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Autore: cydonianrioter    03/12/2011    1 recensioni
-Non me ne frega di San Valentino! Io ti amo tutti i giorni!-
its joshley all the way.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hayley Williams, Josh Farro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: In teoria questa storia l'avrei dovuta pubblicare il diciotto, ad un anno dall'abbandono dei Farro. Ma non ce la facevo ad aspettare. Sono consapevole del fatto che fa un po' schifo e che le mie ff sono tutte uguali, ma almeno non è un'altra song-fic smielata. Quindi, che dire? Nulla, buona lettura e.. le recensioni non uccidono.
Ah, e la storia rende di più se la leggere mentre scoltate 'In The Mourning'. La versione di studio uscirà il 5, per ora accontentatevi di questa: http://www.youtube.com/watch?v=fYVpArcH47Y


A Erika, perchè c'è sempre.
A Chiara, che non legge mai le mie ff ma la amo comunque.
E a Josh e Zac Farro, perchè nonostante li odi più di qualunque altra cosa al mondo mi mancano da morire.


1. You were the greatest thing.



18 dicembre 2011

Odiavo davvero quando il lato masochista di me riaffiorava in superficie. Detestavo con tutta me stessa quando il mio subconscio mi obbligava a fare cose che avrebbero di sicuro portato il mio cuore ad autoimplodere. Ma quella mattina non potevo fare a meno della mia dose quotidiana di dolore. Perché sapevo che, in un modo o nell'altro, quel dolore era causato da lui. E qualunque cosa fosse causata da lui -o anche solo dal suo ricordo- era un richiamo troppo forte per essere ignorato.
Quindi mi ritrovai a camminare avvolta in un giaccone per le strade di Franklin. La città che ci aveva visti crescere, amarci, odiarci e rimpiangerci. La nostra città. Ed era ancora nostra, un anno dopo che tutto era cambiato.
Con 'We Are Broken' sparata al massimo nelle orecchie andai a zonzo per una buona mezz'ora, senza badare veramente alle vie che imboccavo. Mi sorpresi, però, che il fato mi avesse fatto capitare proprio davanti a quella casa, quella che una volta era stata casa sua.
Il ricordo fu più veloce e furbo di me, ancora una volta.
E ancora una volta i colori sbiaditi e le parole sovrapposte, sussurrate e confuse di momenti già vissuti mi esplosero in testa, come fuochi d'artificio che proprio non t'aspetti, sbaragliando tutte le difese che avevo invano cercato di costruirmi. La forza dell'impatto fu così forte che mi costrinse ad inginocchiarmi per terra e stringermi il capo tra le mani, prima di tuffarmi di testa in quel lago di sofferenza.

Freddo, fa troppo freddo.
Le mie mani sanguinano. Ci metto un po' a capire perchè. Tutta colpa delle rose che ti ho brutalmente strappato di mano, incavolata come non lo sono mai stata in tutta la mia vita.
-Non me ne frega di San Valentino! Io ti amo tutti i giorni!-
Butto i fiori sul prato di fronte a casa tua, pentendomene due secondi dopo.

La scena cambiò. Lasciandomi appena il tempo di respirare.

-Scusa, avrei dovuto dirtelo-
-Non è colpa tua, la ami più di me-
-Questo mai-
-E allora perchè ci piace farci così male?-

Il cuore iniziò a martellare forte, sembrava che volesse uscire dal petto.
Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum. Sempre più forte.

-Deve finire- sussurro appoggiando il viso umido sul tuo petto, probabilmente inzuppandoti la camicia. Ma va bene, perchè dopo chissà quanto tempo ricambi la stretta e mi culli dolcemente, come quando la nostra unica preoccupazione era quella di scrivere belle canzoni.
-Quando?- chiedi.
-Qualche giorno dopo il concerto di Orlando- rispondo, la mia voce tremola.
-Il 18 va bene?- Diciotto. Diciotto, sento che odierò questo numero per sempre.
-Si, il 18 va bene-

E poi tutto finì come era iniziato, neanche in un battito di ciglia. Tutto ad un tratto mi ritrovai seduta per terra, con la testa tra le braccia e il vento invernale me mi sferzava la faccia e mi scompigliava i capelli rosso fuoco.
Non so per quanto tempo rimasi in quella posizione, con le ginocchia strette al petto e a dondolarmi vanti e indietro, continuando imperterrita a fissare il malandato stabile. Ovviamente le lacrime mi raggiunsero presto; avevo come l'impressione che non mi avrebbero mai lasciata sola, che sarebbero state l'unica cosa certa durante tutto il corso della mia vita.
Iniziai a canticchiare, senza riflettere troppo sul testo della canzone.

-And it takes all my strength, not to dig you up, from the ground in which you lay the biggest part of me!-

Non mi accorsi della persona che si era seduta accanto a me, sull'asfalto bagnato dalla pioggia che stava iniziando a scendere, fino a quando non iniziò a cantare al posto mio. Con quella voce che da più di un anno non sentivo, con quella voce così fottutamente perfetta.

-You were the greatest thing, and now your just a memory, to let go of!-

-Ci si rivede- gracchiai. Avrei voluto che la mia voce uscisse con un tono un po' più suadente, ma ovviamente chiedevo troppo.
-Quanto tempo- sussurrò.
-Un anno- risposi, continuando a canticchiare la melodia tra i denti, come fosse una cosa privata.
Gli lanciai un'occhiata e mi accorsi che mi fissava.
Feci finta di nulla e continuai con la canzone.
-Congratulazioni per la canzone, è bella- si complimentò, girando completamente il busto verso di me.
-Grazie, è dedicata a te- lo informai. Avevo usato un po' troppo sarcasmo, forse.
Imitai il suo movimento.
-Credi che mi dedicherai tutte le canzoni che comporrai fino alla tua morte?- chiese, giocherellando distrattamente con il piercing sul labbro inferiore. L'aveva rimesso, mi era sempre piaciuto da morire.
-Non tutte, ma almeno una ad album. E tu?-
-Cosa?- sembrava confuso, ma si capiva, era solo un trucco per sviare la domanda.
-Di cosa parleranno le tue canzoni?- domandai.
'Bugiarda, non era quello che volevi chiedergli. Volevi sapere se avrebbero parlato di te, di quello che c'è stato'
Non sapevo mentire bene nemmeno a me stessa.
Si alzò in piedi e mi tese una mano. Dopo un'attimo di esitazione la afferrai e piantai forte i piedi per terra, pronta allo spostamento d'aria.
Quando la mia pelle venne a contatto con la sua il mio cuore perse qualche battito. La presa salda mi fece tornare in mente tutte le nostre vecchie foto, tutte le giornate passate su youtube a guardare piangendo i video che ci dedicavano i fan, tutti i concerti in cui non veniva a vederci nessuno e quindi potevamo fare quello che volevamo senza paura di mostrare troppo le nostre emozioni.
Maledetti ricordi, mi stavano uccidendo.
-Ho preso in considerazione l'idea di tornare- disse a mezza voce.
-Nei Paramore?- domanda stupida. Non sarebbe mai tornato, era troppo fottutamente orgoglioso per farlo e la sua moglie/padrona non gliel'avrebbe mai permesso.
-Nella tua vita, come amico- precisò.
Giusto, solo amici.

  
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