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Autore: AlexDavis    25/11/2011    30 recensioni
Isabella Swan amministratore delegato della Cullen assicurazioni si troverà un giorno a dover avere a che fare con il figlio del presidente Carlisle Cullen, Edward Cullen.
Edward e Isabella non si sono mai sopportati per questo quest'ultima decide di vendicarsi su di lui, ma non sempre va come ci si aspetta.
Come finirà?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ci vediamo giù

 




Epilogo




 

Era ormai il tramonto e loro stavano guardando quei due ragazzi che due espressioni più differenti non potevano avere sul loro viso. La ragazza aveva il viso sognante e gli occhi lucidi e stringeva le mani a mò di preghiera, il ragazzo era annoiato con la testa appoggiata sulla mano sinistra e le gambe accavallate.
<< Tre mesi dopo ci siamo sposati e sei mesi dopo il matrimonio sei nato tu. >> disse la madre indicando il ragazzo.
Il ragazzo sentendo quella cosa si rianimò e guardò il padre malizioso. << Ci hai dato dentro, eh, Cullen? >>
Edward alzò gli occhi al cielo e guardò suo figlio. Era un adolescente di diciotto anni ed era ormai da un pezzo nel pieno della ribellione, ma comunque lui era sempre stato abbastanza testa dura da fronteggiarlo senza mai lasciarsi coinvolgere come succedeva a sua moglie che cedeva al minimo accenno di occhi da cucciolo.
Suo figlio si chiamava Trey ed era un bellissimo ragazzo. Capelli color bronzo come il padre e gli  occhi color cioccolato come la madre, viso squadrato e zigomi alti. Era più o meno alto uno e ottantasette, grazie al basket, aveva il corpo scolpito e uno stuolo di ragazzine che gli correva dietro anche perché a mettercisi era la sua aria da bello e dannato. Era la copia spiccicata di suo padre quando era adolescente, menefreghista e sciupafemmine.
<< Si, ci ho dato dentro. >> disse Edward vantandosi e strinse la mano che gli offriva suo figlio per congratularsi. 
La ragazzina guardò indignata suo fratello. << Pensi solo a quello? E’ stata una storia bellissima e tu hai capito solo quello. >> poi si girò verso i suoi genitori. << Sicuri che sia mio fratello, questo troglodita? >>
Bella ridacchiò. << Si, tesoro, è tuo fratello. >>
Jordin sbuffò e si lasciò andare sul divano. Jordin aveva sedici anni ed era una vera bellezza, aveva lunghi capelli castani e occhi di un verde speranza costantemente ospiti di una scintilla di curiosità che le aveva trasmesso sua madre fin dai primi tempi. Era alta quanto bastava per la sua età e aveva il corpo fatto a posta per la danza classica che praticava da quando aveva cinque anni ed era una delle più brave del suo corso. Tanto che aveva vinto una borsa di studio per andare a studiare alla Julliard, una delle scuole più famose in quel campo.
Era bravissima, si, era bellissima, su questo non c’erano dubbi, ma non aveva mai usato queste sue qualità. Era umile e modesta e questo le aveva dato l’opportunità di crearsi un folto seguito di amici che l’adoravano come lei adorava loro.
Trey guardò sua sorella e sbuffò. << Femminuccia. >> commentò.
Jordin lo guardò inarcando un sopracciglio. << Sono una donna, Trey. >> gli fece notare.
Bella alzò gli occhi al cielo guardando i suoi figli discutere ancora. Non facevano altro quando si trovavano nella stessa stanza o nella stessa casa, ma in fondo si adoravano. Quando Trey usciva, al ritorno le portava sempre qualcosa che poteva essere un ciondolo vicino alle chiavi o magari un semplice cornetto al cioccolato i suoi preferiti. Lo faceva di nascosto posandoli sulla tavola, ma Jordin sapeva, lo aveva sempre saputo e per ringraziarlo gli faceva sempre trovare due cioccolatini sul cuscino la sera. Era così che si dicevano ‘Ti voglio bene’.
Edward sbuffò. << Okey, basta, adesso andate. >> li liquidò stanco di quel battibecco.
Trey ringraziando tutti i santi si alzò dal divano e fece per correre su, ma sua sorella lo bloccò.
<< Che c’è? >> chiese scocciato con già un piede sul primo gradino delle scale.
Jordin abbassò lo sguardo dispiaciuta e suo fratello sospirò avvicinandosi a lei e alzandole il viso. Poi le sorrise << Che c’è, mostriciattolo? >> chiese con voce più morbida.
Jordin sorrise. << Mi porteresti con te? >>
Trey la guardò strano. << Ma è una partita di basket tra amici, ti annoieresti. >>
Jordin fece spallucce. << Non è vero, dai posso? >>
Trey la guardò un attimo poi sospirò. << Ti do cinque minuti, stronzetta. >>
Jordin sorrise contenta e si sporse verso la sua guancia dove ci posò un bacio, poi scappò sopra lasciando suo fratello piacevolmente sconvolto. Poi sorrise scuotendo la testa e salì sopra con più calma.
Bella osservò la scena con uno sguardo tenero mentre si stringeva a suo marito. Edward guardò la scena sconvolto perché non aveva mai visto i suoi figli parlare civilmente e sorridersi anche, senza poi contare il bacio di ringraziamento di Jordin. Il mondo stava per cambiare ed era meglio costruire un bunker per ripararsi.
Cinque minuti dopo la casa era vuota e loro era ancora seduti sul divano abbracciati, in silenzio.
<< Siamo soli. >> le sussurrò Edward all’orecchio.
Bella ridacchiò e si accomodò a cavalcioni sulle sue gambe. << Lo so. >> e lo baciò.
Edward rispose al bacio con entusiasmo e con altrettanto entusiasmo spogliò sua moglie assaporandola, baciandola e leccandola beandosi dei suoi sospiri e dei suoi gemiti che per lui erano il suo più bello ed eccitante.
Mentre le baciava il seno sua moglie si muoveva impercettibilmente su di lui strusciandosi sulla sua erezione già dura e pulsante.
<< A-andiamo…. sopra…. >> gli disse sua moglie tra i sospiri.
Edward scosse la testa. << Le scale sono troppe ed io ho problemi alla schiena. >>
Bella si bloccò e lo guardò sconvolta. << Non c’era modo migliore per freddarmi. >>
Edward ridacchiò, ma poi con la mano arrivò tra le gambe della moglie e l’accarezzò facendola sussultare. << Sicura? >>
Bella scosse la testa e si lasciò andare a quelle carezze. Finirono di spogliarsi e si ritrovarono sul tappeto a terra mentre si baciavano e si toccavano.
<< Come è possibile volerti ancora così intensamente dopo tutto questo tempo? >> le chiese Edward mentre le baciava il collo.
Bella scosse la testa. << Smettila di parlare e fai il tuo dovere. >> gli impose.
Edward ridacchiò e con le labbra cominciò a scendere, sul seno, sul ventre morbido e suoi fianchi rotondetti. Aveva avuto due bambini, e il suo corpo aveva ceduto di qualche centimetro, ma era sempre bella e sexy forse ancora di più. Alla fine Edward immerse il viso tra le gambe di sua moglie e fece il suo dovere fino a che sua moglie non esplose urlando il suo nome. Ma prima che tutto quel piacere finisse, Edward si alzò e la penetrò senza darle un po’ di tregua. Ormai Bella stava urlando e implorando di smetterla, perché ormai la soglia tra piacere e dolore era minima.
Quando Edward venne e sua moglie ebbe un po’ di pace dal quell’ intenso piacere, si accasciarono abbracciati e ansanti.
<< Oh signore… >> sussurrò Bella sventolando la mano per darsi un po’ di refrigerio.
Edward ridacchiò. << Già. >> poi la strinse a se.
Bella si lasciò coccolare. << Certo che per essere un vecchietto ci sai fare. >>
Edward la scostò da lei e la guardò indignato. << Io sarei un vecchietto? >>
Bella ridacchiò e annuì. << Un gran bel vecchietto, però. >>
Edward sbuffò e si scostò da lei girandosi e dandole le spalle. Bella ridacchiò e si strinse a lui. << Non fare l’offeso. >>
<< Mi hai dato del vecchio. >> commentò acido.
Bella sorride divertita. << E’ un dato di fatto, amore. Hai quarantotto anni e per quanto tu possa portarteli bene, sei sempre e comunque sotto i cinquanta. >>
Edward sbuffò ancora, ma poi si girò verso sua moglie e l’abbracciò coccolandola e Bella si lasciò stringere perché non c’era posto migliore, non c’era posto più pieno di amore come le braccia di suo marito.
<< Ti amo. >> gli disse dandogli un bacio sul collo.
<< Anche io ti amo, come il primo giorno. >> le rispose lui.
<< Come il primo giorno. >> sussurrò continuando a farsi stringere
.   




 

Adesso a noi....

Ho già messo fine ad altre storie, quindi dovrei essere abituata, ma non è così.
Riesco ad inventare trame dal nulla e scrivere storie, ma non riesco a scrivervi due paroline.
Ho sempre avuto questo problema, anche il mio ragazzo ne risente, mi considera una senza creatività.
Ma devo comunque scrivervi qualcosa quindi…
Ogni storia che ho scritto è stata importante per me, ma ce ne sono alcune che mi hanno dato più soddisfazione. Questa ne è una.
Non so come mi sia uscita questa storia, forse in una delle mie docce o per strada durante la pioggia. Dovete sapere che le migliori idee mi vengono con l’acqua e come ho già scritto in un’introduzione di ‘Scambio di coppia’: ‘l’acqua mi apre la mente’
In questa storia ho cercato di scostarmi completamente dai personaggi dipinti dalla Mayer.
Ho creato una Bella forte, indipendente e che sapeva il fatto suo perché ero stufa della Bella timida, ingenua e impacciata.
Ce l’ha descritta già così zia Steph, perché continuare?
Per Edward però  stato un po’ più difficile perchè per quanto potessi allontanarmi dalla visione dell’ Edward della Mayer, la sua riflessività e la sua tendenza ad annullarsi per la persona che ama era sempre lì.
Non sapevo come dipingerlo, ma alla fine ho deciso di lasciarlo così, di lasciare che la storia e le parole che scrivevo lo descrivessero e modellassero.
Per raggiungere il loro obiettivo i miei personaggi ne hanno passate tante, hanno pianto, sofferto, riso, ma alla fine si sono ritrovati è la cosa importante è questa.
Posso dire anche io di aver raggiunto il mio obiettivo….
Mi sono fatta conoscere, ho fatto conoscere quello che c’è nella mia testa, mi sono fatta amare spero.
Ma ho avuto anche la possibilità di conoscere voi, di conoscere cosa ne pensavate delle mie parole.
Ho imparato che la maggior parte di voi ha un lato ninfomane e pervertito come il mio;
ho imparato a conoscere quella parte intuitiva che avete;
ho imparato a decifrare le vostre parole e a capire quando cercavate di dirmi qualcosa; ho imparato e basta.
Mi sono affezionata a voi, con voi mi sono fatta le migliori risate e le migliori chiacchiere.
Siete state un’ottima compagnia in tutti questi mesi di questa storia.
Questo non è un addio perché continuerò a scrivere, continuerò a sperare in una vostra parolina o ad una vostra battuta.
Questo è un arrivederci, arrivederci alla prossima storia.
Grazie di esserci sempre state,
Mary. 


 

   
 
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