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Autore: CatchingLightning    27/11/2011    6 recensioni
[...] Luke era colui che gli era sempre accanto ed era l'unico che avesse realmente creduto nel progetto del Signore del Tempo.
Luke era l'unico che avesse tanta fiducia in Crono.
Luke era l'ebete di turno che si era fatto fregare.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Crono, Luke Castellan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ad Effie:
Sweet Sixteen, my dear

The Edge of Glory

There ain't no reason you and me should be alone
I got a reason that you're who should take me home tonight


Crono rideva nella sua bara.
Forse quella era l'unica volta in cui avesse riso per felicità, oltre per il suo solito, sadico divertimento.
Aveva finalmente trovato una persona che gli fosse veramente fedele e che sarebbe stata disposta a fare qualunque cosa per lui.
Erano questi pensieri che tenevano sveglio il Titano anche a quell'ora di notte, a ridere nella sua bara d'oro massiccio.
Luke era l'ideale per lui: leale e tonto al punto giusto.
Luke era colui che gli era sempre accanto ed era l'unico che avesse realmente creduto nel progetto del Signore del Tempo.
Luke era l'unico che avesse tanta fiducia in Crono.
Luke era l'ebete di turno che si era fatto fregare. Ma Crono sapeva che c'era qualcosa di speciale nel figlio di Ermes.
Certo, un individuo ottuso come il Re dei Titani non riteneva il suo essere, in qualche modo, diverso, un problema di portata considerabile.
    "Non è neppure un figlio dei Tre Pezzi Grossi!" pensava, ogni qualvolta l'idea gli balenasse in mente.
Quella notte, la Principessa Andromeda si stava dirigendo nell'Oltretomba, quella che era stata la sua casa per troppo tempo, e Crono era contento in modo particolare: Ade non sapeva le loro mosse; Poseidone non li aveva intercettati; Zeus lanciava tuoni-fulmini-e-saette dall'altra parte della contea.
    -Ancora non riesco a credere che quei tre siano figli miei.- rise Crono.
Le onde s'increspavano e si rompevano dolcemente sulla prua della nave, quasi come una cantilenante ninna-nanna. La luna splendeva alta nel cielo, specchiandosi sull'Oceano.
Stava andando tutto decisamente bene: nulla avrebbe potuto ostacolare il grande piano di Crono.
Qualcuno bussò alla porta del salottino.
Normalmente sarebbe risultato strano ricevere visite a notte inoltrata, ma, nel bel mezzo di un piano per la conquista dell'Olimpo, la cosa non era così inusuale. Magari era il solito scagnozzo di turno che non riusciva a tirare l'acqua perché aveva ingoriato la catenella, scambiandola per un intruso... bah. Psicologia contorta, quella dei mostri.
Luke si alzò dal divanetto in velluto rosso dove riposava, sbadigliando sonoramente.
Malgrado Crono fosse ridotto ad uno stadio simile a quello di un puzzle, ebbe un fremito nel vedere il suo scagnozzo a torso nudo. Non riusciva a credere che, forse nell'arco di quella stessa notte, Luke sarebbe stato suo.
Il figlio di Ermes aprì la porta, stropicciandosi un occhio e controllando con l'altro di avere Vipera con sé, nel fodero allacciato in vita.
Gli comparvero davanti due tizi, con tutta probabilità pure cannibali, per metà orsi e per metà umani. Insomma, due degli elementi più miti e normali delle schiere di Crono.
I due mostri s'inchinarono e Luke sospirò.
    -Agrio, Orico.- li chiamò il mezzosangue. -Che volete a quest'ora, razza di babbei?
Orico mugugnò qualcosa di lontanamente somigliante a ug-urg-ah!, mentre Agrio disse: -Ci stiamo avvicinando, mio Signore.
Luke fremette, ma faccia assonnata e scocciata del figlio di Ermes si trasformò in un ghigno tanto compiaciuto quanto falso. -Molto bene, proseguite.
Ma Crono avvertiva la sua paura.
Agrio ed Orico si alzarono, chiaramente ognuno sbattendo una testa contro quella dell'altro, e se ne andarono sghignazzando.
    -Ebeti.- borbottò Luke, riavviandosi verso il suo divanetto con tutta l'intenzione di riprendere a dormire.
    -Luke.- lo chiamò Crono.
Un brivido percorse la schiena di Luke Castellan, ma si voltò e s'inginocchiò in direzione della bara.
Crono rise. -Alzati, tu non hai bisogno di inchinarti di fronte a me.
    -Mio signore...- biascicò Luke.
    -Sappiamo benissimo come finirà questa storia.- l'interruppe Crono. -Sappiamo entrambi che tu sarai mio per sempre.
Luke annuì e si alzò in piedi. -Non penso di essere all'altezza, mio signore.
    -Bazzecole!- replicò Crono. -So perfettamente che soddisferai le mie aspettative.
    -E...- azzardò il figlio di Ermes. -E se non mi sentissi... uhm, pronto?
    -Luke Castellan!- tuonò Crono. -Hai avuto un sacco di tempo per prepararti come si deve! Come sarebbe a dire "non sono pronto"?
Il biondo chinò il capo, mesto. -Capisco.
Per un paio di istanti nessuno disse nulla. Persino a Crono quel breve arco di tempo parve lungo tanto quanto il tempo passato nel Tartaro.
Al che, il Titano proruppe: -È a causa di quella figlia di Atena?
Solo sentendo tirare in ballo Annabeth, Luke scattò sull'attenti, la mano sul fodero e gli occhi azzurri spalancati.
Eh, già, Crono sapeva bene che, ogni qualvolta quella figlia di Atena s'intromettesse in un loro piano, Luke esitava prima di compiere una qualsiasi mossa. Non perché temesse di venire sconfitto, questo no: semplicemente, tentava di raggiungere il proprio scopo senza ferirla o coinvolgerla in alcun modo.
L'Uranide non poteva sopportare che Luke potesse mandare all'aria tutti i piani per colpa di quella marmocchia, non riusciva a tollerarlo.
Ed il silenzio di Luke, per Crono, era una risposta più che valida.
    -Quindi è così?- l'incalzò il signore dei Titani. -Tu... tu mi tradisci per quella mocciosa?
Luke fece un passo indietro, scuotendo la testa con foga.
La temperatura nella stanza calò di colpo, ed il mezzosangue rabbrividì.
    -Sì, trema, figlio di Ermes!- sbraitò Crono, mentre la bara risplendeva di luce dorata. -Se il tradimento accade per davvero, sappi che non resterai impunito!
Luke s'inginocchiò di nuovo e parlò, tentando di tenere la voce ferma malgrado stesse battendo i denti: -Mio signore, non sa che non è vero!
    -Come osi negare l'evidenza?- proseguì Crono, imperterrito. -Osi mentirmi?
    -No, mio signore.- rispose Luke, sicuro.
Crono sbuffò.
La stanza tornò a prendere una temperatura un po' più vivibile rispetto a quella da cella frigorifera.
Luke guardò fuori dall'oblò, con aria assorta ed una domanda martellante nella testa. Le onde s'infrangevano sulla prua, lentamente e scandendo un ritmo rilassante.
    -Mio signore, posso farle una domanda?
Crono si accigliò: era la prima volta che Luke prendeva l'iniziativa, anche solo per porgli una domanda, e non stesse solo ad ubbidire agli ordini.
    -E quale sarebbe?
    -Perché...- iniziò Luke, un po' incerto. -Volevo chiederle perché... perché ha scelto proprio me tra i tanti?
Crono sbuffò: ormai avrebbe dovuto saperlo che c'era sempre una ragione dietro ogni azione dei Re dei Titani.

I need a man that thinks it's right when it's so wrong
Right on the limits where we know we both belong tonight

Il Signore del Tempo non aveva una gran voglia di dare una risposta quantomeno comprensibile a Luke, anzi: fosse stato per lui, non gli avrebbe risposto affatto.
Insomma, non poteva certo dirgli che aveva bisogno di un sempliciotto tontolone e facile da manipolare! Perché, dopotutto, era per quello che l'aveva scelto tra i tanti.
    "Ma è solo per questo?" si trovò a chiedersi Crono,
Sì, decisamente sì: questa era la risposta, o, perlomeno, quella che sarebbe dovuta esserlo.
Forse c'è qualcosa di più: questo era quello che realmente pensava Crono, il che era fondamentalmente sbagliato. Era chiaro, il Titano non vedeva l'ora di possedere Luke in tutto e per tutto, ma di certo non sarebbe andato in giro a dirlo ai quattro venti! Sapeva bene quanto Eolo fosse pazzo, sclerato e pettegolo...
    -C'è una ragione precisa?- lo incitò Luke, spinto dalla curiosità.
    -Non in particolar modo.- rispose Crono. -Avevo bisogno di un alleato astuto e potente, così ho scelto te.
Luke non parve soddisfatto. -Ma se ne cercava uno astuto o potente, perché non ha scelto un figlio di Atena o Ares?
    "Perché nessuno aveva anche il tuo fisico" sarebbe stata la risposta di Crono, ma sarebbe certamente passato per una sottospecie di maniaco mitologico e questo non rientrava nelle sue intenzioni.
Infondo, non ci voleva così tanto per mettere a tacere Luke: il modo più semplice sarebbe stato eliminarlo, ma questo sarebbe stato solo che controproducente, mentre Crono poteva anche solo dire una bugia. Tanto non gli costava nulla, mentre i risultati si sarebbero visti sin da subito: la fedeltà e la devozione di Luke sarebbero aumentati, mentre sarebbero diminuite le domande poco opportune.
    -Perché nessuno provava tanto odio nei confronti degli dèi.- buttò là Crono, sparando la prima cavolata che gli venisse in mente.
Forse era la prima volta che il Signore del Tempo apriva bocca senza aver meditato molto a lungo su cosa dire... Luke, ad ogni modo, sembrò realizzato.
    "Ci vuole veramente poco per far salire l'ego di un mortale alle stelle..." gongolò Crono, lodandosi per la propria intelligenza.
Luke si sedette sul divanetto. Inizialmente, Crono pensò che riprendesse a russare, ma il figlio di Ermes si limitò a sbuffare.
Che stesse pensando di star facendo qualcosa di sbagliato?
Se avesse saputo in anticipo quale sarebbe stata la prossima domanda di Luke, Crono avrebbe potuto professarsi novello Nostradamus.
    -Mio signore, è sicuro di volerlo fare sul serio?- gli domandò Luke, imbarazzato e sgomento.
    -Ovvio, non vedo perché non dovrei.- replicò Crono. -Ma fammi solo un favore, evita di arrossire come una ragazzina innamorata.
Le gote di Luke diventarono di un colore molto simile al porpora. -Non sto arrossendo!
    -Allora hai paura?- lo stuzzicò Crono, divertito come non mai.
    -Assolutamente no!
    "Bugiardo..."
    -Ti chiedi se sarai all'altezza?- azzardò Crono.
Il Signore del Tempo sapeva benissimo la risposta, ma, evidentemente, Luke non c'era ancora arrivato.
Era ovvio che temesse di non riuscire a farcela: era di Crono che stavano parlando, mica del primo tizio che passa per strada! Luke avrebbe dovuto soddisfare le aspettative del Titano, non avrebbe permesso a se stesso di fallire. Crono questo lo sapeva bene, ed era inquietante come riuscisse a capire meglio lui Luke di Luke stesso.
Erano bastati qualche anno per fargli conoscere così bene il figlio di Ermes?
Era bastato così poco tempo per fidarsi di lui in tal modo?
Era una delle cose a cui Crono non dava troppo peso: era accaduto, punto e fine del discorso. Nel giro di quella stessa notte, Luke sarebbe diventato completamente suo, suo e di nessun altro. Stando ai piani di Crono, nessun avrebbe più potuto separarlo dal figlio di Ermes.
    "Nemmeno quella figlia di Atena impicciona." precisò nella sua testa non-esattamente-integra per l'ennesima volta.
Luke non rispose alla domanda del Titano, ma si limitò ad abbassare il capo, a mo' di cane bastonato.
Crono trovava pazzesco come il bellissimo, spavaldo, sicuro di sé Luke diventasse timido ed insicuro - dato che non poteva fare a meno di essere un gran bel tipo, anche visto da un punto di vista oggettivo - solo per una semplice domanda.
    -Bah.- sbuffò Crono, stuzzicandolo ulteriormente: non poteva permettere che Luke non fosse convinto. Cosa avrebbe fatto se, sul più bello, Luke non fosse stato in grado di soddisfare il Titano? Le carte in regola ce le aveva tutte, Crono non concedeva a chiunque quell'opportunità; era stato Crono in persona a sceglierlo, accidenti! -Da quando in qua dubiti delle tue capacità?
    -Non sto dubitando delle mie capacità, mio signore.- farfugliò Luke. -Sto solo cercando di stabilire quale sia il mio limite e, ehm... beh, penso che questo si spinga un po' oltre...- aggiunse, imbarazzato.
    -I limiti sono fatti per essere superati, razza di babbeo!- sbraitò Crono. Era incredibile quanto timore potesse incutere la sua voce anche a se stesso, seppur ridotto allo stadio "brodo primordiale". -Vuoi essere inferiore a te stesso?
    -No, no, certo che no.- borbottò Luke. -Ma non so se potrò ripagare la sua fiducia, mio signore.
    -Stammi a sentire, pezzo di ebete: io ho scelto te perché tu eri l'unico, punto e basta!- esclamò Crono. -Non è stato un atto di pietà verso un pezzente, ma ho scelto te perché tu sei la persona giusta!
Luke fissò la bara, imbambolato.
    -Perciò non stare a porti dubbi come "sarò all'altezza delle aspettative di Crono?" o "lui è il più potente ed il più forte dei Titani, mentre io sono solo il povero mezzo umano di turno", perché non serve a un cavolo!- continuò il Titano, imperterrito. -Tu ce la puoi fare, perciò smettila di fare lo stupido, figlio di Ermes!
Per qualche secondo, l'unico rumore che si sentiva erano le onde che si ingrafrangevano contro la prua, bagnando l'opera morta della Principessa Andromeda e la spaventosa polena della nave. Né Crono né Luke sembravano intenzionati a riprendere la conversazione, uno perché aveva appena finito di fare la paternale e l'altro perché era ammutolito dal discorso del Titano.
A Crono pareva strano trovarsi a discutere tranquillamente - beh, quasi - con Luke nella loro stanza sottocoperta quando, da un momento all'altro, il mezzosangue sarebbe diventato suo per sempre. Era un pezzo che il Titano non sentiva di desiderare un corpo d'altri in tal modo, e non avrebbe permesso che Luke gli sfuggisse solo per colpa della sua stupida insicurezza e degli altrettanto stupidi dubbi.

It's time to feel the rush
To push the dangerous
I'm gonna run right to, to the edge with you

Crono sentiva la nave barcollare.
I passi sul ponte di coperta, divenuti sempre più rumorosi benché fossero le tre di notte, gli fecero capire che dovevano essere vicini.
La discesa sarebbe cominciata di lì a poco, ne era certo.
Anche Luke parve avere la sua stessa intuizione, ma non disse nulla in merito se non un breve: -Ci siamo quasi.-, pronunciato senza una particolare intonazione o, comunque, senza lasciar trasparire la minima emozione.
    "Già, manca poco." pensò il Titano. "Meno di quanto tu possa immaginare, Luke.".
Se i mostri e gli altri membri delle schiere di Crono stavano facendo tanto chiasso, l'ingresso negli Inferi non doveva essere lontano, il che avvicinava nettamente anche il momento della sua conquista dell'Olimpo. L'Uranide non avrebbe potuto essere più felice.
Non riuscì a trattenere una risata sguaiata, scomposta e con una marcata vena di sadismo, che riecheggiò per tutta la nave.
Crono vide la pelle di Luke accapponarsi.
Il Titano era estremamente tentato dall'uscirsene con battutine come "Ma non sei entusiasta?" o "Perché non hai portato lo Champagne?", ma dovette desistere: non avrebbe mandato all'aria i propri piani per qualche istante di follia.
    "Magari sta pure pensando di star facendo la cosa giusta..." rifletté Crono, divertito dall'ingenuità dei mortali. "Povero illuso... l'unico che regnerà sarò io, meglio che tu faccia una sorta di abitudine a quest'affermazione.".
Mentre ci pensava, il Titano continuava a lanciare fugaci occhiate al giovane figlio di Ermes, continuando a lodarsi per essere riuscito a tirare un tipo come Luke dalla propria parte. Ora, non era un atteggiamento simile a quello che potrebbe avere una ragazzina davanti a uno dei giocatori di football della propria scuola, ma era vera e propria ammirazione per se stesso.
E un po' di quell'ammirazione era dedicata anche a Luke, ma non l'avrebbe mai ammesso.
Crono non credeva che si sarebbe mai fidato di un umano a tal punto, di aver bisogno di un mortale in modo così disperato. Perché con Luke avrebbe dovuto essere diverso, dopotutto?

I'm on the edge of glory
And I'm hanging on a moment with you
I'm on the edge with you


La Principessa Andromeda iniziò la discesa, imboccando qualche strano cunicolo conducente agli Inferi sconosciuto ai più.
Crono rideva.
Ormai Luke avrebbe dovuto averci fatto l'abitudine, ma continuava a rabbrividire. Il Titano non poté fare a meno di chiedersi a cosa accidenti stesse pensando il figlio di Ermes per assumere un'aria tanto colpevole quanto preoccupata.
    "A suo padre?"
Naaah, perché avrebbe dovuto? Luke nutriva un cordiale odio per Ermes, perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa? Dopotutto, era per spodestare suo padre e quegli altri undici mammalucchi dell'Olimpo che Luke si era unito a Crono nel suo piano di vendetta.
    "Al Campo Mezzosangue?"
Bah, Luke detestava quel posto. Crono sapeva bene il perché: lì era morta Talia, lì era dove aveva tradito la fiducia di Annabeth e Percy, lì era dove aveva avvelenato il pino della figlia di Zeus... no, decisamente non avrebbe avuto motivo di dispiacersi per la distruzione di quel posto, vi erano legati troppi ricordi da cancellare.
    "A Percy Jackson?"
Non avrebbe avuto senso. Luke aveva detto a Crono di volerlo far fuori il prima possibile, quell'atteggiamento non concordava con questo pensiero. A meno che Luke non avesse mentito, ma il Titano lo escludeva a priori.
    "A Talia Grace?"
Il Titano non lo escluse: persino Crono sapeva quello che Luke provava per la figlia del vecchio Sparafulmini e, inutile dirlo, il Signore del Tempo non ne era affatto contento. Non solo perché pensava che questo potesse allontanarlo da lui, anche se questa era gran parte della motivazione: non voleva che provasse rimorso a causa di quella là.
Crono s'infervorò quando giunse a considerare l'ultima, orribile possibilità: "Ad Annabeth Chase?"
Non l'avrebbe sopportato. Ebbene sì, il Titano era geloso di una comunissima figlia di Atena: l'invidiava per il rapporto che aveva avuto con Luke, l'invidiava perché Luke pensava a lei - andiamo, era piuttosto ovvio -, l'invidiava per talmente tanti motivi che non ricordava più quali effettivamente fossero.
Sentiva solo una forte invidia nei suoi confronti, e questo gli bastava.
Crono ringhiò: Luke sarebbe diventato totalmente suo, e la figlia di Atena non aveva il diritto di mettersi in mezzo per complicare le cose.
A sentire il ringhio di Crono, Luke si accigliò. -Mio signore, va tutto bene?
    -Mai stato meglio, Luke.- disse il figlio di Urano. -E sai perché?
Luke scosse la testa.
    -Perché tra poco tu ed io saremo una cosa sola.- rise Crono. Alla fine gliel'aveva detto.
    "Tra molto poco." aggiunse il Titano.
Beh, era vero: poteva sentire lo scrosicare del fiume Lete, poco distante.
E allora lui sarebbe risorto.
E allora Luke sarebbe diventato suo per sempre.

I'm on the edge of something final we call life tonight

***

My little corner:
Salve, gente!
Avevo in programma di pubblicare questa storia per il 25 (in occasione del compleanno di Effie, spero che gradisca :3), ma, evidentemente, il server non se la sentiva di collaborare. Perciò sì, sono in ritardo - tanto per cambiare -.
Due parole su questa storia: è una cosa strana. Premettendo che non mi piace Lady GaGa, ascoltando questa canzone mi è venuta in mente questa cosa, la cui descrizione non è ancora ben definita. Lo so, ho articolato la storia tutta su doppi sensi, ma penso siano abbastanza ovvi per chiunque abbia letto The Last Olympian o conosca un minimo di spoiler. ^^
Sembra quasi che abbia voluto una Luke x Crono... c'è qualcosa che non va, seriamente. *va a bersi una camomilla*
E questo è quanto.
Spero che questa cosa vi sia piaciuta.
Alla prossima!
Aly.
PS: Buon compleanno, Effie! ^^

Credits:
Characters © Rick Riordan
Song & Lyrics © Lady GaGa
Title Font = Old English Five
Text Font = Arial
   
 
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