Lacrime. Era solo quello che vedevo. Nascevano dai miei occhi, un tempo sorridenti, e scorrevano sulle mie guance, che avevano perso il loro colore.
Dolore. Per tutti i maltrattamenti dei soldati che si divertono a giocare con la mia vecchia vita, ormai priva di ogni importanza.
Corde. Quelle che mi legavano mai e piedi, impedendomi di reagire, di scappare e di correre cercando di acchiappare quella libertà che mi era stata tolta.
Padre. Sapevo che eri lì, con Agamennone, a cercare di portarmi via. Inutilmente sei venuto fino a qua; l'Atride non cederà, non mi libererà.
Madre. Tu mi guardavi dal regno dell'Ade, bella come sempre. Senza rimpianti, perchè tu hai avuto tutto dalla vita. Tutto ciò che a me ora è stato tolto.
Crisa. La città in cui ero cresciuta era lontana. Come appartenente a un'altra vita. Una vita senza Achei. Una vita degna di essere vissuta.
Guerra. Era questa la causa della mia distruzione. Perchè gli uomini si ostinano a combattere? A massacrare migliaia di persone per motivi futili?
Elena. Per lei erano venuti gli Achei. Quella donna dalla bellezza divina era la causa del conflitto. Ma come biasimarla? Aveva solo seguito un amore.
Amore. Quello di mio padre, dei miei amici, dei miei concittadini. Mi sarebbe mancato totalmente. Non avrei mai amato, nè sarei stata amata.
Dei. Voi avete permesso tutto questo. Con che diritto decidete il destino di noi poveri mortali? Non siamo come voi. Per noi ogni attimo potrebbe essere l'ultimo. Ma i miei attimi più belli sono finiti.
Vita. Non era quella che mi aspettava, ma solo una tristissima e orribile esistenza, priva di qualsiasi libertà.
Libertà. Nessuno che la possiede può capirne l'esatto significato e la sua importanza. Se ne viene a conoscenza solo quando essa viene a mancare. Quando tutto è perduto.