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Autore: AllieSanders    04/12/2011    1 recensioni
“Guarda chi abbiamo qui.. Ciao bellezza!”
Conoscevo quella voce, ma non ero abbastanza lucida per capire chi fosse.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti *^* Sono tornata :3 Ho cancellato la vecchia FF sui Mars, non l’avrei continuata, non avevo più idee u.u Eccone una nuova, spero vi piacerà. Grazie in anticipo a chi la leggerà <3 a presto :3
 

 
 
 
Drin. Driin. Driiin. Driiiin.
“FOTTUTA SVEGLIA!” urlai guardando l’orologio.
03:47.
Chi cazzo aveva messo la sveglia a quest’ora? La staccai e riappoggiai la testa sul cuscino. Ovviamente, non riuscii più a dormire.
Sono Isabelle, oppure Belle. Come preferite. Ho 24 anni, e boh, sono qua, putroppo. Perché purtroppo? Perché la mia vita non ha un senso. Mia madre è morta quando avevo 12 anni, e mio padre è un drogato rinchiuso in una clinica da anni ormai. Vivo in un quartiere malfamato di Los Angeles; inizialmente stavo nel Tennessee, ma poi ho pensato “Perché perdere tempo qui quando posso andare in una delle città più belle degli USA?”
Il mio più grande errore; anzi, il mio secondo più grande errore. Il primo, beh.. meglio non parlarne. Non voglio ricordare, il mio cuore non è abbastanza forte per subire altro dolore.
 
 
 
 
 
Ore 6:50.
Eccola qui, una nuova giornata ha inizio. La solita giornata, direi. La mia vita era diventata alquanto monotona. Avevo passato la mia adolescenza dietro a mio padre, che poi, come posso ancora chiamarlo padre? Si può definire così un uomo che spreca quei quattro spiccioli che si ritrova per la cocaina? Un uomo che ha fatto tutto quel male a sua figlia? O ancora, un uomo che tornava tutte le notti ubriaco, e quella figlia la picchiava? Dolore. Immenso, indissolubile dolore.
Senza forze, mi sono alzata dal letto, dirigendomi verso il bagno. Un grande specchio rifletteva l’immagine di una ragazza. Smagrita, grandi occhiaie, capelli scompigliati, occhi arrossati. Delle cicatrici le marcano i polsi.
Sono io? Sono davvero io quella ragazza?
 
 
 
 
 
Ore 8:15
“Oggi dove dobbiamo andare, Rose?” dissi all’unica amica che mi ritrovavo, la mia “collega” Rose. Lavoravamo in un’impresa di pulizie, dieci ore al giorno ed uno stipendio misero, ma quello era il massimo. O loro o niente.
“In centro, tesorino. Abbiamo un nuovo cliente! Ha detto Anne che è molto grande come casa, ed il proprietario è molto conosciuto. Qui c’è l’indirizzo.” Mi rispose mostrandomi un bigliettino.
“Okay. Carico gli attrezzi nel furgone e andiamo.”
Rose annuì.
 
 
Dopo poco ci ritrovammo davanti ad un’enorme villa. Doveva avere almeno tre piani; un enorme giardino verde, ed una piscina. E poi, un campetto da tennis? Ecco come sprecare soldi. Ho sempre odiato questa gente così, i ricchi sono così frivoli. Ogni volta io e Rose venivamo trattate come delle pezze; solo quando diventavano clienti abituali dell’agenzia iniziavano ad avere un po’ di rispetto.
Parcheggiai e suonai.
“Chi è?” disse qualcuno con un vocione.
“Impresa di pulizie!” risposi.
“Entrate pure!” disse. Dopo nemmeno un secondo si aprii il cancello.
“Diamoci da fare.” Dissi a Rose sbuffando, che mi sorrise.
Aprii lo sportello posteriore del furgoncino ed iniziammo a prendere gli attrezzi.
“Permesso?”
“Si vieni. Io sono Shannon Leto e  sono il proprietario. Allora, se volete continuare ad avere un po’ di soldi per comprare due scope da me dovete pulire tutto per filo e per segno, stasera ho ospiti. E poi mmhhh –mi prese il viso tra le mani- molto molto molto bene.” Spostai con forza il suo polso.
“Senta, signor Leto, noi siamo qui per svolgere il nostro compito, e lei mi sta già rompendo i coglioni. Se ha carenze sessuali, si compri una bambola gonfiabile, oppure si faccia fare qualche bel servizietto da queste due qui –dissi indicando due ragazze nude che gli si avvicinarono- . Detto questo, deve ringraziare non so chi che io non le abbia tirato un pugno sul naso. Rose, muoviamoci.” Dissi innervosita. Lui nemmeno rispose.
Chi si credeva di essere quel fottutissimo cazzone?
 
 
 
 
Dopo un’ora, avevamo pulito il piano di sotto, esclusa la cucina.
“Faccio io, tu vai di sopra!” mi disse Rose.
Annuii, salendo le scale.
Entrai in una camera a caso.
“Ma che cazzo??” urlai coprendomi gli occhi.
Era nudo.
A parte il fatto che non vedevo un uomo nudo da una vita, e non ci tenevo nemmeno, mi stavo vergognando.
Sentii chiudere la porta e tolsi le mani dalla faccia.
“Menomal.. ma sei ancora qui?”
“Chi ti ha dato il permesso di darmi del tu?”
Si era messo delle mutande, almeno.
“Io ti do del tu quando voglio.”
“E io ti licenzio!”
“E vaffanculo!” dissi avvicinandomi alla porta.
“No .. tu non vai da nessuna parte!”
‘Questo ora mi violenta!’ pensai.
Mi spinse contro il muro e avvicinò il suo viso al mio.
“Nessuno resiste al mio fascino, e so per certo che nemmeno tu resisterai. Siccome sei molto sexy con questo completino, e siccome io sono in mutande e c’è un letto qui.. che ne pensi se noi..”
“Ma stai zitto cretino!” dissi spingendolo via e iniziando a ridere.
“Perché ridi?” chiese perplesso.
“Perché sei l’uomo più convinto di questa terra!” dissi sempre ridendo.
Aprii la porta e iniziai a pulire il secondo piano.
Shannon non si fece più vivo. Ero soddisfatta, dopo tanto mi ero fatta una bella risata, e l’avevo decisamente fatto rimanere di merda.
 
 
 
Dopo altre tre ore finimmo, stanche morte. Appena misi in moto raccontai a Rose quello che era successo e iniziammo a ridere insieme.
“Senti, ma se stasera uscissimo?”
“Rose, sai benissimo che l’unica cosa che ho voglia di fare la sera è stare a letto a strafogarmi di cioccolata, perché imperterrita me lo chiedi in continuazione?” dissi scocciata.
“Scusa se provo imperterrita –disse con una vocina stridula- a farti ritornare a vivere! Scusa davvero Isabelle! Ah e sai cosa? Scusa anche se ti voglio bene e ci tengo a te!” mi rispose acida. La fissai, era imbronciata. Forse ero troppo dura.
“Va bene dai, usciamo. Ma dove vorresti andare?”
“Yuppy! –urlò- Andiamo alla Playa! Stasera c’è l’inaugurazione, è tanto che non ballo! E poi dicono che ci sono due dj fighissimi! Hai un vestito carino e un paio di tacchi?” disse entusiasta.
“No!”
“Vabbè, ci penso io!”
“Io non sembrerò una zoccola, sappilo.”
 
 
 
 
Playa, Los Angeles.
Rose mi aveva costretta ad indossare un vestito cortissimo. Era blu , con una scollatura enorme che mi scopriva le spalle, ed un’altra davanti, non eccessiva, fortunatamente; i tacchi erano altissimi, e soprattutto scomodi. Mi aveva truccata e i capelli erano sistemati per bene. Lei era entusiasta, batteva le mani in continuazione; non l’avrei assecondata mai più.
Entrammo in questo locale, strapieno di gente.
I dj erano due, ed erano molto bravi. Uno dei due aveva gli occhiali, ridicolo. Mi sembrava di averlo già visto. L’altro invece, sembrava più “con la testa sulle spalle”.  Iniziammo a ballare, e dopo un po’ “quello senza occhiali” si avvicinò a Rose. I due iniziarono a ballare insieme, e così decisi di ordinare da bere.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei drink. Persi il conto. Mi girava la testa. Mi buttai su un divanetto non curante di quello che avrebbero pensato di me. Vedevo Rose andare via col tipo. Qualcuno mi si avvicinò.
“Guarda chi abbiamo qui.. Ciao bellezza!”
Conoscevo quella voce, ma non ero abbastanza lucida per capire chi fosse.
  
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