Il cielo sopra
di lui e un corpo di donna, nudo,
stretto contro il suo, altrettanto
nudo.
Per quanto ci
rimuginasse, Gajeel non capiva come avesse
potuto quella che doveva essere una missione adatta al figlio di Macao,
finire
in quel modo. Il master lo aveva obbligato ad accompagnare quella
minuscola
maga in una stupidissima ricerca di una qualche erba rara. Di cui,
ovviamente,
non si era minimamente interessato.
Questo fino a
quando non aveva sentito il fragile gamberetto
urlare di terrore e raggiungendola aveva visto un Vulcan delle Foreste
trascinarla per le gambe, nel tentativo di portarla via.
“Gajeel!”,
aveva strillato Levy vedendolo sopraggiungere.
E di certo, non
aveva bisogno di ripetersi perché il Dragon
Slayer d’Acciaio mettesse al tappeto lo scimmione e la
liberasse dalle sue
grinfie.
Ok. Fin qui
tutto chiaro.
Quello che
proprio non voleva saperne di assumere un senso
era tutto quello che era accaduto dopo. Aveva dovuto aiutare Levy a
medicarsi
la schiena, cosparsa di graffi e lividi grazie alla trovata di quella
stupida
creatura; aveva visto la sua pelle bianchissima sotto le proprie dita scure
e callose
e aveva sentito il suo profumo, che gli ricordava quello dei libri che
lei
tanto amava. Era persino riuscito ad arrossire quando lei gli aveva
sorriso
fiduciosa, dicendo l’ultima cosa che si sarebbe aspettato
visti i loro
trascorsi.
“Ad un
altro non lo avrei permesso. Ma di te mi fido,
Gajeel”.
Così
dicendo si era protesa verso di lui posandogli un bacio
vicino alla bocca. Un po’ troppo vicino per il mago che aveva
repentinamente
voltato il viso esigendo un contatto più profondo. E Levy lo
aveva sorpreso di
nuovo, concedendogli ciò che chiedeva e anche di
più, lasciandosi trascinare su
di lui, permettendogli di accarezzarla con quelle forti mani che si
rivelarono
insospettabilmente delicate.
Gli era entrata
dentro. Questo constatava Gajeel, pensando
che mai prima si era preoccupato di trattenere la propria irruenza nei
confronti di qualcun altro; ma Levy, con pazienza e a piccoli passi,
come un
topolino, aveva lentamente sgretolato la corazza che si era eretto
attorno,
prendendo dimora nel suo cuore d’acciaio.
Un ghigno
malizioso gli fece scoprire i canini, pensando a
come fossero finiti distesi sull’erba, entrambi coperti da
nient’altro che le
loro pelli; Levy era piccola e sicuramente non prosperosa come le altre
donne
della gilda ma questo non toglieva nulla all’attrazione che
esercitava su di
lui. Non sminuiva l’intensità del sentimento che
li aveva uniti nella maniera
più intima e profonda.
La
osservò dormire, stesa su di lui, i capelli azzurri che
gli solleticavano il petto massiccio. Non sapeva se si fosse concessa a
lui per
una distorta forma di gratitudine o perché sentiva lo stesso
che provava lui;
ci avrebbe pensato l’indomani, inutile preoccuparsi adesso
che erano ancora
caldi d’amore. Per una volta, fu Levy ad aiutarlo,
cancellando quel groviglio
di pensieri.
“Ciao
Gajeel…”, gli sorrise nel momento in cui si
svegliava,
puntando gli occhi nei suoi.
“Ciao
gamberetto”.
Lo aveva sempre
detto che pensare troppo era inutile.
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Ehilà!
Qualcuno si ricorda ancora di me :D?
Sono tornata ma
questa volta niente NatsuXLucy: GajeelXLevy…
insomma, non si possono non amare questi due, sono così
diversi che sono
perfetti l’uno per l’altra, adorabili!
E’ la
prima volta che mi cimento in una flashfic, 500 parole
esatte per una Missing Moments da collocare in un momento qualsiasi fra
una saga
e l’altra del manga, quando preferite :D
Anche lo stile
è diverso dal mio solito perché ho tentato di
interpretare Gajeel, cosa per nulla facile a mio avviso, si tratta di
un
personaggio davvero complesso.
Bando alle
ciance, grazie se avete avuto il coraggio di
leggere sin qui e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate :)