Una mattina qualunque a Baker Street.
Assistetti alla trionfale entrata di Holmes con un palese misto di disgusto e insofferenza dipinto sulla faccia - e anche un pizzico di divertimento nascosto sotto strati di baffi.
Il mio amico aveva infatti varcato la soglia dei nostri appartamenti di Baker Street portandosi dietro un'indefinita quantità di melma e acqua.
«Dove diavolo è stato, Holmes?», imprecai, dimenticando di porre il quesito come una vera e civile domanda.
«Storia lunga, mio caro!», rispose con enfasi quell'uomo assurdo che mi ritrovavo per coinquilino agitando platealmente le mani e, come se non bastasse, contaminando criminosamente di melma tutto ciò che si trovava nei paraggi - sottoscritto incluso- grazie a quella sua fantastica e fradicia "mise" grondante melma.
Scossi la testa esasperato, pulendomi con l'indice quel po' di sozzura che era finita sulla mia fronte; decretai mentalmente che il mio giornale valeva sicuramente di più se confrontato con Holmes e il suo collaudato e perverso senso dell'umorismo. Ah, e ovviamente manie di grandezza comprese.
«Vada a darsi una lavata, piuttosto», aggiunsi qualche tempo dopo non appena lo sentii avvicinarsi alla sua scrivania.
Rise divertito e avvertii il suo sguardo sulla mia schiena.
«D'accordo... Dottore», rispose lui imboccando la strada per il bagno, «è sicuro di non volermi dare una mano?»
Mi irrigidii all'istante, trattenendo il respiro e lasciando che il sangue corresse a colorirmi le guance.
La porta del bagno si chiuse. Sicuramente quel disadattato sociale in quel momento se ne stava appoggiato allo stipite della porte, ridendo della sua vittima.
Inopportuno e molesto, pensai.
Poi però mi alzai e lo seguii lo stesso.
Poi però mi alzai e lo seguii lo stesso.
FIN