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Autore: Sparrowhawk    03/12/2011    9 recensioni
[Tekken: Jin Kazama x Ling Xiaoyu]
«…un bacio.» gli aveva detto, timidamente «Voglio un bacio.»
Deglutì, ponderando quella piccola, innocente richiesta.
I suoi occhi, i quali erano rimasti rossi sino ad allora, tornarono di un nero pece intenso a guardarla.
Un bacio. Solo questo.
Un bacio e lei era felice.
Quella, senza dubbio, era l’ennesima dimostrazione di quanto fossero diversi loro due. Jin non si capacitava di come, uno tanto crudele come lui, si fosse ritrovato a far perdere la testa ad un angelo come Ling.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Sei solo mia
Fandom: Tekken
Personaggi: Jin Kazama; Ling Xiaoyu - Hworang, Lars (citati)
Rating: Arancione (mettiamo le mani avanti)
Genere: Fluff; Romantico; Erotico
Altro: One shot; Het; Lime
Note: Ho messo Arancione per convenienza e Lime perché non la trovo descritta poi così tanto nel dettaglio. Dopo, semmai, sono dispostissima a cambiare. ù.ù Godetevela!




Sei solo mia

Lei doveva essere solo sua.

Jin continuava a ripeterselo mentre, carezzando ogni centimetro del suo corpo inquieto, la osservava con occhi seri, fin troppo se considerato il momento che stavano condividendo.

Non gli era mai successo di desiderare così tanto una persona, al punto tale di sentirsi mancare l’aria ogni qual volta non poteva averla accanto. Ricordava con rammarico i giorni in cui, Xiaoyu, non era altri che una semplice compagna di scuola per lui, un’amica forse, ma non certo qualcuno di veramente importante. La verità era che non le aveva mai dato l’importanza che, invece, se ne rendeva conto solo ora, aveva sempre meritato: quella ragazza, da sola, aveva rappresentato l’ultima debole luce all’interno della sua buia esistenza, l’ultimo baluardo a resistere a tutto l’odio che, da anni, gli straripava dal petto rifluendo in ogni sua azione.

Tutti lo avevano abbandonato, si erano arresi di fronte al muro che si era costruito attorno, duro ed invalicabile quanto la muraglia cinese. Tutti, ma non lei.

Xiaoyu aveva resistito.

Xiaoyu lo aveva cercato in lungo ed in largo, solo per poterlo aiutare. Per tirarlo fuori dalla sua stessa disperazione.

Xiaoyu lo aveva amato, sempre, perdonandogli ogni cosa.

E ora era lì, a ricambiare i suoi baci, a stringerlo forte in un abbraccio che non ammetteva più scuse.

Poteva, Jin, ignorare tanta perseveranza?

«J-Jin…»

Alzò gli occhi per incontrare quelli di lei e, abbozzando appena un sorriso, si avvicinò piano per baciare le sue guance rosse di imbarazzo. Le loro mani, intrecciate, erano poggiate contro al muro. I loro corpi, così vicini, continuavano a sfiorarsi lentamente. Dolorosamente.

«…Jin…»

Sapeva di starla mettendo in una difficile situazione, però non riusciva a fermarsi. Voleva vedere ancora quelle gote arrossate, voleva sentire ancora quella voce timida e dolce in cui, se lo sentiva, avrebbe potuto perdersi. Gli piaceva sentirla mentre pronunciava il suo nome, era un po’ come se improvvisamente acquisisse tutto un nuovo significato. Come se, per lei, fosse la cosa più importante del mondo.

Raggiunse le sue labbra per l’ennesima volta, schiudendole, assaporando la bocca di Xiaoyu piano, dolcemente, deciso a non farla spaventare proprio ora che aveva compreso cosa significava la sua presenza per lui. Non poteva più permettersi il lusso di comportarsi come uno sciocco, doveva essere furbo, ma soprattutto paziente: Jin non era nuovo all’universo carnale, mentre lei, come era evidente dalle sue espressioni sorprese, non sapeva assolutamente che pesci prendere. Quella non era la loro prima volta, però la sua insicurezza rimaneva. Aveva sempre il terrore di fare qualcosa di sbagliato, di mettere un piede in fallo, di non essere assolutamente all’altezza della situazione. Come al solito si stava facendo guidare, mansueta, innamorata persa dell’uomo che ora le stava dimostrando tutto l’amore che mai prima di allora si sarebbe aspettata da parte sua.

«Jin…» ripeté ancora, guardandolo negli occhi, le guance così calde ora «…si accorgeranno della tua assenza …»

Lui sorrise, scuotendo appena il capo.

Era vero, il salone al piano di sotto era gremito di persone, tutte vestite a festa per celebrare la sua ascesa al potere: i suoi sottoposti, i suoi bracci destri, perfino coloro che un tempo si erano detti suoi nemici mortali, ora, erano riuniti per congratularsi con lui. Bevevano champagne, ridevano, scherzavano, si divertivano ballando sulle note melodiose della piccola orchestra che aveva affittato per la serata. Quella era il suo giorno, suo e di nessun altro. Lo aveva atteso per anni, faticando come un matto per poterlo vivere, ma adesso non gli dava più l’idea di essere tanto importante.

Non quando aveva modo di incrociare lo sguardo con la persona che amava.

«Xiaoyu» disse, staccando una delle mani unite alle sue e portandole sul petto di lei, passandola infine sulla sua schiena, dove la lampo dell’abito scuro della ragazza sembrava chiamarlo a gran voce «ora come ora non mi importa niente dei miei invitati.»

Cominciò ad abbassarla, pianissimo.

«Anzi, forse mi sto sbagliando…»

Prese a baciarle il collo, divertito dal leggero tremore da parte sua.

«…di un’invitata in particolare mi importa.»

Aperta del tutto la cerniera, non gli ci volle molto per far scendere di qualche centimetro il corpetto, scoprendo il reggipetto senza spalline che stava sotto. Era bianco, ricamato, ed un piccolo fiocco azzurro cielo campava al centro, tipico segno distintivo della sua piccola, adorabile Xiaoyu.

Jin, dal collo, scese sul suo petto con le labbra, posando piccoli bacini qui e lì, come a voler saggiare il terreno prima di fare qualsiasi altra cosa con lei.

«La tua pelle è calda.» mormorò, sorpreso.

«È...è perché tu mi stai…»

Ecco, quello era in assoluto il momento che preferiva: quando Xiaoyu si lasciava sfuggire quella vocina, incrinata dall’emozione, il suo cuore cominciava a battere così forte da fargli quasi male. Si riempiva di calore, d’affetto, diventando così grande che quasi sarebbe potuto scoppiare.

Era felice quando ciò succedeva. Felice come non mai.

«Ti sto…cosa?» chiese, ridendo, le mani che, audaci, si intrufolavano sotto l’abito di lei, sollevando quella grande gonna a balze.

Lei non riuscì a rispondere, presa com’era dalle azioni di Jin: lo guardò aprendo la bocca, come a voler dire qualcosa, ma senza esserne capace. Quelle dita la stavano carezzando con così tanta abilità in posti che la facevano letteralmente impazzire, in luoghi che solo lui, solo il suo Jin, aveva avuto il permesso di raggiungere. In quel momento avrebbe con piacere ceduto alla tentazione di donargli tutto di sé, come già aveva fatto, ma, quando le mani che tato adorava arrivarono a sfiorare un punto troppo delicato, la paura ebbe il sopravvento e le gambe di Xiaoyu cedettero. Se non ci fosse stato Jin, con la sua solita impeccabile agilità, a sollevarla fra le braccia, allora probabilmente sarebbe caduta rovinosamente in terra.

Lui, senza smettere neanche per un attimo di esibire quella compiaciuta espressione sul proprio volto. La condusse sul divano, facendola sdraiare sotto di sé prima di tornare a donarle tutte le sue più passionali attenzioni. Avrebbe davvero voluto mangiarla, tanto era stupenda: ad ogni suo tocco reagiva repentinamente, socchiudendo gli occhi, emettendo quei dolci sospiri, facendo diventare quelle guance ancora più rosse di quanto già non fossero state in precedenza. Era sempre piacevole osservarla, Jin non avrebbe mai smesso di trovarla adorabile.

«A-Aspetta…» pigolò improvvisamente Xiaoyu, posando le mani sulle spalle per bloccarlo. Faceva fatica anche a guardarlo in faccia, la poveretta, eppure stava dando fondo a tutto il suo coraggio per riuscirci. «…anche io voglio…»

«…vuoi?»

«Voglio…voglio f-farti stare…bene…»

Il suo uomo, dapprima perplesso, le lasciò campo libero permettendole di mettersi seduta di fronte a lui, lo sguardo basso e gli occhi lucidi. Ancora una volta si fermò ad osservarla, studiando ogni suo più piccolo movimento, ogni ruga d’espressione del suo bellissimo e candido volto. E mentre lei sentiva quegli occhi neri puntati addosso, si convinse a togliergli la giacca, passando poi al nodo della cravatta scura. Impacciata la slacciò, mordendosi un labbro non appena ebbe modo di concentrarsi sulla sua camicia, di fattura pregiata e decisamente più costosa di tutti gli abiti che erano contenuti nel suo armadio a casa. Fece passare ogni bottone nella propria asola ma, purtroppo, proprio a metà del lavoro ecco che l’ansia cominciò a sopraffarla.

Allora, inaspettatamente, Jin le prese entrambe le mani e le portò vicino alla bocca, baciandole.

«Le tue mani tremano…» esordì, in un mormorio sommesso «…che cosa carina.»

No.

Era nuovamente in errore.

Non erano quelle mani o quella reazione ad essere carine. Xiaoyu lo era. Carina quanto niente e nessuno avrebbe mai potuto essere. Carina al punto tale da farlo impazzire di desiderio.

Tornò a sospingerla all’indietro, costringendola sotto di sé con rinnovata frenesia e passione.

Dio, quanto la voleva. Non poteva più resistere, non ce l’avrebbe fatta a-

Drin Drin, Drin Drin!

Jin imprecò mentalmente e, rialzandosi quasi a fatica da quella fantastica posizione, frugò un attimo nelle tasche dei pantaloni apposta per trovare il fautore di tanto disturbo: in un secondo, riavviandosi i capelli con un mano, ancora imprigionato fra le gambe della sua adorata principessa, il ragazzo proferì un quanto mai scocciato:

«Sono alquanto indaffarato, al momento. Ti pregherei di essere esauriente.»

All’altro capo della cornetta c’era Lars, al solito preoccupato per non si sapeva quale motivo. Aveva sempre trovato alquanto seccante quel suo modo di fare, sempre pronto a dare di matto per ogni più piccola cosa quando, ad onor del vero, non c’era nessun motivo per disperare. Possedeva un gran cuore, quell’uomo, Jin lo sapeva, ma standogli accanto aveva ben presto capito che, prima o poi, si sarebbero trovati in disaccordo su molte cose.

Già la sua linea di condotta, se lo sentiva, non era poi molto apprezzata dal suo compagno.

Troppa violenza lo aveva portato dove stava ora, ai vertici del potere mondiale.

«Dove si è cacciato, Boss?»

«Sono di sopra, perché?»

«Tutti si stanno chiedendo che fina ha fatto.» rispose l’altro «Inutile dire che anche l’assenza della piccola Ling non è passata inosservata.»

La piccola Ling.

Jin non poté non storcere il naso dinanzi a questa frase.

Il fatto che Xiaoyu fosse socievole e solare con tutti non era un mistero eppure, geloso com’era, la cosa non tardava mai a dargli fastidio. Strinse la mano sul cellulare, rischiando perfino di romperlo mentre il potere del suo demone personale prese a scorrergli nelle vene con la sua solita prepotenza. Gli occhi, dapprima scuri, divennero di un rosso intenso quando ebbe la capacità di tornare a parlare. Anche Xiaoyu, dalla sua posizione, notò quel cambiamento. Rabbrividì, conoscendo cosa significava quello sguardo.

Rabbia.

Odio.

Ecco cosa.

«…lei è con me, infatti.» disse infine, ghignando «Qualcuno la cerca?»

La voce di Lars, adesso, apparve meno sicura.

«Suo nonno è qui, assieme al vostro amico Hworang.»

Chiamalo amico.

Quello era solo un altro che aveva messo gli occhi sulla sua ragazza.

«Dicono che se ne devono andare e vorrebbero salutarla, ecco.»

Annuì, passando il telefono a lei praticamente riluttante.

L’idea di essere stato interrotto per un motivo tanto futile lo irritava, ma mai e poi mai avrebbe fatto un torto a Xiaoyu. Avrebbe certamente pianto, o comunque gli avrebbe tenuto il muso, se mai avesse saputo che aveva deciso di non farle salutare l’ultimo parente stretto che le rimaneva e l’amico di sempre.

Rimase però di fronte a lei, trattenendo a stento la gelosia quando la vide sorridere per la voce di non si sapeva quale conoscente.

«Certo che sì, ci vedremo domani di sicuro!»

Non doveva sorridere, non per le parole di un altro.

«Stupido, ma che stai dicendo?!»

Non doveva arrossire, non quando non era lui a causargli tale reazione.

«Anche io non vedo l’ora.»

Non doveva apparire serena e felice, non se non stava avendo a che fare con lui.

Vinto dall’ira si intrufolò nuovamente fra le sue gambe e, strappandole un piccolo urlo di sorpresa mentre tornava a sovrastarla, riprese a baciarla sul petto, togliendo ben preso di mezzo il suo reggiseno. Affondò il viso nel petto di lei, dedicando labbra e lingua ad uno dei seni, vorace come non si era mai permesso di essere, in quelle situazioni, con Xiaoyu. Stava sbagliando, la gelosia non era un buon motivo per metterla in una posizione tanto difficile, ma visto che ad ogni sua azione corrispondeva un gemito strozzato della giovane, Jin non riuscì davvero a trattenersi.

Con difficoltà, Xiaoyu tentò in tutti i modi di mantenere a livello minimo ogni gemito, continuando ad ascoltare le parole di Hworang senza più la stessa partecipazione di poco prima: era attenta, sì, però non al discorso che stava intavolando l’amico, quanto più al desiderio di non farsi scoprire in quelle condizioni da lui. Non voleva che pensasse che era una poco di buono. Non le andava che cominciasse a guardarla in modo diverso, giudicandola.

Non lo avrebbe sopportato.

Una simile vergogna sarebbe stata troppo, perfino per lei.

Nell’attimo stesso in cui, finalmente, quella dannata conversazione telefonica venne interrotta con un “ci vediamo” da parte dell’altro ed un “c-certo….!” da parte sua, ecco che la piccina lasciò cadere sul pavimento il telefono, il corpicino percorso da fremiti dovuti ai singhiozzi. Si portò le mani agli occhi, stropicciandoseli e cercando in tutti i modi di fermare le lacrime.

«Stu-Stupido!» strillò «Ho avuto…tanta paura…! Come hai potuto…?! E se…ci avessero scoperti…?»

Jin alzò le spalle, sollevandosi e prendendole i polsi. Li portò ai lati della sua testa, posata fra i cuscini, guardandola con tutta la sicurezza che possedeva: personalmente non gli importava che qualcuno sapesse che cosa, lui e Xiaoyu, facevano di tanto. Erano innamorati? Stavano insieme? Il mondo poteva anche conoscere le loro abitudini sessuali per quello che lo riguardava, fintanto che a queste due domande veniva dato un responso positivo.

«Secondo me già lo sanno.» rispose, sorridendo malevolo «Già sanno cosa mi permetti di fare.»

«Bu-Bugiardo!»

Lui fece di no con la testa, tornando a baciarle il collo.

«Lo sanno…» continuò «…te lo dico io.»

«Smettila…»

«Vuoi che smetta…?»

«S-Sì.»

Alzò le mani in alto, mettendosi seduto, le gambe della ragazza nuovamente ad imprigionarlo nel loro giogo.

«Bene allora. Visto che ti da tanto fastidio, la smetterò.»

Xiaoyu, a sentirgli dire questo, proruppe in un “NO!” supplicante, che subito la costrinse a sperare che la terra la inghiottisse tanto si sentiva in imbarazzo.

Lo vide ridere, ridere di gusto nel rendersi conto che, evidentemente, le sue attenzioni non le davano poi così tanto fastidio. Anzi, le piacevano, le voleva tanto quanto lui voleva donargliele. Possibile che, lei, si ostinasse sempre a fare la sostenuta quando si ritrovavano a tanto così dal godere l’uno del calore dell’altra?

«No?» disse ancora lui, senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione «E allora dimmi, cosa desideri che io faccia?»

A dire il vero era pronto a riprendere da dove aveva lasciato poco fa, contro a quel muro, quando gli era mancato poco per raggiungere la parte più intima di lei con le dita, agili ed esperte, ma nell’istante stesso in cui Xiaoyu gli rispose l’universo intero sembrò fermarsi.

«…un bacio.» gli aveva detto, timidamente «Voglio un bacio.»

Deglutì, ponderando quella piccola, innocente richiesta.

I suoi occhi, i quali erano rimasti rossi sino ad allora, tornarono di un nero pece intenso a guardarla.

Un bacio. Solo questo.

Un bacio e lei era felice.

Quella, senza dubbio, era l’ennesima dimostrazione di quanto fossero diversi loro due. Jin non si capacitava di come, uno tanto crudele come lui, si fosse ritrovato a far perdere la testa ad un angelo come Ling.

Già, Ling, perché era quello il suo nome. Non lo usava mai per paura di non essere degno, per timore che stonasse se pronunciato dalle sue labbra.

«…vuoi una bacio…?» chiese ancora «Un bacio…da me?»

Non fraintendiamoci, di baci se ne erano scambiati a centinai anche nell’ultima ora, però adesso c’era qualcosa di grosso a premere sul suo petto, schiacciandolo. Il timore di aver preso un abbaglio, di essere nuovamente imbrogliato lo stava attanagliando. Sentiva, dentro di sé, crescere un sentimento sempre più grande per Ling, un trasporto che andava ben oltre la semplice attrazione. Oltre al desiderio di non essere più solo.

La amava.

La amava davvero e non poteva più negarlo a se stesso.

Basta bugie. Basta sarcasmo.

«Io, che sono così sbagliato per te. Vuoi un bacio da me.»

L’ultima persona che aveva amato, per quanto quello fosse di certo una cosa differente, era stata sua madre. Le aveva voluto un bene dell’anima e poi, così, da un giorno all’altro, gliela avevano portata via. Era svanita nel nulla, lasciandolo nel buio, immerso nella disperazione. L’idea che questo potesse succedere anche con Xiaoyu era annichilente, orribile. Perfino insopportabile.

«Dimmi perché…io

Sentire una simile domanda mise in crisi la giovane Ling che, sgranando gli occhi quasi senza capire, ebbe l’unica reazione di afferrargli i lembi della camicia, aperta sul suo petto, solo per attirarlo a sé ed abbracciarlo. Lo strinse, forte, appoggiando la fronte alla sua spalla e sondando la propria mente per trovare le cose giuste da dire, si perse per un poco in quel semplice contatto. Era bello, di tanto in tanto, lasciarsi andare a questo e non solo alla passione, la quale sembrava travolgerli senza freno non appena stavano soli in una stanza. Infondo, aveva desiderato sempre ed unicamente quello: del tempo passato con Jin Kazama, passato al suo fianco come la sua donna, come suo unico punto di riferimento.

Non doveva trattarsi necessariamente di tutta la vita, no.

Le andava bene anche solo una stagione.

«Perché ti amo, Jin.»

A forza di dai, per quanto non fosse poi il massimo della creatività, qualcosa aveva trovato: quali altri motivi potevano esserci, per lei, se non quello che era in assoluto il più importante?

«Perché quando mi baci…io sto bene. Mi sento felice.» gli sorrise, staccandosi leggermente solo per potergli carezzare il volto «Mi sento completa.»

«Lo so che mi ami…»

Jin sospirò e, stringendola, nascose il volto apposta per non farle vedere la sua espressione.

Stava per proferire un’affermazione errata. Una cosa che la avrebbe ferita. Per questo non poteva guardarla.

«…ma forse non dovrei permetterti di sporcarti con me. Io ti trascinerò a fondo, ti costringerò ad una vita piena di dolore. Dovrei…lasciarti andare.»

La sentì sussultare e conscio del danno, le permise di farlo sollevare. Quando i loro sguardi si incontrarono notò le sue lacrime, le ennesime che le costringeva a versare. A quanto pareva non riusciva a farne una giusta, con lei, e perfino nei pochi attimi in cui anteponeva la sicurezza di Xiaoyu al suo piacere combinava un madornale casino.

«Non dirlo neanche per scherzo, Jin!» esclamò, baciandolo, piena di una paura folle «Non riesco neanche ad immaginarmi senza…senza di te! Non voglio immaginarmi senza di te! Ti amo, Jin, ti amo, ti amo, ti amo…!»

Oh, lo sapeva che lo amava. Se lo era ripetuto innumerevoli volte, da quando lo aveva capito, manco fosse il suo personalissimo mantra. L’affetto di Ling lo aveva spinto ad andare avanti, ancora una volta, portandolo a toccare vette che prima aveva solo intravisto dal basso della sua desolazione.

 «Va bene, calmati. Basta piangere.» disse, cercando di imprimere in quelle parole un tono sereno «Ho capito. Mi ami.»

«Non dirlo…p-più. Promettilo.»

«Lo prometto.»

«Ti amo come non ho mai amato nessuno…»

Che bello sentirglielo dire.

Che gioia continua udire quella frase, giorno dopo giorno.

«E io ti amo talmente che ogni volta mi sento sul punto di rompermi in mille pezzi, tanto è forte il mio trasporto per te…»

Lui e l’amore erano sempre stati due mondi separati. Dove le comuni persone ragionavano mediante il cuore, affidandosi ai legami che possedevano, lui si era sempre lasciato guidare dall’odio. Le altre emozioni erano state bandite dal suo cuore, senza l’ombra di alcuna esitazione. Si stava meglio, infondo, così: quando nel proprio petto non batteva nulla, era meno facile che qualcuno ti potesse ferire.

Ed ora invece era lì, a provare un sentimento del genere, così importante, così grande da fargli sperare che niente e nessuno avrebbe mai potuto strapparlo a quel dolce sogno. Voleva proteggere tutto ciò che riguardava Xiaoyu, poiché tutto ciò che la riguardava la rendeva la persona giusta per lui. Quella con cui avrebbe condiviso tutta la vita.

 

I pantaloni per Jin, a quel punto, dopo tutte le cose che si erano detti, divennero insopportabili. Con la mano che non stava stringendo quella di lei, si allentò velocemente la cintura di cuoio e poi i bottoni, trovando finalmente pace e sollievo non appena riuscì anche nell’intento di abbassarli.

Ancora uno sguardo d’intesa ed il giovane Kazama seppe di non avere più motivo per trattenersi: Ling era pronta a donarsi nuovamente a lui, come già aveva fatto e come, non ve ne erano dubbi, avrebbe fatto anche in futuro.

Piano, ricolmo di un affetto che ormai non veniva più costretto dietro a false maschere di beffarda noncuranza, spinse il bacino contro a quello di Xiaoyu, affondando in lei delicatamente. La paura di farle male non era svanita, nonostante la loro prima volta si fosse consumata già tempo addietro, e mentre la osservava quasi con crescente apprensione, si costringeva al contempo a non cominciare subito a consumare quel nuovo rapporto. Sotto di lui, la sua fidanzata era tornata ad essere rossa in viso: teneva gli occhi semichiusi e la sua bocca, la stessa che aveva baciato con tanta foga solo poco prima, era schiusa, permettendo a piccoli gemiti di uscirle dalle labbra. Le pareva sempre meno difficile, accettare quel genere di cose, e col senno di poi aveva imparato ad apprezzare sempre più la passione travolgente che condividevano.

Era bello concedersi a lui. Bello sapere di essere la sola con cui faceva certe cose, bello vedere quanto il suo corpo lo aggradasse, bello immaginare di farlo impazzire con il suo solo essere viva.

«L-Ling…» mormorò Jin, stavolta lui ad arrossire come un peperone. Aveva usato il suo nome. Per la prima volta, da che lo conosceva, aveva usato il suo nome. «…guarda solo me.»

Le accarezzò una guancia, gli occhi disperati eppure tanto stupendi.

«Ama…solo me. Per sempre.»

Non fece neanche in tempo a rispondergli che lui, allontanandosi un poco, riaffondò con una dolce spinta dentro di lei, andando più a fondo, stringendola in un abbraccio che quasi non le permetteva il respiro. Annuì, dunque, incapace di fare altro, ben sapendo che Jin avrebbe capito lo stesso. Doveva smetterla di avere dubbi, smetterla di pensare che, proprio lei, avrebbe mai potuto smettere di adorarlo. Lo aveva cercato per anni, nella speranza di essergli di un qualche appoggio, anche se magari non sarebbe mai stata amata come sognava, figuriamoci se lo avrebbe abbandonato proprio ora che il suo più grande desiderio si era avverato.

No, sarebbe rimasta.

Quella realtà, zuccherina più del miele, l’avrebbe vissuta sino alla fine, gustandone ogni più piccola parte.

«A-Ah…! Jin…!»

Il ragazzo aprì gli occhi, lì posò su di lei, la baciò senza proferire parola, deciso a non lasciarsi sfuggire nessuno dei lamenti pieni di piacere del suo angelo: sarebbe potuto morire anche così, mentre si beava del momento più bello della sua vita, diventando un tutt’uno con colei per cui stravedeva. Ad ogni spinta giungevano nuove scariche di appagamento, ed ad ogni scarica corrispondeva la crescita del suo desiderio nei suoi confronti. Era come un circolo vizioso, non ne aveva mai abbastanza di Xiaoyu, mai, cosa ben strana per chi come lui aveva sempre trovato noioso e poco costruttivo lo stare attaccato per troppo a qualcosa o a qualcuno.

Massì, andava bene anche così.

Si sarebbero sciolti l’uno nella stretta dell’altro, affogando insieme nelle stesse effusioni che si stavano scambiando con tanto ardore.

Quello, di certo, era un bel modo per sparire.

«Ling…»

 

«Io ti amo.»



Spazio all'Autrice: Olalà ♥ Mi ritrovo a riempire uno spazio che non so neanche per quale motivo ho inserito.
Niente, volevo solo ribadire il fatto che questa è in assoluto la mia prima Lime.
Non ho idea di come sia venuta e neanche voglio saperlo, ma spero che possa comunque piacere.
Di recente ho ricominciato ad avere la fissa per Tekken e oggi, guardando il mio bel Jin -mentre stavo cercando di fargli un costume un attimino più accettabile *coff coff* a petto nudo! *coff coff*-, ho pensato ancora una volta a quanto ce lo vedo bene con la mia adorabile Xiaoyu.
Ergo, DOVEVO scrivere una fanfiction.
Bye, alla prossima!
  
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