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Autore: jas_    27/11/2011    34 recensioni
Abigail odiava Harry Styles, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa, antipatica e viziata che avesse mai conosciuto.
Sophie invece trovava che Niall Horan fosse la persona più bella che avesse mai visto sulla faccia della Terra. Sorriso buffo, accento irlandese e occhi ipnotici. La sua sola vicinanza le provocava la tachicardia.

Due amiche, cinque ragazzi, una scommessa.
Cos'ha in serbo per loro il futuro?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You belong with me'
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Sophie si passò una mano tra i capelli voltandosi verso l’abitazione dell’amica. Non potevano essere di nuovo in ritardo. Quella volta il professore non l’avrebbe fatta loro passare con una semplice occhiataccia e qualche borbotto, sarebbero finite entrambe dal preside. La ragazza suonò il clacson energicamente sbuffando, erano ormai dieci alle otto e se Abigail non fosse uscita all’istante dalla porta sarebbero state sicuramente in ritardo.
«Arrivo, arrivo!»
Sophie si voltò di scatto verso la direzione da cui proveniva la voce, un’Abigail sconvolta con in mano giacca, borsa, chiavi di casa e un pancake in bocca attraversava la strada di corsa. Aveva i lunghi capelli castano chiaro raccolti in una coda fatta frettolosamente, alcune ciocche ribelli le contornavano il viso ovale.
«Non mi è suonata la sveglia! Chiedo umilmente perdono!» sospirò la ragazza salendo in macchina per poi dare un bacio sulla guancia dell’amica che non esitò a partire.
Abigail prese dalla borsa alcuni trucchi che appoggiò sulle gambe prima di abbassare il parasole con all’interno lo specchietto. Si rifece la coda più decentemente mentre ogni tanto lanciava un’occhiata a Sophie concentrata alla guida.
«Suvvia non fare l’offesa, non l’ho fatto apposta. Stai tranquilla che non arriveremo in ritardo anche oggi, siamo in perfetto orario, guarda, questi stanno ancora qua. E loro sono a piedi» si giustificò indicando la massa di studenti che camminava sul marciapiede che costeggiava la strada. Sophie sospirò accendendo la radio.
«La prossima volta ti lascio a piedi» la rimproverò semplicemente prima di mettersi a canticchiare il jingle che mandava sempre quella stazione alla mattina.
Abigail si mise un po’ di fondotinta, eyeliner e lucidalabbra prima di osservare Sophie. Quella mattina indossava un paio di leggins marrone scuro, una canottiera bianca e lunga con sopra una camicia a quadri blu aperta. Ovviamente ballerine e borsa abbinate. I capelli erano raccolti in una crocchia lasciata un po’ sciolta e due boccoli le contornavano il viso pallido coperto da un lieve strato di fondotinta. Non aveva idea di come facesse ad essere sempre così.. perfetta. Mai un capello fuori posto, mezzo calzino stropicciato o il trucco anche leggermente sbavato. Erano una l’opposto dell’altra. Sophie sempre nel posto giusto al momento giusto, andava bene a scuola, era educata, gentile e composta. La figlia che qualunque madre avrebbe voluto avere. Abigail tutto il contrario. Perennemente in ritardo, scorbutica, lunatica, e chi più ne ha più ne metta. Aprì il mascara e con molta cura se lo passò sulle ciglia dell’occhio sinistro, si guardò per alcuni secondi allo specchio soddisfatta. Abigail non si reputava una bella ragazza, ma neanche brutta, era.. normale. Non si distingueva dalla massa né per la sua bellezza ma nemmeno per il contrario e la cosa le andava a genio. Odiava stare al centro dell’attenzione, preferiva confondersi con gli altri e non dare dell’occhio stando sulle sue.
«Oddio guarda!»
La voce su di giri di Sophie fece tornare Abigail sul pianeta Terra, la ragazza si voltò nella direzione che l’amica stava indicando con molta foga tenendo il mascara a mezz’aria. Sospirò alzando gli occhi al cielo, prima di guardare Sophie con aria affranta che osservava Niall con sguardo sognante.
Tornò di nuovo a guardare i ragazzi, mancava Harry. Strano, pensò. Probabilmente sarebbe arrivato a scuola con una limousine, o forse faceva tardi perché doveva cacciare la sua ultima avventura da casa sua prima di potersi recare a scuola. Odiava Harry Styles, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa, antipatica e viziata che avesse mai conosciuto. Anzi, che non avesse mai conosciuto. Infatti non si erano mai rivolti la parola ma vederlo camminare per i corridoi che si guardava in giro con aria di superiorità oppure gli atteggiamenti che aveva nelle poche lezioni che avevano insieme bastavano per capire che si credeva il Padre Eterno anche se, secondo Abigail, quello le aveva poco le sembianze del Padre Eterno.
Si vestiva sempre e rigorosamente di marca ma come un damerino, nonostante in quella scuola non fosse prevista la divisa lui sembrava che la indossasse. Si vestiva quasi sempre con polo, maglioncino e jeans. Abigail lo trovava semplicemente ridicolo. Era convinta che i vestiti glieli comprasse ancora la mamma. Cercava di impressionare tutte le ragazze della scuola con quel suo sorriso sghembo accompagnato da due stupide fossette, i suoi occhi trasparenti e i capelli che tutti definivano ricci ma che secondo Abigail non avevano una forma precisa. Con tutti i soldi che possedeva continuava a chiedersi cosa gli impedisse di andare dal parrucchiere. Non lo sopportava, e non l’avrebbe mai sopportato, fosse stato per lei si sarebbe dimenticata della sua esistenza ma purtroppo Sophie si era presa una cotta stratosferica per uno dei suoi migliori amici. Niall Horan. In realtà Niall era l’unico che si salvava da quel gruppo, con Liam, gli altri però Abigail li trovava dei casi persi. Zayn era decisamente bello, nessuno sano di mente avrebbe potuto affermare il contrario ma allo stesso tempo era la persona più vanitosa che avesse visto in vita sua, con Harry, s’intende. Abigail era convinta che si specchiasse anche nelle vetrine dei negozi mentre andava in giro talmente era narcisista. Louis invece era un caso perso, era fermamente convinto di essere divertente così recitava la parte del pagliaccio del gruppo anche se secondo Abigail non gli serviva molto recitare, lo trovava stupido anche senza che si dovesse sforzare a farlo. Odiava le lezioni che avevano in comune, era costretta ad ascoltare i suoi interventi inutili che facevano immancabilmente ridere tutta la classe, ma anche lì, era convinta che i suoi amici ridessero più per pietà nei confronti di quel povero ragazzo che cercava di convincersi di essere capace di fare qualcosa piuttosto che perché le sue battute fossero realmente divertenti.
Tornò a guardare la strada, ad Abigail quelli lì importavano meno di zero, era già tanto doversi sorbire Sophie parlare di Niall, non serviva incantarsi ad osservare l’intero gruppo camminare.
«Cristo frena!»
Gridò non appena si accorse del semaforo rosso. Le ruote dell’auto fischiarono sull’asfalto e tutti i ragazzi si voltarono a guardare Sophie che teneva il volante con entrambe le mani e Abigail con ancora il mascara a mezz’aria e una riga nera sulla guancia destra.
I pedoni che stavano attraversando la strada osservarono le due ragazze con la paura negli occhi prima di affrettarsi ad arrivare dall’altro lato.
«Prima o poi la tua cotta per Horan ti farà finire nei guai» affermò Abigail appoggiandosi al sedile, «anzi ci sei già. Guarda che hai combinato!» aggiunse indicando il suo viso che era diventato simile a quello di un panda.
Sophie non rispose e appena il semaforo diventò verde ripartì alla volta della scuola. Parcheggiò al solito posto e prese dalla borsa una salviettina struccante con la quale pulì Abigail.
«Scusa» mormorò poi abbassando lo sguardo, l’amica non riuscì a trattenere un sorriso, non riusciva a restare arrabbiata con Sophie per più di cinque minuti, le faceva troppa tenerezza.
«Fa niente. Ora però è meglio che andiamo che siamo già in ritardo.»
Le due corsero fuori dall’auto ed entrarono a scuola che la campanella era suonata da pochi secondi. I corridoi si stavano svuotando ma c’erano comunque ancora alcuni studenti che girovagavano per l’istituto. Abigail si fermò al suo armadietto a prendere il libro di biologia che aveva lasciato immancabilmente a scuola. Sophie invece andò direttamente in classe, lei si portava quasi sempre i libri a casa. Era la classica studente modello che studiava la lezione volta per volta e che non doveva ridursi alla “secchiata” del giorno prima di verifiche o interrogazioni. Era sempre preparata su qualunque argomento ma non era comunque la persona che alzava la mano ad ogni domanda del professore. Preferiva restare seduta in fondo alla classe a prendere appunti in silenzio senza dover essere per forza al centro dell’attenzione a differenza di altri suoi compagni che sembravano nati per sentir parlare solo di loro.
Sophie entrò in classe alcuni secondi prima del professore, Abigail poco dopo ma anche quella mattina fu baciata dalla fortuna. L’anziano signore dall’aria scorbutica la guardò male prima di aprire il registro e fare l’appello.
Si prospettava un’altra lunga e noiosa giornata da passare tra una lezione e l’altra.
 
«Va bene che questa mensa fa schifo ma così fai passare la fame pure a me» affermò Harry guardando Niall che non aveva sfiorato cibo. La situazione era più grave di quanto pensasse, Niall Horan che non mangiava era come pensare a Lady Gaga che usciva di casa come Dio l’ha fatta e non truccata e mascherata come un clown.
«Non ho fame» si giustificò il ragazzo continuando a giocherellare con gli spaghetti stracotti nel piatto e la testa sorretta dalla mano sinistra. Harry sospirò prima di pulirsi la bocca con un tovagliolo e appoggiare la schiena alla sedia.
«Non puoi andare avanti così, lo sai. Tu e Katherine vi siete lasciati da più di due mesi ormai. Hai avuto il tempo di riprenderti e di pensarci su. Ora è arrivato il tempo di reagire, Niall.»
«Ti sembra che mi sia ripreso?»
Il ragazzo alzò lo sguardo dal piatto serio, Harry si sentì trafiggere da quegli occhi blu intenso, poteva scorgere la rabbia nella sua espressione ma non sarebbe bastata un’occhiata torva a fermarlo.
«E’ proprio per questo che ti sto parlando. Se non sei riuscito a riprenderti da solo vuol dire che ti serve aiuto.»
Niall alzò un sopracciglio titubante, non riusciva a seguire il discorso dell’amico.
«Hai mai sentito l’espressione “chiodo scaccia chiodo”?» continuò Harry.
«Non credo sia l’idea giusta.»
«Secondo me sì. Basta provare.»
«Non mi va di mettermi lì a provarci con una ragazza solo per vedere se riesco a smettere di pensare a Katherine. Non mi sembra una cosa giusta da fare, non voglio prendere in giro nessuno.»
«Ma non prendi in giro nessuno, prendilo come un favore che questa ragazza ti fa. Ho anche trovato la persona giusta.»
Niall guardò i suoi amici in cerca di aiuto, quando Harry si metteva in testa qualcosa era difficile fargli fare diversamente. Purtroppo però nessuno stava ascoltando i loro discorsi, Louis e Zayn erano intenti a guardare qualche stupido video sull’iphone e a ridere a crepapelle mentre Liam stava facendo gli occhi dolci alla sua ragazza storica Danielle.
«Non ne sono convinto..»
«Prendi Sophie, Niall. Ti muore dietro da solo Dio sa quanto, esci un po’ con lei, magari ci vai anche a letto, la rendi felice come una pasqua e in più ti dimentichi di Katherine. Nessuno ha niente da perderci.»
«Come fai a sapere il suo nome?»
«Io so il nome di tutte le ragazze di questa scuola.» «Beh, in realtà solo delle più carine..» aggiunse poi rivolto più a sé stesso che all’amico. «Il punto però non è come io sappia il suo nome, ma che tu devi stare un po’ con lei, poi magari viene a piacerti sul serio, chi lo sa. Intanto però ti dimentichi di Katherine.»
«Tu ti sei fumato il cervello, non ho intenzione di coinvolgere Sophie in questo tuo piano malefico.»
«Smettila di fare il bravo ragazzo e per una volta pensa meno agli altri e un po’ più a te stesso. Come ti ho già detto, Sophie secondo me sta aspettando solo questo, anche un cieco si accorgerebbe che quando ti vede i suoi occhi diventano a forma di cuore ormai.»
Niall sospirò, le idee di Harry erano una più pessima dell’altra. Allo stesso tempo però non aveva tutti i torti, non poteva andare avanti a deprimersi ripensando a Katherine. Infondo il suo amico lo faceva per lui, nonostante il suo piano implicasse il coinvolgimento di una terza persona, l’idea di partenza era buona. Non gli andava di prendere in giro Sophie anche perché nel caso avrebbe scoperto il piano ci sarebbe rimasta molto male, ma chi diceva che doveva venire a sapere dell’accordo per forza?
«Lo faccio se tu però fai la stessa cosa con la sua amica.»
Zayn e Louis alzarono lo sguardo dal telefono e cominciarono a seguire il discorso, anche Liam fece lo stesso.
«Io non devo dimenticare nessuno» si giustificò Harry.
«Dai Styles, sei tu che gli hai proposto l’idea, non puoi tirarti indietro così» lo esortò Zayn.
«Ma tu non stavi guardando il telefono?»
Il ragazzo abbassò lo sguardo irritato.
«Io sono d’accordo con Niall, non la trovo una buona idea. Non mi sembra giusto tirare in ballo una ragazza che non c’entra niente. Potrebbe restarci seriamente male.»
Harry sospirò, ignorando completamente Liam. Da quando il mondo è mondo, non si era mai tirato indietro quando si trattava di ragazze, e quello non era di certo il giorno in cui le cose sarebbero cambiate. «Chi è la tizia?»
«Quella.»
Niall indicò non molto discretamente un punto alle spalle di Harry. Il ragazzo si girò notando una ragazza seduta alcuni tavoli più in là. In quell’istante anche lei si voltò e i loro sguardi s’incrociarono. Harry la scrutò per alcuni secondi, da lontano non pareva niente male. Si chiese subito come mai non sapesse il suo nome.
«Okay Horan, affare fatto» disse rivolgendo all’amico uno dei suoi sorrisi a trentadue denti che incantavano tutte le ragazze della scuola.
 
«Oddio Abigail lo vedi?»
La ragazza annuì distratta mentre mangiava molto rumorosamente gli ultimi spaghetti rimasti nel piatto prima di pulirsi la bocca sporca di ragù.
«No che non vedi» rispose al posto suo l’amica scocciata.
«Sophie, come faccio a vedere Niall Horan se gli sto dando le spalle?»
La ragazza sospirò notando lo sguardo spento dell’amica, ormai quella storia andava avanti da troppo tempo. Sophie non si era presa soltanto una cotta per quell’irlandese, ne era innamorata persa. Quasi ossessionata. Eppure non si erano mai parlati, si vedevano più o meno tutti i giorni a scuola ma non si erano mai scambiati una parola. Niall una volta le aveva sorriso in biblioteca – un gesto fatto più per educazione secondo Abigail – e Sophie sembrava avesse vinto alla lotteria. Ne aveva parlato per giorni. Abigail però in un certo senso invidiava l’amica, si chiedeva come facesse ad essere così presa da una persona, a sentire non solo le farfalle nello stomaco, ma uno stormo di uccelli, ogni qualvolta i loro sguardi si incrociavano. Ma soprattutto non riusciva a capire come facesse a non stancarsi, dopo tutto quel tempo, di Niall Horan. Lei era tutto il contrario, capitava che conoscesse qualcuno di interessante ogni tanto ma alla fine si scocciava facilmente. La storia più lunga che aveva avuto era durata meno di un anno.
«Oddio oddio mi sta guardando!»
La voce di due toni più alta di Sophie fece distogliere Abigail dai suoi pensieri.
La ragazza si girò istintivamente verso il loro tavolo incontrando lo sguardo di Harry che la scrutava con aria curiosa.
Che voleva quello?

***

Holaa!
Eccomi qua a rompervi di nuovo le scatole, vi sono mancata vero? *cominciano a tirare pomodori*
Allooooora, prima che mi dimentichi, ringrazio Agata (Egg___s) per avermi fatto un banner così stupendo *--*
Questo capitolo è lunghissimissimo, lo so. In realtà volevo dividerlo perché è un po' un poema ma poi siccome l'avevo pensato tutto insieme ho preferito lasciarlo così.
Questa fan-fiction secondo programma non dovrebe essere molto lunga (15 capitoli al massimo) ma spero che vi piaccia comunque! :)
Okay, sono di poche parole oggi ma non ho niente da dirvi se non di farmi sapere come vi sembra l'inizio :3
jas

P.S. C'è anche una one-shot dedicata a Sophie e Niall, i fatti descritti sono accaduti prima di quelli narrati in questa fan-fiction quindi niente spoiler :) Vi invito a passarci!



 

   
 
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