Si accese una sigaretta e si accoviacciò meglio, stringendosi la giacca nera attorno al collo.
Lì, sul pennone più alto, il vento soffiava forte e il freddo della notte iniziava a farsi sentire.
Sanji sbuffò il fumo della sigaretta leggermente imbronciato.
Ogni volta che erano i suoi compagni a dover fare il turno di guardia, lui provvedeva sempre a preparare degli spuntini e si arrampicava sulla lunga scala per portarli.
Invece, ora che era lui a dover svolgere l'igrato compito, nessuno che si degnasse di farsi vivo.
Aveva appena finito di formulare quei pensieri quando sentì il famigliare rumore metallico delle spade di Zoro che battevano le une contro le altre, mentre lo spadaccino si arrampicava per raggiungerlo.
Quando Zoro fu finalmente arrivato, non disse nulla, ma si limitò a lanciargli un panino posato su di un piatto.
Sanji lo afferrò senza ringraziare e Zoro si accomodò dirimpetto a lui, chiudendo gli occhi in attesa che l'altro mangiasse.
Nessuno dei due fiatò e ,quando il cuoco ebbe finito di consumare lo spuntino, Zoro si riprese il piatto e, come era arrivato, se ne andò.
Sanji non lo avrebbe mai ammesso ma quel panino, con delle fette di prosciutto malamente tagliate, dei pomodori che avevano bagnato completamente la mollica e troppa salsa per condire il tutto... Era il panino più buono che avesse mai mangiato.

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:

Partecipante alla Challenge de Il Giro dell'Oca

Con il prompt 16: I silenzi che mettono a disagio... Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate, per sentirci più a nostro agio? [...] È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.(Pulp Fiction)