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Autore: _Shadow_96    01/12/2011    4 recensioni
La musica è diventata la mia ancora di salvezza quando il mondo mi si è rivoltato contro, quando chi credevo amico mi ha deluso, quando un amore è finito o semplicemente quando mi sentivo in combutta con la società e i suoi stupidi ideali.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al di là del vetro



Oook, non chiedetemi da dove è uscita fuori perchè neanche io lo so...Sarà la febbre a rendermi triste ma avevo bisogno di scrivere, qualunque cosa...questo è ciò che ne è venuto fuori. Non fraintendete, non è una storia vera o almeno non è la mia storia.
Spero possa piacere almeno un pò, non c'è molto da dire.
Leggetela ascoltando la canzone "Al di là del Vetro" di Ludovico Einaudi mi raccomando :)
Un bacione a tutti

Maddalena <3

http://www.youtube.com/watch?v=6LxceNTx3S0&feature=related

La musica è la mia vita, lo è sempre stata e sempre lo sarà. Ricordo ancora quando mia madre da bambina mi faceva sedere accanto a lei e mi insegnava le posizioni degli accordi con pazienza e dedizione visto che non possedevo le sue dita lunghe e affusolate. Non era la mia passione, avrei preferito il basket o la danza, ma lei voleva che io scoprissi il suo mondo e per nulla al mondo l’avrei delusa. Ogni giorno tornando da scuola sapevo che l’avrei trovata seduta sul suo sgabello con un meraviglioso sorriso sul viso, ad attendermi per una nuova lezione: lei era bellissima e quando suonava lo era ancora di più poiché riusciva a trascinarti in un universo parallelo fatto di note, colori e poesia dal quale non avresti mai voluto uscire. I suoi lunghi capelli color del cioccolato ondeggiavano al ritmo della musica e il sorriso radioso che le illuminava il viso aveva il potere di strapparne uno a chiunque la ascoltasse. Non avevo mai apprezzato il dono che mi faceva fin quando non l’ho perso, fin quando non ho perso lei. Il cancro se l’è portata via a poco a poco spegnendo la sua voglia di vivere e privando me del suo grande ed incondizionato amore. È stato forse da quel momento che ho iniziato a cercare qualcosa che diventasse il mio punto fermo, il centro del mio universo, il luogo nel quale rifugiarmi per ritrovare me stessa e anche la mia mamma: ho iniziato a suonare, realmente. Ogni giorno passavo intere ore seduta al pianoforte con le lacrime agli occhi per i troppi ricordi e suonavo, suonavo e cercavo di superare il dolore che mi stringeva il cuore, mozzava il respiro, angosciava la mia anima...
La musica è diventata la mia ancora di salvezza quando il mondo mi si è rivoltato contro, quando chi credevo amico mi ha deluso, quando un amore è finito o semplicemente quando mi sentivo in combutta con la società e i suoi stupidi ideali.
Ora, seduta su questa sedia rossa, continuo a battere nervosa il piede sinistro mentre le mie dita picchettano sulle ginocchia ricreando il motivo che sto per suonare davanti alla giuria della Royal Accademy. Non credo che sarei mai venuta a questo provino se non fosse stato per mio padre e la sua grande fiducia nella sua bambina, in me.
 
“Sta tranquilla tesoro andrà tutto bene” mi sussurra all’orecchio abbracciandomi forte. Ho voglia di piangere, di prendere a calci un muro tanto sono frustrata ma voglio la mia rivincita, la voglio per mia madre.

“Ho paura papà, non voglio deluderla” bisbiglio stringendomi a uno degli uomini più importanti della mia vita.

“Non la deluderai, non l’hai mai delusa tesoro. Tua madre ti amava e credeva in te”

“Ci credo anch’io in te sorellina” sciolgo l’abbraccio con mio padre e stringo tra le braccia il mio piccolo ometto. Lui non ha sofferto molto per la perdita di sua madre perché quando è morta aveva si e no due anni ma so quanto è stato difficile comprendere che la sua mamma non sarebbe mai andata a prenderlo a scuola per portarlo al parco.

“Ti voglio bene” un braccio mi circonda la vita e un altro si posiziona intorno alle mie spalle.

“Anche noi ti vogliamo bene, Marika” afferma Federica stringendo la presa.

“Già!! Sei o non sei la nostra migliore amica?” domanda Roberta schioccandomi un bacio sulla guancia.

“Si e vi voglio un bene dell’anima” Io, Roberta e Federica ci siamo conosciute per la prima volta durante una gita scolastica e da allora non ci siamo più volute separare nonostante la differenza d’età. La porta del teatro si apre e la signorina Parodi si avvicina a me che tremo per l’ansia.

“Signorina Gardella, giusto?”

“S-si” balbetto come un’idiota stringendo tra le mani lo spartito e mi volto verso la mia famiglia “Sono la prossima, auguratemi in bocca al lupo” sospiro ricevendo un abbraccio di gruppo che però si scioglie quando qualcuno sbatte violentemente la porta, e io quel qualcuno lo conosco.

“Oh amore ti prego, dimmi che non hai già finito perché..” mi avvicino a lui e lo stringo forte, il mio Simone.

“No, non sono ancora entrata ma adesso tocca a me” lui mi scosta leggermente e si appropria delle mie labbra accarezzandomi i capelli; sa quanto mi rilassa.

“Ti amo, lo sai vero? E comunque andrà io sarò fiero di te”

“Ti amo anch’io” Stringo per qualche secondo il mio fidanzato e mi avvio verso la porta leggermente più sicura di prima. Le assi del palco scricchiolano leggermente ma cerco in tutti i modi di farmi forza “Buon pomeriggio”

“Salve. Quando vuole inizi pure, la avvisiamo che in caso di errore non avrà una seconda possibilità, dovrà ripassare l’anno prossimo” annuisco, prendo posto al pianoforte e inizio a suonare qualche accordo per sciogliere le dita.

“Sono pronta” annuiscono e fanno cenno di iniziare. Mamma ti prego stammi vicino!!
Inizio a suonare anche se all’inizio l’ansia contrae le dita poi mi lascio andare alla musica e dimentico dove sono, con chi e per cosa. Ritorno al salotto di casa mia seduta accanto a mia madre che sorride e suona con me e mi sembra tutto così perfetto che una lacrima scivola via proprio mentre concludo il pezzo e lei mi sorride“Ti voglio bene” sussurro e concludo. Per qualche secondo regna il silenzio più totale e sono tentata di fuggire via poi tutti si alzano e iniziano ad applaudire, me.

“Stupendo” commenta con le lacrime agli occhi la signora Parodi prima di stringermi forte tra le braccia “Ci vediamo a settembre” le sorrido ed esco fuori dove mi lascio andare ad un urlo di gioia. Tutti mi abbracciano forte e si congratulano con me, felici del mio successo.

“Brindiamo a Marika, la nuova stella del pianoforte” avvampo e scosto il bicchiere pronta al mio di annuncio. Subito dopo aver festeggiato ci siamo infilati in macchina e siamo andati al ristorante per concludere in grande stile.

“Prima vorrei dire una cosa…”bisbiglia Simone frugando in tasca “La nostra storia non è stata delle più facili, lo sai tu e lo so io. Eravamo così diversi che non mi rendevo conto di quanto in realtà fossimo simili e ogni giorno ringrazio il cielo di averti sentito suonare quel giorno perché è da quel momento che mi sono innamorato di te:  non dopo le uscite, non dopo i baci, non dopo aver fatto l’amore” avvampo di nuovo mentre mio padre per poco non si strozza con un sorso di vino.

“Sto bene, sto…bene” annuncia dopo un po’ sospirando; io ridacchio e torno a concentrarmi su Simone completamente rosso in viso che ora, è inginocchiato ai miei piedi.
 
“Ehm... Si insomma sei la persona migliore che potessi incontrare, dolce, affettuosa, intelligente e talentuosa, sei la donna che amo e con la quale voglio passare il resto della mia vita. Marika, vuoi sposarmi?” domanda aprendo un cofanetto blu che contiene un semplice anello con un piccolo diamante. Resto a bocca aperta e con le lacrime agli occhi guardandomi intorno; le mie amiche sorridono e mi fanno l’occhiolino complice di tutti i dubbi e le lacrime versate nell’ultima settimana “Ehm..Marika?”
 
“Si, voglio sposarti” scoppio in lacrime ma non importa perché lui mi abbraccia e mi stringe forte.
 
“Ti amo” mormora baciandomi il collo, il mio punto debole, che utilizza sempre per farmi morire quando facciamo l’amore. Tutti iniziano ad applaudire ma io li fermo alzandomi in piedi.

“Devo dire qualcosa anch’io” mio padre mi guarda con gli occhi sbarrati mormorando una preghiera tra se e se “Devo dirlo soprattutto a te Simone. Sono incinta” lancio la bomba “di due settimane” tutti mi osservano a bocca aperta.

“Uh signor” borbotta mio padre sventolandosi con un fazzoletto.

“Giura” dice Simone ad occhi spalancati.

“Giuro”lo osservo paralizzata dal terrore ma quando lui sorride e mi bacia ogni mio muscolo si scioglie: la mia vita è PERFETTA.
 
“Dio, quanto ti amo!!” quella notte quando io e Simone abbiamo fatto l’amore ho capito che nonostante tutto si può essere felici, anche nella nostra società anticonformista.  Ora, mentre lui dorme stringendomi tra le braccia osservo il cielo Al di là del Vetro e sono sicura che LEI è lì, la mia musica è lì, la mia mamma è lì.
  
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