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Autore: Yukino    27/11/2011    2 recensioni
Così in questo momento Frank vorrebbe saltare addosso a Gerard e abbracciarlo fortissimo e dirgli: Bentornato cazzo, non importa quanto ci daranno addosso all’idea di buttare via un disco già finito, io sarò con te, lo sarò sempre, non mi frega un cazzo degli altri, basta che tu continui a sorridere così, ad essere così felice.
Ecco, vorrebbe dirgli una cosa del genere, solo che non è neanche contemplabile l’idea di dirglielo adesso, adesso che ci sono Jamia e Lindsey, adesso che si sono allontanati in questo modo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IF YOU STAY, I’LL BE FORGIVEN.


Ora che Gerard lo guarda tutto preso dal suo racconto, Frank si rende conto di quanto in realtà gli sia mancato. Di quanto avesse fatto di tutto per convincersi che non fosse così, mettendo chilometri e chilometri fra loro, sia fisicamente che non, e questo comunque non sia bastato del tutto. Se gli bastano gli occhi verdi e finalmente entusiasti di Gerard per farlo scivolare ancora in pensieri pericolosi, allora vuole dire che non è servito per un cazzo, non è servito nemmeno sposare Jamia, e questa cosa un po’ lo mette in crisi, perché, cazzo, Jamia è l’amore della sua vita, e lui morirebbe per lei, ma Gerard… oh Gerard è tutt’altro.
-Oi, mi stai ascoltando?- chiede ad un certo punto Gerard, e lui vorrebbe sparare una battuta divertente delle sue, dirgli che per chiunque sarebbe impossibile continuare a seguirlo, dopo ore che continua a blaterare andando da un argomento all’altro e perdendo il senso del discorso iniziale. Solo che è assurdo anche solo pensare di dire una cosa del genere a Gerard, e che Gerard gli creda, soprattutto. Perché non è mai stato così, lui è sempre stato in grado di seguirlo in ogni volo pindarico, che fosse  più o meno sensato.
-No, giocavo a dare una forma alle nuvole- risponde allora, buttandola sullo scherzo come è tanto bravo a fare, per non far capire a Gerard quanto in realtà è contento che lui abbia di nuovo quell’entusiasmo per la loro musica, e che sopra ogni cosa ne abbia parlato con lui prima che con tutti gli altri.
Non dovrebbe sentirsi onorato come invece si sente adesso.
Il fatto è che l’aveva capito, che Gerard non era contento del nuovo disco; non aveva quell’entusiasmo nello sguardo, non gli luccicavano gli occhi, e aveva fatto una fatica pazzesca a scrivere dei testi che lo soddisfacessero. E lui é sempre stato bravissimo a scrivere, le parole gli escono dalla penna con una facilità disarmante, e sono bellissime, roba da toglierti il fiato dai polmoni.
A Frank ci era voluto un niente a capire che ora era diverso.
E aveva avuto paura, inutile negarlo.
Così in questo momento Frank vorrebbe saltare addosso a Gerard e abbracciarlo fortissimo e dirgli: Bentornato cazzo, non importa quanto ci daranno addosso all’idea di buttare via un disco già finito, io sarò con te, lo sarò sempre, non mi frega un cazzo degli altri, basta che tu continui a sorridere così, ad essere così felice.
Ecco, vorrebbe dirgli una cosa del genere, solo che non è neanche contemplabile l’idea di dirglielo adesso, adesso che ci sono Jamia e Lindsey, adesso che si sono allontanati in questo modo.
-Quella ha la forma di un orso che corre senza testa, guarda- esclama poi Gerard, indicando un punto a caso, sopra le loro teste, assecondandolo come il cretino che è. Frank scoppia a ridere, perché in fondo Gerard può dire di aver messo la testa a posto, di essere diventato un marito e un padre esemplare, ma quando salta fuori con queste uscite totalmente allucinanti, allora diventa il suo Gerard e basta. Quello capace di perdersi in discordi complicati sulla vita e sulla morte, inframmezzati da metafore assurde che nessun altro, a parte Frank, avrebbe capito.
-Sì, perché la testa che l’ha quel coniglio mannaro, guarda- risponde lui sullo stesso tono, indicando un’altra nuvola.
Gerard ride, piano, e forse la sente anche lui quella sensazione, quella che finalmente qualcosa sia tornato al suo posto, nell’ordine dell’universo. Un piccolo meccanismo che prima non girava bene, per niente, e lui nemmeno se n’era accorto, pensava davvero che andasse bene così, senza quasi sentirlo né vederlo, e solo adesso che si stanno addosso da mesi, il tempo di lavorazione di un disco praticamente finito, avesse capito cos’è che non andava.
-Seriamente Gee… se vuoi mandare tutto a puttane lo sai che io ci sono. E ’fanculo a tutto, queste canzoni sono la cosa migliore che tu abbia scritto, non ci devi nemmeno pensare a cosa fare. Chiama Rob e digli che si siamo, che siamo con lui.-
E Gerard lo guarda sorpreso, non se l’aspettava che Frank gli desse il suo appoggio in quel modo totalmente incondizionato, non dopo tutto quello che è successo e che si sono detti.
Forse a un certo punto è vero che le persone devono fermarsi e capire cos’è che è davvero importante. Forse per non perdere qualcosa di grande, si deve prendere il resto, orgoglio, rabbia, delusione, e mettere tutto nel piatto della bilancia, stabilendo senza cosa non saremmo capaci di vivere.
Evidentemente Frank l’ha fatto, e l’ago è scivolato dalla sua parte.
Gerard non ha mai avuto dubbi, l’ha sempre saputo, che Frank è più importante, che la musica che fanno assieme non si può semplicemente accantonare; solo che aveva sepolto tutto sotto una coperta pesante fatta di rancore e paura, per non ammettere che forse senza Lindsey sarebbe riuscito a sopravvivere, male e a stento ma sarebbe andato avanti, ma senza Frank è tutto fottuttamente senza senso.
E finalmente Frank glielo dice, perché non ne può più di sentirsi questa cosa premere nel petto e non poterla nemmeno pensare senza che gli pruda la lingua per la voglia di dirla. E lui non è mai stato un tipo che ci pensa due volte, e quanto spesso in passato questo gli aveva procurato casini su casini?
-Pensavi davvero che avrei potuto darti una risposta diversa? La cosa che conta di più per me è che tu sia felice Gee. È sempre stata questa.-
Non lo guarda mentre lo dice, ha paura che questo possa rovinare nuovamente tutto, e si sente un quindicenne che si fa troppe seghe mentali, ma oh, Gerard gli tira fuori dal petto roba che pensava di avere sepolto quando aveva lasciato il liceo.
È sempre stato così.
Poi sente le dita di Gerard sfiorargli il mento, per costringerlo a guardarlo, ed è la cosa più bella del mondo sentirsele nuovamente addosso, sentire la loro freschezza e il brivido che gli spediscono lungo la schiena solo sfiorandolo così.
Forse Gerard sta pensando che è stato un dannato coglione, a esserselo dimenticato, che avrebbe dovuto tenere ben a mente che è sempre stato questo che muoveva le azioni di Frank. Forse era stato brusco, forse a un certo punto avevano rotto il ponte che permetteva a entrambi di capirsi solo con uno sguardo, ma questa cosa non avrebbe mai dovuto dimenticarla.
Forse sta pensando che ora che l’ha capito non ha intenzione di perderlo più.
Ma vuole provare a vedere se Frank è ancora in grado di leggergli dentro come nessun altro, come nemmeno Mikey, quindi non dice nulla.
Il modo in cui Frank si preme addosso la sua mano, costringendola a una carezza che contiene l’intera guancia, è la sua risposta.

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NOTE: Beh, è poco più che una flashfic, me ne rendo conto. Ma mi è venuta in mente questa cosa, di come in realtà Gerard si sia sempre lasciato tantissimo andare sul palco, mostrando quello che davvero provava al suo pubblico, come quando Eliza l’ha lasciato, o ha litigato con Frank gettandogli il microfono addosso. Quindi adesso è palese che stanno ritrovando nuovi equilibri, e che stanno reinventando il loro rapporto. Potete leggerci tutto lo slash che volete, perché l’intento è quello, ma anche vederla come una cosa fra amici e basta… sono credibile? XD.


   
 
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