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Autore: emme30    02/12/2011    8 recensioni
E' passato un mese da quando lui ti ha detto che non ha più bisogno di te nella sua vita.
Può un mese cancellare tre anni di vita insieme?
Tre anni di Ti amo e ti amerò per sempre. Tre anni di sei la mia vita e tre anni di sei un cretino non hai capito un cazzo quello là non mi stava facendo gli occhi dolci.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' passato un mese da quando lui ti ha detto che non ha più bisogno di te nella sua vita.
Può un mese cancellare tre anni di vita insieme?
Tre anni di Ti amo e ti amerò per sempre. Tre anni di sei la mia vita e tre anni di sei un cretino non hai capito un cazzo quello là non mi stava facendo gli occhi dolci.
Tre anni di sorrisi, risate, pianti, amore, vita.
La risposta non ti coglie di sorpresa, la vedi lampeggiare davanti a te come l'insegna malandata di un negozio di periferia. La distingui in modo nitido e chiaro, e ti fa paura.
Perchè è passato un mese ed è come se non fosse passato neanche un giorno.
Perchè hai passato un mese a provare ad abituarti all'idea che quando ti svegli non hai più il suo messaggio del buongiorno ad allietare la giornata, eppure ogni mattina guardi ancora lo schermo del cellulare e distogli lo sguardo subito dopo, al ricordo che no, non riceverai più quel messaggio.
Perchè nell'ultimo mese hai pensato più e più volte di aver perso il piccolo anello argentato che avevi all'anulare della mano sinistra, ma poi ti ricordi che no, non è più quello il suo posto.
Perchè nell'ultimo mese tutte le persone che ti vogliono bene hanno cercato la disperazione e le lacrime nel tuo sguardo, trovando sempre un sorriso un po' falso, perchè in fondo le lacrime le tieni per la notte.
Perchè la tua camera sembra un po' spoglia senza le sue foto alle pareti, e la rosa che ti ha regalato il vostro primo San Valentino insieme che hai tolto per evitare di farti del male, ma in realtà quegli spazi vuoti sono le prime cose che guardi ogni volta entrato in camera.
Perchè hai paura a guardare i tuoi telefilm preferiti, hai paura al pensiero che anche lui li starà guardando ma la sua risata per qualche battuta divertente non arriverà mai alle tue orecchie.
E mentre pensi a tutto quello che ti stai perdendo piangi lacrime amare, che scivolano lentamente lungo le guance e finiscono sul cuscino ogni notte, perchè il letto in quell'ultimo mese è sempre stato troppo freddo e troppo vuoto.
Pensi a tutte le volte che ti lamentavi che un letto a una piazza era troppo piccolo per due persone, e quando lui si addormentava dopo aver fatto l'amore lo coprivi con un lenzuolo e andavi a dormire sul divano perchè eri stanco ma non avevi la forza di svegliarlo, per poi ritrovarlo la mattina avvinghiato a te tra il plaid sul sofà in soggiorno perchè gli mancavi.
Pensi a tutte le volte che facevi gli incubi e ti svegliavi di soprassalto, e trovavi sempre due braccia calde ad accoglierti e un bacio sulla fronte che voleva dire Non ti preoccupare, ci sono qui io adesso, e ti fidavi, e stavi bene.
Ti ricordi di quella volta che avevi fatto quell'incubo bruttissimo che ti aveva fatto venire il magone, nel quale lui non era più al tuo fianco, ma poi lo avevi cercato tra le lenzuola e la sua mano era lì, pronta ad intrecciare le dita con la tua, e ti eri tranquillizzato, perchè in fondo era soltanto un incubo.
Adesso hai paura dei sogni.
Perchè nei tuoi sogni lui è ancora lì a sorriderti, a morderti il braccio e farti il solletico, a dirti che ti ama e che rimarrete insieme per sempre.
E poi ti svegli, cerchi la sua mano, ma il letto è freddo, e ti accorgi che sei da solo, che non c'è nessuno pronto ad abbracciarti e a dirti che le cose andranno meglio.
E piangi, perchè piangere è facile, semplice, sicuro. E' sicuramente più facile che strapparsi il cuore dal petto per via di tutto questo dolore.
Un dolore continuo, che non passa mai, che hai sempre in testa e nel petto anche quando ridi con gli amici o con tuo fratello scemo che al tavolo della cena ti fa ridere prendendo in giro i vostri genitori.
Dolore che nascondi, perchè non ti piace far vedere quanto stai male, non ti piace far vedere agli altri che hai bisogno di essere compatito e consolato.
Perchè quando dici in giro che lui ti ha lasciato tutti ti guardano con la stessa espressione, quell'espressione che odi e che ti fa stare ancora più male, perchè sai che le lacrime sono lì, in attesa che qualcuno mostri un minimo segno di volerti consolare per farti crollare. E allora sorridi, fai finta di niente, quasi ci scherzi su. Ripeti frasi fatte come "sono cose che succedono", o "si vede che non era destino", e tutte le cazzate che ti passano per la testa per evitare che qualcuno provi a consolarti.
E così non lo dici a nessuno.
Tieni tutto il tuo dolore dentro, fai finta che non esista, che non sia vero.
Non riesci neanche a chiamarlo ex. Quando ne parli, ogni volta che lo devi nominare, magari con qualcuno che non lo conosceva bene, hai un attimo di imbarazzo, perchè vorresti dire ex, ma in realtà non puoi, e allora lo dici a bassa voce, perchè così magari non sembra vero.
Certi giorni, quando hai passato una nottata particolarmente brutta perso nei ricordi di quello che sarebbe stato, hai paura di uscire di casa, non perchè potresti vederlo, sai di non essere così fortunato, ma sono gli altri a farti paura.
La coppietta che si abbraccia alla fermata della metro ti fa paura, quella che cammina sorridente mano nella mano davanti a te quando esci dal bar, quella che vedi davanti all'università mentre corri a lezione o quella che vedi scherzare quando vai a fare shopping con qualche amica.
Perchè pensi che anche voi eravate così. E vi amavate così.
E pensi che nonostante sia passato un mese che non senti la sua voce per te è ancora così, ma per lui no.
Lui ti ha detto che non potevate più stare insieme, lui ti ha detto che i sentimenti che provava per te non esistono più.
Gli stessi sentimenti che a distanza di un mese rimbombano ancora nel tuo cuore. Silenziosi, inascoltati, messi da parte. Perchè tutti ti hanno detto di non pensarci, tutti ti hanno detto di distrarti, ti hanno detto di fare altro, e tu così hai fatto.
Hai risposto che andava tutto bene quando ti chiedevano come stavi.
Hai scherzato quando le tue amiche ti hanno proposto di uscire a rimorchiare.
Hai sorriso ogni volta che avresti voluto piangere.
E alla fine del mese credi davvero di stare bene, perchè non piangi più, le tue migliori amiche ti vedono meglio, i tuoi genitori non ti chiedono più con aria preoccupata se l'hai sentito, e tu, beh, tu non ci pensi.
Ma basta davvero poco a farti credere il contrario, basta poco a distruggere il lavoro di un mese nel provare ad accettare che gli ultimi tre anni della tua vita sono ancora in piedi nonostante siano stati completamente dedicati a qualcuno che è sparito come una nuvola di fumo.
Vedi che scherza su facebook con i suoi – che adesso sono anche tuoi – amici, e gli propone di andare a Parigi e di stare a casa di suo zio che ha un appartamento in centro.
E in quel momento, quando leggi quelle parole sullo schermo del computer senti il dolore di un mese esplodere nel petto. Perchè quel viaggio era il vostro.
Perchè avevate passato i pomeriggi a parlare di quando avrete passeggiato per Montmartre in mezzo ai pittori, o di quando ti avrebbe portato a passeggiare lungo la Senna, o di quando ti avrebbe baciato sotto lo Tour Eiffel. Perchè te lo aveva promesso, e tu ci contavi.
E adesso lui sta pianificando la sua vita senza contare te, senza pensare a voi e la cosa ti distrugge così tanto da farti tornare al momento in cui ti ha guardato negli occhi e ti ha detto che non ti ama più.
Il momento in cui hai sentito il cuore spezzarsi in migliaia di piccoli pezzi.
E senti di nuovo il dolore tornare, aspro e pungente.
E stai male.
E non sai cosa fare per smettere di soffrire così tanto.
E piangi, perchè piangere è semplice.
   
 
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