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Autore: Lyra Snape    23/11/2011    7 recensioni
Terry Steeval? Chi era costui?
Le uniche cose che si sanno di lui sono che faceva parte dell'ES, che combatté nella Battaglia di Hogwarts e che fu picchiato dai Carrow perché aveva urlato a tutta la scuola che Harry, Ron e Hermione erano penetrati alla Gringott ed erano fuggiti a cavallo di un drago.
Quasi nessuno sa che durante il suo quarto anno Terry aveva dovuto sopportare ben peggio a causa dei suoi due migliori amici...
Seconda classificata al primo turno del contest "Coppa delle case", indetto da _Aras_
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Goldstein, Ginny Weasley, Hermione Granger, Michael Corner, Terry Boot
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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"La storia partecipa al contest "Qual è la miglior Edita che abbiate mai scritto?" indetto sul forum di EFP da PhoenixQuill"

I contest ormai piovono come koala, che volete farci (che razza di paragone è? Sono mai piovuti koala? Vabbe, ormai l'ho scritto).

Questo particolare contest è un contest a turni, trattasi della "Coppa delle Case", indetto da _Aras_, che nel primo turno prevedeva che i partecipanti, sei per ogni casa, scegliessero un personaggio appartenete a quella particolare casa e scrivesse una storia. Io mi sono aggiunta un tantino di fretta all'ultimo momento, e tra i personaggi rimasti ho scelto Terry Steeval, Corvonero. (che ci potete fare, mi piacciono i personaggi sottoconsiderati. Questo poi mi ha ispirato tantissimo, non so nemmeno perché XD)

Autore: Lyra_weird
Titolo: Un calderone pieno di forte amor bollente
Personaggi: Terry Steeval, Anthony Goldstein, Michael Corner, Ginny Weasley, Hermione Granger
Genere: Commedia
Avvertimenti: One-shot
Introduzione: Sappiamo che l’unico momento di gloria per Terry Steeval è stato al suo settimo anno, quando è entrato in Sala Grande urlando che Harry, Ron e Hermione erano entrati nella Gringott ed erano fuggiti a cavallo di un drago e per questo era stato picchiato dai Carrow. Ma nessuno sa che in realtà prima di tutto questo il povero Terry ha dovuto subire molto di peggio da parte dei suoi migliori amici. Tutto era iniziato al quarto anno, dopo un certo ballo…
Eventuali NdA: non sapevo cosa inventarmi, perciò ho pensato a quello che dice Terry nel quinto libro, cioè che quando era andato nell’ufficio di Silente l’anno prima uno dei ritratti gli aveva detto che Harry aveva ucciso il Basilisco con la spada di Grifondoro. Al che mi sono chiesta: perché Terry è finito nell’ufficio di Silente? Poi naturalmente il dono della sintesi mi è precluso, perciò quella che doveva nascere come una flashfic vagamente comica si è trasformata in una lunghissima one-shot  incentrata su cotte adolescenziali e complicati triangoli amorosi, ma l’idea di fondo è rimasta.
Edit: io NON LO SO che razza di problemi ci siano, ma a volte le virgolette dei dialoghi sono messe assolutamente a caso senza seguire logica apparente. Ho controllato tutti i codici e da qui le cose sembrano in ordine, non capisco perché si vedano così. Non colgo. Non comprendo. Spero non sia una cosa che dà molto fastidio, perché anche a ricopiare tutto il testo su NVU e reincollarlo il problema resta. Mi scuso.


Dopo il Ballo del Ceppo del quarto anno, la vita di Terry Steeval non era più stata la stessa: due enormi catastrofi erano arrivate per sconvolgere la sua breve e tranquilla vita da studente modello.
Catastrofe numero uno: il suo compagno di stanza Michael Corner aveva incontrato Ginny Weasley, e il suo ingenuo e romantico cuore di quattordicenne aveva deciso che voleva passare con lei tutto il resto della sua vita.
Catastrofe numero due: l’altro suo compagno di stanza, Anthony Goldstein, si era scoperto gay e perdutamente innamorato di Michael, e aveva deciso che lo avrebbe aspettato per tutto il resto della sua vita.
Queste due cose mettevano Terry, che era a conoscenza dei sentimenti di entrambi, in una posizione estremamente spiacevole, specialmente perché lo costringevano ad ascoltare i piagnistei e le insicurezze dei suoi amici praticamente ogni santo giorno: Anthony per ovvi motivi non poteva parlargli in presenza di Michael, e spariva misteriosamente ogni volta che quest’ultimo cominciava a parlare di Ginny. Terry era convinto che fosse riuscito ad ottenere un permesso speciale per smaterializzarsi all’interno dell’edificio scolastico.
«…e poi, capisci, ci parliamo in biblioteca e a volte nei corridori e una volta si è perfino fermata a parlare con me nella Sala d’Ingresso, ma davvero non so se accetterà di venire a Hogsmeade con me…»
«Non accetterà mai di venire a Hogsmeade con te» disse Terry.
«Perché?» chiese Michael, con aria ferita.
«Non può accettare se prima non glielo chiedi» concluse Terry in tono definitivo, tornando al suo tema di Incantesimi.
Michael rimase in silenzio per qualche minuto, poi ammise che in effetti chiedere a Ginny un appuntamento poteva essere una buona strategia e uscì velocemente dalla biblioteca.
Dopo trenta secondi ritornò. «Non credo di averne il coraggio» confessò.
«Certo che ce l’hai» sbottò Terry impaziente. «Hai trovato il coraggio di invitarla a ballare, non ti ci vorrà niente ad invitarla ad uscire».
«Allora era diverso» obbiettò Michael, non preoccupandosi di specificare che cosa esattamente fosse cambiato. «E non sono poi così coraggioso, non sono un Grifondoro».
«Questa è la scusa più idiota che mi sia mai capitato di sentire» disse Terry, aspro. «E tu mi stai dimostrando che questa cosa della divisione in Case non funziona: essendo un Corvonero dovresti essere intelligente, ma ti stai comportando da stupido».

Michael incassò il colpo e uscì nuovamente dalla biblioteca, ma Terry non trovò pace in ogni caso: dopo trenta secondi, infatti, Anthony spuntò dal reparto di Trasfigurazione e si sedette al suo tavolo con aria estremamente scontenta. «Ma bravo» borbottò. «Spingilo dritto tra le braccia della Weasley, chissenefrega di me».
«Se proprio ci tieni a lui, diglielo e basta, Tony» sussurrò Terry, irritato.
«Sai bene che non posso farlo», gli rispose il compagno, guardandolo come se gli avesse appena confessato di voler fare il prestigiatore nelle feste per bambini Babbani.
Aveva ragione, ovviamente, e Terry sapeva bene che se avesse confessato a Michael quello che provava per lui avrebbe gettato l’intera torre di Corvonero nella situazione più imbarazzante della storia, ma non capiva che cosa Tony volesse da lui. Comprendeva la tristezza dell’amico, ma proprio non sapeva come uscire da quel casino. «Forse dovresti cambiare obbiettivo» suggerì, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Gli aveva dato quel consiglio circa un milione di volte nell’ultimo mese, e la risposta era sempre la stessa: «Non è possibile, lo amo troppo» rispose ancora, infatti.
Non riusciva a capire come facessero i suoi compagni a considerare amore quelle che a tutti gli effetti erano enormi cotte adolescenziali, ma decisamente non aveva voglia di affrontare di nuovo l’argomento, perciò si limitò a scrollare le spalle con un gesto che non voleva dire niente, e tornò al suo tema di Incantesimi. Se quei due fossero andati avanti ancora per molto, probabilmente quell’anno sarebbe riuscito a ottenere la sufficienza solo in condotta.
«Pensi che avrò mai una possibilità con lui?» chiese Anthony pochi minuti dopo.
«Davvero non lo so, Tony» borbottò Terry, sconfortato. «Al momento mi sembra ben avviato sulla strada dell’eterosessualità».
«Ma c’è sempre chi si scopre gay più avanti, no?»
«Sì, può essere» mormorò Terry, sentendosi vagamente in colpa: non voleva che Anthony si illudesse, ma proprio non se la sentiva di distruggere anche la sua più flebile speranza.
Il compagno gli sorrise, grato, e si allontanò.
Terry rimase solo per una decina di minuti, e si stava giusto dicendo con sollievo che quel giorno aveva speranza di finire almeno uno dei suoi temi, quando Michael si precipitò al suo tavolo.
«Gliel’ho chiesto!» sussurrò, col fiatone. «E ha detto di sì! Andremo a Hogsmeade a San Valentino!»
«Fantastico» borbottò Terry, guardandosi precipitosamente intorno nella speranza che Anthony non fosse nei paraggi, pur sapendo bene quanto fosse inutile: Michael era così intenzionato a informare l’intero mondo magico e Babbano del suo appuntamento, che il compagno sarebbe venuto a saperlo comunque.
«Vero? L’ho cercata in cortile, ma non c’era, e allora mi sono ricordato che doveva aiutare la Sprite per non so che progetto in Erbologia e allora sono andato alle serre, ma non era neanche lì, e allora…»
«Non mi interessa la storia della tua vita!» lo interruppe Terry, irritato. «Fammi finire questo stupido tema o domani la punizione con Vitious la farai tu!»

Terry non credeva che nella vita avrebbe mai passato un San Valentino più triste di quello: aveva rinunciato alla gita a Hogsmeade per stare vicino ad Anthony che sembrava intenzionato ad allagare la scuola con le proprie lacrime, e avevano passato l’intera giornata nelle cucine a mangiare torte al cioccolato, Anthony a ripetersi che tutto questo l’avrebbe reso più forte e Terry a pensare che avrebbe dato qualsiasi cosa per scambiare quel San Valentino con quello del secondo anno, quando erano ancora spensierati e felici e avevano passato tutto il giorno a ridere del San Valentino musicale di Potter.
Potter.
Se Ginny non avesse deciso di lasciarlo perdere, probabilmente gli avrebbe risparmiato tantissime seccature.
«Non potrò mai più essere felice» piagnucolò Anthony, per la novantesima volta.
«Certo che potrai» sbottò infine Terry, spazientito. «Tra dieci anni vivrai felice a casa tua con il tuo compagno e i due bambini che avrete adottato, e non ti ricorderai neanche la faccia di Michael».
«Impossibile» gli rispose Anthony, solenne. «Se non potrò avere Michael non avrò mai nessuno. Però i due bambini potrei adottarli lo stesso» aggiunse, ripensandoci.
«Mi sembra una magnifica idea» borbottò Terry, addentando un pasticcino. Non riusciva a capire se erano i suoi compagni a essere fuori di testa o se era lui ad avere qualcosa che non andava: vero era che erano da soli nelle cucine e che i ragazzi delle altre case non sembravano subire nemmeno la metà dei drammi che stava subendo lui, perciò probabilmente erano i suoi amici a non essere normali. La cosa lo confortava un po’.
«Pensi che si siano baciati?» chiese Anthony ad alta voce, dopo una decina di minuti.
«Cosa cavolo ne so?»

Non si erano baciati, ma Michael quella sera tornò al dormitorio praticamente galleggiando.
«Avete di fronte a voi l’uomo più felice del mondo» annunciò entrando in camera con lo stesso tono che avrebbe usato se li avesse informati che era appena stato incoronato Re d’Inghilterra.
«Abbiamo di fronte a noi l’uomo più idiota del mondo» borbottò Terry senza alzare lo sguardo dal suo libro, mentre Anthony si precipitava in bagno con tanta rapidità da fargli pensare che avrebbe potuto vincere le Olimpiadi.
Michael guardò la porta del bagno, vagamente sorpreso. «Ma che gli prende?»
Come diavolo faceva a non capirlo, quando persino Vitious se n’era accorto? L’amore doveva averlo reso ancora più stupido di quanto non credesse. «Abbiamo mangiato un sacco di cioccolata e adesso ha un po’ di mal di pancia» inventò.
Michael scrollò le spalle, come se fosse normale che due amici avessero deciso di passare il San Valentino insieme mangiando cioccolato, e si sdraiò sul letto, sorridendo al vuoto. «Ginny è proprio speciale» sospirò. «Siamo andati insieme da Mielandia e le ho comprato dei cioccolatini, e poi siamo andati dai Tre Manici di Scopa, solo che c’era un sacco di gente e non ci sembrava molto romantico, allora siamo andati in questo bar, Madama Piediburro, hai presente? Abbiamo preso una cioccolata calda, e poi…»
Terry gemette, assolutamente sconfortato. Cosa diavolo aveva fatto di male per meritarsi degli amici così?
«Ma che hai?» chiese Michael, perplesso.
«Ho mal di pancia anch’io, ma non credo che c’entri la cioccolata» borbottò Terry, guardandolo male.
«Capisco» disse Michael, sorridendo comprensivo. «Sei innamorato, vero? Ora che ci penso, tu e Tony avete passato tutto il giorno insieme? Oh» aggiunse, spalancando gli occhi. «È di lui che ti sei innamorato? State insieme?»
La domanda era talmente stupida che persino Anthony si affacciò alla porta del bagno per chiedere a Michael se non si fosse completamente bevuto il cervello.
«Be, cosa ne so io? Avete passato San Valentino insieme, cos’altro devo pensare?»
«Non posso credere che tu sia tanto idiota» sbottò Terry. Si rendeva conto di essere sul punto di esagerare, ma ormai aveva raggiunto il limite della pazienza. «Me ne vado in bagno» concluse, prima andarsene sbattendo la porta in quella che sperava essere un’uscita di scena drammatica.
«Sei proprio stupido, Mike» sentì dire ad Anthony.
«Beh, scusa se ho cercato di capire perché i miei due migliori amici improvvisamente si comportano come se mi stessero nascondendo chissà che grande segreto, se non state insieme mi potete dire quale sia il problema? Io…» a quel punto però Terry si era allontanato e non sentì il resto della conversazione. Per una volta voleva stare lontano da quei due, stare seduto in un angolino in pace a leggere un libro e a far finta di avere degli amici normali, ma nemmeno quello gli fu concesso.
«Stai gironzolando nei corridoi di notte? Sai cosa può significare questo, vero?» Terry chiuse gli occhi e li riaprì due secondi dopo, sperando che tutto quello fosse un incubo. L’unica volta nella sua impeccabile carriera scolastica che usciva di notte, e doveva essere trovato proprio da Piton? «Seguimi, Steeval, andiamo dal Preside».

L’unica cosa buona di tutta quella situazione era che Silente si era dimostrato una persona estremamente affabile e comprensiva, e aveva deciso di limitarsi a dargli una punizione per tutta la settimana. Sempre che aiutare Piton a rifare l’inventario di tutte le sue innumerevoli pozioni potesse essere definito limitarsi.
«Stai bene?» chiese Michael, titubante.
«Sì».
«Sei sicuro?»
«Sì».
«Non mi sembra».
«Ah, già, dimenticavo le tue assolutamente perfette capacità deduttive» borbottò Terry sarcastico, addentando il bacon.
«Non ricominciare a fare lo stronzo» sbottò Michael. «Mi dispiace per quello che ho detto di te e Anthony, va bene? Non pensavo che potessi offenderti così tanto».
«Non importa» sospirò Terry. «Non mi sono offeso, davvero».
«Mi fa piacere saperlo, ma magari ti dispiacerebbe dirmi cosa avete tu e Anthony? Ogni volta che mi allontano cominciate a sussurrarmi alle spalle, mi pare ovvio che mi state nascondendo qualcosa».
Terry sorseggiò il suo succo di zucca, cercando di prendere tempo. Michael a quanto pare non era poi così stupido come entrambi continuavano a ripetere, si era accorto che qualcosa non andava. Ora cosa poteva inventarsi?
«Allora?» incalzò Michael.
«È che… io…»balbettò, guardandosi intorno disperato. Il suo sguardo cadde su Ginny, fonte primaria di tutti quei drammi, che gli fece balenare un’idea. «Anthony cerca di starmi vicino perché… mi piace Ginny» inventò, abbassando lo sguardo e fingendosi dispiaciuto. Michael spalancò tanto gli occhi che presero la forma e la dimensione di due palline da golf.
«Che cosa?» sussurrò, incredulo. «Ti piace Ginny, quella Ginny? La stessa con cui sono uscito ieri?»
«Conosci altre Ginny?» gli rispose Terry, sarcastico. Cielo, in quale incasinatissimo guaio stava andando a ficcarsi?
«Oh, cavolo, mi dispiace, non lo sapevo! Io… Cosa posso fare, vuoi che smetta di uscire con lei?»
«No» disse Terry, in tono fermo. «Non farai niente del genere. In fondo non la conosco bene, e poi sei tu che l’hai invitata a ballare e a uscire e mi pare ovvio che lei abbia scelto te, perciò non provare a buttare la tua felicità nella spazzatura, chiaro?»
«Non so che dire, Terry. Sei proprio un amico» disse Michael commosso.
Come no. Era l’amico più bugiardo che esistesse al mondo, ma poteva solo scegliere tra tradire un amico o mentire all’altro. Che vita orrenda.

«Ehm… Steeval?»
L’intero cosmo aveva fatto un patto con tutti i suoi abitanti perché lo tormentassero, non c’era altra spiegazione. Terry si voltò verso Ginny Weasley, chiedendosi perché mai avesse quell’aria preoccupata.
«Sì, Ginny? Sono Terry, comunque».
«Scusa» rispose lei, guardandolo con aria ansiosa. «Volevo dirti che… beh, Michael mi ha detto quello che provi per me, e non voglio che litighiate a causa mia, perciò…»
«Senti, Ginny» la interruppe prima che dicesse altro. Da quando in quella scuola avevano tutti deciso di darsi all’arte drammatica? «Quello che prova Michael per te è sicuramente più forte di quello che provo io, perciò non preoccuparti, va bene?»
«Davvero?» chiese lei, non del tutto rassicurata. «Perché mi sentirei un mostro se vi doveste allontanare per colpa mia». 
Terry sospirò, disperato. Non solo doveva barcamenarsi tra i suoi due migliori amici, ora ci si metteva pure Ginny Weasley a rendergli la vita impossibile. In fondo però lei non aveva fatto nulla di male, si disse, guardandola, e non era giusto che a lei toccassero tutte quelle preoccupazioni senza nessun fondamento. Infine decise che c’era una sola cosa da fare.
«Ascolta» cominciò, indeciso su come proseguire. Come diavolo si poteva rivelare una cosa del genere? «Ti devo rivelare un segreto, ma devi giurarmi che non lo dirai a nessuno, va bene? Né ai tuoi amici, né tantomeno a Michael. Specialmente a Michael».
«Va bene, non dirò niente» promise Ginny, guardandolo curiosa.
Terry la fissò per qualche secondo, indeciso, poi decise di fidarsi. «Non ho una cotta per te» confessò. «È Anthony che è cotto di Michael. Mike si era accorto che gli stavamo nascondendo qualcosa, allora mi sono inventato che mi piacevi per coprire Tony».
«Ad Anthony Goldstein piace Michael?» ripeté Ginny, incredula.
Sì, in effetti messa così sembrava una scusa molto stupida.
«Già, incredibile, eh?» cercò di sdrammatizzare Terry. «Ehi, ricordati che hai giurato di non dirlo a nessuno».
«Non ti preoccupare. Grazie di esserti fidato di me» sorrise Ginny, prima di correre via.

«Terry?»
«Cosa c’è, Tony?»
«Per caso tu c’entri qualcosa con la conversazione più imbarazzante della mia vita che ho avuto dieci minuti fa con Ginny Weasley?»
Il cuore di Terry sprofondò fino in Cina. Avrebbe dovuto immaginare che ci sarebbero state delle conseguenze.
«Forse» rispose, evasivo.
«Che cosa?» strillò Anthony. «Con tutte le persone che ci sono nel mondo, dovevi dirlo proprio a Ginny Weasley?»
«Cosa potevo fare?» sbottò Terry, sulla difensiva. «Non faceva altro che dire che non voleva mettersi tra me e Michael, ho pensato che non si meritasse questo senso di colpa».
«Chissà come si sarà sentita bene dopo che le hai detto la verità, allora» commentò Anthony con la voce piena di sarcasmo. «Pensi che di lei ci si possa fidare?»
«Certo che sì, è di Grifondoro» lo rassicurò Terry, facendo spallucce. «Hanno un alto senso dell’onore e tutte quelle fesserie là».
«Questo non vuol dire niente» lo contraddisse Anthony. «Noi Corvonero dovremmo essere intelligenti, eppure Mike si è bevuto tutta la tua stupida frottola della cotta per Ginny».
Anche quello era vero, ma ormai tanto la frittata era fatta, e potevano solo fidarsi. Rimasero qualche minuto in silenzio, poi Terry fu colto da un atroce dubbio. «Non le hai detto niente che la spingesse a mollarlo, vero?»
«Per prima cosa, non stanno ancora insieme» precisò Anthony. Quando colse lo sguardo dell’amico si affrettò ad aggiungere: «Comunque no, non sono così carogna, le ho detto di stare tranquilla e che mi stava già passando. Tanto mi sono bastati pochi minuti con lei per capire che non va affatto bene per Mike… Vedrai che non andrà mai in porto».

Le sue parole furono smentite pochi mesi più tardi, quando Michael si precipitò nella loro stanza con l’aria di chi ha appena vinto la Coppa del Mondo di Quidditch strappando la sua squadra da un’atroce sconfitta. «Io e Ginny stiamo insieme!» annunciò.
Terry guardò allarmato Anthony, che si era bloccato e stava fissando Michael con gli occhi sbarrati.
«C…come?» chiese infine con un filo di voce.
Michael gli rivolse solo una breve occhiata prima di rivolgersi a Terry. «Ti sta bene, vero?»
«Certo» lo rassicurò l’amico, senza staccare gli occhi da Anthony, che sembrava ben deciso a rimanere immobile per tutto il resto della sua esistenza. «È fantastico, Mike» aggiunse, sperando di riuscire a portare via Anthony prima che Michael si accorgesse che qualcosa non andava.
«Vero?» disse questi. «Abbiamo fatto una passeggiata in riva al lago, e poi…»
«Sì, senti, scusa davvero, ma è meglio se me lo dici un’altra volta» lo interruppe Terry, alzandosi. «Tony, mi accompagni all’aula di Pozioni? Ho la punizione» aggiunse.
Michael lo guardò sorpreso. «Credevo che la tua punizione durasse solo una settimana. Che hai fatto, questa volta?»
«Beh, non è che sia proprio una punizione» inventò Terry di sana pianta. «È solo che ho fatto un così buon lavoro con quell’inventario che Piton mi ha chiesto di riordinare tutto il laboratorio».
«E tu lo fai?» chiese Michael incredulo.
«Beh, sì, mi ha detto che mi avrebbe dato dei crediti extra all’esame finale» borbottò Terry. Afferrò Anthony per un braccio e spalancò la porta, prima di aggiungere: «Sono felice per te e Ginny, sul serio. Dopo mi racconti» e precipitarsi fuori.
Fecero appena in tempo a uscire dalla torre che Anthony scoppiò in lacrime. Terry fece un respiro profondo e gli passò un braccio intorno alle spalle, prima di condurlo nelle cucine. Ormai avevano passato talmente tanto tempo in quel posto che avrebbero potuto trasferircisi.
«Come fanno a stare insieme?» singhiozzò Anthony, recuperando la parola. «Non possono stare insieme! Lei non va bene per lui! Cosa c’entrano l’uno con l’altra?»
«Ehm… cosa sta succedendo?» disse una voce familiare non appena misero piede in cucina. Terry alzò gli occhi e vide Hermione Granger china su un elfo domestico dall’aria particolarmente malridotta addormentato di fronte al camino.
«Ciao, Hermione» borbottò. «Che ci fai qui?»
«Stavo parlando con gli elfi domestici» rispose Hermione, guardando Anthony leggermente allarmata. A quanto pare non aveva ancora deciso di rinunciare a quel suo strambo comitato, MUORI, o CREPA, o quello che era. «Ma ho la sensazione che il tuo amico abbia più bisogno di aiuto».
«Ah, ehm, sì… problemi di cuore, sai» rispose Terry evasivo, costringendo Anthony a sedersi. Un secondo dopo, almeno una dozzina di elfi domestici li circondò porgendo loro una quantità di dolci al cioccolato che avrebbe sfamato l’intera Africa. Cavolo, ormai persino gli elfi domestici sapevano esattamente quello di cui avevano bisogno, ma quanto tempo avevano speso nelle cucine? Decisamente dovevano rifarsi una vita.
«Capisco» stava dicendo Hermione con l’aria di chi la sa lunga. «Ginny e Michael stanno insieme, vero?»
Terry la guardò a bocca spalancata, e perfino Anthony rimase così sconcertato che smise di piangere. «Come hai detto, prego?» chiese, sbalordito.
«Be, immagino che avessi sperato fino all’ultimo che questo non succedesse, no?» chiese Hermione, come se fosse ovvio.
«Ma a me non piace Ginny» tentò di difendersi Anthony.
Hermione si mise a ridere. «Certo che no! Ti piace Michael, no?»
Terry si sentì male. Dunque aveva fatto così male a fidarsi di Ginny? Probabilmente un segreto così grosso non si poteva tenere a lungo senza sentire l’impulso di spifferarlo a qualcuno. In fondo non poteva neanche rimproverare la ragazza, lui aveva fatto esattamente la stessa cosa.
«Quella piccola pettegola!» stava sibilando Anthony. «Alto senso dell’onore, figuriamoci! Grifondoro un cavolo! Aspetta che la incontri nei corridoi, vedi quanto sarà in grado di spettegolare in giro quando avrò finito con lei…»
«Ma che diavolo stai dicendo?» lo interruppe Hermione, vagamente perplessa.
«Beh, ce l’ha con Ginny» spiegò Terry, timoroso. «Credevamo che avrebbe mantenuto il segreto e invece a quanto pare l’ha detto a te…
»
«Ginny lo sa?» interruppe di nuovo Hermione, sorpresa.
«Non è stata lei a dirtelo?» chiese Terry, allucinato.
«Certo che no!» esclamò Hermione. «Guarda che se le chiedi di mantenere un segreto lei mica va subito a rivelarlo al primo che passa, cosa credi? Comunque non ti conviene sfidarla» aggiunse, rivolgendosi ad Anthony. «Sa lanciare delle Fatture Orcovolanti che ti lascerebbero a piedi per giorni».
«Scusa, ma allora tu come fai a saperlo?» chiese Terry, cercando di riportare un po’ di normalità in quella conversazione.
Hermione si strinse nelle spalle. «L’ho capito, è abbastanza palese» spiegò, col tono di chi sta spiegando la tabellina del due.
I due amici rimasero a bocca aperta. «Credevo di essere stato bravo a nasconderlo» disse Anthony dopo qualche minuto.
La ragazza annuì. «In effetti lo sei stato. Non credo che nessuno a parte me ci sia arrivato».
«Beh, meno male» borbottò Anthony, ancora sconvolto.
La cosa buona di quel strambo incontro era che gli aveva fatto completamente dimenticare quanto fosse triste e depresso e senza amore, se non altro.
«Comunque non devi preoccuparti» aggiunse Hermione, avviandosi verso la porta. «Non so se Michael sia gay o no, ma di sicuro non durerà con Ginny… quei due non hanno niente in comune». Prima che Anthony fosse riuscito a rivolgere uno sguardo trionfante a Terry, era già uscita.

La prova che persino le persone incredibilmente intelligenti come Hermione potessero sbagliare arrivò l’anno dopo, quando Ginny e Michael continuarono a uscire insieme senza il minimo accenno a essersi scocciati l’uno dell’altra.
Terry stava già cominciando a convincersi che ormai Anthony avesse lasciato perdere, quando un giorno di maggio vide Michael seduto sotto un albero con l’aria più depressa del mondo e, dopo che aveva cercato di consolarlo come poteva prima che gli fosse intimato di lasciarlo solo, tornò in camera e sentì quell’infame dell’altro suo migliore amico cantare “Un calderone pieno di forte amor bollente” sotto la doccia.
«Comunque non è carino gioire solo perché una ragazza ha mollato un tuo amico!» urlò alla porta chiusa.
«Certo, è come dici tu!» rispose Anthony dal bagno, prima di riprendere a cantare a squarciagola: «
E, se con passione ti riuscirà, il mio forte amor bollente questa notte di scalderà!»
Era enormemente stonato, rifletté Terry, ma almeno poteva dire di vederlo felice per la prima volta da parecchio tempo. E con un po’ di fortuna quei due lo avrebbero lasciato in pace almeno fino alla fine dei G.U.F.O.
Non aveva ancora finito di formulare questo pensiero, che Michael entrò nella stanza con l’aria di chi ha appena ricevuto l’Ordine di Merlino.
«Non indovinerai mai cosa è successo».
«Hai scoperto che ti sai riprendere incredibilmente in fretta dalle delusioni d’amore?» tentò Terry, senza riuscire a nascondere il sarcasmo.
Michael, comunque, non lo colse affatto. «No» rispose, orgoglioso. «Stavo passeggiando nel parco, e sai chi ho incontrato? Cho Chang! Usciamo insieme!»
«Che cosa?» esclamò Terry, guardandolo incredulo.
«Che cosa?» strillò Anthony, aprendo la porta del bagno e uscendone completamente nudo.
No, non era possibile.


Giudizio (ho corretto gli errori che mi ha segnalato la giudiciA, non dovrebbero essercene altri)
2° classificata: Un calderone pieno di forte amor bollente- Lyra weird
Grammatica e stile: 9,8/10
Ho trovato solo due errori grammaticali
Queste due cose mettevano Terry, che era (a) conoscenza dei sentimenti di entrambi Manca la preposizione a. E poi: «Ehm...Steeval?» Dopo i puntini serve uno spazio, questo errore si ripete alcune volte nel testo. Lo stile, non molto complesso ma scorrevole, è perfetto. Le parole si susseguono senza problemi, lo stile non è eccessivamente semplice, e si legge con gusto. Davvero i miei complimenti!
Originalità: 10/10
Cavolo, come può non essere originale! Sei partita da un personaggio quasi dimenticato e hai sviluppato una trama ricca di dettagli, particolari e originalità. Michael innamorato di Ginny. Anthony innamorato di Michael. Un triangolo a cui non avrei mai pensato, che mi è piaciuto da morire! Beautiful ti fa un baffo, hai inserito un sacco di piccoli particolari, intrighi e intrecci amorosi da far paura. Davvero, brava!
IC personaggi: 10/10
Non si sa nulla di Terry, o quasi. L'hai saputo caratterizzare molto bene, gli hai attribuito caratteristiche specifiche e grazie alla narrazione scorrevole i suoi pensieri sono perfettamente chiari. Gli hai dato un carattere, uno stile di vita, l'hai "creato". Brava!
Gradimento personale: 10/10
Wow! Non avrei mai pensato di poter adorare una fanfiction di quasi soli personaggi marginali come questi! Hai dato loro un carattere, una vita, hai sviluppato intrecci unici. L'ho adorata, davvero.
Totale: 39,8/40
  
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