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Autore: Rey Sullivan    26/11/2011    0 recensioni
Dovevo ritenermi fortunata ad averli incontrati in un bar. Caspita, quando sarebbe capitato un'altra volta? E soprattutto, quante possibilità c'erano che chiedessero proprio a me, ragazza inutile, di partire con loro? Naturalmente accettai ma ad una sola condizione... "Possono venire anche i miei amici e mia sorella?" domandai. "Certo che possono venire!" rispose Matthew.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                        Before The Story Begins...

 


Era un sabato sera qualunque e nella città di Trapani si era tutti in un disco bar. La ci lavorava una ragazza, Jes, quella mattina si era diplomata e adesso festeggiava nel locale di suo cugino Emanuele. Assieme a lei si trovavano i suoi amici e sua sorella Sam...

 

«Ehi, Jes! Vieni qui. Fatti abbracciare!». Mi sentii chiamare. Era Antonio, il mio migliore amico, colui che mi ascolta e che c'è sempre. Posso confidargli tutto, so che non mi giudica. Lui sa tutto di me, dalle cose più intime alle cose più inutili. Mi avvicinai al tavolo dove c'erano gli altri: mia sorella Sam, le mie migliori amiche, Miri e Rosy, e i migliori amici, Vincenzo e, per l'appunto, Antonio. Arrivata al tavolo Antonio si alzò e mi abbracciò forte dicendomi: «Ti voglio bene, cazzo.»

«Anche io» risposi con un sorriso.

«Perchè non ti siedi invece di lavorare visto che oggi dovremo festeggiare la nostra maturità?!» chiese Vincenzo pestando un piede. Più che una domanda suonava come un ordine. Mi misi a ridere. Oh, dimenticavo, ci siamo diplomati assieme.

«Mi sbattono le palle a non fare niente». Lui sbuffò. Allora si intromise mia sorella: «Porca puttana, ha ragione, Vincenzo.»

«Ahahahah, tu e tua sorella siete la finezza fatta persona!» esclamò Rosy. Scoppiammo tutti a ridere.

«Jes, per favore mi porti un bicchiere d'acqua?»

«Certo, Miri. Ti vedo pallida. Stai male? Vuoi prendere una boccata d'aria?»

«No. Mi basta l'acqua, grazie.» mi sorrise, ricambiai il sorriso cercando di non mostrarmi preoccupata. Mi avviai per il banco bar...

 

Intanto, in un'hotel, sei ragazzi, Brian, Matthew, Johnatan, Zachary, James e Matteo, discutevano sul da farsi...

 

«Che si fa?» chiese Matteo.

«Non so, cugino» rispose Matthew.

«Andiamo a caccia!» proprose Brian.

«Caccia?» domando stralunato Zachary. Brian, con caccia, intendeva "andare a caccia di donne".

«Contunua a dormire Zacky» rispose Johnatan.

«Andiamo in un bar?» chiese James.

«Ottimo Jimmy! Vedi ogni tanto ragioni!» esclamò Johnatan.

«Zitto Johnny.» rispose con indifferenza. Jimmy si alzò dal divano e andò a strattonare Zacky che si era appena addormentato nel suo letto.

«We, brò. Alzati che stiamo uscendo». Zacky sbadigliò e balbettando rispose: «O-o-ok.»

«Jimmy, Zacky si è svegliato?» domandò Matteo.

«Sì, sono sveglio 'tteo. Possiamo andare». 

Così i sette ragazzi uscirono dall'hotel.

 

Mentre i ragazzi cercavano un bar, Jes era accanto a Miri preoccupata che potesse svenire...

 

«Sei sicura che non vuoi tornare a casa?» domandai.

«Sicurissima. Adesso smettila di assillarmi. Sto bene cazzo!» rispose.

«Ehi ehi! Con calma» la fissai per pochi secondi e poi dissi: «Ok, come vuoi» sorrisi e lei ricambiò il gesto. Ero così fottutamente felice di aver finito la scuola. Non ne potevo più. Mentre ero sommersa nei miei pensieri, loro parlavano, non so di cosa, ma discutevano.

 

I sette ragazzi, dopo varie tappe, arrivarono in un disco bar. Entrarono e si sedettero in un tavolo. Erano tutti incappucciati escluso Matteo. I 5 ragazzi non volevano farsi riconoscere, volevano un po' di privacy. Volevano rilassarsi.

 

«Che prendete?» chiese Matthew.

«Io una Corona» rispose Brian.

«Io un' Heineken» disse Zacky. Gli altri risposero con un "Anch'io". Matteo si alzò e andò alla cassa a chiedere le birre.

«Certamente. Gliele faccio portare subito». Matteo ringraziò e si andò a sedere.

«Ora ce le portano.» informò. I ragazzi annuirono e si misero a parlare del più e del meno.

 

Intanto...

 

«Idiota, Lele ti chiama!» disse Sam dandomi una pacca sulla spalla.

«Ah?» 

«Ti sta chiamando Emanuele». Mi alzai dalla sedia e andai da lui.

«Dimmi tutto.»

«Vai al tavolo 4 e porta questa Cornona e queste 5 Heineken. Non sono italiani, penso siano Americani o Inglesi.»

«Ok, ci penso io!» gli feci una linguaccia. Lui rispose con un mezzo sorriso indicandomi un vasoio. Lo presi, era taggato "Peroni", e vi poisai le birre. Infilai il cappello, con visiera, nero, mi misi il grembiule bianco legato alla vita e mi diressi verso il tavolo n°4. Arrivata lì dissi: «L'Heineken di chi sono?»

«Nostre.» rispose il ragazzo più alto, mostrandomi un sorriso a dir poco incantevole e indicando altri 4 ragazzi. Stappai le bottiglie una ad una e le posai davanti a loro, poi mi rivolsi all'unico ragazzo che non aveva avuto la sua birra: «La Corona è sua quindi» dissi rivolgendogli un sorriso. «Vuole un bicchiere?»

«No no. Va bene così, grazie». Gliela stappai e gliela misi davanti, poi chiesi: «E voi? Volete i bicchieri o va bene così?»

«Apposto. Così è perfetto.» rispose il ragazzo più basso. Sorrisi, loro ringraziarono, e me ne andai. "Ma non ne sentono caldo con quelle felpe? E perchè cazzo indossano gli occhiali!" pensai. Quando parlavo con loro mi veniva da ridere, eppure la voce del ragazzo più alto credevo di averla già sentita. Mi era familiare quella voce, solo che non mi ricordavo dove l'avevo sentita. Forse era solo una mia impressione. Senza accorgermene ero arrivata davanti al bar e c'era Emanuele che mi fissava con gli occhi spalancati e continuava a ripetere "Jes? Jes, ci sei?". Mi misi a ridere. 

«We che cazzo ti prende?» chiese turbato Emanuele.

«Ma niente, tranquillo» sorrisi. «Posso ritornare dai miei amici?»

«Certo, vai pure». Mi levai il cappello, posai il vassoio, andai da loro e mi sedetti sulle gambe di Rosy.

«Sai Jes? Non sei così leggera» mi disse.

«Sai Rosy? Non sei così carina dicendomi questo» misi il broncio e feci il gesto di asciugarmi una lacrima. Mi alzai dalle sue gambe e rimasi all'impiedi, quando Vincè mi fece segno di sedermi su quelle sue. Feci no con la testa. «Mi vergogno. Non sono il tipo di ragazza che si siede sulle gambe di un ragazzo, scusa». Mi guardarono come dire "Ma questa è pazza?" tranne Vincenzo, lui sorrise e basta. Mi guardai attorno per vedere se c'era una sedia libera quando incrociai lo sguardo di uno dei ragazzi seduto al tavolo n°4...

 

Sì, uno di loro la stava guardando da un bel po' di tempo. Era Brian...

 

«... Infatti glielo dissi: "Ehi, ti avevo detto che era solo una scopata! Adesso va via"» raccontava Matteo.

«Brian? Ehi, ci sei? Cosa sta guardando». Questo era Zacky, cercava di chiamare la sua attenzione ma non ebbe successo.

«Ohi Zacky! Secondo me guarda quella ragazza.» disse Matthew.

«Quale ragazza? Non la vedo.»

«Quella che ci ha portato le birre.»

«Ssssh! Non urlare Matt!» escalmò Johnny.

«Perchè?» rise.

«Si è girata, cazzo! Ti avrà sentito.»

«Oh porca! Vero!» rispose e poi scoppiò in una risata fragorosa.

«No ragazzi. Vi sbagliate, non si è girata perchè ha sentito Matt, altrimenti guardava lui mentre, invece, sta guardando Brian» disse Zacky.

«Ma come sei bravo, tettone» incalzò Jimmy scoppiando a ridere.

«Vee, vorresti dire che si è girata per caso?» domandò confuso Johnny.

«Yeah!» fu la risposta di Zacky.

«Cazzo, cazzo, cazzo!»

«Matteo che ti prende?» disse Jimmy sempre ridendo.

«Mentre voi ridete la ragazza si sta avvicinando». 

Smisero tutti di ride e diventarono seri...

 

In realtà Jes non si stava avvicinando a loro, cercava solo una sedia libera. Era stanca di stare alzata. Quando passò davanti al loro tavolo senza degnarli di uno sguardo, loro ci rimasero quasi male. Jes notò che il ragazzo continuava a fissarla e arrossì leggermente, ma non sopportava la sua insistenza. Si stava innervosendo...

 

"Ma che cazzo guarda quello! Non ha mai visto una ragazza cercare una sedia? Ora gliene dico quattro!" pensai.

«Jeeeeeeeees! Qua c'è una sedia!» urlò Miri. Mi fece sobbalzare. «Ok, arrivo!»

"Sì, certo, arrivo. Ma prima...." 

... Mi avvicinai a quel tavolo ma questa volta non li ingnorai e mi piazzai davanti a quel fottuto ragazzo che mi guardava.

«Si può sapere perchè continui a fissarmi?»

«Eh? C-c-cosa?» blabettò. "Perfetto, ce l'ho in pugno"

«Sì, certo, "cosa" mi risponde... Mi da fastidio essere fissata e ti consiglio di smetterla se non vuoi avere problemi». Inarcai le sopracciglia. Lui si alzò. "Cazzo! Che fisico, porca la miseria."

«Questa sarebbe una minaccia?» disse con tono provocatorio.

«No, è solo un consiglio che ti sto dando poi se tu la vedi come una minaccia cazzi tuoi.»

«Ma chi cazzo ti credi di essere, ragazzina!»

«Io? Nessuno. Dovrei essere io a farti questa domanda. Adesso piantala di fissarmi e vattene a fanculo.»

«Ma tu guarda questa! Vattene se non vuoi che ti faccia licenziare!»

«Squallido, sei squallido!». Non potevo farmi licenziare, quindi decisi di andarmene. Diedi le spalle e mi misi a correre verso i miei amici. Arrivata lì mi chiesero: «Che cosa è successo?»

«Niente» risposi, mi sedetti e abbassai la testa.

«Impossibile, sono la tua migliore amica e ti conosco! Quindi so che ti è successo qualcosa e adesso tu me lo dici!»

«Miri, mi hai tolto le parole dalla bocca» disse Antonio. Mi decisi a raccontare ciò che era successo e Vincenzo, non contento di come mi trattò quel ragazzo si alzò dalla sedia e disse: «Ora ci penso io Jè!»

«Tu provaci e ti finisco» lo guardai male. Si sedette e balbettò qualcosa, non riuscii a capire cosa disse e non mi presi il disturbo di chiederglielo. Dopo un po' che guardavo il pavimento mi sentii chiamare...

 

Brian decise di andare a porre le sue scuse alla giovane, dopo una lunga discussione con i suoi amici capì il suo sbaglio, così andò da lei...

 

«Scusa. Potrei parlare da solo con la ragazza?»

«No, non puoi». Fu Vincenzo a rispondere. Brian lo guarò con la coda dell'occhio ma non disse nulla e ritornò a parlare con la ragazza di prima: «Allora?»

«Certo. Però se gli fai qualcos'altro puoi dire addio ai tuoi amici laggiù!» disse la ragazza che era accanto a Jes. Brian rise e disse: «D'accordo». La ragazza si alzò, con lei anche gli altri, e si allontanarono dal tavolo...

«Ragazzina?». Non ebbe risposta. Si sedette. «Ehi! Mi senti? Ti sei addormentata?» rise, a quel punto lei alzo la testa...

 

Non poteva credere ai suoi occhi. Quello era accanto a lei e non se ne era accorta. Non sapeva cosa dire quando se ne usci con un...

 

«... Ciao.»

«Oh! Allora sei svegliaaaa!»

«Perchè porti gli occhiali? E perchè porti una felpa in pieno Giugno?»

«Ehm...». Non rispose, diventò serio e cercò di cambiare discorso: «... Sono venuto qui per chiederti scusa, non dovevo uscire la storia del "licenziamento", è stato una cosa da bastardi. Mi dispiace». Lo guardai, sembrava sincero. 

«Di qualcosa.» mi implorò.

«Dovresti scusarmi tu, non dovevo venire da te e "aggredirti" in quel modo.»

«No, invece hai fatto bene. Non è educato fissare le persone». Mi sorrise. 

«Ehm... Ok» fu la mia risposta.

«Quindi, sei disposta a scusarmi?»

«Sì» risposi. Lui abbassò leggermente gli occhiali da sole, mi guardò e disse: «Grazie piccola». A quel punto balbattai un: «Ma f-f-figurati»

«Ehi, sei arrossita o sbaglio?». Spalancai gli occhi e abbassai immediatamente la testa.

«No, sbagli.» risposi. Mi prese il mento, mi alzò la testa e disse: «E meglio che vado. Ho combinato abbastanza guai. Ciao ragazzina.»

«Ciao». Si alzò dalla sedia e si diresse in quel tavolo maledetto.

 

Brian, raggiunto il tavolo dove si trovavano i suoi amici, sospirò, si sedette e con l'insistenza dei suoi amici racconto cos'era successo. Disse tutti i minimi dettagli, dal "ciao" sbalordito di lei fino al "ciao ragazzina" di lui. Brian però non disse cosa pensava della ragazza. Si tenne tutto dentro, ma non poteva fare a meno di pensare che al suo "grazie piccola" lei arrossì come un pomodoro. Pensava che fosse carina anche con le sue guancie rosse. Sì, avete letto bene, ANCHE. Pensava che era molto carina. Ma decise di non pensarci più e di dedicarsi al discorso dei suoi amici. Intanto gli amici di Jes ritornarono al loro posto e la tartassarono di domande. Lei rispose a questo "interrogatorio", come lo definì, con un sorriso. Anche lei raccontò tutto nei minimi dettagli. Poi però volle cambiare discorso e chiese a sua sorella:

 

«Ehi Sam! Ti va di cantare?»

«Ovviamente!» rispose lei.

«Io canto "All these things I hate" dei Bullet For My Valentine e "Critical Acclaim" degli Avenged Sevenfold» dissi.

«Io canto "Bat Country".»

«Ok! Inizio io però» risi. Salii sul palco, presi il microfono e annunciai: «Per la felicità di pochi, per la trisezza di alcuni e per l'indifferenza di molti vi canterò una canzone dei Bullet For My Valentine...». Iniziò la base e io presi a cantare: «Once more I say goodbye, to you! Things happen but we don't really know why...». Finii la canzone e tutti, o meglio la maggior parte, applaudirono, ringraziai e presentai la canzone che stava per cantare mia sorella: «Bat Country!»

Iniziò a cantare: «Caught here in a fiery blaze, won't lose my will to stay! I tried to drive all through the night...». Io ero davanti al piccolo palco, accanto a me c'erano i miei amici. Mi sentii prendere per i fianchi e mi accorsi che avevo ancora il grembiule addosso. Mi girai e trovai quel ragazzo di prima. Arrossì e ritornai a guardare il palco.

«Sei molto brava.»

«A fare che?» chiesi facendo finta di non capire.

«A cantare. Hai una voce carina.»

«Grazie.»

«Perchè tu non canti una canzone di questo gruppo?»

«Dopo. Anche io ne canto una di loro. Si chiama "Critical Acclaim".»

«Scelta difficile» disse sghignazzando.

«Li conosci?»

«Sì. Te che ne pensi?»

«Bah, sono bravi ma non sono una loro fan». Non rispose più e tolse le sue mani dai miei fianchi. Poi disse: «Va beh, i gusti sono gusti.»

«Te la sei presa o sbaglio?» dissi girandomi verso di lui.

«Nah, non me la sono presa. La tua amica ha finito. Vai a cantare quella canzone. Buona fortuna.»

«Non ne ho bisogno. Non è la prima volta che la canto. E comunque quella è mia sorella.»

«La ragazza che era seduta accanto a te, prima che io ti venissi a parlare, chi era?»

«Miri, la mia migliore amica». Mi allontanai e aspettai che Sam presentava la canzone che stavo per cantare: «E ora... Critical Acclaim!» Ci fu gente che si mise a fare coro da stadio dicendo "JES! JES! JES!" e chi diceva "Critical! Acclaim! Critical! Acclaim!". Partì la base e sotto lo scream di Matt Shadows, io ci marcai sopra con quello mio anche se era scadente poi iniziò la canzone: «Shhh be quiet, you might piss somebody off! Like me motherfucker, you've been at it for too long... ». Mentre cantavo guardavo quel ragazzo. "Il ragazzo misterioso" lo soprannominai. Arrivai alla parte del batterista, The Rev si faceva chiamare: «I've had enough it's time for something real, I don't respect the words you're speaking gone too far... A CLONE!». I ragazzi urlarono e alzarono le mani. Mentre c'era la parte del cantante dove parlava il mio sguardo andò dal Ragazzo Misterioso. Lui e i suoi amici si erano tolti gli occhiali e... "Cazzo! Gli AVENGED SEVENFOLD!" urlai tra me e me! Ripresi a cantare cercado di concentrarmi solo sulla canzone ma la mente mi andava a quei ragazzi laggiù, a quel Ragazzo Misterioso che come nome d'arte fa Synyster Gates. Dovevo capirlo dai tatuaggi che aveva nelle dita: MARLBORO. Non potevo crederci. Quel ragazzo mi aveva rivolto la parola e io cosa avevo fatto? Lo avevo mandato a fanculo... Ma se lo era meritato. Cazzo! Se lo era meritato eccome... La canzone finì e io scesi dal palco ignorando i miei amici che mi parlavano e mi andai a sedere.

 

Nel frattempo i Sevenfold si rimisero gli occhiali e decisero cosa fare:

 

«Andiamo a fargli i nostri complimenti, se li merita» disse Zacky.

«Ti sei bevuto il cervello Vee?» rispose Brian.

«Ma dai! Secondo me non se nè accorta» si intromise Johnny.

«Se lei non se nè accorta io sono una biondina tutto pepe» rispose Brian toccandosi il petto e mandando un bacio a Johnny.

«Ok, questo è preoccupante Brian» fu Matthew a parlare. «Ora andiamo da lei e ci congratuliamo» continuò.

«Ma...»

«Non discutere Brian!» lo interruppe bruscamente Matt.

Così si avvicinarono al tavolo dove si trovava Jes...

 

Aveva le idee confuse, pensava di essersi sbagliata eppure quello era il suo tatuaggio, il suo nostril. Doveva capirlo anche dalla sua risata, però in un certo senso era giustificata... Lei non li conosceva...

 

«Erano davvero loro?» chiese Sam speranzosa.

«Non lo so, non ne sono sicura. Io non li conosco, cazzo! Avrò visto le loro facce una o due volte e solo perchè mi hai costretta, Sam.»

«Come fai a non riconoscere quei bellissimi ragazzi!» esclamò Miri.

«Io neanche sapevo della loro esistenza, pensa te» disse Rosy.

«Scusate...». Mi girai. Era uno dei ragazzi, lo sguardo mi cadde sulle mani, non erano tatuate quindi dovevano essere o del cantante o del batterista.

«... Vorremo complimentaci con Jes e sua sorella.»

«Oh, non c'è ne bisogno» risposi io.

«Ma zitta Jes» si intromise Sam. I ragazzi risero e io continuai a fissare il ragazzo con la scritta MARLBORO. Lui si avvicinò a me e mi sussurrò: «Cosa c'è che non va?»

«Niente, è tutto apposto. Va tutto alla grande». Rise: «Sei così buffa!» continuò a ridere. Inarcai le sopracciglia e poi dissi: «Certo, ridi pure. Poi rido io.»

«Cosa vorresti dire...»

«Quello che parla con mia sorella chi è?»

«Un mio amico...» disse abbasando lo sguardo. Non voleva dirmi il nome, allora...

«... Ehi Matt!» urlai. Lui si girò, si tolse gli occhiali, mi sorrise e poi mi parlò: «Dimmi tutto.»

«Vieni qui». Si avvicinò... Presi fiato e poi chiesi: «Matthew Shadows

«Sì.»

«Avenged Sevenfold

«Sì... Devo farti i miei complimenti, sei stata fantastica!»

«Grazie mille» arrossii e sentì una risatina. Era lui. Incominciava a darmi sui nervi.

«Smettila di ridere, porca puttana». Rise ancora di più e io mi allontanai da lui. Sì avvicinò uno di quei ragazzi e anche lui aveva una scritta tatuata nelle dita: CALI4NIA.

«Ciao» mi disse.

«Ciao». Si levo gli occhiali e io rimasi senza parole... "Che occhi spettacolari!" esclamai tra me e me. «Piacere, Zachary James Baker, ma puoi chiamarmi Zacky o semplicemente Vee». Mi porse la mano, io gliela strinsi e dissi: «Piacere, Jessica ma se vuoi puoi chiamarmi Jes».

«A Zacky puoi anche chiamarlo Tettone» disse il ragazzo più alto.

«Ah ah ah, molto simpatico Jimmy.» disse in tono sarcastico Zacky.

«Piacere io sono James Owen Sullivan e sono il più figo di tutti, tu puoi chiamarmi Jimmy» si presentò. Lui non mi porse la mano ma mi abbracciò. Poi si intromise quel ragazzo: «No, Jimmy! Il più figo sono io. Comunque, Jes io mi chiamo Brian Haner Jr. ma puoi chiamarmi Brian o Syn o Gates o Brì o come vuoi» disse stringendomi la mano.

«Posso anche chiamarti "Idiota?"» domandai con un sorriso.

«Sì» rispose ma poi si corresse: «Cioè, no no no! Quelli che ho elencato io basta, grazie» mi fece una linguaccia poi fece avvicinare i suoi compagni e i miei amici e ce li presentò: «Come ti ho detto prima io mi chiamo Brian Haner Jr. e sono il chitarrista dei Sevenfold, il mio nome d'arte è...» fece per vantarsi: «... Synyster Gates; poi c'è Zachary James Baker, che suona la chiattara ritmica, il suo nome d'arte è Zacky Vengeance; Poi che Johnatan Lewes Seward, suona il basso e il suo nome d'arte, datogli da Vee, è Johnny Christ; poi c'è James Owen Sullivan, lui suona la batteria, è un fottuto mito, il nome d'arte è The Reverend oppure The Rev; poi c'è Matthew Charles Sanders, il cantante. Il suo nome d'arte è Matthew, o Matt, Shadows. Poi c'è il cugino di Matt... Matteo Sanders. Lui è anche il nostro manager».

«Io sono Jessica, ma potete chiamarmi Jes. Lei è mia sorella Sam...» la indicai e feci così man a mano che presentavo gli altri: «... Loro sono i miei migliori amici, Antonio e Vincenzo, e loro le mie migliori amiche, Rosy e Miri.»

«Piacere» dissero in sincrono. 

«Scusate la mia curiosità, ma che ci fate voi in Sicilia?» chiesi. A rispondere fu Matteo: «Beh, volevano passare una settimana in un posto di mare. Ho fatto delle ricerche e loro hanno scelto la sicilia. Stiamo alloggiando in un' hotel, non ricordo il nome ma si trova dove c'è il porto. Li il bagno non si può fare, vero?»

«No, la non si può fare, ma qua c'è una spiaggia. Io vi consiglierei di andare fuori Trapani, c'è San Vito che ha un mare stupendo. Si trova ad un' ora da qui.»

«Il problema e che noi siamo venuti in aereo quindi non abbiamo il mezzo di trasporto.»

«C'è il pullman Trapani-San Vito.»

«Ci porteresti tu?» chiese Jimmy. 

«Certo. Non ho problemi, anche perchè domani mattina noi ci dobbiamo andare.»

«Allora facciamo così, tu vieni in hotel e chiedi...» interruppi Matt e dissi: «So come funziona. Vi faccio chiamare, voi scendete e andiamo a prendere il pullman.»

«Esatto» sorrise Shadows.

«Beh, si è fatto tardi. Forse è meglio che noi andiamo altrimenti Miri, Rosy ed io non ci alziamo» dissi.

«Ci accompagnate in hotel? Sempre se non è un problema» chiese Zacky. Guardai i miei amici  che mi annuirono e dopo risposi: «Certamente. Vado a salutare mio cugino e andiamo». Salutai Emanuele e uscii dal locale con i Sevenfold e i miei amici e ci dirigemmo all'hotel.

 

Sam, Jes, Rosy e gli altri accompagnarono i Sevenfold all'hotel e si salutarono augurandosi una buona notte....



P.s.: Mi hanno cancellato le ff per degli errori e per l'introduzione infatti ho corretto tutto e l'ho ripubblicato T-T <3
  
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