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Autore: Kooskia    27/11/2011    8 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo

Un ruggito squarciò i cieli, l’ultimo urlo rabbioso di una razza morente che presto avrebbe abbandonato i cieli che tanto amava.
 L’immenso drago verde faticava a mantenere quella velocità, numerose ferite flagellavano il suo corpo un tempo perfetto: ferite che il suo compagno oramai non poteva guarire.
Il Cavaliere si teneva stretto sulla sella, un braccio a coprire una sacca stretta al petto, l’altra mano impugnava una spada insanguinata.
Era una lama verde, lo stesso colore del suo drago e il Cavaliere per un istante vide il suo riflesso su di essa; osservò quei suoi lunghi capelli dorati al vento e il suo sguardo di falco, quegli occhi elfici: così esotici secondo i canoni umani.
Chiuse gli occhi e trattenne una smorfia di dolore, una ferita al basso ventre gli prosciugava lentamente le ultime energie, e non osava chiederne altra al suo compagno..
Un secondo ruggito rimbombò nell’aria, una voce più giovane, più sfrontata e più violenta.
Il secondo drago era di colore bruno, più piccolo ma più rapido e decisamente più in salute,
il suo cavaliere umano era avvolto in un’armatura nera.
-Mi dispiace.. non sono riuscito a distanziarli..-
-Non preoccuparti, hai fatto quel che potevi.. lo abbiamo fatto entrambi-

Il cavaliere nero spronò il suo drago e con un’ultima accelerata i due grandi leviatani si affiancarono. L’elfo poteva ora vedere gli occhi bramosi dell’umano dietro quell’elmo scuro.
Il suo nemico aveva una lama in mano, dello stesso colore del drago color della terra, e fece un affondo. Il Cavaliere parò il colpo ma sapeva che non avrebbe resistito a lungo, in condizioni normali avrebbe sconfitto facilmente quel giovane ma non quella volta: era stato ingannato.
Tutti i Cavalieri erano stati ingannati, questi traditori, questi Wyrdfell avevano un potere proibito: un’energia non loro, rubata … che permetteva loro di compiere imprese altrimenti impossibili.
Con un ultimo assalto la lama del Rinnegato affondò tra le costole dell’elfo, il drago verde lanciò un urlo terrificante per il dolore condiviso, ma il suo avversario più piccolo gli restava avvinghiato: non lo avrebbe lasciato andare.
Il Cavaliere sentiva la sua stessa forza che fluiva via dal suo corpo morente come il sangue fluiva dallo squarcio dell’armatura, così mise in atto il suo piano.
Era la sua ultima carta, la sua ultima possibilità. Concentrò le energie rimanenti, tenute da parte per quella mossa disperata, realizzando rapidamente una copia fittizia dell’oggetto tanto ambito dal suo nemico, la estrasse dalla sacca con una mano tremante e sollevandola in cielo disse:
- Quel re traditore non lo avrà mai…-
Per un istante la sfera dorata sfavillò, illuminata da quel sole così vivo, fino a quando la mano dell’elfo si serrò su di essa... così fragile, così vulnerabile.
La sfera andò in mille pezzi, con un urlo rabbioso  il suo nemico fece staccare il suo drago dal gigante verde, lasciando sulla pelle di quest’ultimo profondi segni causati dagli artigli.
Si allontanò sapendo di aver perso:  aveva fallito la sua missione e il suo maestro lo avrebbe punito  molto severamente. Questo non gli avrebbe impedito ottenere una piccola vendetta.
Il suo drago aprì le fauci e un getto di fuoco colpì al fianco il drago verde.
Normalmente le protezioni magiche avrebbero deviato o assorbito il colpo, ma necessitavano di energia per essere attivate e i due compagni oramai erano allo stremo.
In una nube di fumo e puzza di carne bruciata l’immenso drago rovinò a terra senza riuscire minimamente a controllare la discesa: abbatté numerosi alberi finché si fermò su di una piana erbosa al centro della foresta.
Il giovane Cavaliere Rinnegato guardò un’ultima volta il suo nemico sconfitto e si lasciò sfuggire un ghigno di trionfo.. subito smorzato al pensiero della punizione che avrebbe ricevuto di lì a poco per aver fallito nella sua missione primaria.
L’elfo vide il suo nemico allontanarsi, e guardò un’ultima volta il suo compagno, sentiva il suo respiro immenso farsi sempre più rado e irregolare. Arrancando raggiunse l’immensa testa del drago e il suo volto si specchiò nell’occhio di quell’amato compagno. Anni di vita trascorsi insieme, anni passati a conoscersi, ad amare e a soffrire insieme e ora entrambi sapevano che stavano per morire.
In quell’occhio intelligente non rivide solo la sua immagine, rivide anche tutto ciò che erano stati insieme, erano pronti alla morte, erano preparati, o almeno così credevano; perché nonostante la saggezza accumulata in una vita e l’essere preparati all’idea di morire, in fondo avevano paura come tutti quanti: avevano paura ad affrontare l’ignoto separatamente.
Accadde.
 L’occhio del drago perse la sua luce e il suo corpo rimase immobile, il Cavaliere aveva avvertito la perdita:  si sentiva spezzato, dilaniato, mutilato..
Come se una parte di se stesso fosse stata strappata via .. voleva raggiungerlo, voleva andare con lui, ma sapeva che aveva ancora qualcosa di fare e se non ci fosse riuscito lo spirito del suo compagno non glielo avrebbe mai perdonato.
Si reggeva a malapena in piedi ma riuscì a raggiungere un blocco di roccia: estrasse la sua spada, pronunciò alcune parole nell’Antica Lingua e la conficcò verticalmente nella roccia.
Almeno lei era al sicuro adesso:  nessun Wyrdfell avrebbe mai potuto estrarla perché solo uno Shur’tugal, un vero Cavaliere dei Draghi ci sarebbe riuscito.
Si lasciò cadere sul collo del suo compagno perchè era tempo di andare con lui per un ultimo viaggio.
Un’ultima grande avventura.. la più grande di tutte.
Lo raggiunse…
Insieme, ancora una volta.
Delle ombre si levarono dai cespugli circostanti, rapidi e silenziosi gli uomini della foresta si strinsero attorno ai due caduti.
Grandi lupi, selvaggi ma all’apparenza mansueti in vicinanza dei loro fratelli umani, si aggiravano in mezzo a loro.
Uno degli uomini, un anziano dai lunghi capelli bianchi posò una mano sul freddo corpo dell’elfo.
Mormorò una breve preghiera per lo spirito di quello strana creatura, così diversa da lui.. eppure in qualche modo simile.
Mentre i guerrieri più giovani si accalcavano timorosi attorno al grande drago verde oppure toccavano incuriositi la scintillante spada conficcata nella roccia, lo sguardo dell’anziano cadde sulla sacca di pelle portata a tracolla dall’elfo.
Con rispettosa cautela la sfilò e le sue dita ormai raggrinzite la aprirono..
Il suo contenuto avrebbe cambiato il destino del suo popolo.
Per sempre.
  
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