Flake socchiuse lentamente gli occhi, tentando di concentrarsi sulla musica, soltanto sulla musica: doveva ignorare quelle iridi di ghiaccio che ora si stavano pericolosamente avvicinando a lui, la creatura perfetta che si muoveva ondeggiando appena.
D’un tratto avvertì lunghe ciocche madide di sudore accarezzare il suo sottile collo, il respiro regolare dell’altro sulla sua pelle, come una brezza leggera, una via di fuga dall’opprimente calore delle luci convulse del palcoscenico immobile.

Immediatamente il tuo respiro divenne il mio unico desiderio, il tuo cuore il mio prossimo obbiettivo, il tuo amore l’ ultimo traguardo.

E nell’istante, fu il silenzio. Persino l’aria bruciante divenne immobile.

Le labbra del cantante così delicate sul microfono, si erano appoggiate alle sue, come neve fredda su timide corolle di ninfee ancora socchiuse, in un’eternità durata il tempo di un bagliore effimero. Le braccia forti avevano circondato i suoi fianchi, le mani strette sull’esile bacino, mentre il collo si era abbandonato alle mani dell’amico per assaporare più intensamente quel breve assaggio di un paradiso lontano.

Questa canzone la dedico alle stelle, le stelle che sfiorando delicate il cosmo infinito hanno espresso il piccolo desiderio di rendermi felice, anche solo per l’attimo di un sogno.

Till, i tuoi occhi sono fatti per stare nei miei.
Per rimanere così soli tra milioni di persone, per fermare il tempo che scorre inesorabile, per ammirare il cielo immobile mentre il paesaggio corre lontano, per essere i miei sogni che diventano celeste perfezione.
Forse un giorno ci riusciremo, a rimaner noi due soli. Per parlare a quattr’occhi, per innamorarci a due anime.

Ma quando improvvisamente Till scostò il viso dal suo e lo ammirò silenzioso, smise per un attimo di respirare, tanto era il timore di poter in qualche modo affievolire la delicatezza di quel palpito, mentre una timida lacrima scorreva sulla sua pelle del bianco perfetto della neve.

Dimmi che non è un sogno, dimmi che non svanirai ancora.

-Ti amo Christian.

Un sussurro, poi un’altra canzone.

 

Scritta di getto ascoltando Let It Be *__*, ma è un delirante progetto che stava andando avanti da mooolto tempo, troppo tempo...per cui uhm.. mi scuso con tutti i fan dei Rammstein e con i due diretti interessati ma...
QUELLA foto è la causa di tutto
inoltre un ringraziamento ad Archangel 06 che sopporta quotidianamente tutte le mie deliranti storie/osservazioni su questi due bei tedeschi...e niente..vi saluto e ringrazio per aver letto questa...cosa :)