Fanfic su attori > Tom Sturridge
Segui la storia  |      
Autore: KuroiNamida_    01/12/2011    3 recensioni
Tom e Athena rimangono bloccati in un ascensore, una volta fuori che accadrà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
evento


S-piacevole evento


E anche questa era fatta. Era entrato sicuro di se, bello pulito, vestito semplice e aveva dato il meglio come sempre. Sapeva che molto probabilmente, se avesse ottenuto la parte, la sua vita sarebbe cambiata. La cosa buffa era che, il film che poteva dare la svolta alla sua carriera, parlava di vampiri, solo che questi non brillavano al sole, si coprivano solo di strani tatuaggi. Aveva fatto il provino per la parte di Erik Night che, a quanto pare, doveva essere il figo della situazione, ma lui così si sentiva ben poco.
Tom entrò nell'ascensore vuoto, selezionò il piano del parcheggio e si rilassò appoggiandosi alla parete più interna. Odiava gli ascensori affollati. Dovevi sempre sorbirti i discorsi d'altri, gli odori d'altri, il disagio d'altri, insomma era ben felice di starsene solo. Forse cantò vittoria troppo presto perché all'ottavo piano la cabina si fermò ed entrò una ragazza. Ecco bene, il primo scambio di sguardi che dicono “Salve, buon giorno”, cose di circostanza. Athena non è che non si fosse accorta del ragazzo, anzi! Ma decise di dargli le spalle, insomma erano all'ottavo piano, sperava con tutto il suo cuore che il maledetto ascensore ci mettesse il meno possibile, però doveva ammettere che aveva proprio dei bei occhi. Azzurri ghiaccio.
Tom intanto la osservava da dietro. Bassina capelli lunghi castani chiari con le punte bruciate dal sole, t-shirt  bianca, shorts in jeans e sandali. Bhè era proprio una bella ragazza, almeno dal suo fondoschiena prometteva bene. Certo che iniziava a fare davvero caldo in quell'ascensore, tra la temperatura soffocante di Los Angeles e il fatto che non vedeva una bella ragazza da...tre settimane (tempo record), la temperatura era davvero alta.
Quinto piano.
Perché l'ascensore era così lento? No davvero l'avevano manomesso? Si sicuramente , Athena sapeva  che non avrebbe dovuto prenderlo, troppa fatica a fare le scale.
Quarto piano.
Dai solo cinque piani per arrivare al parcheggio, intanto Tom si sventolava col copione osservando le spalle piccole della ragazza.
Terz.... MERDA!
«Moriremo tutti!» Athena si scagliò verso la porta dell'ascensore «Aiuto! Siamo qui! Vi prego! Non voglio morire!» e scoppiò in un pianto rovinoso e tutto fuorché composto accasciandosi a terra.
Tom non si mosse terrorizzato non tanto dal fatto d'essere bloccato in un ascensore al terzo piano, ma dall'evidente instabilità della ragazza. Deglutì rumorosamente cercando di muoversi lentamente verso la poveretta in lacrime.
«Hei...» tentò
«Ti prego salvaci!!!» si aggrappò alle gambe del ragazzo
«Calma...calma» si chinò staccando la presa «Stai tranquilla ok? È solo un piccolo blackout, è normale, sarà colpa dell'aria condizionata»
«Aria! Aria! Oddio non respirare! Non voglio morire dentro uno stupido ascensore!» e prese il volto di  Tom tappandogli la bocca.
«Hei» ora era molto meno calmo «Senti stai tranquilla respira normale ok?» le spostò i capelli dal volto sudaticcio e gonfio dal pianto. Certo che era proprio carina, gli occhi grandi facevano un po' impressione ma non era male.
«Ok» prese un lungo respiro e poi espirò, come le aveva insegnato sua madre
«Brava così» e gli sorrise. Era un sorriso dolce, infondo era così piccola e spaventata che sembrava una bambina, faceva tenerezza. Athena si limitò ad annuire convulsamente «Ora uso il telefono e avviso che siamo qui» Tom si alzò lentamente e si diresse verso l'interfono «Pronto! Salve siamo intrappolati nell'ascensore numero cinque»
«Si ci dispiace per l'enorme disagio, è saltata la corrente in tutto l'isolato non sapremo quando ritornerà, abbiamo già chiamato i vigili del fuoco, mantenete la calma»
Athena intercettò le parole del signore dall'altro capo dell'interfono e si fiondò con tale ferocia da far cadere il poveretto dagli occhi azzurro ghiaccio
«Aiuto! Siamo qui! Aiutateci!» strillò disperata
«Signorina si calmi! I soccorsi arriveranno il prima possibile» la comunicazione si chiuse bruscamente lasciando attonita e disorientata la moretta
«Moriremo lo so» si accasciò nuovamente a terra rannicchiandosi in posizione fetale arresa al suo destino, lo sapeva che non doveva prendere l'ascensore.
«Tutto bene?» chiese con un filo di voce Tom e gli scostò i capelli dal volto.
«Sapevo che dovevo prendere le scale»
«Dai capita ogni estate qualche blackout, vedrai che sono già qui»
«Dovevo prendere le scale, tra un po' i freni cederanno e moriremo tutti»
«Ma porca vacca!» il pessimismo di quella ragazza iniziava ad irritarlo e si diede anche una bella palpata scaramantica «Non pensarci, pensa ad altro....tipo alle ruote panoramiche» Athena lanciò uno sguardo tra disperazione e odio al mal capitato «Ok non ti vanno a genio gli spazzi piccoli»
«E le cose alte» precisò
«Bhè allora non potresti mai entrare in casa mia!» sghignazzò Tom riuscendo a strappare un piccolo sorriso alla piccoletta
«Dove abiti?»
«Venice»
«Davvero?» si alzò curiosa «Io lavoro la, per ora, ma spero di ampliare i miei orizzonti, se non ci sfracelliamo»
«Smettila!»la sgridò «Comunque dove lavori?» ora era curioso anche lui
«In un laboratorio si collane, orecchini cose così» si strinse nelle spalle
«Sembra interessante, ma come mai eri qua?»
«Sono venuta a consegnare dei prototipi a un'azienda che si occupa di grande distribuzione, e se tutto va bene mi assumeranno fissa...te come mai qui?»
«Un provino» sorrise per la semplicità con cui l'aveva detto, a volte si vergognava nel dirlo
«Ma allora sei un attore!» si illuminò
«Ci provo» diventò più piccolo di Athena
«Nhaaa! Secondo me sei bravo...hai già fatto qualche film?»
«In base cosa dici che sono bravo?» cavolo che non fosse finito in ascensore con una di quelle fans che fanno finta di non sapere chi sei, ed invece sanno pure quando hai dato la prima comunione?!
«Non si risponde a una domanda con un'altra domanda...comunque è perché stai mantenendo bene la situazione sotto controllo, è una dote che gli attori devono avere, secondo me» era sincera nel dirlo e spalancò gli occhi ancora di più, ma a Tom non fecero più tanta impressione, era proporzionata
«Oh bhè forse perché non sono claustrofobico...» si passò la mano tra i capelli sapendo che a lui non veniva bene come al suo compare
«Senti come dici bene la parola clastrofobico!»
«Claustrofobico...»puntualizzò
«E io che ho detto? Clastrofobico!» si animò la ragazza insieme a tutte le sue ciocche
«Ok» ridacchiò
«Comunque hai già avuto qualche parte?»
«Si qualcuna...» rimase sul vago
«Pubblicità? Anzi no tu sei più da video musicale.» tentò Athena. Rimasero in silenzio. Tom sperando che il discorso cadesse là, mentre Athena aspettando una risposta che non arrivò «Ok allora aspetterò di vederti sul grande schermo o su MTV e dire “Io quello lo conosco!” sempre se non ci sfracelliamo!»
«Ma tu non dovresti essere tipo in stato di shock?» chiese divertito
«Lo sono, sono nervosa e parlo tanto!»
«Comunque io sono Tom» tese la mano senza sapere il perché. Di solito non era lui a fare la prima mossa, ma quella ragazza gli ispirava tenerezza, come se sentisse l'esigenza di proteggerla, e sotto sotto gli piaceva quella sensazione.
«Athena» gli strinse la mano «Si lo so...» disse preventivamente
«Cosa?» chiese confuso
«E' un nome bellissimo lo so, originale, insolito e tutto il resto»
«Sei modesta!» si lasciò andare in una risata di pure cuore che contagiò anche la ragazza, mentre le loro mani continuavano a rimanere unite. Era piacevole, entrambi lo pensavano, ma non lo sapevano che erano d'accordo su ciò e quindi, leggermente imbarazzati, mollarono la presa.
«Signori state bene?» chiese la voce dall'interfono. Tom si alzò come un bravo gentiluomo
«Si tutto ok»
«La signorina sta bene?»
«Si, si è tranquillizzata, tra quando arriveranno i soccorsi?»
«Tra non meno di una mezz'ora, ci scusiamo per il grande disagio»
«Ok» Tom si girò per controllare la reazione di Athena alla notizia, era agitata, ma si contenne per quanto le fosse possibile «Fate presto la ragazza è claustrofobica»
«Senz'altro» la comunicazione si interruppe
«Allora...» iniziò il ragazzo
«Si! Ho sentito ok!» lo interruppe subito
«Allora hai sorelle o fratelli?» fu la prima cosa che gli venne in mente, sapeva che doveva distrarla e oltretutto con la parlantina che aveva la moretta trovare un discorso che non si consumasse subito sembrava difficile
«Si, No!» prese un gran respiro «No sono figlia unica, mia mamma voleva un secondo figlio e mi chiese pure che ne pensassi, ma ero troppo viziata per dire di si, cioè un fratellino che poi mi avrebbe costretta a dividere la stanza dei giochi?! Assolutamente no!»
«Avevi una stanza dei giochi?!» chiese incredulo
«Si bhè...non mi facevo mancare nulla» si strinse nelle spalle «Tu da quanto sei a Los Angeles?»
«Si sente tanto l'accento?»
«Ma questo vizio di rispondere con altre domande? Comunque si, ma non è male»
«Scusa hai ragione» ridacchiò «da due mesi ormai, ogni tanto torno a Londra»
«Di Londra Londra?»
«Già...» per un po' calò il silenzio. Tom volò con i pensieri alla sua uggiosa e soprattutto fresca città, mentre Athena pensava solo a quanto caldo facesse la dentro
«Ok devo fare una cosa, non ce la faccio più!» disse la ragazza con voce strana, imbarazzata.
«Cosa?» ecco lo sapeva ora gli avrebbe detto che lo conosceva e che aveva calcolato tutto, Rob gli aveva messo troppe paranoie
«Però allontanati in po', distanze prego» gli fece con le mani il gesto di allontanarsi. Meno allarmato Tom si allontanò un po', l'ascensore era abbastanza grande, ma comunque una vena di preoccupazione c'era...era sempre in cabina con...lei.
Quando le distanza furono ben definite Athena si tolse con disinvoltura la maglietta e poi con altrettanta scioltezza si legò i lunghi capelli. Ora il ragazzo aveva ancora più caldo e deglutì rumorosamente
«Sai che ridere se sei un porno-divo!» disse scherzando la ragazza. Non le dava fastidio mostrarsi così, in fondo era come stare in costume
«N-no...»
«Fai finta che siamo in costume dentro una sauna ok?» cercò di convincere anche se stessa, anche se non le dava fastidio stare in reggiseno, la situazione era abbastanza promiscua
«Allora favorisco pure io» e così facendo si tolse la sua t-shirt con scritto “Save a tree drink a beer” regalo di alcune fans Italiane.
«Certo che sei bianco» constatò Athena
«Si bhè...sono inglese!» si giustificò facendo ridere la compagna di sventura
«Allora se usciremo vivi da qua...» Tom l'ammonì subito con lo sguardo «...ok ok...Quando usciremo da qua, facciamo una giornata in spiaggia ok?»
«Come vuoi, ma devo mettermi una protezione 50 per scottarmi per poi tornare bianco»
«Pessimista!» si allungò per dargli un pugno sulla spalla
«Io?!» la prese per il braccio per poi intrappolargli la testa e spettinarla tutta. Tra le risate si accorsero a malapena del sussulto dell'ascensore. Le luci si riaccesero e il getto d'aria fresca riprese a funzionare a dovere. Si alzarono leggermente imbarazzati rimettendosi le magliette.
Secondo piano.
«Grazie sai...» Athena gli diede un altro buffo timido sulla spalla
«Tranquilla dovere» le sorrise timidamente. Ora che erano uno affianco all'altro Tom si rese conto di quando piccola fosse «Ma quanti anni hai?» chiese senza pensarci molto
«Venti e si lo so, sembro più piccola, tipo sedici anni»
«Si» gli scompigliò i capelli
Primo piano.
«Bhè nella botte piccola ci sta il vino buono no?» e per la prima gli lanciò uno sguardo malizioso
«Si ma non nel tappo» e così dicendo mandò a frantumi ogni aspettativa della ragazza, lasciandosi anche in una risata canzonatrice
«Non sei simpatico...anzi non sai neppure recitare!» e fece finta di offendersi
Piano terra.
«Dai scherzavo!» gli accarezzò la spalla con le punte delle dita. Le porte si aprirono e il freddo del parcheggio portò una ventata d'aria ai polmoni della ragazza.
«Ok ti perdono! E ci si vede!» si girò andando verso la sua macchina lasciando Tom solo come un allocco
«Ma ci si rivede?» chiese a voce alta
«055-027462» e sparì dietro la colonna
«Athena non ho ho capito!!! 055???» alzò la voce ma non ottenne risposta. Si decise a muoversi ma il parcheggio era pieno di SUV e altri macchinoni enormi e lei era talmente bassa che non la si vedeva. Intanto la piccoletta sghignazzava tra le macchine raggiungendo la sua vettura.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Sturridge / Vai alla pagina dell'autore: KuroiNamida_