Weasley. Ora ho lezione e sono in ritardo, ci vediamo,” si era poi congedato, mantenendo un sorriso a trentadue denti. Fosse stato per lui sarebbe rimasto lì a parlarle per ore e ore, ma non voleva arrivare in ritardo alla serra.
Da quel giorno cominciarono a salutarsi ogni volta che si incontravano, e Charlie si alzava alla mattina solo sperando di vedere quella massa di capelli rosa cicca pronta ad aspettarlo.
 
 
 
Charlie era Cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro. Durante la prima partita contro i Serpeverde del sesto anno, un Bolide lo disarcionò mettendolo fuori combattimento per tre giorni.
Quando si risvegliò in Infermeria, la prima cosa che vide fu un accecante colore davanti a sé. Rosa cicca.
“Oh, ben svegliato!” lo salutò Tonks. “Dovevi vederti, hai fatto un volo di tre metri, tutti pensavano che fossi praticamente morto.”
“Grazie,” le rispose debolmente, abbozzando un sorriso. “Dev’esser stato un bello spettacolo.”
“In realtà no,” ammise lei, “è stato terribile.”
La guardò per qualche istante e capì che si era veramente preoccupata per lui. Per un momento se la immaginò lì, accanto al letto, che passava le sue giornate…
“Sei qui da molto?” le chiese.
“Da mezz’oretta,” rispose con un sorriso. “Sono venuta qui tutti i giorni, ma per poco tempo. Di solito c’erano i tuoi compagni di squadra a tenerti compagnia.”
“Com’è finita la partita?” domandò Charlie, ricordandosi all’improvviso di come era finito lì. “Gale ha preso il Boccino, vero?”
“Sì,” convenne Tonks. “Ma avete vinto comunque, 190 a 180. Fortunati,” commentò ridendo.
Era così bello vederla ridere.
Charlie si accorse solo in quel momento del bellissimo volto che aveva Tonks mentre sorrideva. E si augurò di vederlo per tutta la vita.
 
 
 
Diventarono amici. Erano inseparabili.
E anche Charlie finalmente capì cosa fosse l’amore.
Stare accanto a lei era tutto ciò che desiderava, perché il suo sorriso, la sua luminosità, i suoi colori erano vita, speranza, serenità. Charlie imparò a sognarla, imparò a desiderare di proteggerla ed essere sempre lì con lei quando faceva le sue figuracce, quando il suo essere impacciata la metteva a disagio. Tonks era parte di lui.
“Fammi una faccia divertente,” la spronò un giorno, mentre erano seduti sotto ad un albero del giardino della scuola e mangiavano qualche focaccia.
“Tipo?”
“Non lo so, scegli tu, ma fammi ridere,” le disse.
“Quella a forma di maiale?” gli domandò, pronta per concentrarsi.
“No! Lo sai che la odio!” esclamò Charlie.
Tonks rise. “Okay, questa ti piace?”
Dopo qualche secondo il suo volto assunse l’aspetto di… di un drago. I capelli rosa cicca le ricadevano sul muso in modo bizzarro, ma gli occhi di Tonks erano vispi ed allegri, dentro a quel viso trasformato.
“Non dici nulla? Sono così orribile?” domandò dopo che furono intercorsi parecchi secondi di silenzio.
“Sei bellissima,” si lasciò sfuggire Charlie, arrossendo. Era incantato.
“Ma guarda te se devo trasformarmi in un drago per ricevere un complimento,” sbuffò lei indignata, mentre tornava ad essere quella normale di sempre.
Charlie le prese la mano e scosse la testa, visibilmente imbarazzato.
“Lo sei sempre,” ammise.
“Guarda che diventi tutto rosso, Weasley,” scherzò Tonks, ma anche lei era diventata cremisi. E ricambiò la stretta.
 
 
 
Cara Tonks,
Credo che tu sia bell…
Ti ricordi quando…
Vuoi usc…
Mi sono innamorato di te.
 
Charlie accartocciò l’ennesimo foglio di pergamena e lo gettò nel fuoco. Era inutile, non sarebbe mai riuscito a scrivere qualcosa di bello per lei, per il suo compleanno.
Lui non era pratico in queste cose. Matthew, il suo migliore amico, gli aveva consigliato di dichiararsi e di baciarla, convinto che non sarebbe stato respinto. Ma Charlie non era bravo in queste cose e non sapeva come fare.
“Oh, va bene,” aveva sospirato Matthew quando gliel’aveva spiegato. “Allora tieni qua, carta e penna, e scrivile che cos’è lei per te. Io vado a letto,” aveva concluso sparendo dietro la porta del dormitorio.
Ma non era semplice scrivere su un foglietto di carta tutto ciò che Tonks era per lui. Tutto sembrava o troppo o troppo poco. Passare momenti accanto a lei, semplicemente, significava viverli. Essere felice, non saper mai cosa aspettarsi. Voler il mondo colorato di rosa cicca.
E, d’improvviso, seppe cosa scrivere.
 
Le tue sorprese cancellano ogni minima traccia di monotonia.
 
 
 
“Tonks,” la chiamò, un po’ titubante. “Buon compleanno,” le disse, porgendole una scatola quadrata con sopra un biglietto.
Lei la aprì tutta eccitata. Dopo aver avuto qualche impiccio con la carta regalo, riuscì finalmente a scoprire cosa c’era sotto. Un modellino di drago.
“In ricordo,” cercò di spiegare Charlie, arrossendo, “della tua buffa faccia quando ti ho chiesto di farmi ridere. Da allora i draghi sono la mia passione.”
Tonks stava sorridendo come non mai. “È un pensiero bellissimo, Charlie.”
Poi aprì il biglietto.
Si era immaginato più e più volte la possibile reazione di Tonks, ma non aveva contemplato tra le sue fantasie quello che successe. Tonks prese, lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia.
“Grazie,” gli disse, evidentemente felice. “Oh, scusa!” esclamò, quando si accorse di avergli pestato un piede.
“Stai tranquilla. Sai, Tonks,” cominciò, non sapendo bene quali parole usare per andare avanti. “Non sono solo i draghi la mia passione, ora.”
“E cos’altro?” gli domandò, curiosa.
“Tu.”
Si avvicinò al suo volto e le sfiorò la bocca con le sue labbra. Quel contatto lo fece tremare, e si accorse solo allora di quanto l’avesse desiderato.
Per un momento temette di essere respinto, ma poi finalmente Tonks ricambiò.
“Sai, Charlie,” gli disse quando si staccarono, entrambi parecchi rossi in volto. “Mi chiedevo se avresti mai avuto il coraggio di farlo.”
“Sono innamorato di te,” le disse senza pensare.
“Era ora che lo capissi,” gli rispose, avvicinando nuovamente il suo volto con il proprio.
 
 
 
Ninfadora Tonks, 25 luglio 1973 - 2 maggio 1998.
Portava dentro di sé tutti i colori di una vita.
 
La lapide diceva questo. Charlie la guardava con tristezza, mista ad un impeto di rimpianto. Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo e proteggerla. Era stata l’unica ragazza che era riuscito ad amare in qualche modo, a farlo sentire importante.
Le doveva tutto. La sua passione per i draghi, la vita, la serenità.
Tutto dentro di lui era riconducibile a Tonks.
D’improvviso sentì la voglia di urlare, di spaccare qualcosa, di reagire. Ma invece rimase lì a guardare quel marmo freddo, con le lacrime che gli percorrevano il volto.
Perché si erano lasciati? Non lo sapeva dire. Forse era stata colpa sua, forse di entrambi, non lo avrebbe mai saputo. Era solo finita.
“Tornerò a studiare i draghi,” sussurrò tra le lacrime. “Per sempre. A studiare inconsapevolmente ciò che tu mi hai fatto amare.”
 
 

 
 
 
 
 
 
{ Spazio HarryJo.
Eccomi qui. Questa storia è così… Non lo so, ma mi è piaciuto molto scriverla, devo essere sincera.
Facciamo qualche appunto, che dite?
Allora, Charlie ha un anno in più di Tonks, quindi dovrebbe essere tutto credibile.
Spero che siano chiaro, i vari passaggi della loro storia.
Non ho voluto descrivere come si son lasciati, e spiego subito perché: a parte che non mi piace far lasciare i miei personaggi (poverini!), trovo che la loro storia possa esser finita per una miriade di motivi, e se avessi spiegato come mai secondo me si lasciavano avrei limitato la fantasia del lettore. Per di più, mi piace il fatto che alla fine nemmeno Charlie riesce a darsi una risposta: si chiede se è colpa sua o di entrambi, ma non riesce. Se avessi spiegato il motivo non sarei riuscita a dare quest’ultima sfumatura finale.
Poi, la cosa che mi piace di più è spiegare un personaggio. Lo faccio spesso e volentieri quindi ho provato a farlo anche con Charlie, spiegando perché amasse i draghi. Una cosa Canon come la sua passione per i draghi, quindi, è derivata da una cosa completamente Fanon. Non so se rendo l’idea, ma è una caratteristica che uso spesso nelle mie storie.
Bene, concludo qui.
A presto, fatemi sapere che ne pensate se volete!
Erica Weasley
   
 
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