Pasticci d'Amore.
Capitolo
1.
Entrai
come al solito a controllare la mia posta elettronica e per
svuotarla. Non che ne avessi tantissime mail, ma mi stavo annoiando
terribilmente e non sapevo che fare.
Poi
notai diverse e-mail da parte di Vanessa. Aprii quella più
recente
perché mi spaventai leggendo l'oggetto. ''E'
una questione di vita o di morte. Ti prego mi devi aiutare.
Farò
quello che vuoi ma ti prego aiutami.''
Era
raro, anzi non accadeva mai che, lei – Miss perfettina, me la
posso
cavare da sola – mi chiedesse aiuto. Non l'aveva mai fatto.
Quindi
capii subito che si trattava davvero di una questione
importante.
Iniziai
a leggere il contenuto della mail. Mi aveva chiesto di prendere
subito un volo per l'Italia e che mi avrebbe spiegato il resto appena
io non fossi arrivata.
Da
quando i miei genitori avevano divorziato, mia madre decise di
trasferirsi in Francia mentre mio padre rimase in Italia. Io non
volendo lasciare mia madre da sola, decisi di andare con lei, mentre
mia gemella Vanessa era rimasta con il padre.
Parecchio
preoccupata per lo strano comportamento di mia sorella decisi di
chiamare mia sorella e di parlare direttamente con lei.
«Posso
sapere che diavolo succede?» Passai subito al sodo. Non mi
piaceva
perdere tempo.
«Ti
spiegherò quando tu sarai qui. Però adesso
prenota subito un volo
per venire qui.» Disse seria.
«Sentimi
io non prendo ordini da nessuno.»
«Per
favore,» Vanessa Galli che aveva usato per la prima volta i
termini
«Per favore.»
Senza
pensarci due volte dissi a mia sorella che sarei arrivata subito,
cioè appena possibile. Così quando mia madre
arrivò a casa le
spiegai che dovevo partire per l'Italia.
«Perché
vuoi partire così improvvisamente?» Chiese un po'
nervosa. Forse
pensava che avessi incontrato qualcuno e che magari stessi
organizzando una dolce fuga romantica con il mio lui. Se avessi mai
fatto qualcosa del genere, beh allora dovrei soffrire di qualche
patologia rarissima e impensabile. Io non avrei mai fatto salti
mortali per un ragazzo, mai e poi mai.
«Mamma
non far vagare troppo la fantasia. Vanessa ha urgente bisogno che io
vada da lei. Quindi..»
«Oh
ma lo potevi dire subito che era per tua sorella! Va bene. Ti prenoto
il biglietto, ma appena puoi torna okey?»
Così
partii per l'Italia. Non ebbi neanche il tempo di andare a casa a
sistemare i bagagli, perché Vanessa era già li
che mi aspettava
all'aeroporto.
Mentre
stavamo camminando per i centri di Bologna. «Amanda, adesso
prendi
appunti e cerca di ricordare come mi comporto chiaro? Ogni mia
parola, ogni mio gesto.» O mia sorella aveva bevuto, o era
impasticcata o aveva qualche serio di problema al cervello.
Il
mio «Eh.» Arrivò subito dopo la sua
strana richiesta.
Lei
sbuffò e spiegò velocemente tutta la
questione.
«Tu
sei fuori. Mi hai fatto venire qui. Facendomi spendere un sacco di
soldi per il biglietto d'urgenza, per una cagata del
genere!?» Urlai
incazzata.
«Amanda.
Per me è importante. Lui mi piace davvero e non voglio
perderlo.»
Disse intristendosi.
«E
allora perché se lui è così
importante. Lascia stare quella
carriera e rimani.» Cercai di farle cambiare idea ma era
inutile.
«Credimi
ho chiesto tante volte a papà di annullarmi il
viaggio.» Disse
dispiaciuta.
«Chi
troppo vuole nulla stringe.» sbottai,
«Non
so a chi chiederlo.»
Senza
volerlo o forse si, mia sorella mi convinse.
Rimasi
a fissare Vanessa e questo misterioso Davide da lontano cercando di
appuntarmi qualsiasi cosa che lei facesse e i comportamenti di
lui.
In
poche parole la misteriosa questione per cui Vanessa Galli, mi aveva
chiamato era perché dovevo essere lei per conquistare
lui.
Vanessa
mi aveva consegnato una specie di microfono che mi avrebbe permesso
ascoltare la loro conversazione. In quel momento dei strani istinti
omicidi percorrevano la mia mente e la vittima ero io.
Perché ero
troppo buona? Perché ero incapace di dire un semplice no?
Semplice
perché sono miss gentilezza in persona, che mai sarebbe
riuscita a
vedere propria sorella in ginocchio con gli occhioni da gatto con gli
stivali di Shrek.
«Davvero
cioè ti va bene se iniziamo a
frequentarci.» Chiese lei
parecchio sorpresa.
«Certo.»
Rispose un po' titubante.
Non
riuscivo a capire perché lui fosse così
distaccato e freddo nei
suoi confronti. Perché Davide aveva deciso di uscire con mia
sorella?
«Allora
tra qualche giorno parti.» disse lui.
«Già.»
rispose lei afflitta. «Non ti dimenticherai di me
vero?» Chiese
speranzosa.
«Beh
tu starai lontana. Chissà cosa succederà durante
la tua
assenza.» Rispose lui. Forse avevo capito. Davide in
realtà
aveva deciso di uscire con lei, perché credeva che
quest'estate lei
sarebbe partita. Quindi provava pena per lei?
Capivo
dal suo tono che lui cercava di essere dolce e che non voleva essere
troppo diretto per ferirla, peccato che così facendo la
illudeva.
Fantastico,
dovrò sgobbare il doppio io!
«Ma
se decidessi di rimanere qui? Che faresti? Continueremmo a
frequentarci?»
«Credo
di sì.» Rispose impulsivamente.
Magnifico,
lui aveva detto così a mia sorella solo per farle piacere.
Oh
signore! Dalla padella alla brace.
«Scusami
un attimo.» disse lei alzandosi «Torno
subito.»
Già
dall'inizio, mentre ascoltavo la conversazione mi rendevo conto che
Davide non fosse realmente interessato a mia sorella. Lo sentivo dal
suo tono di voce, i suoi sospiri afflitti.
«Amanda!» Mi
chiamò.
«Sì,»
risposi. «Sono qui.» Mi alzai da un'altra panchina
che era vicina a
quella dove erano seduti, Vanessa e Davide.
«Spero
che stai prendendo appunti e cerca di imparare ad essere come
me!»
I
due continuarono a conversare o almeno era quello che stava tentando
di fare Vanessa.
Notai
che però lui non mostrava così interesse nei suoi
confronti.
Possibile che lei, mia sorella, una ragazza svelta, non se fosse
accorta?
Possibile
che l'amore rendesse davvero ciechi? Mah per me sarebbe rimasto un
mistero.
Nella
serata appena quella sottospecie di appuntamento tra i due, finii
tentai di dire a Nessy il mio punto di vista ma ogni che lei mi
parlava di lui, le brillavano così tanto gli occhi e si
vedeva
lontano un miglio che lei era davvero felice.
«Conto
su di te.» Mi disse ancora abbracciandomi
affettuosamente.
Fu
così che lei partì. Sapevo già che
quell'estate l'avrei ricordata
per parecchio tempo.
Nei
giorni successivi cercai di mettermi in contatto con questo Torresani
Davide e riuscii a strappargli un altro appuntamento.
Era
da diversi minuti che stavo aspettando ma di Davide non si vedeva
neanche l'ombra.
«Sono
qui.» Disse affannato mentre mi raggiungeva.
«Scusami per il
ritardo non volevo.»
«Oh
non fa niente. Può succedere a chiunque di avere qualche
impegno. E
poi non stavo aspettando da tanto.» Risposi. Ma poi mi
accorsi che
Vanessa odiava essere così gentile. Controllai
immediatamente nel
mio blocco note. «Cacchio.» Esclamai.
«Che
succede?» Rispose parecchio sorpreso dal mio comportamento.
Davide
non doveva assolutamente sapere di questo.
«Ehm
niente di speciale. Stavo controllando il mio blocco note.
Per..» Che
dire?. Che inventare? «Credevo di aver dimenticato
qualcosa.» Sudai
freddo. Ero assolutamente una frana a mentire.
Lui
mi guardò parecchio perplesso ma poi mi sorrise. Era una
cosa
positiva giusto?
«Sei
strana oggi. Sicura di stare bene?»
Meraviglioso
adesso sosteneva pure che avessi - cioè che Vanessa avesse
qualche
problema di testa- fantastico. Sospirai delusa.
«Nono
io sto bene.»
«Perché
hai rinunciato al tuo viaggio? Credevo che fosse
importante.» Chiese
poco incuriosito. Si vedeva che stava fingendo.
Vanessa
mi aveva detto che se il suo principe mi avesse domandato questa
cosa, oo avrei dovuto rispondere «Perché mi-mi
piaci.»
Santo
cielo perché nei filmi era così facile dire
queste cose.
Non
mi dovrebbe dare fastidio pronunciare queste parole, però me
lo
dava. Avrei voluto dire queste parole a qualcuno che mi piacesse
davvero.
«Non
sembri tanto convinta.» Ammiccò lui.
«E'
difficile dire queste cose. Così all'improvviso.»
Balbettai io. Mi
sentii avvampare quando il suo sguardo continuava a rimanere su di
me.
«Se
non te la sentivi potevi anche non dirlo.» Replicò
freddo.
«Sì,
ma tu me l'avevi chiesto.»
Già
in questo mio primo appuntamento con lui avevo già capito
che in
realtà a Davide non piaceva Vanessa.
Era
freddo e non era affatto interessato a niente che riguardava
lei.
Non
potevo permettere che lei potesse soffrire quando io potevo fare
qualcosa per cambiare. Così la mia testolina
tentò disperatamente
di inventare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse essere pur di fare
cambiare idea a questo troglodita ritardato. Ma come si faceva a non
perdere la testa per mia sorella? Insomma, alta bella, slanciata,
fisico perfetto, bravissima nuotatrice.
«Dai
Davide andiamo al Luna park! Vedrai ci divertiremo.» Gli
dissi
prendendolo per mano.
«Si
ma io non lo so. Non me la sento.» Esitò. Non
aveva voglia. Dovevo
insistere.
«Dai
non farti pregare!» E gli sorrisi. Dovevo essere
più naturale
possibile.
Finalmente
riuscii a convincerlo. Mi sentivo stupida, più stupida della
persona
più stupida di questo mondo. Sapevo che era un controsenso,
ma io
ero il controsenso in persona.
Andammo
a diverse attrazioni del parco gioco e ci divertimmo tanto. O almeno
per me era stato così.
«Sembra
che tu non sia mai stata ad un parco giochi» Disse
lui.
«Beh
è passato tanto tempo. L'ultima volta che ci ero stata i
miei
stavano ancora insieme.»
«Capisco.»
Quella
sottospecie di primo incontro tra me e lui, non andò poi
così male.
Dovevo conquistarlo, per mia sorella. Ed era l'unica frase che
continuavo a dirmi mentalmente. Però cavoli, anche mia
sorella,
poteva scegliersi un ragazzo meno antipatico di lui!
«Ci
vedremo ancora vero?»Domandai.
Sbuffò
infastidito: «Te l'ho promesso quindi..»
«Perfetto.»
Ci
salutammo e ognuno per la propria strada! Non lo sopportavo, lo
odiavo! Come aveva fatto mia sorella ad innamorarsi di uno stronzo
che non lo cagava di striscio? Sembrava dell'assurdo che proprio io,
che avevo sempre odiato mentire, stavo diventando la miss bugiarda
dell'anno. Vanessa mi avrebbe dovuto fare una statua di
ringraziamento, come minimo.
Decidemmo
di incontrarci ancora, stavo aspettando da parecchio stavolta ma
finalmente lui arrivò.
«Ciao
Davide.» Cercavo di essere più naturale
possibile, controllai
ancora il mio blocco note dove c'erano scritte le abitudini che aveva
Vanessa. Lei odiava usare il ciao.
«Oddio
scusami.» affrettai subito a dire «Volevo
dire.,» mi
sgranchii la voce e facendo la seria e imitando Vanessa
«Buongiorno
Davide.»
Lui
naturalmente vedendo questa mia strampalata gaffe iniziò a
ridere.
Questa volta era diverso, molto diverso. Mi stavo iniziando a
preoccupare per questo suo cambiamento, forse mentre stava tornando a
casa, l'ultima volta, la sua anima era stata rapita dagli
extraterrestri. No, Amanda, frena la tua fantasia.
Offesa
del suo comportamento mi arrabbiai e lo attaccai. «Certo ridi
pure
tu! Cercavo solo di essere cordiale.» Dissi alzandomi in
punta di
piedi. A malapena riuscivo ad arrivare al suo mento. Quanto era
presuntuoso!
«Niente
tacchi oggi eh?»
Controllai
di nuovo gli appunti che mi aveva consegnato Vanessa, riguardo il suo
stile di abbigliamento. “Odio
uscire senza i tacchi” Raggelai
leggendo quella frase.
«Qualche
volta ci sta un cambiamento,» inventai. «vuoi
andare a mangiare la
pizza?” chiesi, scorgendo che era quasi mezzogiorno. Dovevamo
vederci verso le dieci ma questo pezzo di idiota che mi ritrovavo di
fronte era arrivato in ritardo. Molto in ritardo.
«Vanessa
tu odi mangiare la pizza!»
«Cosa?» Ripetei.
«Io non odio la pizza, ah no aspetta Vanessa odia la
pizza.»
«Ma
che fai? Vaneggi? Vanessa sei tu! Tu sei Vanessa Galli. Cielo, oggi
sei più strana del solito, ma sei più
simpatica.»
«E'
un complimento? Mi auguro che sia così perché se
non lo fosse ti
ritroverai a diventare pasto per i
piccioni» Esclamai.
Fece
una strana smorfia ma poi mi sorrise. Beh doveva essere un punto per
me, cioè per Vanessa. Quando tornerà
sarà felicissima di trovarsi
un ragazzo follemente innamorato di lei.
Ci
dirigemmo verso la pizzeria più vicina e ordinammo la pizza.
Lui era
parecchio sorpreso, perché a quanto pare la mia cara gemella
non
aveva mai osato mangiare quella delizia.
Mentre
aspettavamo che ci arrivassero le pizze, Davide iniziò a
chiedermi
su di me. Cioè su mia sorella, così senza che lui
se ne accorgesse
misi il prezioso blocco, con gli appunti di Vanessa e i miei che
avevo preso quando la vera Vanessa e Davide erano usciti al loro
primo e unico appuntamento insieme, sulle mie ginocchia. Qualche
volta abbassavo lo sguardo per poter leggere e ripetere che c'era
scritto, riguardo alle passioni della sorella.
«Allora
adoro nuotare, e spero che un giorno di diventare un ottima
nuotatrice.»
«Allora
la prossima volta possiamo anche nuotare insieme che ne
dici?» Oh
dannazione che gli dovevo rispondere adesso? Vanessa era bravissima a
nuotare ma io, sua sorella gemella, non ero neanche capace di stare
in galla da sola.
«Cosa
hai non stai bene? Sei impallidita così all'improvviso. Ho
detto
qualcosa di sbagliato?» Chiese premuroso. Si
alzò dalla sedia
ma subito gli dissi che era tutto apposto. «Non speravo che
saremmo
continuati ad uscire. Sai quando siamo usciti la prima volta, tu eri
parecchio distaccato. E' per questo che non mi sono sentita
bene.» Beh avevo detto una mezza bugia ma in questo
modo
riuscivo a capire se lui fosse interessato a mia sorella oppure
no.
«C'è
stato un cambiamento improvviso da parte tua. Sei diventata l'opposto
di quello che sei. Voglio continuarti a conoscere per capire se mi
stai prendendo per i fondelli o no.» Era parecchio
schietto
quando voleva esserlo. Sospirai afflitta, perché dovevo
cambiare
completamente l'idea di Davide. Dovevo fargli capire che in
realtà
la mia cara gemella era davvero fantastica.
Arrivò
la pizza e appena il cameriere la poggiò sulla tavola, la
inizia a
divorare. Sembrava davvero che non avessi mangiato da secoli,
però
cavoli non era mica colpa mia se in Francia le pizze non era no
così
buone come queste bolognesi!
«Perché
non hai mai detto che vai matta per la pizza!»
«In
realtà la mangio qualche volta proprio perché
voglio che quelle
poche volte che la mangio, sia
buonissima.» Inventai. Così
avrei risparmiato a mia sorella lo sforzo di fingere di mangiare la
pizza.
«Idea
originale.»
«Lo
so.»
Passammo
una giornata piacevole e se pensavo che l'avrei dovuto sopportare
ancora, beh mi spaventai. Un'estate che era andata a farsi
benedire.
N/A:
Ringrazio
chi è arrivato
fino a questo punto, spero di avere interessato qualcuno.
Naturalmente siamo al primo capitolo e succederanno altre tante
cosucce :D Va beh, non rompo più di tanto.
Naturalmente
accetto, molto volentieri qualche commentino e anche critiche
xD.
Boh, adesso vi lascio.
Un bacio
PiccoloKoala.