Capitolo 1
Spike
scrutava i tre osservatori nella sua cripta, giunti per fargli delle domande
sulla Cacciatrice.
I
due uomini erano visibilmente terrorizzati: uno era armato di balestra e lo
teneva sotto tiro mentre l’altro reggeva un crocefisso davanti a lui e tremava.
Solo
la donna bionda era stranamente a suo agio. (Nota dell’autrice: gran
parte del dialogo che segue è una citazione di quello originale del telefilm,
copiato dai sottotitoli in italiano)
«Cosa
volete da me?» Chiese il vampiro, con il suo solito modo diretto.
«Sappiamo
che lei aiuta la Cacciatrice. Vorremmo sapere in che modo.»
Era
stata la ragazza a parlare e Spike immaginò che sarebbe stata lei a sostenere l’intera
conversazione.
«Le
do una mano quando mi paga.» Rispose pratico.
«La
paga?? Le dà del denaro?» La reazione incredula della donna divertì il vampiro,
che però mantenne un tono neutro.
«Preferisco
il sangue di qualche vittima.»
«Sangue??»
«Solo
se morirebbe comunque. A pensarci bene, è scandaloso. No? Io sono scioccato. La
ragazza perde smalto.»
L’osservatrice
era sempre più stupita. Tutti gli amici di Buffy
avevano cercato di farla apparire al meglio, avevano coperto le sue debolezze,
invece Spike la svergognava candidamente!
Era
un tipo strano. Ma le piaceva la sua schiettezza.
«Trova
che sia peggiorata nel lavoro?»
«Sì.
La poveretta non riesce a tenersi un uomo. E questo la deprime. Qualche altra
delusione e verrà a piangere sulla mia spalla, credetemi.»
Un
orecchio attento avrebbe colto il significato nascosto in quelle parole.
«E’
questo che vuole? Credevo che volesse ucciderla. Lei ha già ucciso altre
cacciatrici.»
Non
c’era affermazione che rendesse il vampiro più orgoglioso. Sorrise, come se
fosse stato un complimento.
«Ha
sentito parlare di me?»
«Ho
scritto la mia tesi su di lei.»
Wow.
Tanto valeva entrare in confidenza.
«Bene,
bene. Sono lusingato. Dimmi, cocca, ora che siamo buoni amici, come sta andando
la cacciatrice? Bene? Voti alti in tutte le materie?»
L’improvviso
passaggio dal “lei” al “tu” non infastidì la donna. Tuttavia lei continuò ad
usare la terza persona, professionalmente.
«Molto
dipenderà dall’esame di questa sera.»
«Esame
di che tipo?» Indagò.
«Non
siamo qui per rispondere alle sue domande!» Disse uno degli uomini.
«Ma
forse potreste farmi da cena…» Ammiccò il vampiro, per
niente preoccupato da quelle minacce inconsistenti.
«Non
è bello che lei si prenda gioco di loro.» Disse la ragazza con tono neutro.
Spike
pensò fosse strano che lei non fosse a disagio all’idea. Voleva giocare col
fuoco?
«Ma
è così divertente! Puoi lasciarmeli qui un’oretta?»
Era
adorabile. E sarebbe stato uno spasso giocare con lei. Buttò la domanda,
lasciandole il dubbio se stesse scherzando o parlasse sul serio.
«Qui
abbiamo finito. – La ragazza si avvicinò al vampiro e gli strinse la mano,
davanti agli occhi stupefatti dei colleghi - Piacere di averla conosciuta, Sig.
William»
«Piacere
mio, signorina.. ?»
«Mi
chiamo Lydia. A presto.»
Quel
“A presto” lasciava aperta una porta e Spike non era affatto dispiaciuto dalla
prospettiva di rivedere quella ragazza.
Appena i tre osservatori uscirono dalla cripta, gettò sul tavolo il biglietto
che si era trovato in mano, dopo la stretta di mano di Lydia
e si diresse verso il frigo per prendere una birra.
Diede
piccoli sorsi alla birra, direttamente dalla bottiglia, fissando il pezzo di
carta.
“Avanti, sono curioso.”
Poggiò
il contenitore di vetro sul tavolo e aprì il pezzo di carta.
Alla
vista di un indirizzo e di un orario, il ragazzo alzò un sopracciglio.
“La cosa si fa interessante…”
***
Spike pensò che Lydia avesse trovato proprio una bella sistemazione temporanea a Sunnydale. Viveva in una bella villetta con giardino, molto simile alla casa di Buffy.
Esitò, prima di suonare il campanello. “Forza ragazzo, – si
disse – non hai nulla da perdere. Magari rimedi anche un po’ di divertimento
per questa notte. Spera solo che non sia una trappola del consiglio!”
Lydia lo accolse con un sorriso.
«Ciao William, entra pure.»
«Oh. Non mi dai più del “lei”?»
«Naa.. Credo ti faccia sentire vecchio. E poi
questa non è una visita ufficiale.»
«Meglio così. Odio quando mi si da del “lei”. E’ curioso che ti
preoccupi che io mi senta vecchio! Sai quanti anni ho, non è vero?» Il vampiro
sorrise. Si stava divertendo a metterla in difficoltà. Un tempo non troppo
lontano, le ragazze come lei se le mangiava a colazione!
«Naturalmente. So tutto di te.»
«Ne dubito. Vedo che comunque il consiglio vi tratta bene.. Che bella casetta…»
«In verità il consiglio ci ha proposto di farci ospitare in una
parrocchia. Non c’è posto migliore per evitare i vampiri di Sunnydale.
Per via di tutti quei crocefissi, sai… Ma io ho
deciso che volevo la mia privacy e le comodità, così ho preso in affitto questa
casa con i miei soldi.»
«Per poterci invitare i vampiri di nascosto, immagino.» Gli occhi del
ragazzo divennero una fessura.
«Può darsi.»
«Cosa vuoi da me, Lydia? Vuoi mettermi in
guardia contro il consiglio? Stanno forse tramando qualcosa contro di me?»
«Affatto. Il consiglio ti reputa inoffensivo da quando hai il chip, e
confida nel fatto che la Cacciatrice o il suo osservatore ti diano una lezione,
se dovessi creare problemi.»
«E non ho intenzione di crearne… al momento.»
I due ragazzi si studiarono in silenzio per qualche minuto. Spike era
disturbato dal modo in cui lo fissava la ragazza, perciò si mise a guardarsi
intorno per prendere tempo. Il suo sguardo era una strana combinazione tra
quello di una ragazza che se lo stava mangiando con gli occhi e quello di una
scienziata che stava studiando un interessantissimo reperto archeologico di un museo…
«Posso offrirti qualcosa da bere?» Gli chiese.
«Bella domanda da fare ad un vampiro succhia-sangue!»
«Ho recuperato qualcosa che potesse piacerti, nel caso fossi venuto. Ho
sangue di maiale, di lontra, di lupo e persino di canguro. Una rarità
dall’Australia!»
«Mi stai prendendo in giro?? Non sarai mica entrata di nascosto in uno
zoo a fare un prelievo a tutti gli animali?!»
«Ma va!»
«E allora ti sei portata questa roba da Londra? Come hai fatto per i
controlli in aeroporto? Ti sei spacciata per una veterinaria? E hai girato per
ore con tutte queste sacche di sangue in borsa?! Roba da non credere! Sei
proprio matta da legare!»
«Li abbiamo requisiti ad un tizio, che gestiva un locale per vampiri in
Inghilterra. Qui non ho contatti per recuperare questo genere di cose.»
La ragazza era visibilmente offesa. Si era presa tanto disturbo e lui
la stava prendendo in giro come un bastardo! Ma lo scopo di Spike era proprio
quello di sembrarle il più disgustoso possibile, così ne sarebbe rimasta delusa
e avrebbe indirizzato da un’altra parte le sue attenzioni. Verso un ragazzo
normale e vivo, magari.
«Quindi non vedevi davvero l’ora di incontrarmi di persona. Non è
vero?»
«Sì. Desideravo tanto incontrati e parlare con te. Non hai idea di
quanto io…»
«Ti sbagli! Tu speravi di incontrare il personaggio dei tuoi stupidi libri
dell’orrore e hai letto troppi romanzi di vampiri! Sono una specie di idolo,
per te? Vuoi un autografo? La verità è che tu hai costruito nella tua mente un
personaggio leggendario, basandoti sulle cronache dei libri. Ma la realtà è ben
diversa. Io non sono una persona da ammirare o da voler conoscere. Io sono un
assassino e un mostro! Perciò è meglio che tu non abbia niente a che fare con
me.»
«Tu non capisci! Provengo da una famiglia di osservatori e so
perfettamente cosa è un demone e quanto sia pericoloso! Quando ero piccola, le
fiabe della buonanotte che mi leggeva mia madre non erano “Cappuccetto rosso” o
“La bella addormentata”, ma le cronache della vita di vampiri e del modo in cui
aveva aiutato ad uccidere questo o quel demone! E io, invece di restare
impressionata da quei racconti, ne ero affascinata!»
«Bloody Hell! Sei
così maledettamente ossessionata da me!»
«Io sono innamorata di te!»
«Ma come diavolo fai a dire una cosa del genere, se oggi è il primo
giorno che mi vedi di persona e che mi parli? Tu sei innamorata dell’idea che
ti sei fatta di me, non di me. E’ una cosa così romantica e platonica, lo
ammetto, ma è assolutamente malsana! E se te lo dico io, che sono il re delle
ossessioni malsane, fidati!»
«William, ascoltami. Mi sono documentata su tutto quello che ti piace,
persino su come devono essere le donne per piacerti. Io posso fare qualsiasi
cosa per te ed essere quello che vuoi. La mia felicità sarà renderti felice.
Permettimi di farlo!»
Lydia gli stava consegnando il suo cuore e il suo corpo su un piatto
d’argento.
«Io… ammetto di essere molto tentato… ma…»
Il ragazzo si passava una mano sui capelli nervosamente, cercando di
non cedere.
«Puoi anche mordermi, se ti va…»
La ragazza si avvicinò al vampiro e scostò il colletto della camicia,
ma lui indietreggiò.
«No! Tu non hai idea di cosa… »
«Ti sbagli di nuovo.» Disse la ragazza, invitandolo a guardare meglio
il suo collo. Spike aguzzò la vista e notò delle piccole cicatrici circolari.
«Devi essere pazza!» Esclamò il vampiro, dirigendosi a lunghi passi
verso la porta.
«Promettimi almeno di pensare alla mia proposta. Sai dove abito e hai
il mio invito ad entrare, perciò… fai ciò che vuoi.»
Spike camminava a lunghi passi, dannatamente su di giri. Era dovuto
scappare via, prima che la situazione gli sfuggisse di mano. Lydia lo aveva sorpreso e lo tentava molto. Era combattuto
sul da farsi. Dopotutto, cosa ci sarebbe stato di male ad approfittarsi di lei?
Lei lo voleva, accidenti se lo voleva! E lui non era il tipo che si faceva
tanti problemi, quando una donna lo desiderava. Anche al costo di calpestare i
suoi sentimenti, come aveva fatto molte volte con Harmony.
Però una vocina nella sua coscienza gli suggeriva che non era giusto
approfittare di quella ragazza. Ricordò con ribrezzo di come Angelus amava
trascinare verso le tenebre e verso la perdizione le ragazze innocenti, come
aveva fatto con Drusilla. Spike non era mai stato
così.
Cercò più in profondità dentro se stesso e lesse due cose che non gli
piacquero. Prima di tutto la sua debolezza. Gli faceva piacere che lei lo
vedesse come una specie di idolo e aveva paura che se lo avesse conosciuto
meglio, ne sarebbe rimasta delusa. Ripensò alla sera in cui aveva raccontato
orgoglioso a Buffy di come aveva ucciso due
Cacciatrici e lei gli aveva detto brutalmente che era un essere inferiore. Era
stato così mortificante!
Era bello sapere che, da qualche parte, una persona lo ammirava per
quello che era e non pensava a lui come ad un mostro. Non voleva rovinare
questa cosa.
In secondo luogo, lo spaventava la consapevolezza che l’unica che amava
e desiderava veramente era Buffy. E sapeva benissimo
che non aveva speranze con lei! Quindi sarebbe stato da pazzi negarsi qualsiasi
divertimento, in attesa che la signora Cacciatrice aprisse gli occhi su quello
che si stava perdendo. “Vaffanculo, Buffy! - Pensò – Io me ne sto qui a farmi tutte
queste fottute seghe mentali e magari tu te ne stai da qualche parte a
divertirti!”
Capitolo 2
Il Consiglio aveva rivelato a Buffy tutto
quello che sapeva di Glory e la ragazza aveva avuto
tutta la notte e tutto il giorno seguente per digerire le informazioni e
organizzare il da farsi. Aveva passato molto tempo ad allenarsi nella palestrina del negozio di arti magiche, per cercare di
sfogare la tensione che la attanagliava.
Era giunta la sera e Buffy se ne stava in
piedi, pensierosa. Fissava un punto imprecisato del pavimento della palestrina, cercando di trattenersi dal piangere. Sembrava
che il peggio non avesse mai fine e stava diventando davvero troppo anche per
lei.
La malattia e poi la morte di sua madre, una sorella adolescente e una
casa da gestire da sola, il suo ragazzo Riley che
l’aveva tradita con delle vampirette da quattro soldi
e poi l’aveva lasciata, con la consapevolezza che non era in grado di tenersi
un uomo e che stava diventando fredda e distaccata come il marmo, e poi la
ciliegina sulla torta, un nuovo nemico che si era rivelato una fortissima Dea
demoniaca! La sua vita stava crollando inesorabilmente. Ma nonostante si
sentisse veramente uno schifo, bisognava andare avanti, continuare a lottare. E
ora doveva prendere una delle decisioni più difficili della sua vita.
Giles entrò nella stanza, indovinando i suoi pensieri. Le si avvicinò e
la strinse in un abbraccio paterno, cercando di confortarla e darle la forza
per affrontare tutto quello che le stava accadendo.
«La prego signor Giles, mi dica cosa devo fare!»
«Buffy, sono enormemente dispiaciuto per
tutto quello che stai passando. Vorrei poterti aiutare e dirti quello che è
giusto, ma in questa situazione non c’è un giusto e uno sbagliato. Perderai e
guadagnerai qualcosa, in entrambi i casi. Spetta a te decidere cosa fare con Dawn. E purtroppo hai poco tempo per dare una risposta al
Consiglio.»
«La vita di mia sorella, in cambio della vita di molte persone.»
«Però sai che non è veramente tua sorella.»
«Sì che lo è! Lo è, per me! Dentro le sue vene scorre il sangue dei Summers!»
«Hai sentito quello che hanno detto i monaci. Anche i Cavalieri di
Bisanzio sono stati molto chiari. La Chiave non deve assolutamente cadere nelle
mani di Glory! Va protetta a tutti i costi, oppure va
distrutta. Glory è un Dio, è qualcosa che noi non
siamo in grado di affrontare. Non possiamo immaginare cosa accadrebbe se
aprisse quel portale ultra-dimensionale! Cosa arriverebbe nel nostro mondo.
Senza contare tutte le persone che continua ad uccidere per poter mantenere la
sanità mentale in questa dimensione!»
«E’ davvero troppo forte e io non ce la faccio a proteggere la Chiave
da lei.»
«E allora non possiamo rischiare. La Chiave va distrutta.»
La ragazza non poteva credere che quelle parole fredde e pratiche
fossero uscite dalla bocca dell’ex bibliotecario, che tanto aveva lodato negli
anni la sua capacità di decidere con il cuore e non calpestare i sentimenti
delle persone. Tuttavia, sapeva quando Giles tenesse alle responsabilità. Anni
prima era stato capace di ordinarle di uccidere Angelus, la seconda faccia dell’uomo
che lei amava con tutta se stessa, per il bene dell’umanità.
Ripensò a qualche settimana prima, quando Glory
aveva mandato una creatura infernale dall’aspetto di serpente a cercare la
Chiave. Lei l’aveva fermata e uccisa per un pelo, prima che informasse la Dea.
Ci era mancato davvero poco. Valeva la pena mettere in pericolo l’intera
umanità, quando bastava semplicemente sacrificare una sfera di energia?
«Va bene, faremo l’incantesimo.»
«Vedrai che quando Dawn tornerà al suo stato
naturale, sarà molto più facile da accettare.»
La ragazza e il suo padre putativo si sciolsero dall’abbraccio e
camminarono insieme verso il salone principale del Magic
Box, dove i sette rappresentanti del Consiglio attendevano la loro decisione.
«Faremo l’incantesimo per far tornare la Chiave al suo stato naturale e
poi la distruggeremo.»
Le parole di Buffy furono accolte con unanimi
cenni di assenso.
«Hai scelto la cosa giusta.» Disse il membro più alto in grado, il sig.
Quentin Travers.
«Contatterò subito i monaci per predisporre tutto.» Disse un
osservatore.
«Posso sapere come avverrà?» Chiese la Cacciatrice.
«Dawn tornerà ad essere pura energia e verrà
racchiusa in un apposito contenitore. Consegneremo il contenitore ad una
persona di strettissima fiducia, che lo nasconderà e lo porterà in un luogo
consacrato, dove un gruppo di potenti stregoni farà un rito per distruggerla.
Questo è quanto.»
«Bene. Allora, se per oggi è tutto, noi andiamo.» Disse Giles,
cogliendo la necessità di Buffy di andare a casa e
riposarsi.
«Ho ancora un ultimo favore da chiederti, Giles.»
«Chiedi pure, Quentin.»
«Il nostro gruppo di osservatori ha bisogno di discutere alcuni
dettagli tecnici e mi chiedevo se saresti così cortese, da farci usufruire
ancora di questo posto per qualche ora.»
«Ma certamente, fate con comodo. Vi lascio una copia delle chiavi.»
Il proprietario del Magic Box ed ex
bibliotecario del liceo di Sunnydale squadrò il
gruppo di noiosi e quadrati intellettuali inglesi, prima di andarsene. Il
gruppo era composto da un signore sulla sessantina, Quentin per l’appunto,
altri quattro uomini e due donne. I quattro uomini, di cui uno di colore,
sprigionavano paura da tutti i pori. La donna mora non aveva fatto altro che
starsene zitta e preparare e servire il the, tant’è che Giles si chiedeva se
era il suo unico compito. L’altra donna invece, una giovane e graziosa ragazza
bionda, sembrava molto acuta. Peccato che nascondesse la sua bellezza e
femminilità dietro quegli occhiali, i capelli raccolti in quell’antiquato
chignon e quel tailleur così severo.
Giles era certo che l’aurea da saccente di ciascuno di loro era
inversamente proporzionale alla capacità di gestire un demone. Inoltre odiava i
loro metodi, così inclini al ricatto, a far rischiare la vita alle cacciatrici
con inutili prove e a dare ordini senza sporcarsi mai le mani. Tuttavia, come i
loro studi erano fumo senza una preparazione atletica e la forza di una
cacciatrice, era vero che anche le capacità di una cacciatrice erano fumo senza
le conoscenze racchiuse nei libri e nelle loro teste. Dovevano scendere a patti
e il lavoro di ognuno di loro compensare quello dell’altro.
***
Buffy raggiunse la sua casa a piedi e vide la luce accesa all’interno. Come
promesso, i suoi amici la stavano aspettando e avevano tenuta compagnia a Dawn.
Si sentiva a pezzi, ma doveva assolutamente recuperare un aspetto
dignitoso.
“Ce la puoi fare Buffy, sii forte.” Si disse.
Con riluttanza provò a sorridere, ma fu colta dallo sconforto. “Come
farò a portare una maschera per tutto il tempo? A fare finta di essere serena e
di avere tutto sotto controllo?”
Voleva non dover mentire ai suoi amici e alla sorella. Prese alcuni
respiri profondi e girò la chiave nella toppa.
«E’ arrivata Buffy, finalmente! - Disse Willow, andando incontro alla sua migliore amica – Com’è
andata? Ancora test?»
«Ti hanno messo in difficoltà?» Chiese timidamente la dolce Tara.
«Abbiamo parlato di strategie, principalmente. E di come proteggere Dawn.»
«Io non ho bisogno di protezione! Non sono una ragazzina!» Disse
stizzita la sorella.
«DAWN!» Tuonò la Cacciatrice, le mani sui fianchi.
«Sono stanca che tutti mi trattiate come una sciocchina e che mi
teniate all’oscuro di quello che succede!»
«Succede che il consiglio, Giles e io pensiamo che tu sia in pericolo,
perché sei la persona più vicina a me e guarda caso anche la più indifesa. Glory può farti del male e usarti contro di me. Per questo
mi hanno proposto di affidarti ad una persona di loro fiducia, che ti nasconda
in un posto sicuro. Ma prima dovremo fare un incantesimo di protezione, in modo
che Glory non riesca a trovarti.»
«Oh sì Dawn, è davvero la cosa migliore che Buffy possa fare per te.» Commentò Xander.
«Sono un intralcio? E’ questo che stai cercando di dire?»
«No, anzi, tu sei MOLTO importante. Per me, per tutti noi. Ma io non
sono in grado di proteggerti da sola e tu non ti rendi conto di quanto Glory sia pericolosa.»
«Buffy ha ragione.» Dissero in coro Willow e Tara, sorridendo poi per aver pensato esattamente
la stessa cosa, nello stesso momento e con le stesse parole. Erano deliziose,
così unite e innamorate.
«Buffy ha sempre ragione – Aggiunse Xander – Fidati.»
Buffy si avvicinò a Dawn e la abbracciò con forza,
quasi da impedirle di respirare. Respirò il suo odore, accarezzò i suoi capelli
lisci e castani. Voleva imprimersi nella mente il ricordo della sorella che avrebbe
perso presto. Una sorella artificiale, ma che era l’ultima persona della sua
famiglia che le era rimasta.
«Ti voglio bene, Dawn.» Disse, con un filo di
voce.
«E’ davvero necessario?» Quella domanda semplice la fece sussultare.
«Sì. Non c’è davvero altra soluzione.»
«Allora va bene.»
Buffy sciolse l’abbraccio e guardò la sorella negli occhi.
«Sorellona… Hai gli occhi lucidi.»
«Oh Buffy, vedrai che come al solito
troveremo un modo per fermare i piani del Big Bad e riabbraccerai presto la tua
adorabile e rompiscatole sorellina!» Disse Willow,
spargendo manciate di ottimismo.
«Un poco di sano ottimismo, ecco quello che ti serve! – commentò Xander – Stai diventando musona e depressa come Angel! Quel
ragazzo ha davvero avuto una brutta influenza su di te!»
«Xander ha ragione! – disse Willow – Non frequentare mai più vampiri depressi con un
anima, promettimelo!»
«Ok, ci proverò!» Disse Buffy senza
convinzione.
***
Lydia tornò a casa a tarda notte. Era stata molte ore in riunione con gli
altri membri del consiglio, per parlare dell’incantesimo, e non vedeva l’ora di
farsi un bel bagno e rilassarsi un po’. Gli altri osservatori erano capaci di
discutere all’infinito su una manciata di piccoli dettagli e lei si annoiava a
morte. Quello che a lei piaceva era studiare i demoni e le loro usanze, e in
particolare le gesta dei vampiri. Le discussioni fino a tarda notte sulla
scelta di un tipo di recipiente piuttosto che un altro o sugli anni di
invecchiamento di una certa erba per renderla più efficace, non facevano per
lei.
Stette un buon quarto d’ora immersa nell’acqua, ad occhi chiusi, con la
stupenda sensazione del liquido caldo sulla pelle. Aveva versato alcune gocce
di un’essenza rilassante sull’acqua, per fare dell’aromaterapia. In quanto
studiosa dell’occulto, credeva nella potenza dei cristalli, delle pietre e
delle piante. Credeva avessero un’importante influsso sulle persone.
Dopo aver fatto il bagno, uscì dalla vasca e avvolse il corpo con un
grande asciugamano. Poche cose potevano darle quella sensazione fantastica di
appagamento. Ora ci voleva un buon libro e una bella dormita. Rimpianse di aver
lasciato la sua gatta dai genitori a Londra. Una mano sul libro e un’altra ad
accarezzare la gatta che dormiva al suo fianco sul lettone, e sarebbe stata la
serata perfetta.
Ma salendo le scale verso le camere al piano di sopra, fu invasa da una
sensazione spiacevole. Sentiva una presenza in casa. Percorse il corridoio
lentamente senza accendere la luce e attraversò la porta aperta della camera da
letto. Osservò la finestra aperta.
Nella penombra c’era un vampiro biondo che stava fumando una sigaretta.
«Hai cambiato idea?» Disse Lydia,
avvicinandosi al ragazzo.
Spike la guardò senza dire una parola, soffiando fuori il fumo della
sigaretta.
“Dio quanto è sexy!” pensò la ragazza. Fece alcuni passi verso
la sua direzione, per poter guardare bene i suoi lineamenti spigolosi e i suoi
occhi azzurri illuminati dalla luce della luna piena.
“Decisamente sexy.”
Il ragazzo gettò il mozzicone fuori dalla finestra, poi si volse di
nuovo verso Lydia. Lei fece scivolare giù
l’asciugamano e rimase completamente nuda davanti a lui. Spike si avvicinò e le
sollevò il viso con una mano. Si osservarono occhi negli occhi per qualche
istante, poi lui le catturò le labbra in un intenso bacio. Quello che ne seguì,
rese quella notte la più bella della vita dell’osservatrice.
Capitolo 3
Qualche giorno più
tardi, mentre la Scooby-gang era alle prese con il
robot di Warren, Buffy e Dawn
erano state portate da Giles in un luogo sacro per fare l’incantesimo. Warren
aveva costruito una versione artificiale della fidanzata perfetta, ma se ne era
presto stufato e l’aveva abbandonata. Il robot lo stava cercando
disperatamente, mettendo a soqquadro tutta Sunnydale.
«Un vecchio
monastero? Non vorrai mica nascondermi qui? Perché impazzirei di certo! Chissà
che vecchie mummie abitano questo posto raccapricciante!» Disse Dawn.
«Vecchie mummie con
grandi poteri mistici, sembrerebbe. - commentò Buffy
– Ma avrai un intero battaglione di Cavalieri per proteggerti!»
«Cavalieri per
proteggere una bellissima principessa indifesa, come nelle fiabe?»
«Certo Dawn! E poi alcuni di loro sono veramente carini!»
«Accidenti! Perché
non mi ci avete portato prima?!»
Giles scambiò con Buffy uno sguardo d’intesa, mentre Dawn
correva già verso l’entrata dell’edificio.
«Ha visto? C’è
voluto poco!»
«Speriamo che non
crei problemi.»
Buffy rabbrividì alla freddezza con la quale
stavano consegnando Dawn agli alleati del Consiglio.
Il capo dei monaci
e Quentin accolsero i nostri, seguiti da un gruppo di giovani in toga che
attorniarono Dawn.
«Perché mi
osservano tutti come se fossi un extraterrestre?» Chiese Dawn,
in evidente imbarazzo.
«Seguitemi. Vi
mostrerò la stanza dove soggiornerà la signorina.»
L’edificio aveva
una pianta ottagonale ed aveva un grande cortile interno, dove stavano
riposando i cavalli dei Cavalieri di Bisanzio.
«Cosa ti sembra?»
«Non lo so Buffy… Sembra un posto fuori dal tempo. Credo che mi
annoierò un sacco. Scommetto che non hanno nemmeno la tv!»
«No, credo proprio
di no. O forse sì? Giles, lei cosa ne dice? Persino lei ha una tv in casa!»
Giles, Quentin e il
capo del monastero le precedevano di alcuni metri ed erano molto concentrati in
una conversazione sull’architettura dell’edificio, ispirato chiaramente al
modello dei monasteri medioevali europei.
«In ogni caso mi
sono portata dietro un sacco di libri e riviste, per allietare queste giornate
di prigionia...»
Buffy si fermò e si appoggiò ad una colonna, in
preda ad un piccolo giramento di testa. Una voce che vorticava e sibilava nella
sua mente “La stai tradendo! La stai portando al patibolo dalla porta di
servizio!”
«Tutto bene, sorellona?» Squillò Dawn.
«NO.»
La ragazzina si
oscurò in volto e continuò a camminare in silenzio. Capiva che la sorella
rischiava continuamente la vita per il mondo e che aveva enormi responsabilità,
ma digeriva sempre meno il suo atteggiamento commiserevole da “non potete capirmi,
è tutto sulle mie spalle”. Ai suoi occhi, si stava trasformando un poco alla
volta in una killer fredda e impassibile.
Pure Buffy si sentiva cambiata e capiva che si stava trasformando
in una persona orribile. Ma non poteva farci nulla. Era costretta a comportarsi
così, a distaccarsi dalle emozioni.
Il suo ruolo lo
necessitava.
Era ormai lontana
dalla ragazzina che aveva detto a Kendra che una Cacciatrice
può avere una vita sociale, una famiglia ed un fidanzato, come le persone
normali.
«Quando si farà
l’incantesimo?» Chiese Buffy con voce dura, per
sapere quando sarebbe finita la sua recita.
«Questa sera.
Abbiamo già preparato tutto.» La informò il capo degli osservatori.
«Così sarò al
sicuro, giusto? Glory non potrà localizzarmi?» Disse Dawn.
«Glory non potrà più farti del male.»
«Bene. Spero solo
che alla fine non mi dimenticherete qui, così presi dalla guerra con questa Dea
demoniaca.»
«Ehi!»
«Potresti
approfittare della situazione, per liberarti per sempre della tua sorellina
rompiscatole. Scommetto che l’hai pensato, vero?»
Un lampo di orrore
attraversò gli occhi di Buffy.
«Ehi, stavo solo
scherzando!»
«Non è bello
scherzare su certe cose…»
«Sei così acida e
depressa ultimamente, Xander ha ragione!» Sentenziò Dawn, mettendo il muso.
«Tu non puoi capire
che cosa sto passando!»
«Ok Buffy, scusa se non sono una cacciatrice come te e non
posso aiutarti a portare il peso del mondo!»
Dawn davvero non capiva. Era così giovane e non
aveva idea di cosa riservava il mondo. Di quanto fosse difficile viverci. E non
valeva la pena di passare gli ultimi momenti a litigare con lei, perciò smise
di darle corda. Però Dawn aveva ragione. Il malessere
che la invadeva, tutta quella responsabilità sulle sue spalle, la stava
trasformando in un essere incapace di provare emozioni. Stava diventando dura,
acida e permalosa oltre ogni maniera. Veramente intrattabile. Si rendeva conto
di questo, ma non sapeva proprio come uscirne.
***
I monaci fecero
accomodare Dawn al centro di un cerchio dipinto di
rosso sul pavimento, poi si disposero ai lati del salone, dove già attendevano
i cavalieri di Bisanzio. Cinque stregoni deposero diversi vasi coperti vicino
alla ragazza e ricoprirono i cinque angoli del pentacolo che era racchiuso nel
cerchio. Dawn non osò immaginare che ingredienti ci
fossero all’interno.
Quentin, Giles e Buffy seguivano tutto con molta attenzione.
«Ti invochiamo, o Thorgerd, potente Dea della divinazione. Ti chiediamo
umilmente di accettare questi doni e di ascoltare le nostre richieste.»
Gli stregoni gettarono
alcuni amuleti sul pavimento, all’interno del cerchio.
«Thorgerd, che ci hai mostrato il futuro e indicato la via
per fermare i piani della Dea Glorificus, mostraci la
vera forma della Chiave mistica!»
Gli stregoni
gettarono su Dawn una polvere dorata, che si
trasformò in pioggia luminescente. Subito dopo un vento caldo avvolse la
ragazzina si creò una spirale di luce. La luce divenne man mano sempre più
forte e accecò i presenti. Buffy strinse la mano di Giles, per trarne coraggio.
Uno degli stregoni
aprì il coperchio del vaso più grande e la luce venne risucchiata all’interno.
Subito lo richiuse e recitò sottovoce una formula magica per sigillare il
contenitore. Dopodichè pose il vaso al centro del
cerchio, dove Dawn era sparita assieme alla luce, e prese
per mano gli altri stregoni.
«Ora reciteranno
una formula in latino per nascondere la Chiave agli occhi di Glory.» Spiegò Giles.
Alla fine della
formula, il contenitore venne cosparso con gli intrugli contenuti negli altri
due vasi, poi avvolto in un panno nero e legato con una corda. Infine uno
stregone lo prese in mano e lo consegnò a Quentin.
«Ne abbia cura.»
«Certamente. Lo
farò custodire da una persona di grandissima fiducia.»
Giles guardò Buffy, che se ne stava con gli occhi sbarrati come catatonica.
«Buffy?! Tutto bene?»
«E’ diventata
energia sotto ai miei occhi. Non posso crederci.» Disse la ragazza con un filo
di voce.
«Quentin, ora che
succederà?» chiese l’ex osservatore.
«La Chiave sarà al
sicuro, fino a che non ci sarà l’allineamento planetario per poterla
distruggere. Il mio compito qui è quasi giunto al termine. Lascerò due dei miei
uomini, Lydia e Nigel, a controllare la situazione
qui a Sunnydale e io me ne tornerò a Londra con il
resto del gruppo.»
«Bene. Buffy, vuoi restare qui per la notte come Quentin, oppure
vuoi che ti riaccompagni subito a casa?»
Buffy non proferiva parola e teneva lo sguardo
perso nel vuoto.
«Credo che starai
meglio a casa tua.»
Giles salutò e
ringraziò i monaci e le altre persone che avevano preso parte all’incantesimo,
poi portò Buffy a casa.
***
L’ex osservatore
giunse davanti alla casa della ragazza e spense il motore. Prima di farla
smontare dall’auto, cercò di rassicurarla ancora una volta, sottolineando che
aveva davvero fatto la cosa giusta.
«Sono confusa,
Giles. Ho bisogno di un po’ di tempo per assimilare tutto quello che mi è
capitato quest’anno. »
«Sono accaduti
degli eventi che ti hanno segnata nel profondo. Io credo che tu possa prenderti
qualche giorno di riposo. Se Glory dovesse farsi
viva, mi metterò in contatto con te.»
«Sento il bisogno
di starmene da sola.»
«Io credo tu abbia
bisogno del conforto dei tuoi amici. E’ sbagliato affrontare questo momento
chiudendoti in te stessa.»
«Loro mi
ricorderebbero continuamente i miei problemi e mi chiederebbero di Dawn. Non ce la posso fare in quel modo! Devo staccare
completamente, per non diventare matta. In questo momento non sono
assolutamente in grado di affrontare né le domande dei miei amici, né un gruppo
dei demoni.»
«E così sia. Cerca
solo di non fare qualcosa di stupido.»
«Come?»
«Sai cosa intendo.
Quel genere di cose che si fanno, quando si passano dei brutti momenti. Intendo
farsi del male o fare piccole pazzie, di cui poi ci si pente.»
«Prendersi
un’ubriacatura colossale, per esempio?»
«Più o meno.»
«Ne avrei un gran bisogno…»
«Peggiorerebbe solo
le cose, lo sai. Cerca di tenerti occupata in qualcosa, così da non pensare al
resto.»
«Ricevuto.»
«Vuoi che avvisi i
tuoi amici che è andato tutto bene e Dawn è al sicuro
e che hai bisogno di startene un po’ da sola?»
«Sì, la prego!
Faccia questo per me!»
«Stai calma Buffy, ci penserò io. Vedrai che riuscirai a superare tutto
questo, come sempre. Sei una delle donne più forti che abbia mai conosciuto!
Sono veramente orgoglioso di te. Ho totale fiducia in te.»
«La ringrazio… - disse Buffy, cedendo
alle lacrime – Buonanotte Signor Giles.»
Capitolo 4
La notte seguente, in un’altra bella casa a Sunnydale,
due ragazzi giacevano abbracciati sul letto.
Lydia accarezzava il corpo nudo di Spike e si beava della sua presenza, ma
non poteva fare a meno di chiedersi perché non l’avesse fatta totalmente sua.
«Perché non mi hai morso?» Gli chiese a bruciapelo.
Il vampiro la guardò, continuando ad accarezzarle la spalla.
«Perché non ce n’era bisogno.»
«Bugiardo.»
«Avevo già cenato.» Le sorrise.
«Adorabile bugiardo.»
La ragazza ricambiò il sorriso, ma subito dopo divenne seria e si
scostò da lui.
«Ti ho dato tutta me stessa, ma tu non hai voluto cogliermi.»
«Io non ti ho promesso niente, Lydia. Non ti
ho promesso amore eterno e non ti ho mai detto che ero tuo o che tu fossi mia.»
«E non sai quanto questo mi faccia soffrire! Stringerti tra le mie
braccia, esserti tanto vicina e non possederti. E’ come se tu con la testa
fossi da un’altra parte. Sei distaccato.»
Spike sbuffò e si alzò dal letto, andando a cercare i vestiti.
«Aspetta!» Lo scongiurò la ragazza.
«Hai ragione, non dovrei essere qui.»
«Resta con me un altro po’, ti prego. Da un momento all’altro il
consiglio potrebbe richiamarci e dovrò tornare in Inghilterra. Vorrei
continuare a vederti, fino a che sarò qui a Sunnydale.»
«E Glory? Ve ne andate lasciando Buffy nella merda?» “C’è sempre Buffy
nei suoi discorsi, che rabbia!” Pensò Lydia.
«Abbiamo quello che cerca Glory e lo
renderemo inutilizzabile. Così sarà sconfitta.»
«La famosa Chiave? L’avete trovata?» Spike era stranamente interessato
a quella faccenda.
«I monaci l’hanno resa umana e l’hanno mandata alla Cacciatrice sotto
forma di sorella, per assicurarsi che la proteggesse e nascondesse.»
«Dawn?!»
«Esatto.»
«Tutto questo è assurdo!»
«Non hai idea di cosa si possa fare con la magia.»
«Ma Buffy lo sa?»
«E’ stata lei a scoprirlo e ci ha informati.»
«E la piccola come l’ha presa?»
«Lei non lo sa.»
«Mio Dio… E come renderete inutilizzabile la
Chiave? Le farete un incantesimo per annullare il suo potere?»
«Una cosa del genere.»
Spike era turbato. Era la prima vera emozione che mostrava quella sera
e accidenti, era preoccupazione verso quella maledetta Buffy
e sua sorella! Lydia era furiosa!
«Porca miseria! Sai solo preoccuparti per la Cacciatrice e sua sorella!
Se solo sapessi quello che Buffy le sta facendo,
cambieresti idea su di lei!»
«Cosa vuoi dire?! Cosa le starebbe facendo?»
«O meglio, cosa sta permettendo che le facciano.»
«Spiegati meglio!»
«La Chiave è pura energia e Glory la sta
cercando per aprire un portale che le permetterà di tornare nella sua
dimensione demoniaca. Purtroppo questo collegamento infra-dimensionale
è a doppio senso e se aperto, permetterà a qualsiasi demone infernale di
arrivare nel nostro mondo. L’unico modo per evitare che questo accada, è
distruggere la Chiave!»
«Stai dicendo che per rendere inutilizzabile la Chiave, dovrete
distruggerla?!»
«Sì. E Buffy ha acconsentito. Ha preso la
decisione alcuni giorni fa. Proprio ieri ha consegnato Dawn
ai monaci ed è stato fatto l’incantesimo per riportare la Chiave nella sua
forma originale. Ora la Chiave è tornata energia e giace in un vaso sigillato.»
«Stai scherzando?! Buffy non farebbe mai una
cosa del genere a sua sorella!»
«E invece sì. E ora dimmi, cosa pensi di lei?»
Spike era sconvolto. Non poteva davvero credere che Buffy
permettesse che si uccidesse sua sorella! Ma si trattava del bene dell’umanità,
contro la vita di un solo essere umano. Un essere umano che non doveva nemmeno
esistere! Glory era davvero troppo forte e Buffy non sarebbe stata in grado di fermarla in altro modo.
«Penso che abbia messo l’interesse di tutta l’umanità davanti al suo
interesse personale. E io l’ammiro profondamente per questo, perché non ne
sarei mai capace. Le cacciatrici hanno sempre sacrificato la propria vita e la
propria famiglia per il bene dell’umanità. Penso anche che in questo momento
stia malissimo, che odii se stessa e la sua missione.
E io non posso sopportare di sapere che sta soffrendo! Devo vederla, devo
andare da lei!»
Il ragazzo finì di vestirsi e si volse verso la ragazza sul letto.
«Addio Lydia. Lo sapevi che non avrebbe
funzionato tra di noi. Spero solo di averti reso felice per qualche notte.»
Scavalcò la finestra e scomparve nel buio.
«Se solo tu capissi… che sono state le notti
più felici della mia vita.» Disse la ragazza con un filo di voce. Sapeva che il
vampiro l’aveva sentita, con il suo udito sviluppato.
***
Spike pensò di cercare Buffy al Magic Box, che era il posto di ritrovo preferito del
gruppo. Raggiunse il negozio di corsa e si fiondò all’interno.
«Ehi!» Disse ansimando, cercando con lo sguardo la Cacciatrice.
«Cosa vuoi Spike?» Chiese Xander, con
malcelato disturbo.
«Perché lo aggredisci sempre così, Xan?»
Disse in sua difesa Willow, a cui in fondo stava
simpatico e sapeva che stava cercando di essere una persona migliore, da quando
gli avevano impiantato il chip.
«Willow, lo stai difendendo? E’ Spike! E’
cattivo, maleducato, inaffidabile, insopportabile e pure morto e vampiro. Oltre
che ex psicopatico pluri-omicida. Nel caso tu te ne fossi dimenticata!»
«Sto cercando Buffy.»
Giles alzò gli occhi dal libro che stava leggendo.
«Lasciala in pace. Sta passando un brutto periodo e vuole stare da
sola.»
«La cerco proprio perché ho saputo cosa le è successo e volevo
parlarle.»
«Tu non sai nulla. E ti ripeto di lasciarla stare.»
«L’uccellino mi ha detto di Dawn, di cosa le
hanno fatto. Voglio sapere come sta Buffy.»
«Cosa è successo a Dawn?!» Chiese Tara.
Un lampo attraversò gli occhi di Giles.
«Aspetta un attimo, chi diavolo… ti ha detto
queste fandonie?- Chiuse il libro e lo posò sul bancone. -E’ il caso che tu e
io parliamo a quattrocchi. Seguimi.»
I due inglesi entrarono in una stanza nel retro del negozio, dove gli
altri non potevano sentirli.
«Chi diavolo ti ha dato certe informazioni? Cosa sai di preciso?»
«Uh, dalla tua reazione, scommetto che loro ne sono all’oscuro.»
«Esattamente. Perciò vedi di tenere la bocca cucita. Allora, cosa ne
sai?»
Il tono dell’uomo era molto duro. Considerava il vampiro come una
minaccia. In difesa di Giles, bisogna dire che una volta aveva tentato di
fidarsi di Spike e gli aveva pure chiesto di entrare nel loro gruppo, ma lui
aveva rifiutato e li aveva pure traditi, alleandosi con il loro nemico Adam e mettendoli uno contro l’altro.
«So che Dawn è la Chiave che permetterebbe a Glory di ritornare al suo mondo. Così è stato deciso di
chiuderla in un ovetto Kinder, per nasconderla da lei.»
«Ascolta Spike… Sarò sincero. Buffy è a casa sua e non vuole vedere nessuno. E’ molto giù
di morale. Non posso impedirti di andare da lei perché so che quando ti metti
una cosa in testa, è pressoché impossibile farti cambiare idea. Però, se hai un
po’ di sale in quella zucca, vorrei che tu capissi che lei ha bisogno di stare
tranquilla. Non è il momento di andare a romperle le scatole. Potrebbe girarle
storto e farti diventare polvere una volta per tutte, se mi capisci. Non è
dell’umore adatto a sopportarti. Se hai delle informazioni che potrebbero
aiutarci, le puoi dire a me.»
I due uomini si guardarono per un attimo in silenzio. Giles cercava di
capire cosa stesse passando per la testa di Spike. Quel vampiro era lunatico e
misterioso e non sapeva davvero cosa aspettarsi da lui! Un giorno voleva
uccidere Buffy e il giorno dopo voleva aiutarla.
«Gliele dirò di persona.» disse infine il vampiro e uscì dal negozio a
lunghi passi, facendo frusciare il lungo spolverino in pelle.
Spike raggiunse a piedi la casa di Buffy e
bussò alla porta, senza ottenere risposta. Restò quindi in ascolto e con
sollievo colse dei rumori quasi impercettibili al piano superiore. Doveva
essere in camera sua. Decise di arrampicarsi e guardare all’interno.
Allora la vide. Se ne stava rannicchiata sul pavimento, la schiena
appoggiata al letto. Gli armadi erano aperti e sul letto giacevano mucchi di
biancheria e di vestiario, come se stesse preparando delle valigie.
Il ragazzo bussò sul vetro della finestra. Lei alzò con difficoltà il
viso dalle ginocchia e si volse nella sua direzione. Il viso era stravolto ed
era chiaro che avesse pianto molto. Se Spike avesse avuto ancora un cuore
funzionante, in quel momento gli si sarebbe fermato. L’aveva già vista in una
situazione simile, per la verità, quando avevano diagnosticato il tumore a sua
madre. Lei decise comunque di andargli ad aprire.
«Che cosa vuoi?» Chiese brusca, come faceva sempre con lui.
«Dove te ne vai?» Il tono di Spike invece era molto tenero e
comprensivo.
«Non sono cose che ti riguardano.»
«Certo che sì! Come tuo acerrimo nemico, devo sapere sempre dove sei!
Anche solo per romperti un po’ le scatole…» Rispose
lui, cercando di farla sorridere.
«Come al tuo solito…»
«A parte gli scherzi. So tutto di Glory, di Dawn e dell’incantesimo che avete fatto per farla tornare
ad essere quello che era.»
«Chi…»
«Non posso dirti come sono venuto a saperlo. Però sono venuto qui per
chiederti se posso fare qualcosa per te. Per farti stare meglio.» Era serio
ora.
Passò un interminabile momento di silenzio, poi la ragazza alzò lo
sguardo verso di lui.
«Uccidimi» Disse con filo di voce.
«Che cosa?! Sei impazzita?»
«Mi avevi fatto una promessa che quando non ce l'avessi più fatta a
sopportare il peso di tutto e avessi desiderato la morte, tu saresti stato lì a
tutti i costi e avresti messo fine alle mie sofferenze. Perciò fallo! Meglio
per mano tua che per mano del primo demone cretino che mi prende alla
sprovvista.»
«Tu… non ragioni!»
«Uccidimi!»
«Non posso!»
«Ti prego!»
«Ti ho detto che non posso!»
«Perché?!»
«Perché io ti amo!»
Buffy lo guardò sorpresa. Più incredula che sorpresa, in verità.
«Ecco, l'ho detto.»
«Cosa?! Che vai dicendo?»
«Questa cosa sconvolge più me che te, credimi. Ma non posso farci
nulla.»
«E' uno scherzo?»
«Affatto.» disse il ragazzo, volgendo lo sguardo all’esterno. Come se
cercasse qualcuno che gli suggerisse una spiegazione.
«Insomma... Ci siamo fatti la guerra per tutto questo tempo, e ora
tu... No. Non ci credo. Sarà una delle tue fissazioni perverse da vampiro. Una
cosa tipo "Chissà come deve essere farlo con una cacciatrice?".
Qualcosa di cui vantarsi con gli amici al tavolo del bar!»
«No, Buffy. Quello che provo è autentico. E'
qualcosa che mi brucia dentro, che mi consuma. Però io non pretendo niente da
te e so quello che tu pensi di me. Mi basta solo starti vicino ed aiutarti.»
Se quel momento nero della sua vita era già stato scritto nel destino,
se capitava tutto secondo un piano preciso, la presenza di Spike era una
variabile che sfuggiva a quel meccanismo e poteva cambiare le carte in tavola a
suo favore. Buffy non sapeva ancora come, ma lo
percepiva.
«Va bene. Ho bisogno di andarmene da Sunnydale
per un po’. Mi troverò un appartamento e un lavoretto per mantenermi, così mi
terrò occupata. Puoi accompagnarmi in auto?»
«Sì, certo. Dove ti porto?»
«Pensavo a Roseville*. Due ore di macchina da
qui.»
«Quando vuoi partire?»
«Al più presto. Anzi, visto che non devo attendere domani per il
pullman, direi subito.»
«Come vuoi. Lasciami il tempo di andare a prendere l’automobile e
tornare qui. Hai già finito le valigie?»
«Praticamente sì.»
«Bene,»
«Bene.»
«A dopo.» disse il vampiro, calandosi dalla finestra.
* Nota dell’autrice. Roseville esiste veramente e si trova a est di Sunnydale. Non ci sono motivi particolari perché io abbia
scelto proprio questa città, guardando la mappa della California. Mi suonava
bene il nome J